Prezzi carburante, U.Di.Con.: “Il governo intervenga concretamente congelando l’incremento delle accise”

“I prezzi del carburante stanno arrivando alle stelle con disagi enormi sia per le imprese che per tutti i cittadini".

Lo scrive in una nota il presidente nazionale dell’U.Di.Con., Denis Nesci che aggiunge: "pescherecci fermi in porto, autotrasportatori che protestano e tutto il Paese in ginocchio. Da giorni assistiamo a questi incrementi del carburante e ancor di più dall’inizio dell’anno assistiamo a rialzi del costo della vita, che sta piegando in ginocchio le famiglie italiane. Le tasche dei consumatori sempre più leggere per far fronte alle spese di tutti i giorni – continua Nesci – il costo del carburante che vediamo indicato nei distributori è sempre più alto ma non dimentichiamoci che include le accise e l’Iva imposte dallo Stato per oltre il 55%.  Il povero gestore guadagna 2 centesimi appena a litro, se non si interviene rischio chiusura di 10 mila impianti e a soffrirne saranno i comuni più piccoli quelli montani che saranno privi di un servizio essenziale. Oggi assistiamo a dati spaventosi, dal primo marzo ad oggi persino il prezzo dell’agricolo è aumentato del 40% il che influisce anche sui prezzi della spesa in egual modo. Più aumenta il prezzo del carburante più aumentano Iva e accise. Il gasolio è arrivato ad equipararsi o addirittura ad essere più elevato rispetto alla benzina. Il governo dovrebbe intervenire con atti concreti, bisognerebbe bloccare quest’aumento improponibile delle accise ed eliminare l’Iva. Le famiglie dovrebbero poter preservare il loro potere d’acquisto, non essere sommerse da aumenti che in molti casi superano le loro capacità economiche. Il Governo non deve guadagnare sulla pelle dei consumatori” – conclude Nesci. 

Tutto pronto per il 4° convegno nazionale su bullismo e cyberbullismo organizzato dall' U.Di.Con

“Lunedì 7 febbraio ritorneremo a far sentire la nostra voce nella lotta al bullismo e cyberbullismo con il nostro appuntamento annuale BullyFace – il volto del bullismo – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – una piaga sociale che dura da troppo tempo: il bullismo, proprio come il cyberbullismo, sono dei fenomeni sociali distruttivi soprattutto se si tratta di giovani adolescenti.
Il periodo da Covid-19, non ha aiutato di certo la lotta contro questo fenomeno sociale, al contrario, stando a quanto è emerso nelle ultime statistiche, i fenomeni di cyberbullismo durante la pandemia sono paurosamente aumentati, colpa l’isolamento forzato nelle proprie abitazioni e l’esclusione sociale.
L’evento, che si terrà in webinar, sarà introdotto da un video a cura di Emanuela Aureli, nota imitatrice ed attrice, e vedrà la partecipazione di numerosi esperti che trasmetteranno ai ragazzi un messaggio inequivocabile: bullismo e cyberbullismo non sono un gioco! All’evento digitale parteciperanno circa 2.500 ragazzi provenienti da scuole di tutto il territorio nazionale – continua Nesci - per questo dobbiamo ringraziare le nostre sedi territoriali che hanno cercato di coinvolgere quante più scuole possibili, al fine di poter sviluppare un’azione concreta. Vorrei volgere un ringraziamento particolare ai relatori che hanno dato la loro disponibilità: il Dott. Antonello Aurigemma - Consigliere Regione Lazio, il Dott. Giovanni Camarda – Sovraintendente Capo Collaboratore Polizia Postale, il Dott. Antonio Marziale – Fondatore e Presidente Osservatorio sui diritti dei minori, la Dott.ssa Costanza Andreini – Public policy Maker Meta, il Dott. Ivano Zoppi – Segretario generale Fondazione Carolina, la Prof.ssa Giovanna Pini – Presidente Centro Nazionale Contro il Bullismo, la Dott.ssa Marianna Rosa – Psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva. Noi come U.Di.Con. siamo impegnati attivamente nella lotta contro questi fenomeni – conclude Nesci – e se tutti noi facessimo qualcosa nel nostro piccolo, riusciremmo a diminuire i numeri relativi a questi fenomeni”

Si torna in Dad, Udicon Aps: “Un nuovo incubo per milioni di bambini”

“Da lunedì per milioni di bambini ricadranno nell’incubo della Dad, torneranno a isolarsi nelle loro stanze davanti ad un pc o ad un tablet, senza alcun contatto con i propri compagni - scrive in una nota Denis Nesci, Presidente Nazionale Udicon Aps -  dopo 12 mesi siamo costretti nuovamente a spiegare loro che non si può andare a scuola, che non possono uscire di casa, che non possono socializzare, che non possono trascorrere la ricreazione insieme ai propri amici. Dopo 12 mesi e l’arrivo dei tanto discussi banchi a rotelle, siamo ancora fermi al palo per tutto ciò che riguarda la scuola, ad ogni livello d’istruzione. A questo punto sorge un dubbio: ma il personale scolastico non era stato inserito tra le prime categorie per la somministrazione del vaccino? Se - continua Nesci - tra i pochi milioni di vaccinati ci sono anche loro, perché allora sottrarre a questi bambini un tempo che non gli verrà più restituito? Senza contare il vero paradosso: i bambini disabili dovranno andare a scuola da soli senza la presenza dei compagni, isolati quindi ancora di più, come se non bastassero le mura invisibili dentro cui vivono la loro quotidianità. Per loro il rischio non c’è, oppure si è pensato che non potendo garantire il personale di sostegno a domicilio dovrebbero andare a scuola da soli? Un sistema scolastico che non è in grado di tutelare questi bambini non è degno di un paese civile, spero che entro lunedì venga trovata una soluzione per questi bambini in particolare e anche per i bambini che vorrebbero con loro semplicemente vivere la loro età in totale spensieratezza ma in sicurezza”.

Viabilità Reggio Calabria, l’U.Di.Con. Calabria sollecita i dovuti interventi

“Sono tantissime le arterie reggine che presentano criticità accentuate e colpevolmente trascurate in passato, che l’U.Di.Con., ancora una volta, intende segnalare per un intervento immediato e risolutivo per porre fine  questo annoso problema della viabilità in provincia di Reggio Calabria – scrive in una nota il Commissario Regionale dell’ U.Di.Con. Calabria, Nico Iamundo – le frane permanenti su numerosi tratti stradali dell’intera provincia, tratti impercorribili, strade rese pericolose dalla presenza di numerose e pericolosissime buche rappresentano l’inevitabile conseguenza del pessimo stato in cui versano le strade provinciali nella zona. È ormai tempo - continua Iamundo - che la Città Metropolitana di Reggio Calabria intervenga incisivamente nel migliorare l’attuale stato di manutenzione del manto stradale nei territori della provincia. Ogni episodio di maltempo aumenta il rischio di frane, smottamenti e blocco della circolazione. Oltre che minare l’incolumità di chi ogni giorno percorre quei tratti. Il maltempo dei giorni scorsi, infatti, ha ulteriormente aggravato la situazione: sono numerosi i tratti di strada letteralmente franate, col rischio che le nuove piogge possano causare cedimenti. Non basta solo ed esclusivamente rimuovere i detriti che invadono le carreggiate e consentire nuovamente il traffico veicolare - chiude Iamundo - occorre una serie di interventi risolutivi a quello che causa numerosi disagi a residenti e automobilisti. Non c’è soltanto il problema delle buche, le strade della provincia devono esse curate e conservate. L’ U.Di.Con. si rende disponibile, come sempre, ad un maggior dialogo e collaborazione con Città Metropolitana nel tentare di risolvere questo annoso problema. Soprattutto per i cittadini delle zone interessate che vivono quotidianamente il problema degli spostamenti tra difficoltà e disagi”.  

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Disagi negli uffici postali calabresi, dall'U.Di.Con. la richiesta di garantire i servizi

“I problemi legati ai servizi e gli uffici postali aperti a singhiozzo.  Nonostante le proteste di molte Amministrazioni Comunali, le petizioni dei cittadini, e le varie segnalazioni di disservizi vari segnalati presso le nostre sedi territoriali, che l’ U.Di.Con. ha provveduto ad inoltrare agli organi competenti, ancora i problemi rimangono”. 

E’ questa la sintesi di una nota inviata agli enti preposti, comprese le varie prefetture, dall’U.Di.Con. per denunciare, ancora una volta, una grave situazione che colpisce la regione Calabria. Uffici postali che funzionano a orari ridotti, a giorni alterni, con accessi contingentati, e quindi tanti disagi per i cittadini costretti a code anche di ore in attesa del proprio turno. Negli ultimi mesi sono state molte le segnalazioni di disservizi anche in Calabria, e in alcuni casi si sono mossi anche i sindaci, chiedendo a Poste Italiane di ridurre al minimo i disagi. Da Rosarno fino alla Sibaritide, da Candidoni a Lamezia Terme e non solo: i problemi legati all'apertura a orario ridotto di molti uffici postali, specialmente nelle frazioni ma anche nei principali centri abitati, sono ancora presenti nonostante i ripetuti appelli, a partire da quelli mossi dall’U.Di.Con., dai sindaci dei territori interessati dai disagi. E a questo si somma il fatto che alcuni uffici postali erano stati già chiusi in un piano di ridimensionamento voluto da Poste Italiane negli anni passati”.  

In merito ai piccoli uffici postali chiusi negli anni scorsi, il presidente nazionale U.Di.Con. Denis Nesci ha dichiarato: "La riorganizzazione voluta da Poste Italiane non ha tenuto conto dei potenziali disagi che avrebbe creato fra gli utenti. È emblematico quello che sta accadendo in moltissimi comuni medio-piccoli calabresi, dove gli abitanti sono alle prese con disagi quotidiani. Specialmente per le persone più anziane, in pieno inverno, non poter avere vicino a casa un punto di riferimento per le proprie incombenze legate al pagamento di bollette o operazioni affini, è una carenza davvero inaccettabile. Pertanto abbiamo predisposto una mozione in cui chiediamo a Poste Italiane di adottare idonei ed urgenti provvedimenti, sensibilizzando le varie Prefetture per garantire l'apertura degli sportelli nelle aree marginali interessate dal piano di ridimensionamento". 

Nico Iamundo, commissario regionale dell’U.Di. Con. Calabria ha, invece, segnalato che da diversi giorni si verificano lunghe code di clienti in molti uffici postali dei comuni delle province calabresi, code che creano notevoli criticità sia per quanto riguarda il rischio di assembramenti, sia per il verificarsi di episodi di intolleranza ed atteggiamenti aggressivi verso gli operatori postali in servizio negli uffici medesimi. "L’afflusso negli uffici in lunghe file di utenti superiore alla media è dovuto non solo alle regole anti Covid che impongono accessi contingentati, ma anche ad un numero di sportelli aperti largamente insufficienti, vista la mancanza notevole di addetti, per le scadenze istituzionali di adempimenti Imu, Tari e l’aggiungersi di richieste di attivazione di identità digitale". 

"Avendo segnalato più volte tali criticità alle prefetture ed ai responsabili regionali di Poste Italiane - conclude Denis Nesci - si richiede un intervento a tutte le autorità preposte, alle Poste Italiane ed agli addetti agli sportelli postali al fine di garantire un coordinamento dell’ordine e della sicurezza pubblica per assicurare la presenza e la continuità di quei servizi essenziali di pubblica utilità, come quelli offerti da Poste Italiane. Una vigilanza presso i siti dove si manifestano gli eventi denunciati, al fine di prevenire assembramenti, regolare gli afflussi, evitare qualsiasi rischio di episodi di intolleranza e assicurare le necessarie condizioni di sicurezza per i lavoratori e la clientela all’interno e all’esterno degli uffici postali. Ma, sicuramente una regolarità nella apertura degli uffici per garantire a tutti i cittadini di poter usufruire dei servizi” .

 

Divario Nord - Sud, U.Di.Con.: “L’incolmabile gap continua ad aumentare”

"Continua ad estendersi il divario tra Nord e Sud – scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – dall’ultimo rapporto Svimez emerge che la strada che il Sud deve percorrere per avvicinarsi alle cifre dell’occupazione del Nord è ancora molto lunga. Infatti, da dati emersi nel rapporto, i primi sei mesi del 2019 segnano una crescita occupazionale del Nord pari a +137.000, a fronte di un calo drastico del Sud Italia di -27.000. Il Bel Paese si allontana dalla media europea e sembra non riuscire a recuperare i livelli pre crisi. Numeri raccapriccianti, dal 2000 più di 2 milioni di abitanti hanno lasciato il Sud, che continueranno a portare milioni di giovani meridionali ad abbandonare la propria terra per cercare un’occupazione altrove.  L’aumento del gap occupazionale è aumentato di 2 punti percentuali negli ultimi dieci anni – continua Nesci – ed è molto grave la prospettiva di crescita del Paese del prossimo anno. L’intero Paese, infatti, vivrà una debole ripresa, pari allo 0,6% ma il Mezzogiorno crescerà non oltre lo 0,2%. È preoccupante la diminuzione nel Meridione nelle spese in formazione e ricerca e sviluppo che continua a segnare aumenti dell’abbandono precoce del percorso di formazione. Ma non solo, in quanto altri campanelli d’allarme scattano a causa della carenza dei servizi sanitari, che porta ad un’emigrazione verso il Nord di tutti quei cittadini che hanno bisogno di ricorrere alle cure. I dati che destano più preoccupazione, però, sono quelli riguardanti il ristagno dei consumi – incalza Nesci - in particolare il Nord sembra aver recuperato i livelli precedenti alla crisi, mentre al Sud i consumi risultano ancora in negativo, pari al -9%, con evidenti riduzioni dei consumi privati delle famiglie, specie quelli alimentari che continuano a calare. Bisogna lavorare per far sì che i giovani restino nella loro terra e facciano fruttare l’economia del Meridione, terra ricca di risorse ma senza incentivi da parte delle Istituzioni che si nascondono dietro un dito. Il Governo dovrebbe supportare gli abitanti del Sud – conclude Nesci - effettuando degli investimenti che possano incentivare sia l’occupazione al Sud e limitare questo fenomeno migratorio cui sono costretti molti giovani ma non solo, sia i consumi delle famiglie, in modo tale da eliminare la classificazione che, per forza di cose, si è creata tra Consumatori di Serie A e Consumatori di Serie B”.  

Emergenza rifiuti Calabria jonica, U.Di.Con.: “La Regione intervenga quanto prima”

“La Regione Calabria provveda con urgenza al rilascio dell’autorizzazione per l’ampliamento della discarica di Crotone - scrive in una nota il presidente nazionale dell’U.Di.Con Denis Nesci - così da scongiurare qualsiasi grave problematica relativa alla salute pubblica, nonché l’insorgere di inevitabili inconvenienti di natura ambientale ed igienico-sanitari nel territorio dei comuni serviti dall’impianto. La discarica, com’è noto – continua Nesci viaggia verso la saturazione ed i carichi provenienti dai vari comuni interessati vengono respinti riempiendo le aree di stoccaggio e impedendo ai mezzi di scaricare. Questa situazione è diventata una vera e propria emergenza per la quale è fondamentale che la Regione Calabria si impegni e faccia la propria parte, non lasciando i sindaci dei vari comuni da soli, in quanto sono necessari provvedimenti urgenti per il bene di tutti. Ricorrono infatti nella fattispecie le situazioni di eccezionale ed urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente. Resteremo vigili e attenti – conclude Nesci - avendo a cuore la salubrità del territorio e la salute dei cittadini. D’altronde il nostro Paese ed in particolare il Sud Italia, è anni luce indietro rispetto alle altre realtà europee. Qui i rifiuti sono un peso, un qualcosa da scaricare al vicino per non avere problemi. Nelle nazioni virtuose, invece, i rifiuti sono una fonte di guadagno, un qualcosa al quale ambire e non dalla quale fuggire”.
 
Sulla stessa linea anche Domenico Iamundo, vice presidente Regionale dell’U.Di.Con. Calabria: “Da qualche settimana le porte della discarica crotonese, l’unica ancora attiva in tutta la Calabria, sono sbarrate e per gli impianti di trattamento dei rifiuti è iniziato il lungo calvario che ha portato, nel giro di qualche giorno, alla saturazione della discarica, e la prospettiva che si intravede ora all’orizzonte è quella poco attraente di veder accumularsi i rifiuti non raccolti per le strade nell’ultimo scorcio di estate. La situazione in cui versa la Regione Calabria mette in evidenza la necessità di un quadro univoco e di una strategia comune. Ecco perché – conclude Iamundo - chiediamo la convocazione di un tavolo di confronto sulla situazione attuale e su quale indirizzo si voglia dare per un piano capace di affrontare l’emergenza rifiuti in Calabria”.
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Infrastrutture e trasporti in Calabria,la denuncia dell' U.Di.Con.: “Paesi isolati, rischi per la salute dei cittadini. Una Regione abbandonata”

“Cropani, Gerace, Reggio Calabria, le strade delle Serre, Moropati, Anoia, Giffone, Galatro, Dinami, la Rosarno – Gioiosa, Mileto, Gioia Tauro, Taurianova, Molochio e potrei continuare, anzi, dovrei citare sostanzialmente tutti i comuni calabresi – scrive in una nota il Presidente Nazionale U.Di.Con. Denis Nesci – l’elenco appena menzionato riguarda tutte quelle realtà che si trovano in condizioni che non possono più definirsi critiche, devono piuttosto definirsi disperate. Pensate che il ponte di Cropani crollato, è stato appena inaugurato. È assurdo che di questo si parli solo nei media locali e che la stampa nazionale non si stia interessando ad una Regione che è vittima di un chiaro abbandono da parte delle Istituzioni. Non stiamo più parlando di buche, ma di frane. Non parliamo più di strade dissestate ma di smottamenti. Forse non ci si rende ancora conto della gravità della situazione – prosegue Nesci – eppure bisognerebbe cadere dalle nuvole per non avere a che fare ogni giorno con una deviazione causata da una strada che non è più percorribile. Continuiamo a contare vittime di incidenti stradali a tal punto che stiamo pensando che dovremmo dedicare una sezione speciale al nostro prossimo Convegno sulla Sicurezza Stradale solo per spiegare ai ragazzi come affrontare le strade calabresi. Lo Stato potrebbe pensare di cambiare gli esami della patente di guida, affidando a diverse pagine dei manuali un capitolo solo per capire quali siano i modi per viaggiare in sicurezza se si arriva in Calabria. Potrebbe sembrare sarcasmo il mio, ma non lo è – continua Nesci – piuttosto è un forte senso di rabbia nel vedere come anni di gestione scellerata delle risorse si tramutano in danni, alle volte irreparabili, per i cittadini calabresi. A tutto questo potremmo aggiungere la situazione legata ai trasporti, nel caso in cui qualche cittadino esausto decida di lasciare la propria terra per arrivare nelle regioni del Nord. Non ci sono, come immaginerete notizie positive. L’aeroporto di Lamezia sarebbe meglio non commentarlo, visto che sono stati lasciati i turisti in piena estate senza un briciolo di informazione, per non parlare delle responsabilità della Sacal sotto ogni punto di vista gestionale. Alla Sacal dobbiamo dire grazie anche per le condizioni dell’aeroporto di Crotone e di quello di Reggio Calabria. A Crotone gli utenti aspettano ancora che l’aeroporto venga aperto, a Reggio Calabria si parte poco e gli aerei sono vuoti, a breve, infatti, il cartello con su scritto “chiuso” potrebbe comparire anche davanti alla porta dello scalo reggino.

C’è qualcuno oltre noi che si è occupato della questione “Frecciargento”? Bene per chi non lo sapesse Trenitalia quest’estate faceva viaggiare gli utenti su di un “Frecciargento” che rispetto a quello classico impiegava circa un’ora in più allo stesso prezzo. Nessuno si è posto il problema di chiedere che venissero riviste le tariffe o che venisse individuata una soluzione. Mi verrebbe da dire che non c’è scampo – conclude Nesci – d’altronde se gli interlocutori sono i Mario Oliverio di turno c’è ben poco da sperare. Abbiamo in mente un tour che ci vedrà protagonisti in tutta la Calabria e vi mostreremo per filo e per segno quello che vi stiamo raccontando. È necessario dare massima visibilità a quanto abbiamo appena raccontato e per questo chiamiamo a raccolta anche tutti i media calabresi, affinché possano, attraverso i loro canali portare la situazione delle infrastrutture e dei trasporti in Calabria, a livello nazionale”.

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