Ripepi (FdI): "Oliverio faccia come Musumeci, subito la ZES dello Stretto"

Riceviamo e pubblichiamo

"Con grande soddisfazione abbiamo appreso la notizia della scelta del Presidente della Regione Sicilia,  Nello Musumeci,  di realizzare la ZES (Zona Economica Speciale) dello Stretto, individuato come uno dei tre poli industriali strategici della regione Sicilia.

Questa importantissima decisione di rendere l’Area dello Stretto determinante quanto cruciale per il paese e per il Mediterraneo  l’avevamo bene individuata attraverso la presentazione, lo scorso novembre, di una mozione denominata “ZES dello Stretto” che il nostro Consiglio comunale ovviamente non ha voluto discutere se non all’ultimo momento mischiandola ad una analoga misera mozione sullo stesso tema presentata dalla maggioranza.

Lo stesso Musumeci, in occasione di un intervento pubblico a Messina, ha dichiarato di essere favorevole alla terza autorità portuale, quella dello Stretto, perchè Messina, Milazzo, Villa San Giovanni e Reggio Calabria abbiano il diritto di formare un'autorità a sè stante.  Per tale motivo la giunta di governo che presiede ha già adottato da un paio di settimane un'apposita delibera per predisporre lo studio sulle ZES, nell’attesa  che a Roma arrivi un governo a cui chiedere fermamente l'istituzione dell'autorità portuale dello Stretto.

Ci soddisfa pienamente apprendere che i politici siciliani abbiano accolto i nostri suggerimenti in merito e abbiano visto in essi la grande potenzialità del progetto da noi proposto.

La costituzione di una "Zona Economica Esclusiva metropolitana dello Stretto" è il contenuto della mozione che abbiamo presentato in Consiglio comunale come Fratelli d'Italia, ma che tutt’oggi è stata superficialmente e marginalmente considerata e addirittura offuscata da una mozione ombra e depistante proposta dal centro sinistra che ormai vive di luce riflessa.

Abbiamo parlato di area metropolitana dello Stretto già da molto tempo, prima della designazione ufficiale per Reggio e Messina, due città che si sono sempre interfacciate e hanno affrontato problemi logistici di trasporto: la cosa a nostro avviso più sensata è la costituzione di una ZES che in altre parti d'Europa ha portato fiumi di investimenti.

La carta vincente per far ripartire il motore economico sta infatti nell’estendere la ZES di Gioia Tauro verso Sud con l’inclusione di Reggio e Messina, Città Metropolitane.

Abbiamo altresì aggiunto che la ZES dello Stretto renderebbe finalmente strategico ed internazionale il nostro aeroporto che rappresenterebbe il baricentro trasportistico dell'intera area.

Non possiamo più tollerare questa città spenta e priva di idee e progetti dove la politica, che tutto può, non riesce a creare una forza sinergica tale da affrontare questa vitale battaglia di sopravvivenza.

Non abbiamo altro tempo da perdere dobbiamo sposare i nostri amici messinesi e con loro dobbiamo ridisegnare le fondamenta del futuro della nostra terra. Sino ad oggi Falcomatà ed Oliverio con i loro compagni di partito del Pd hanno letteralmente surclassato la nostra Città. Non hanno solo attaccato gli organi non vitali presenti nel corpo Città Metropolitana ( Agenzia dei beni Confiscati, Agenzia regionale delle dogane, delocalizzazione dell’Aterp a Catanzaro),  ma hanno attaccato il cuore pulsante e vitale per lo sviluppo dell’intera area ovvero l’Aeroporto dello Stretto ridotto a zerbino di Lamezia.

Il Governatore della Calabria Oliverio, nel totale silenzio di Falcomatà ha impostato in maniera non strutturata la Zona Economica Speciale. Infatti, la probabile nascita della Zes nell’area portuale gioiese, così per come si sta lavorando, non porterà a nulla di serio tant’è che i documenti tanto pubblicizzati dalla Regione Calabria altro non fanno che evidenziare come le aree della Zes includano, tra l’altro, un’area sulla quale insiste un contenzioso legale tra la Regione e l’Autorità Portuale e dunque dove nessuno può investire finché non si risolva la cosa. ll piano strategico predisposto dalla Regione prevede tempi di realizzazione atavici e forse non del tutto sufficienti. Noi non ci stiamo e chiediamo alle istituzioni locali e regionali che si attivino immediatamente affinchè Reggio Calabria possa risorgere dalle sue ormai quasi del tutto estinte ceneri!"

Massimo Ripepi - Consigliere comunale Fratelli d'Italia Reggio Calabria

 

Operazione "Gerry", disarticolata mega organizzazione criminale dedita all'importazione di cocaina dal sudamerica

L’operazione “GERRY”, con l’odierna esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. di Reggio Calabria, trova il suo epilogo.

La complessa attività investigativa, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e coordinata dalla Procura della Repubblica - D.D.A. di Reggio Calabria, si conclude oggi con l’arresto di tutti gli appartenenti ai due agguerriti sodalizi che meno di un mese fa, il 23 marzo scorso, avevano subito l’ennesimo duro colpo inferto con il fermo di 18 militanti.

Sono state eseguite tra Calabria, Campania, Sicilia, Toscana, Piemonte e Lombardia O.C.C. volte a neutralizzare in primis una ramificata organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico, dai marcati profili internazionali, capace di pianificare l’importazione di oltre tre quintali di cocaina dal Sud America. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di disarticolare un sodalizio estremamente complesso, composto da soggetti vicini a diversi clan di ‘ndrangheta, dalle famiglie Bellocco di Rosarno, Molè - Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova ai Paviglianiti, attivi sul versante jonico reggino.

Tra gli arrestati i fratelli BELLOCCO Michele e Giuseppe, coinvolti nell’importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica, il pluripregiudicato rosarnese ARCURI Rosario classe 1953, vero e proprio collettore, specializzato nell’acquisto di cocaina per rifornire molteplici famiglie criminali, in grado di tessere fondamentali contatti utili per curare l’intero viaggio del narcotico, dal Paese produttore al porto di arrivo dove un équipe di “professionisti”, guidati da LENTINI Domenico, un calabrese da anni emigrato in Toscana, provvedeva sia al recupero del prezioso carico direttamente dal container che alla successiva consegna ai “grossisti” del settore. È così che i militari sono riusciti a sequestrare presso il porto di Livorno 300 kg di cocaina e circa 17 kg di codeina, ricostruendo, poi, un’ulteriore importazione di narcotico pari a 57 chilogrammi di cocaina e numerosi altri tentativi di importazione non andati a buon fine.

Oltre alla preziosa polvere bianca gli indagati si adoperavano per trarre lucro anche da altre sostanze. Le indagini hanno provato, infatti, come i sodali riuscivano ad ottenere lauti guadagni anche dalla compravendita di importanti partite di marijuana, hashish ed eroina. Sempre ARCURI Rosario, coadiuvato dal fratello e dal figlio, negli anni aveva stretto solidi rapporti di collaborazione con una consorteria di narcos napoletani, capeggiati da CAMPAGNA Maria Rosaria, pluripregiudicata e compagna del noto boss di Catania CAPPELLO Salvatore, attualmente detenuto in regime di carcere duro.

Calabresi e napoletani creano, così, una fitta rete di rapporti “d’affari” che, in prima battuta, vedono i partenopei al servizio dei calabresi per l’estrazione dello stupefacente dal porto di Napoli. Rapporti che, in seguito, si andranno ad arricchire con la compravendita di eroina e marijuana cedute dai fornitori calabresi ai clienti napoletani. L’operazione antidroga, condotta dalle Fiamme Gialle della Sezione G.O.A. del G.I.C.O. di Catanzaro, con il supporto del II Reparto del Comando Generale e della D.C.S.A., ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, quali commercianti e professionisti, che non disdegnavano di fare affari mediante l’acquisto all’ingrosso della cocaina.

A tal proposito, i finanzieri, partiti dalla potente organizzazione di narcos operante tra Rosarno, Gioia Tauro, Melicucco e San Luca, hanno esteso il raggio d’azione nei confronti anche di un libero professionista, un pediatra, riuscendo a scoprire come anche questi ricopriva il ruolo di finanziatore, nonché acquirente di ingenti partite di sostanze stupefacenti, sempre provenienti dal Sudamerica.

L’inchiesta svolta dalle unità specializzate del Nucleo di Polizia Tributaria/G.I.C.O. di Catanzaro ha, così, consentito di identificare complessivamente 32 soggetti, 19 dei quali colpiti da ordinanza custodiale, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti nel nostro Paese. Organizzazioni che curano le importazioni in ogni dettaglio, riducendo al minimo le comunicazioni e scegliendo accuratamente ove far giungere la cocaina.

L’intera operazione “Gerry” ha permesso di infliggere all’organizzazione delinquenziale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni, e, con le operazioni odierne, di decapitare definitivamente i sodalizi. La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 100 milioni di euro una volta raggiunte le piazze di spaccio. Nel corso dell’indagine è stato sviluppato lo stretto coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Firenze.

Finalmente c’è un giudice, in Sicilia

Finalmente c’è un giudice in Sicilia. Un procuratore siciliano ha finalmente messo mano a uno scandalo che è sotto gli occhi di tutti e tutti finora fingevano di non vedere: i privati che, di loro iniziativa e senza alcuna autorizzazione o legittimazione, scaricano “migranti” in Italia.

Questo magistrato, evidentemente, non si lascia commuovere dall’orgia di retorica che dilaga a proposito della cosiddetta immigrazione; e non fa il benefattore generico e il fiaccolatore serale monomaniaco, bensì fa il magistrato, e ha il dovere di perseguire le illegalità. Che dice, grosso modo? Il Mediterraneo pullula di navi di associazioni private; Queste navi battono improbabili bandiere di Stati che, ammesso esistano, nulla hanno a che vedere con il Mediterraneo; Queste navi e i relativi equipaggi costano pacchi di soldi, ed è importante capire da dove questi vengano e a quale scopo, eccetera: chi spende soldi, soldi intende guadagnare; Queste navi vanno a imbarcare “migranti” fin sulle spiagge libiche, e non nel Canale di Sicilia o nel mezzo di una tempesta; Nulla si sa delle condizioni legali, sanitarie, igieniche di queste navi… Eccetera.

Precisa il magistrato che in questa operazione la mafia e simili a non c’entrano niente, o, al massimo, si curano del caporalato stagionale. Un magistrato davvero encomiabile. Egli è, infatti, un amico della mafia? Ma no, è uno che mette le mani avanti, prima che qualcuno usi in abbondanza i fumogeni, e cerchi di depistare le indagini con qualche fiaccolata e piagnisteo e roba del genere. Qui i presunti reati sono commessi da quegli illustri signori che, senza minimamente essere mafiosi, comprano e gestiscono le navi dei benefattori. Questo pensierino finale lo aggiungo io: siamo proprio sicuri che l’Italia non possa vietare l’approdo di queste navi, di cui non sa nulla? Credo che il diritto della navigazione lo permetta. A proposito, vale anche per le navi norvegesi e britanniche: la Norvegia non fa parte nemmeno dell’Europa più o meno unita; e la Gran Bretagna ha deciso di uscirne del tutto. Perciò, se caricano “migranti”, se li portino a Oslo o a Liverpool. Quanto alle navi spagnole, la Spagna è molto, molto vicina.

Finalmente c’è un giudice, in Sicilia.

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Forza Italia giovani: "Calabria prigioniera dell'immobilismo"

"Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, che chiede a sindacati, associazioni imprenditoriali, ordini professionali e consumatori di dare i voti ai governatori del Sud, le categorie bocciano sonoramente le politiche economiche del governatore Mario Oliverio e della sua squadra."
 
Lo dichiarano Luigi De Rose, coordinatore regionale di Forza Italia Giovani in Calabria, e Vincenzo Trotta, coordinatore provinciale del movimento giovanile azzurro a Cosenza.
 
"Peggio fa soltanto Crocetta, governatore siciliano anch'egli del Partito democratico, e non ci stupiremmo se Oliverio facesse passare ciò come una vittoria: 'Stiamo affondando ma c'é un Capitano che è riuscito a fare peggio. Siate orgogliosi di me'. Ma si sa, non c'è vento favorevole agli uomini di mare che non sanno dove andare e cosa fare.
Dalle associazioni imprenditoriali a quelle di ordini professionali, da leader sindacali fino rappresentanti delle sigle dei consumatori. Tutti, chi più nettamente chi meno, fotografano la situazione di immobilismo cui é prigioniera la Calabria.
Invitiamo Oliverio - dichiarano i due giovani dirigenti - ad iniziare a svolgere il ruolo per cui tanti calabresi, ormai amaramente pentiti, l'hanno eletto. Lo invitiamo a farla finita con lotte intestine di potere interne al suo partito: ai calabresi non importa chi sará il candidato alla segreteria del PD che egli sosterrà e nè che cosa avrà in cambio, a loro non importa se le assunzioni nella Sanità vengano fatte da un commissario, inviato dal suo stesso partito, o dalla sua firma. La Calabria ha bisogno di una visione mirata allo sviluppo, economico quanto infrastrutturale, prima che sia troppo tardi."
 
 

Referendum costituzionale: venerdì Renzi sarà a Reggio Calabria

Sarà Reggio Calabria una delle tappe dell'ultimo giorno di campagna referendaria del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. 

Di ritorno dalla Sicilia, il Capo del Governo si fermerà nella città dello Stretto dove, a partire dalle 15, prenderà parte alla manifestazione a sostegno delle ragioni del "Sì" al referendum costituzionale in programma per domenica prossima.

La presenza di Renzi in Calabria è stata comunicata dello stesso inquilino di Palazzo Chigi al segretario del Pd della Calabria, il deputato Ernesto Magorno.

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Meteo: temporali in arrivo su tutta la Calabria

Una perturbazione proveniente dal Mar Mediterraneo occidentale raggiungerà l'Italia nella notte a cavallo tra oggi e domani. Ne conseguirà una situazione di marcata instabilità sui versanti tirrenici centro-meridionali, in particolare su Calabria e Sicilia. È quanto comunica la Protezione civile che, sulla scorta delle previsioni disponibili, ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse. I fenomeni meteo, fa sapere il Dipartimento in un comunucato, "impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare delle criticità idrogeologiche e idrauliche". In particolare, a partire dalla mattinata di domani si verificheranno "precipitazioni temporalesche sulla Sicilia, in estensione alla Calabria, specie sui versanti tirrenici di entrambe le regioni. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per domani allerta gialla su Sicilia, Calabria e Puglia meridionale".

In Calabria il record di comuni sciolti per mafia

Dal 1991 al 2014 sono stati sciolti per mafia 258 comuni. E' quanto emerge da uno studio pubblicato dall'associazione Openpolis che ha analizzato il fenomeno degli scioglimenti anticipati degli organi elettivi dei comuni. Dal rapporto, pubblicato al termine dello studio, emerge che, nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2014, sono state sciolte a causa di infiltrazioni mafiose ben 171 amministrazione cittadine. In cima alla lista, ovviamente, figurano le regioni meridionali dove l'incidenza ha superato il 97 per cento, a fronte del 2 al nord e dello 0,5 al centro. Nell'Italia settentrionale il fenomeno è cresciuto tra il 2010 ed il 2014, con quattro casi. La regione in cui è stato sciolto il maggiorn numero di comuni è la Calabria (70 casi), seguita da Campania (52) e Sicilia (43). Le tre realtà territoriali hanno collezionato complessivamente il 96,44 per cento dei casi. In particolare, "Il dato della Calabria, oltre a essere il più alto a livello nazionale, mostra anche un forte incremento nell’ultimo periodo. Dal 2001 al 2009 la regione aveva una media annua di 4,7 provvedimenti per mafia, mentre nei 4 anni successivi il dato risulta raddoppiato e si arriva a 8,2". La Calabria insieme alla Campania spicca anche per un altro primato, ovvero il numero di comuni sciolti per ben tre volte. "Dal 1991 a oggi - si legge nel rapporto - da quando cioè è stata introdotta la possibilità di sciogliere un’amministrazione per i condizionamenti da parte della criminalità organizzata, 9 comuni sono stati commissariati per mafia in 3 diverse occasioni. Nello specifico parliamo di: Casapesenna (CE), Casal di Principe (CE), Grazzanise (CE), Melito di Porto Salvo (RC), Misilmeri (PA), Roccaforte del Greco (RC), S. Cipriano D’Aversa, S. Ferdinando (RC) e Taurianova (RC). Quattro sono in provincia di Caserta, altri 4 di Reggio Calabria e 1 nella provincia di Palermo. Come se non bastasse, oltre al normale periodo di amministrazione straordinaria che può durare dai 12 ai 18 mesi, per tutti i comuni in questione è stata decretata la proroga per arrivare al massimo di 24 mesi consentito dalla legge".

Terremoto, altre due scosse nel mare calabrese

Dopo le scosse di terremoto dei giorni scorsi, nella mattinata di oggi la terra è ritornata a tremare nelle acque antistanti le coste calabresi. L'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, alle 6,58, ha rilevato un primo sisma, di magnitudo 1,2 nel cuore dello Stretto di Messina. Più forte (magnitudo 2,5), invece, la seconda scossa, registrata alle 9,16, che ha interessato lo Jonio meridionale. L'epicentro è stato individuato, a 44 chilometri di profondità, a largo della costa reggina, nello stesso tratto di mare in cui la terra aveva tremato anche nel pomeriggio di ieri.

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