Turchia: un terrorista islamico uccide l'ambasciatore russo ad Ankara

L'ambasciatore russo in Turchia Andrey Karlov è stato ucciso a colpi di pistola, ad Ankara, mentre stava tenendo un discorso in occasione dell'inaugurazione della mostra fotografica "La Russia vista dai turchi".

 Il diplomatico è morto in ospedale dopo essere stato colpito dai proiettili esplosi da un giovane di circa 25 anni che, le prime indiscrezioni, indicano come un islamista radicale.

Pare che l'attentarore, che indossava giacca e cravatta, prima di mirare alla testa dell'ambasciatore abbia esploso alcuni colpi in aria e gridato più volte "Allahu akbar , non dimenticate Aleppo e la Siria" .

Il terrorista è stato ucciso in un blitz delle forze speciali. 

L’omicidio è stato compiuto alla vigilia dell’incontro tra il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu a Mosca con i suoi omologhi russi e iraniani per discutere della situazione in Siria. 

Una richiesta per fermare la guerra, l'Unione europea fa ridere i polli

Riunita a Roma, l’intera Unione Europea esprime il suo fermo e fiero parere sulla Siria. “Chiede” di cessare il fuoco. Lo “chiede” ad Assad, alla Russia, ai tagliagole dell’ISIS e califfi vari, ai ribelli “moderati” e ai loro sostenitori americani. Ovvero, mezzo mondo è in guerra, e l’Europa “chiede”. Provate a immaginare le risate di Putin, del califfo, degli USA, dei ribelli eccetera, alla notizia che l’Europa “chiede”. E chiede senza argomenti, senza proposte, senza nessuna intenzione e possibilità d’intervento non dico militare ma nemmeno economico e politico: niente, l’Europa “chiede”. Lo stesso che, sotto un temporale, io, privo di ombrello, “chieda” alle nuvole di smettere di piovere.

 L’umana storia è fatta di guerre combattute; pochi però hanno prestato attenzione alle guerre che non si fecero, che qualcuno riuscì a impedire con ogni mezzo tranne uno, “chiedere”. Ecco alcuni esempi abbastanza recenti:

-          Nel 1815 il Congresso di Vienna determinò un assetto europeo che, con qualche circoscritto incidente, resse fino al 1914.

-          Nel 1878, dopo la guerra tra Russia e Turchia, i Balcani stavano esplodendo, e, per essi, l’intera Europa. Bismarck convocò il Congresso di Berlino, e, con proposte intelligenti e con grande autorevolezza, tracciò assetti e confini che durarono fino al 1912.

-          Di fronte al rischio di una guerra europea per l’Africa, nel 1881 convocò la Conferenza del Congo, ed evitò scontri armati.

- Nessuno impedì la Prima guerra mondiale; ma nell’agitato e confuso dopoguerra numerosi plebisciti e arbitrati misero mano a questioni di confine che potevano degenerare.

- Nel 1936 scoppiò la Guerra civile spagnola. Italia, Gran Bretagna, Germania e, costretta, anche la Francia, fecero in modo che il confitto restasse solo spagnolo, impedendo, Italia e Germania, non permettendo Gran Bretagna e Francia, la penetrazione di Stalin nella questione.

- Nel 1938, di fronte al rischio di guerra per i Sudeti tedeschi assurdamente finiti cecoslovacchi, Mussolini convocò l’incontro di Monaco tra le Potenze europee, e decise la questione senza guerra. - Il pericolo di uno scontro tra Ungheria e la neonata Slovacchia venne risolto dal Primo arbitrato di Vienna tra Italia e Germania.

- Un Secondo arbitrato, nel 1940, impedì la guerra tra Ungheria e Romania per la Transilvania.

Nessun conflitto, e dico nessuno, è mai stato impedito o risolto dall’ONU tra il 1945 e oggi, e, in genere, da gente che “chiede” senza potere, senza autorevolezza, senza proposte concrete. Figuratevi l’Europa, che non ha nemmeno una politica estera!

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Siria, bombardato ospedale ad Aleppo: i russi puntano il dito contro Usa, Gb e Francia

Nel fine settimana appena trascorso, l'esercito siriano ha continuato a guadagnare terreno nei distretti orientali di Aleppo. Dopo aver conquistato diversi quartieri, le truppe di Damasco hanno circondato quasi totalmente i terroristi rintanati nelle aree di Shaar e Bal al Hadid.

Il quartiere di Karm al Maisar è stato espugnato ieri mattina, mentre pesanti combattimenti hanno interessato il vicino Karm al Qateryi. Al termine di una sanguinosa battaglia, i soldati siriani hanno issato la loro bandiera, anche, sul distretto di Halwaniyah.

 Secondo il canale televisivo Al Mayadin, il 70 per cento di Aleppo est sarebbe stato liberato dai terroristi.

Tuttavia, nonostante, le forti perdite subite, nella giornata di oggi, gli jihadisti di Fatah Halab e Jaysh al-Fatah hanno lanciato una massiccia controffensiva. In particolare, i militanti di Fatah Halab hanno attaccato nei quartieri di Mayssar, Al-Qaterji e distretti Zibidiyeh. La forte resistenza dell’esercito regolare avrebbe, però, vanificato l’assalto.

Nel corso della loro offensiva, i terroristi hanno bombardato, anche, un ospedale russo che forniva cure e assistenza ai civili nella parte occidentale della città. Due infermiere di nazionalità russa sono rimaste uccise a causa delle bombe.

Il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa di Mosca ha puntato il dito contro Stati Uniti, Regno Unito e Francia.

"Senza dubbio – ha dichiarato - il bombardamento è stato compiuto dai ribelli dell'opposizione. Conosciamo perfettamente l’identità di chi ha fornito le coordinate ed i dati necessari per permettere ai ribelli di colpire il nostro ospedale. Pertanto l'intera responsabilità per la morte e il ferimento dei nostri medici, che aiutano i bambini di Aleppo, non grava sugli esecutori. Ad avere le mani sporche del sangue dei nostri uomini  sono quelli che hanno commissionato questa carneficina. Coloro che hanno creato, fomentato ed armato queste bestie in forma umana, definendole "opposizione" per giustificarsi con la propria coscienza e con gli elettori. Sì signori - ha concluso Konashenkov - i veri responsabili sono gli sponsor dei terroristi provenienti da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti".



 

 

Siria: Russia e Turchia trovano un accordo mentre i governativi avanzano ad Aleppo

L’esercito siriano ha iniziato, ieri, la seconda fase dell’offensiva, molto probabilmente, destinata a liberare Aleppo dalla presenza terrorista. Nel corso delle operazioni, le  truppe di Damasco hanno espugnato la gran parte del territorio situato ad ovest dell’aeroporto internazionale della città.

Altri significativi progressi sono stati registrati in diversi quartieri che i terroristi occupavano dal 2012.

Dopo aver preso il controllo del quartiere Tariq al Bab, gli uomini delle forze speciali Tigre hanno guadagnato terreno anche nei distretti di Faruq al Sharq, Halwaniyan e Al Karam al Yazmati Maisar.

Operazioni in corso sono segnalate, anche, nel distretto di Maasaraniyh dove, le fonti sul campo hanno documentato decine di ribelli uccisi e centinaia di civili in cerca di protezione nelle aree controllate dal governo siriano.

I risultati conseguiti in questi giorni da parte dei soldati del presidente Assad hanno permesso, inoltre, di creare un collegamento tra i quartieri occidentali e l’aeroporto internazionale  controllato dalla truppe governative.

Come, peraltro, riconosciuto dai network vicini ai ribelli, allo stato, i rivoltosi sono stati allontanati da oltre il sessanta per cento delle aree che controllavano prima dell’inizio dell’offensiva.

Bersagliati dall'aria, dalle aviazioni siriana e russa ed incalzati sul terreno dai soldati dell’esercito regolare e dalle milizie sciite e di Hezbollah, i jhadisti di Fatah Halab e Jaysh al-Fatah sembrano, ormai, avere le ore contate.

I recenti progressi lasciano ipotizzare, infatti, che Aleppo sarà completamente liberata dalla presenza terrorista nel volgere di poche settimane. Per gli osservatori più accreditati, prima della fine dell’anno, tutti i quartieri della città saranno ritornati sotto la sovranità di Damasco.

Tuttavia, a mettere definitivamente a tacere le armi potrebbero essere i negoziati in corso tra Russia e Turchia.

Secondo alcuni media russi, nella giornata di ieri, le diplomazie di Ankara e Mosca avrebbero concordato di offrire agli jihadisti di Jabhat Fateh Al –Sham, ovvero gli ex Al Nusra, ventiquattro ore di tempo per lasciare Aleppo est attraverso un apposito corridoio umanitario.

In caso contrario, alla scadenza del termine prestabilito, la furia della armi potrebbe ritornare ad abbattersi sui circa 900 miliziani ancora asserragliati nella sacca da cui è impossibile uscire, vivi.

Aleppo: i soldati siriani controllano la gran parte della città

La seconda città della Siria sta per essere liberata dalla presenza dei terroristi. L'offensiva sferrata, nei giorni scorsi, dalle truppe lealiste per riportare Aleppo sotto l'autorità del governo legittimo è, ormai, giunta alla stretta finale.

A confermare i significativi progressi fatti registrare dai soldati di Damasco è stato il centro stampa di Mosca che ha fatto sapere che il 40% della parte orientale di Aleppo è stato 'liberato' dalla presenza delle milizie islamiche. La nota indica, inoltre, che sono saliti a "12" i quartieri nei quali i rivoltosi hanno deposto le armi.

Accanto allo sforzo militare, le autorità governative stanno mettendo in campo un grandissimo impegno per assicurare assistenza ed aiuti umanitari alla popolazione civile.

L'agenzia Sana ha confermato, inoltre, che l'esercito siriano è entrato in profondità nei distretti di Sakhur e Haydariya, riuscendo, quindi, a tagliare in due la zona orientale della città e ad estendere il controllo sulla gran parte della zona settentrionale di quest'area. La situazione sul campo è in continua evoluzione, tanto più che il fronte tenuto dagli uomini di Al Nusra sembra, ormai, essere sul punto del definitivo collasso.

Siria, Aleppo: dopo aver conquistato Hanano le truppe di Damasco sono ad un passo dalla vittoria

Sembra essere entrata in una fase decisiva l’offensiva dell’esercito siriano finalizzata a conquistare la città di Aleppo. La pressione per chiudere definitivamente la partita con i ribelli è aumentata d’intensità a partire dalla giornata di venerdì quando, su quello che è allo stato il fronte più importante, sono arrivati oltre mille soldati.

A dare manforte ai militari impegnati da settimane in un’estenuante battaglia condotta casa per casa, sono giunti diversi contingenti appartenenti al Partito nazionale siriano ed ai fanti di marina. Le truppe fresche sono entrate immediatamente in linea è stanno, già, prendendo parte alla fase finale dell’offensiva, entrata nel vivo, con la conquista, dopo tre giorni di intensi scontri, del quartiere di Hanano da parte degli uomini delle forze speciali Tigre.

Con la conquista dello strategico quartiere, l’esercito siriano si trova, ora, ad un passo dal chiudere definitivamente la partita con i terroristi di Fatah Halab, una coalizione islamica trinceratasi, a partire dal 2012, nei quartieri orientali della città.

L’avanzata delle forze di Damasco è proseguita, anche, oggi con l’occupazione dei quartieri Jabal-Badro e Ard Al-Hamra, distretti adiacenti ad Hanano. L’offensiva è stata condotta dagli uomini della Guardia Repubblicana, dai paramilitari dei Falchi del Deserto e della brigata palestinese al-Quds. Secondo alcune fonti presenti sul campo, l’esercito siriano sarebbe riuscito ad espugnare, inoltre, le fabbriche di Jandoul, il distretto di Ayn al-Tal, la metà del distretto Ba'ibdeen e gran parte dei distretti Hallak Fuqani e Hallak Tahtani. I soldati di lealisti continuano la loro avanzata su tutto il fronte. Stando alle ultime informazioni, anche, il quartiere di Sakhour sarebbe, ormai, caduto nelle mani delle forze governative.

La battaglia avrebbe provocato decine di morti, soprattutto tra i ribelli ormai in rotta. Ad aumentare le perdite tra le fila dei terroristi, l’azione implacabile delle aviazioni russa e siriana che stanno bersagliando i convogli dei miliziani in fuga.

La definitiva riconquista di Aleppo, che appare ormai solo una questione di tempo, permetterebbe allo Stato Maggiore siriano di avere a disposizione migliaia di soldati da impiegare in altri quadranti.

Siria: il video "bufala" del falso salvataggio dei "Caschi Bianchi"

In guerra la verità è la prima vittima”. Il buon vecchio Eschilo ritorna di stringente attualità nel caso della clamorosa “bufala” che ha per protagonisti i cosiddetti “Caschi Bianchi” siriani. Una balla colossale che in Italia, come del resto in tutto l’Occidente, è stata coperta da un sepolcrale silenzio.

Del resto, al collaudato schema che vuole i buoni da una parte ed i cattivi dall’altra non poteva sfuggire neppure il feroce conflitto che dal 2011 strazia la Siria. I media nostrani hanno, infatti, affibbiato al legittimo presidente Bashar al Assad (già insignito, nel 2010, da Giorgio Napolitano dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana) le stimmate del sanguinario dittatore.

Sul fronte opposto, invece, è stata collocata l’opposizione, spacciata per moderata anche quando a rappresentarla sono i tagliagole dell’Isis o i terroristi di Al Nustra, ovvero il ramo siriano di Al Quaeda

In questo scenario, l’informazione ha ceduto, da un pezzo, il passo alla propaganda.

Tuttavia, l’abile gioco della manipolazione, a volte, sfugge di mano e si rivela per quello che è.

Succede, così, quello che è capitato ai “Caschi Bianchi”, presentati in Occidente come eroici soccorritori impegnati a strappare alla morte le vittime intrappolate sotto le macerie provocate dai  bombardamenti.

In realtà,  i “Caschi Bianchi” sono un’organizzazione finanziata dagli Stati Uniti e dal Syrian National Council, ovvero l’opposizione siriana con sede ad Istanbul. Si tratta, quindi, di una struttura tutt’altro che neutrale e perfettamente schierata al fianco di uno dei contendenti. Quanto i volontari siano impegnati nell’opera a sostegno dell’opposizione armata lo testimonia l’ultimo video propagandistico caricato in rete e prontamente rimosso dalle Forze rivoluzionarie siriane (RSF).

Nel filmato compaiono due "Caschi Bianchi" apparentemente intenti a soccorrere un ragazzo rimasto sotto i detriti di un edificio raso al suolo dalle bombe. Quello che sembra un atto di eroica generosità, in realtà, non è altro che un prodotto "cinematografico" girato ad esclusivo beneficio delle telecamere. Una volta scoperta, la "bufala" è stata prontamente fatta sparire da YouTube.

Del resto, dall'inizio del conflitto i falsi salvataggi operati dai "Caschi Bianchi" sono piuttosto numerosi. In alcuni casi l'intento propagandistico è talmente evidente da scivolare addirittura nel ridicolo.

All'inizio di questo mese, un giornalista siriano, Abbas Yomeh, ha dimostrato, ad esempio, la falsità delle immagini che ritraggono una bambina salvata dagli "eorici" soccorritori. In tre diversi fotogrammi vengono, infatti, immortalate le scene di tre differenti salvataggi in cui la protagonista è sempre la stessa bambina.

Dopo la pubblicazione dei video con i falsi salvataggi, in tanti sulla rete hanno ironicamente sostenuto che dopo essere stati candidati per il Premio Nobel per la Pace, i “Caschi Bianchi”  potrebbe essere nominati anche all'Oscar per i loro allestimenti cinematografici.

 

Erdogan: "dietro al terrorismo islamico ci sono i Paesi occidentali"

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan punta il dito contro i Paesi occidentali ritenuti responsabili di fomentare e sostenere il terrorismo islamico.

Nel corso di un discorso ufficiale pronunciato durante una visita al Parlamento di Islamabad, in Pakistan, Erdogan ha sostenuto che "i Paesi occidentali sostengono" Al Qaida e l'Isis. Un sostegno comprovabile attraverso numerose  "prove".

L'Occidente, ha affermato il presidente turco,  "fornisce armi all'Isis e anche a (Fethullah) Gulen", ovvero al maggiore oppositore di Erdogan ritenuto la mente del fallito colpo di stato del 15 luglio scorso.

"Quando saremo riusciti a buttare fuori i terroristi dal mondo islamico - ha aggiunto - la pace ritornerà in Turchia, Pakistan ed in altre parti del mondo".

Del resto, secondo Erdogan, Al Qaida e Isis "non hanno nulla a che vedere con l'Islam", anzi "lo danneggiano".  " Per questo motivo - ha concluso - noi li combattiamo dentro il nostro Paese e fuori, come facciamo in Siria".

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