Calabresi d'America: Salvatore “Sam” Cozza, il grande giudice della Corte Superiore negli Stati Uniti

Salvatore “Sam” Cozza nacque, il 15 marzo del 1955, a Spokene nello Stato Washington da Pasquale “Pat” e Lidia.

Il padre, nato nel 1928, e la madre provenivano da Pedace in provincia di Cosenza. La storia di questa famiglia ha in se ogni risvolto legato alla emigrazione.

Il bisnonno, partì rincorrendo il “Sogno americano”, morì a Spokene nel 1907 in una tragedia del lavoro. Il nonno rivide la famiglia, lasciata in Italia, dopo ben 19 anni. Il padre giurò alla sua amata Lidia “tornerò a prenderti”. E, dopo sei anni, così fu.

Salvatore “Sam” sin da piccolo mostrò una straordinaria propensione per lo studio. Studiò alla “Gonzaga Preparatory School”, poi alla “Gonzaga University”, di formazione gesuitica, ed infine si laureò in legge presso la “Washington University”.

Cozza fu avvocato e giudice per oltre 25 anni nella contea di Spokane. Iniziò la sua carriera come vice procuratore della contea di Spokane, lavorando principalmente nell'unità per reati sui minori e occupandosi anche di casi di crimine. Successivamente, nel 1990, fu eletto, come giudice della Corte distrettuale della contea di Spokane. Nel 1996 fu eletto, come Giudice della Corte Superiore della Contea di Spokane, una carica che ha ricoperto fino alla sua morte. Negli ultimi tre anni ricoprì anche il ruolo di presidente della giuria e nel corso della sua carriera fu anche presidente della commissione giudiziaria della Corte penale superiore e della commissione per le norme, nonché membro del comitato legislativo. È stato determinante nel proporre importati leggi poi approvate.

Salvatore “Sam” sposò nel 1988 Megan McDowell dalla quale ebbe tre figli. Salvatore “Sam” Cozza morì il 17 gennaio del 2017. Il Senato adottò una risoluzione in onore di Cozza, alla presenza dei suoi famigliari, lodandolo come un pilastro della comunità e vera incarnazione della mente civica.

Il Presidente del Comitato per la Legge e la Giustizia del Senato Mike Padden così lo ricordò: “Era il principale esperto di regole contro la criminalità del nostro stato" e la senatrice Patty Kuderer: "Abbiamo perso una grande mente legale".

Se ne andava così quel ragazzino che volle, per realizzare il “sogno americano” dei suoi nonni, diventare giudice.

* Presidente onorario “Ambasciatori della fame”

 

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