Video sfugge dall'intimità e postato sui social diventa virale

Un momento d'intimità e passione ripreso per gioco alcuni anni fa e che era stato inviato a un uomo con il quale intratteneva una relazione.

Immagini che ovviamente sarebbero dovute rimanere private e che invece hanno iniziato a circolare su Internet e in svariate chat. Anche il suo numero di telefono è stato reso pubblico. Oggi, l'avvenente donna ha deciso di denunciare ed andare avanti dopo che gli è stato anche preannunciato di dover essere licenziata dal posto di lavoro, perchè quel video desterebbe imbarazzo.

Il titolare, infatti, non avrebbe gradito le telefonate ricevute in ufficio da parte di uomini che chiedevano della professionista, evidentemente non per finalità lavorative ma come conseguenza della diffusione indebita delle sue generalità.

Un caso come tanti, che ormai è possibile leggere sulle cronache e che però riguarda anche la vita di chi ingenuamente si fa riprendere pensando che quelle immagini rimarranno assolutamente segrete e che poi anche per colpa di un'infinita platea di curiosi si ritrova nella memoria dei dispositivi di una miriade di sconosciuti che ti diffamano, ti cercano di contattare, ma trovano comunque un muro nella dignità della persona offesa.

Perchè di vittima si tratta, ma anche di donna pronta a combattere per difendere il proprio onore e cercare di far perseguire chiunque condivida il video e la diffami.

È noto, infatti, che esistono dei software in dotazione alla principale forza di polizia che si occupa di crimine informatico, che attraverso complessi algoritmi sono in grado di risalire a coloro che condividono file, anche di questo tipo.

Ecco perchè, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene doveroso avvertire chiunque persevererà nell'attività di condivisione del video che, almeno in astratto, potrà essere individuato con tutte le conseguenze giuridiche del caso anche in tema di violazione del diritto alla privacy della malcapitata.

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Pizzo: boom di visualizzazioni per il video di promozione turistica

Un sogno di mezza estate, ora che la bella stagione è ancora lontana. Il nuovo video di promozione territoriale patrocinato dal Comune di Pizzo è un piccolo capolavoro di emozioni, una tavolozza di colori e di suggestioni mediterranee capace di toccare le corde dell'anima di chi nella città di Murat ci è nato, ma anche di accendere il desiderio di visitarla al più presto in chi, invece, non ci è mai stato.
 
Ideato e realizzato da Giorgio Sergi, con il sostegno economico dell'Amministrazione comunale, il cortometraggio è destinato principalmente al settore turistico, con l'obiettivo di solleticare soprattutto la curiosità degli stranieri facendo leva sugli aspetti culturali e paesaggistici maggiormente apprezzati da chi sceglie la Calabria per le proprie vacanze.
 
Non a caso il video si apre con una battuta di pesca, accompagnata da un antico canto in sottofondo che richiama la tradizione delle tonnare. Su questo tema introduttivo, poi, il maestro Alessandro Maglia ha composto la colonna sonora dell'intero video, che quindi può vantare anche musiche originali, scritte ad hoc in fase di montaggio.
 
Le riprese, molte delle quali realizzate con un drone, sono durate quattro mesi, al termine dei quali appena il due per cento del girato è stato scelto per allestire il lavoro finale.
 
Il risultato sono sei minuti intensi ed emozionanti, che accompagnano lo spettatore alla scoperta di Pizzo, del suo mare dalle sfumature tropicali, del dedalo di stradine e scalinate che danno forma al suo centro storico, dei colori e dei suoni dell'estate.
 
"Il nostro scopo - spiega Sergi - era creare un video che consentisse la promozione turistica, ma che aiutasse anche chi è di Pizzo a riscoprire la propria città, perché quando si vive in un luogo così affascinante può succedere di non fare più caso alla sua bellezza. Nel filmato, dunque, abbiamo seguito un ideale percorso da un confine all'altro del territorio napitino, attraverso un carosello di colori, immagini e suoni che lavorano all’unisono, per ricordare a tutti quanto sia bella la nostra terra, senza bisogno di sognare paradisi lontani, e per sottolineare che siamo solo noi a decidere come vederla e se siamo disposti a proteggerla davvero".
 
Ad appena quattro giorni dalla sua pubblicazione su Youtube, sono già migliaia le visualizzazioni, cresciute in maniera esponenziale grazie alle condivisione sui social.
 
"È un video bellissimo - rimarca con soddisfazione il sindaco Gianluca Callipo -, di grande impatto grazie a immagini spettacolari e a una narrazione efficace che punta tutto sulle suggestioni culturali e paesaggistiche che Pizzo sa offrire. Si rivelerà sicuramente un ottimo strumento di promozione territoriale, che aiuterà a diffondere l'immagine della nostra città nei canali turistici sia italiani che esteri".
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Siria: il video "bufala" del falso salvataggio dei "Caschi Bianchi"

In guerra la verità è la prima vittima”. Il buon vecchio Eschilo ritorna di stringente attualità nel caso della clamorosa “bufala” che ha per protagonisti i cosiddetti “Caschi Bianchi” siriani. Una balla colossale che in Italia, come del resto in tutto l’Occidente, è stata coperta da un sepolcrale silenzio.

Del resto, al collaudato schema che vuole i buoni da una parte ed i cattivi dall’altra non poteva sfuggire neppure il feroce conflitto che dal 2011 strazia la Siria. I media nostrani hanno, infatti, affibbiato al legittimo presidente Bashar al Assad (già insignito, nel 2010, da Giorgio Napolitano dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana) le stimmate del sanguinario dittatore.

Sul fronte opposto, invece, è stata collocata l’opposizione, spacciata per moderata anche quando a rappresentarla sono i tagliagole dell’Isis o i terroristi di Al Nustra, ovvero il ramo siriano di Al Quaeda

In questo scenario, l’informazione ha ceduto, da un pezzo, il passo alla propaganda.

Tuttavia, l’abile gioco della manipolazione, a volte, sfugge di mano e si rivela per quello che è.

Succede, così, quello che è capitato ai “Caschi Bianchi”, presentati in Occidente come eroici soccorritori impegnati a strappare alla morte le vittime intrappolate sotto le macerie provocate dai  bombardamenti.

In realtà,  i “Caschi Bianchi” sono un’organizzazione finanziata dagli Stati Uniti e dal Syrian National Council, ovvero l’opposizione siriana con sede ad Istanbul. Si tratta, quindi, di una struttura tutt’altro che neutrale e perfettamente schierata al fianco di uno dei contendenti. Quanto i volontari siano impegnati nell’opera a sostegno dell’opposizione armata lo testimonia l’ultimo video propagandistico caricato in rete e prontamente rimosso dalle Forze rivoluzionarie siriane (RSF).

Nel filmato compaiono due "Caschi Bianchi" apparentemente intenti a soccorrere un ragazzo rimasto sotto i detriti di un edificio raso al suolo dalle bombe. Quello che sembra un atto di eroica generosità, in realtà, non è altro che un prodotto "cinematografico" girato ad esclusivo beneficio delle telecamere. Una volta scoperta, la "bufala" è stata prontamente fatta sparire da YouTube.

Del resto, dall'inizio del conflitto i falsi salvataggi operati dai "Caschi Bianchi" sono piuttosto numerosi. In alcuni casi l'intento propagandistico è talmente evidente da scivolare addirittura nel ridicolo.

All'inizio di questo mese, un giornalista siriano, Abbas Yomeh, ha dimostrato, ad esempio, la falsità delle immagini che ritraggono una bambina salvata dagli "eorici" soccorritori. In tre diversi fotogrammi vengono, infatti, immortalate le scene di tre differenti salvataggi in cui la protagonista è sempre la stessa bambina.

Dopo la pubblicazione dei video con i falsi salvataggi, in tanti sulla rete hanno ironicamente sostenuto che dopo essere stati candidati per il Premio Nobel per la Pace, i “Caschi Bianchi”  potrebbe essere nominati anche all'Oscar per i loro allestimenti cinematografici.

 

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