Tenta di estorcere 230 mila euro a due coniugi: finisce dietro le sbarre

Al termine di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale alle prime luci dell’alba di oggi, i Carabinieri hanno dato esecuzione ad un fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di Emanuele Quattrone, 47enne di Reggio Calabria, in atto sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nella città dello Stretto con divieto di allontanamento dalla propria abitazione dalle ore 20.00 alle ore 7.00 nell’ambito di un altro procedimento penale. E' ritenuto responsabile di avere - in concorso con altri soggetti in corso di identificazione - con reiterate minacce, messe in atto dal giugno 2011 al gennaio 2016, compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere due coniugi, residenti a Gallina, a corrispondere la somma non dovuta di 230.000 euro quale corrispettivo per presunti lavori di completamento dell’edificio di loro residenza per i quali aveva già ricevuto a saldo 443.000 euro nell’aprile 2011. Nello specifico, le minacce si sarebbero concretizzate nel lancio di una testa di capretto mozzata, contro il cancello dell’abitazione dei coniugi; nel fissare un pallone all’interno del tubo di scarico dell’abitazione della coppia, mediante l’utilizzo di tavole inchiodate, così determinando l’allagamento della scuola di musica adiacente, in mancanza del deflusso di acqua dal cortile; nel cagionare un principio di incendio nell’ottobre 2012, appiccato all'esterno del muro di confine dell’abitazione sul quale in superficie insistono le tubature dell'acqua e della fogna; nell’inscenare, un tentativo di rapina posto in essere da quattro soggetti a mano armata a volto coperto che - senza asportare alcun bene – avrebbero minacciato uno dei coniugi, puntandogli contro una pistola; nell’inviare, su una delle utenze telefoniche in uso ai coniugi, un messaggio contenente minacce di morte; nel recapitare una lettera minatoria, invitando il marito ad "aggiustare la cosa" lasciando intendere che in caso contrario vi sarebbero state conseguenze per l’incolumità dello stesso e dei familiari; nel depositare, dinnanzi l’abitazione dei coniugi una bombola di gas della capienza 15 Kg; nel realizzare un falso profilo Facebook, con il quale monitorare l’operato dei  coniugi e dei loro figli; nel pubblicare sul social network Facebook, durante il periodo della sua sottoposizione al regime degli arresti domiciliari nell’ambito di un altro procedimento penale, 60 foto dell’abitazione oggetto del contendere, accompagnata da commenti minatori. L’attività di indagine ha tratto origine dalla ricezione, presso la Stazione di Gallina, di diverse denunce sporte dalle vittime, dalle quali sono scaturiti accertamenti anche di natura contabile e bancaria effettuati con l’ausilio del Nucleo Operativo della Compagnia di Reggio Calabria. Quattrone è stato condotto presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. 

 

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Due ragazzi arrestati per tentata estorsione

Due giovani di 21 anni sono stati arrestati dai Carabinieri per tentata estorsione aggravata in concorso. L'intervento è scaturito da una segnalazione telefonica al 112 che richiedeva aiuto presso una struttura di Feroleto Antico, denominata "Gianal", adibita all'accoglienza dei migranti. I militari dell'Arma dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Lamezia Terme, una volta giunti, hanno accertato che A.J. e U.K., avevano intimidito il direttore del centro dal quale pretendevano soldi per abbandonare i locali. I Carabinieri, dopo averli inseguiti, hanno fermato i due ragazzi subito trasferiti in caserma dove sono stati dichiarati in arresto prima di essere accompagnati in carcere a Catanzaro. 

 

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Picchiava il padre per avere soldi: arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri hanno arrestato, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale  di Reggio Calabria, B.M.S., di 33 anni, di Melito di Porto Salvo, per i reati di maltrattamenti in famiglia o contro fanciulli, percosse, lesioni personali, minaccia e tentata estorsione. Il provvedimento, attuato a Condofuri, è scaturito da un'attività di indagine condotta dai militari che hanno refertato una lunga serie di maltrattamenti e lesioni perpetrate dalll'uomo nei confronti del padre, finalizzate ad estorcergli denaro.

Incendiano il furgone alla vittima della loro tentata estorsione: arrestati

I Carabinieri hanno tratto in arresto due persone, rispettivamente di 70 e 45 anni, accusati di incendio e tentata estorsione. Reati che gli indagati, di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, avrebbero commesso a Santa Maria del Cedro, nel Cosentino. I militari dell'Arma li hanno individuati nei pressi di Lagonegro. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si sarebbero resi autori di minacce ai danni di un individuo dal quale pretendevano la consegna di 40 mila euro. Non avendo la vittima pagato la cifra richiesta, avrebbero dato alle fiamme un furgone di sua proprietà. Rogo che provocò danni il cui valore ammonta a quasi 40 mila euro.

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Ricatto all'ex amante della mandante: arrestato anche il secondo giovane di Sorianello

E' stato arrestato dai Carabinieri anche il secondo giovane coinvolto nella storia del presunto tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore piemontese. Entrambi di Sorianello: cinque giorni fa nelle maglie dei militari dell'Arma era finito Giovanni Nesci, 25 anni. Oggi è toccato a Pasquale De Masi, 26 anni. E' stato scovato a Ciriè, in Piemonte, la cittadina presso cui si era trasferito con Nesci, individuato, invece, nella località natia in provincia di Vibo Valentia.  Erano partiti a caccia di fortuna lavorativa. Sia l'uno che l'altro sono stati sottoposti al regime dei domiciliari. Sulla scorta di quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero stati pagati da una donna di 28 anni per minacciare, malmenare e ricattare l'uomo, sposato, che con lei aveva intrattenuto una relazione segreta. Le accuse nei confronti dei due calabresi sono tentata estorsione ed usurpazione di titoli. Gli investigatori ritengono che gli indagati di Sorianello, fingendo di essere Carabinieri, dopo aver  fermato l'autovettura della vittima, lo hanno obbligato a scendere e percosso ripetutamente a calci e pugni.  L'imprenditore, sostengono i Carabinieri, avrebbe dovuto pagare 20 mila euro per impedire che riferissero alla moglie quanto sapevano a proposito del rapporto extraconiugale.

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Arrestato in flagranza di reato: stava tentando di estorcere denaro a giovane disabile

La Polizia ha tratto in arresto un ventiduenne accusato di estorsione. Sottoposto al regime della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, R. P. è stato bloccato dal personale del Commissariato di Palmi e dagli agenti della Scientifica di Gioia Tauro.  L'attività investigativa, diretta la Procura della Repubblica di Palmi, è iniziata poco più di due settimane fa su impulso di un giovane affetto da disabilità recatosi, insieme al papà, dai poliziotti per denunciare che gli era stato imposto di consegnare la somma di 600 euro. Una settimana più tardi, il genitore si è rivolto ancora alla Polizia a cui ha raccontato di essere stato avvicinato dal presunto estorsore il quale aveva rinnovato la pretesa del denaro. Gli agenti, d'intesa con il denunciante, hanno organizzato un appostamento per filmare il momento in cui avveniva materialmente la dazione dei soldi. Ed è così che hanno incastrato il ragazzo in flagranza di reato.  

Sorianello, 28enne assolda due giovani per ricattare l'ex amante: i dettagli degli arresti

I Carabinieri hanno arrestato e sottoposto al regime dei domiciliari tre persone considerate responsabili di un pestaggio ed un ricatto ai danni di un imprenditore 37enne. In manette sono finiti una donna nata in Albania e residente a Torino, un 31enne che vive nel Vibonese ed un 25enne di Sorianello di cui abbiamo dato notizia qui. Secondo la ricostruzione dei militari dell'Arma la ventottenne avrebbe pagato i due calabresi per intimidire, picchiare e ricattare l'ex amante. Sono loro contestati, a vario titolo, i reati di tentata estorsione ed usurpazione di titoli. Sulla scorta di quanto ipotizzato dagli inquirenti, un mese fa i due calabresi, simulando di essere Carabinieri, hanno intimato l'alt alla vittima, scovata a San Maurizio Canavese. Sceso dalla vettura dietro costrizione degli aggressori, l'imprenditore è stato malmenato con una tale violenza che i medici hanno emesso una prognosi di oltre quattro settimane. A questo si aggiunga che, se non avesse loro consegnato la somma di 20 mila euro, lo hanno minacciato di rivelare i dettagli della relazione clandestina ai suoi familiari. Denunciato l'accaduto, poco più di una settimana addietro, l'uomo si è ritrovato sulla cancellata della propria abitazione una busta in cui erano stati collocati una molotov e quattro munizioni calibro 357 magnum. Gesto che i presunti autori hanno accompagnato ad un sms di avvertimento inviato al 37enne. 

 

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Tre persone arrestate per tentata estorsione

Sono accusate di tentata estorsione le tre persone tratte in arresto dai Carabinieri che hanno smascherato una vicenda di cui è stata teatro la struttura adibita a Feroleto Antico ad accogliere i migranti. A finire in manette sono stati un 23enne,un 22enne ed un 21enne, tutti di nazionalità straniera ed ospitati presso il centro. I militari dell'Arma della Compagnia di Lamezia Terme ritengono che abbiano tentato di estorcere denaro ad alcuni addetti che lavorano all'interno. Ad essi gli arrestati avrebbero rivolto pesanti intimidazioni per farsi consegnare soldi che non spettavano loro.  

 

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