Giallo dei fratelli vibonesi scomparsi in Sardegna, in campo i cani molecolari

Mistero sempre più fitto intorno alla scomparsa di Davide e Michele Mirabello, i due fratelli di San Gregorio d'Ippona (Vv) di cui non si hanno notizie da domenica scorsa. 
 
I due sono spariti da Dolianova, in provincia di Cagliari, nelle cui campagne è stata trovata l'auto bruciata di Davide.
 
A rendere ancora più inquietante la vicenda, le tracce di sangue rinvenute non lontano dall’abitazione di uno dei due fratelli.
 
I due vibonesi si sono trasferiti in Sardegna, dopo che uno di loro ha intrapreso una relazione sentimentale con una donna del luogo.
 
La sorella dei due, Eleonora, ha raccontato all'Unione Sarda che "Intorno alle 15,30 di domenica, Davide è uscito di casa con la sua macchina. Al rientro è passato davanti alla casa di un signore col quale da tempo non correva buon sangue". Una serie di litigi, il cane di Davide fatto ritrovare ammazzato davanti alla porta di casa, accuse reciproche, denunce e controdenunce. "Questo signore, al passaggio di Davide, domenica pomeriggio, ha sputato per terra in segno di disprezzo. Mio fratello ha chiamato Massimiliano che è subito uscito di casa per raggiungerlo. Questo è quanto mi ha raccontato la compagna di Massimiliano", dice tra le lacrime Eleonora. Da quel momento non si è saputo più nulla dei due giovani. "Abbiamo provato a chiamare sul cellulare di Davide ma risultava spento". E Massimiliano? "Lui l'aveva lasciato a casa".
 
Intanto oggi sono proseguite le ricerche, con i carabinieri che hanno messo in campo anche i cani molecolari.
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Donna scomparsa a Fabrizia, attivato il Piano provinciale persone scomparse

La Prefettura di Vibo Valentia ha attivato il Piano provinciale persone scomparse per cercare di trovare Luciana Tassone, la 34enne di Fabrizia, di cui non si hanno notizie da ieri mattina.

A denunciare ai carabinieri la scomparsa della donna è stato il padre.

 

Filogaso: fiaccolata per non dimenticare Giuseppe Iozzo, il pensionato scomparso a luglio

Si è svolta alle 21 di ieri, a Filogaso la fiaccolata “ Per non dimenticare Peppe”, promossa dall’Associazione Donna Hope. Il corteo è partito dalla chiesa Madre di S.Agata ed ha percorso tutto il corso principale.

Alla manifestazione, pacifica e silenziosa, hanno partecipato il parroco don Mimmo Sorbilli, un delegato del vescovo, l’amministrazione comunale  e numerosi cittadini.

Sui volti attoniti e sgomenti dei partecipanti potevano leggersi la rabbia ed il disappunto per un episodio inspiegabile, dai contorni ancora misteriosi.

La manifestazione, forse tardiva, si prefiggeva molti scopi.

Ricordare prioritariamente con una preghiera l’uomo mite e tranquillo, incapace di far male ad una mosca, scomparso da oltre due mesi, senza una ragione plausibile ed augurarsi che il suo corpo, venga ritrovato per dare una cristiana sepoltura, consentendo ai parenti ed agli amici di andare a pregare sulla sua tomba.

L’altro motivo era di rimarcare, ricordare e gridare a tutti che Filogaso è sempre stato e sarà sempre un paese pacifico e tranquillo che aberra qualsiasi forma di violenza.

Nella sua lunga storia non si sono mai registrati episodi malavitosi e violenti e non ha mai attecchito il triste fenomeno della malavita e della mafia.

Infine, l’invito pressante rivolto alle autorità preposte affinchè continuino le indagini per individuare gli eventuali colpevoli e ritrovare il corpo dell'uomo.

Non è escluso che, riprendendo le ricerche, emergano nuovi elementi sfuggiti al momento delle prime indagini pur scrupolose, attente ed eseguite con mezzi e tecniche d’avanguardia.

La manifestazione si è conclusa con l'auspicio che il caso non finisca nel nulla, come se non fosse successo niente e con la ferma determinazione a continuare a battersi contro ogni forma di  barbarie.  

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Calabria: scomparso 38enne, avviate le ricerche

 I carabinieri della compagnia di Castrovillari hanno avviato le ricerche del 38enne, Ettore Bravi.

Dell'uomo non si hanno notizie da alcuni giorni. A denunciarne la scomparsa sono stati i familiari, che vivono a Mormanno, nel cosentino.

Bravi avrebbe diversi problemi di salute, motivo per il quale era rientrato dalla Germania, dove lavorava.

Sul caso indagano i carabinieri di Mormanno, che non escludano che possa trattarsi di un allontanamento volontario. 

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Bruno Lacaria e il mistero della sua scomparsa

Terra di misteri, di uomini inghiottiti nel nulla. Terra di speranze e di vane attese: quelle delle famiglie degli scomparsi. Di appelli lanciati nel vuoto con la speranza di ricevere un indizio a cui appendere le ragioni del cuore, perché se la speranza non è l’ultima a morire, a morire e l’ultima speranza. Terra di voci serrate, di bisbigli, di dicerie e di aneddoti fantasiosi. C’è tutto questo dietro ogni caso di scomparsa, una litania recitata in uno dei luoghi più misteriosi di sempre, il comprensorio delle Serre, dove l’enigma è di casa e la matassa è sempre difficile da dipanare. E se da un lato c’è il generoso impegno delle forze dell’ordine, carabinieri, polizia e Vigili del fuoco, dall’altro c’è una famiglia che attende il ritorno a casa del proprio congiunto, vivo o morto. Perché dopo un lungo periodo di scomparsa le speranze di ritrovare viva una persona si affievoliscono e va già bene se il caso restituisce le spoglie su cui poter piangere e seppellire il ricordo della persona cara.

Sono trascorsi ormai 18 giorni da quel mercoledì 8 febbraio quando Bruno Lacaria, uomo che abita in un piccolo mondo, tutto lavoro e famiglia, è scomparso senza lasciare alcuna traccia. Il 52enne ha uno studio commerciale a Chiaravalle ed ogni mattina esce alle 7,30 da casa per recarvisi dopo aver percorso alcuni chilometri con la propria macchina. Ma quel maledetto 8 febbraio le cose non sono andate cosi. Dopo una insolita sosta in un bar, un giro in macchina con un suo amico, il 46enne Giuseppe Zangari, che il giorno successivo sarebbe stato vittima di un tentato omicidio (qualcuno sotto la minaccia delle armi lo avrebbe costretto ad ingerire un potente pesticida), poi non si sa più nulla. Sceso dall’auto dell’amico, di Lacaria si perdono le tracce. Non arriva a lavoro, non rientra per pranzo nè va al funerale di un conoscente a cui aveva preventivato di partecipare. Scomparso nel nulla.

A denunciarne la scomparsa è stata la moglie che non vedendolo rientrare, verso le 15, ha lanciato l’allarme. Al momento dell’ultimo avvistamento indossava un giubbotto beige, un maglioncino grigio, una camicia azzurra e un pantalone. Poi subito l’avvio delle ricerche ad opera dei carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, guidati dal Capitano Mattia Ivano Losciale e supportate da Vigili del fuoco, parenti e amici dello scomparso. Ricerche precise, effettuate anche "a pettine" ovvero con gli uomini in linea, distanti uno dall'altro 8 metri, che procedevano simultaneamente. Utilizzate anche le moderne tecnologie del gps per circoscrivere e dettagliare con precisione le zone di intervento. L'esito è stato però ancora una volta negativo. Ricerche effettuate anche presso il lago Alaco nel Comune di Brognaturo per mezzo dei sommozzatori del nucleo operativo dei Vigili del fuoco di Reggio Calabria.

Intanto domenica scorsa per cercare di trovare il bandolo di una matassa piuttosto ingarbugliata, i carabinieri del Ris di Messina hanno svolto un'intensa attività investigativa nei locali che ospitano la rivendita di prodotti agricoli gestita da Zangari. Gli esperti della scientifica hanno repertato una serie di oggetti che verranno sottoposti ad analisi di laboratorio. Le indiscrezioni fatte trapelare dalle forze dell'ordine, mettono in relazione i sopralluoghi con quanto accaduto a Zangari. Gli specialisti della Benemerità starebbero, quindi, cercando elementi utili a fare luce sul tentato omicidio la cui dinamica presenta diversi punti oscuri. In teoria, quindi, le verifiche effettuate dal Ris non dovrebbero essere direttamente collegate con la scomparsa di Lacaria, tanto più che, allo stato, Zangari risulta essere persona offesa. I carabinieri, tuttavia, hanno sentito l'uomo in tre occasioni, senza che nulla sia trapelato, anche perchè i verbali sono stati secretati. In ogni caso, l'ipotesi più accreditata è che la soluzione di un mistero possa, contestualmente, fare luce anche sull'altro.

Le indagini non escludono alcuna pista e vengono condotte nel più stretto riserbo ma il tempo passa e lo spettro della lupara bianca aleggia su questo nuovo caso di scomparsa nel comprensorio delle Serre.

I misteri di Spadola: il Ris dei carabinieri al lavoro nel negozio di Zangari

Procedono a ritmo febrile le attività degli investigatori per cercare di fare luce sul duplice mistero spadolese. La scomparsa del commercialista 52enne Bruno Lacaria, sembra essere legata a doppio filo alla vicenda che ha avuto per protagonista Giuseppe Zangari. Il 46enne, che sarebbe l'ultima persona ad aver visto Lacaria prima della scomparsa, è ritornato a casa dopo essere stato ricoverato all'ospedale di Locri in seguito ad un aggressione, nel corso della quale, due uomini incappucciati avrebbero cercato di avvelenarlo facendogli bere del pesticida sotto la minaccia delle armi.

Per cercare di trovare il bandolo di una matassa piuttosto ingarbugliata, nella mattinata di oggi, i carabinieri del Ris di Messina hanno svolto un'intensa attività investigativa nei locali che ospitano la rivendita di prodotti agricoli gestita da Zangari.

Nella serata di ieri, pare, che i militari dell'Arma abbiano compiuto un'analoga attività sia nell'abitazione che nel capannone in cui è stato compiuto il tentato omicidio.

Gli esperti della scientifica hanno repertato una serie di oggetti che verranno sottoposti ad analisi di laboratorio.

Le indiscrezioni fatte trapelare dalle forze dell'ordine, mettono in relazione i sopralluoghi di questi giorni, con quanto accaduto a Zangari.

Gli specialisti della Benemerità starebbero, quindi, cercando elementi utili a fare luce sul tentato omicidio la cui dinamica presenta diversi punti oscuri.

In teoria, quindi, le verifiche effettuate dal Ris non dovrebbero essere direttamente collegate con la scomparsa di Lacaria, tanto più che, allo stato, Zangari risulta essere persona offesa.

I carabinieri hanno sentito l'uomo in tre occasioni, senza che nulla sia trapelato, anche perchè i verbali sono stati secretati.

In ogni caso, l'ipotesi più accreditata è che la soluzione di un mistero possa, contestualmente, fare luce anche sull'altro.

Scomparsa di Bruno Lacaria, nessuna traccia nel lago Alaco

Erano giunti a Spadola, su richiesta della Procura delle Repubblica di Vibo Valentia e della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno. Ai sommozzatori del nucleo operativo dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria, era stato assegnato il compito di cercare il corpo del commercialista scomparso, Bruno Lacaria di 52 anni della cui sorte non si conosce più nulla da mercoledì scorso. La ricerca è stata concentrata nelle acque del lago Alaco, ma dello scomparso nessuna traccia. Le ricerche dei sommozzatori sono terminate senza alcun esito e non rimane che battere altre piste che gli investigatori non hanno mai smesso di seguire.

Bruno Lacaria è un uomo tutto lavoro e famiglia, ha un avviato studio commerciale a Chiaravalle ed ogni mattina esce alle 7,30 da casa per recarvisi dopo aver percorso alcuni chilometri con la propria macchina. Ma, mercoledì scorso, le cose non sono andate cosi. Dopo una insolita sosta in un bar, un giro in macchina con un suo amico, il 46enne Giuseppe Zangari, che il giorno successivo sarebbe stato vittima di un tentato omicidio, non si è saputo più nulla. Sceso dall’auto dello Zangari, di Lacaria si perdono le tracce. Non arriva a lavoro, non rientra per pranzo nè va al funerale di un conoscente a cui aveva preventivato di partecipare.

Le condizioni di Zangari, ricoverato presso l'ospedale di Locri, che potrebbe con le sue dichiarazioni fare luce sugli ultimi momenti prima della scomparsa di Lacaria, starebbero migliorando e presto sarà interrogato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Filomena Aliberti.

 

Bruno Lacaria, si cerca nell’Alaco. Al vaglio la versione di Zangari

 Sono giunti a Spadola, su richiesta della Procura delle Repubblica di Vibo Valentia e della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, i sommozzatori del nucleo operativo di Reggio Calabria, il compito sarà quello di cercare il corpo del commercialista scomparso, Bruno Lacaria di 52 anni della cui sorte non si conosce più nulla da mercoledì scorso. La ricerca, molto probabilmente, sarà concentrata nelle acque del lago Alaco.

Non si cerca più dunque un uomo vivo ma, da quanto si apprende, una persona deceduta.

Morta per cause del tutto ignote e completamente avvolte nel mistero.

Intanto le condizioni di Giuseppe Zangari, il suo amico e compare d’anello, con cui si era accompagnato la mattina della scomparsa e che, dopo un giro in auto, lo avrebbe lasciato in prossimità della sua auto, sono in netto miglioramento.

L’uomo sarebbe stato vittima, il giorno successivo alla scomparsa del commercialista, di un tentato omicidio ad opera di due sconosciuti che sotto la minaccia di una pistola lo avrebbero costretto ad ingerire un potente pesticida.

E proprio le versioni di Zangari starebbero al vaglio della magistratura e presto sarà interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica Filomena Aliberti.

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