Vitalizi, Tallini attacca il “cartello di sciacalli che ha usato fake news per infangare il Consiglio regionale

Quello che segue è l’intervento integrale in aula del presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, sull’abrogazione della legge regionale 5/2020:

"Onorevoli Consiglieri,

mi sono assunto la responsabilità di convocare questo Consiglio Regionale straordinario e d’urgenza per l’annullamento della Legge 5/2020 con cui sono state apportate modifiche alla Legge 13/2019 che regola l’indennità differita e l’indennità di fine mandato spettanti ai Consiglieri regionali.

Questa Presidenza ha verificato la sussistenza di incongruenze sia per quanto riguarda il mancato allineamento alle intese raggiunte sulla materia in sede di Conferenza Stato-Regioni e di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative, sia per quanto riguarda l’impatto finanziario per l’Ente che si realizzerebbe potenzialmente con l’allargamento della platea dei beneficiari.

Ho anche verificato la volontà unanime dei Gruppi Consiliari che avevano presentato la proposta di legge di procedere all’annullamento della norma approvata.

I profili di formale irregolarità non sono purtroppo emersi con la necessaria chiarezza nell’ultima seduta del Consiglio, anche perché il ricorso all’art. 42 del Regolamento da parte dei Gruppi proponenti – vale a dire l’inserimento di pratiche non contemplate nell’ordine del giorno – ha sostanzialmente ristretto gli spazi per un’analisi più approfondita dell’argomento in discussione, anche a causa di un’inadeguata e insufficiente relazione che questa Presidenza si sente, sia pure a posteriori, di censurare.

La revoca della legge 5/2020 è un atto doveroso e, nello stesso tempo, un atto di responsabile umiltà da parte del Consiglio regionale della Calabria, capace di riconoscere errori di valutazione, errori di analisi, errori di opportunità politica.

Con questo atto che compiamo oggi non cancelliamo nessun “peccato originale” di cui vergognarci, ma prendiamo semplicemente atto con umiltà e senso del dovere dell’enorme responsabilità che abbiamo come Assemblea Legislativa rappresentativa della sovranità popolare.

Una responsabilità così gravosa non ci consente di sbagliare, nemmeno in buona fede.

E proprio perché ogni esperienza, anche negativa, diventa una lezione utile e preziosa, mi sento di raccomandare a tutti i Consiglieri regionali di limitare in futuro quanto più possibile il ricorso all’art.42 del Regolamento, riservandolo solo ai casi che impongono scadenze rigorose o che presentano profili di urgenza.

L’istruttoria in sede di commissioni consiliari dovrà essere sempre e comunque la nostra stella polare, a meno di fattispecie straordinarie che impongano deliberazioni d’urgenza.

Prima di passare all’illustrazione dell’atto di revoca della Legge 5/2020, consentitemi di esprimere tutta la mia indignazione per l’ingiusto attacco concentrico rivolto in questi giorni al Consiglio Regionale e ai suoi componenti, un attacco basato su fake news, su falsità, bugie, inaccettabili forzature e fantasiose ricostruzioni.

La più colossale fake news è il ripristino dei vecchi vitalizi che il Consiglio Regionale avrebbe operato con la legge 5/2020 che stiamo per abrogare.

I vecchi vitalizi sono stati aboliti dal 2011, mentre la legge 13/2019 ha consentito di rideterminare su base contributiva ben 189 assegni vigenti con un risparmio per l’Ente di un milione e 249mila euro all’anno.

Sono questi i dati inoppugnabili che nessuno potrà mai mistificare.

La legge che stiamo per abrogare non incide sull’impianto della normativa esistente, se non per aspetti marginali, anche se dobbiamo avere l’onestà intellettuale di riconoscerne i profili di inopportunità politica e di non aderenza alle intese nella Conferenza Stato-Regioni.

Ma di questo aspetto parlerò più avanti, in maniera più dettagliata, perché oggi più che mai c’è necessità di un’operazione-verità che restituisca dignità al Consiglio regionale della Calabria davanti ad un’opinione pubblica disorientata dal disinvolto uso dell’arma della falsità.

 

Onorevoli Colleghi,

si è formato in questi giorni un singolare “cartello” che ha utilizzato in perfetta malafede fake news e bugie per demonizzare e infangare il Consiglio regionale della Calabria, senza distinzione tra maggioranza e opposizione.

In questo triste e variopinto “cartello di sciacalli” ci sono paladini dell’antipolitica, nostalgici della Prima Repubblica antimeridionalisti a pagamento,giornalisti che si cimentano in fantasiosi racconti gialli, e anche  candidati alla Presidenza  della Regione, sonoramente bocciati dall’elettorato. Io non credo ai complotti che sono cose serie, organizzate da gente seria. Ma registriamo una singolare convergenza di interessi di soggetti tra loro diversi, ma accomunati tutti da sentimenti di rivalsa e perfino dall’odio, e comunque da obiettivi dai tratti non proprio nobili.

Questo Consiglio Regionale, insediatosi nel momento più drammatico e delicato dell’epidemia, ha risposto con grande senso di responsabilità, licenziando il bilancio e sostenendo direttamente iniziative a favore delle famiglie, come gli stanziamenti per gli studenti universitari fuori sede e per il che, messo alla prova del governo del Paese e di grandi città come Roma, ha dato prova di incultura, ignoranza dei problemi, improvvisazione, dilettantismo, scadendo anche in forme perverse di gestione del potere.

Non mi pare che il “cartello” dei novelli fustigatori del costume politico si sia indignato per la scarcerazione di centinaia di boss mafiosi, mandati ai domiciliari con una superficialità che lascia basiti.

Non ho traccia della loro indignazione per i disinvolti “aiuti di Stato” elargiti anche a chi non ne ha diritto, per un “reddito di cittadinanza” finito nelle tasche di delinquenti e nullafacenti di professione e che ha fa riportato indietro di mezzo secolo il nostro Paese.

Prendo atto dei toni più distesi del ministro Di Maio che ha parzialmente corretto un suo affrettato e disinformato commento su questa vicenda, ma noto con stupore che alcuni leader nazionali, anche della mia parte politica, non hanno sentito l’esigenza di approfondire la questione prima di lanciarsi in giudizi affrettati e carichi di demagogia. Che la Calabria abbia bisogno di treni, ospedali e posti di lavoro lo sanno anche i bambini.

 

Onorevoli Colleghi,

ho detto sulla stampa che oggi occorre un’operazione-verità che diradi ogni possibile nube su questo Consiglio regionale, che spazzi via le fake news sparse a piene mani dal “cartello degli sciacalli”.

Non sarà un’operazione semplice perché il vento dell’antipolitica ha fatto passare il falso messaggio di un’Assemblea che in piena emergenza sanitaria ripristina privilegi aboliti da tempo.

Ho già detto che le inopportune modifiche introdotte dalla legge 5/2000 che ci apprestiamo a revocare comunque non incidevano sull’impianto della legge n. 23/2019 che ha introdotto, come in quasi tutte le Regioni italiane, il regime dell’”indennità differita” per i Consiglieri regionali, imperniato sul sistema contributivo.

Quell’impianto resta ben saldo. La legge regionale n. 13 del 201 ha previsto l’indennità differita basata sul metodo contributivo previsto dal D.l 174/2012 al pari delle altre Regioni d’Italia

Il Consiglio regionale della Calabria ha provveduto a dare attuazione alle disposizioni contenute nel Capo I della legge, rideterminando un numero complessivo di 189 vitalizi in erogazione con un risparmio di spesa pari ad euro 1.249.588,00 ogni anno. Il risparmio rilevato dalla contabilità dell’ente ad oggi è in linea con le proiezioni di risparmio di spesa quantificate nella relazione tecnico finanziaria considerato che il risparmio medio mensile rilevato a consuntivo è pari ad € 102.252,54, tenuto conto delle cessazioni del diritto al vitalizio, che ad oggi sono state 4 e che attualmente sono in linea con le previsioni.

L’indennità differita è un istituto introdotto con le disposizioni contenute nel Capo II, espressamente previsto dalla legge dello Stato (Decreto Monti) la cui ratio iuris risiede nel sistema di calcolo contributivo.

I tratti fondamentali dell’istituto prevedono che al compimento del 65° anno di età il Consigliere regionale che abbia versato una contribuzione anche volontaria della durata di 5 anni, può accedere al relativo beneficio.

A titolo esemplificativo un Consigliere regionale versa una contribuzione volontaria in 5 anni quantificata in euro 38.000,00. A fronte di tali versamenti percepisce al compimento dei 65 anni di età un’indennità differita al lordo delle tasse per circa 720,00 mensili.

A tal proposito l’indennità differita è diversa dall’istituto del vitalizio così come disciplinato dalle leggi regionali precedenti. Infatti quest’ultimo era sganciato dalla logica contributiva ed è stato abrogato con la legge regionale 38/2011. A titolo esemplificativo, un consigliere regionale che aveva svolto il mandato per una legislatura e che quindi che aveva versato i contributi per 5 anni, percepiva al raggiungimento dei 60 anni di età un vitalizio pari ad euro 3.745,16 lordi mensili, a fronte dell’importo di 720,00 che il consigliere percepisce in virtù della legge regionale n. 13/2019.

Si è passati, in altre parole, da vitalizi di 3.745 euro al mese ad una “indennità differita” di 720 euro al mese.

L’errore è stato quello di lasciare intendere,con la legge che stiamo per abrogare, che tale beneficio poteva estendersi con la contribuzione volontaria anche ai Consiglieri dichiarati decaduti.E’ stato un errore che il Consiglio regionale riconosce e ripara.

C’è da dire che il Consigliere regionale calabrese percepisce un’indennità differita inferiore a quella dei consiglieri regionali di tutte le altre Regioni d’Italia

perché si calcola sull’indennità di carica che risulta più bassa della media delle altre Regioni italiane (5.100 euro contro i 6.400 euro di media).

Onorevoli Colleghi,

dicevo che non sarà facile ripristinare la verità, ma dobbiamo provarci, in tutte le sedi.

Così come dovremo, con responsabilità e senza tentazioni demagogiche, intervenire progressivamente sul contenimento dei costi della politica che derivano da normative e scelte del passato.

Un primo passo, molto significativo e che dovremmo maggiormente sottolineare, è la riduzione di ben TRE MILIONI di euro sul bilancio di funzionamento del Consiglio Regionale che abbiamo recentemente approvato.

E’ una cifra importante, significativa, che rappresenta una prima svolta rispetto al passato.

Segnalo con soddisfazione anche la riduzione dei costi dei gruppi consiliari, anche questo testimoniato dalla restituzione di oltre 300mila euro alla fine della scorsa legislatura.

Sono certo – e rivolgo in questo senso una raccomandazione ai Presidenti dei gruppi – che anche in questa legislatura le somme assegnate ai gruppi saranno impiegate con saggezza e moderazione.

Onorevoli Colleghi,

oggi compiamo un dovere, lo facciamo a testa alta, facendo ammenda di un errore di valutazione che ha suscitato reazioni nell’opinione pubblica, ma respingendo con forza e dignità la valanga di ingiuste e false accuse che sono state rivolte all’Istituzione e ai singoli Consiglieri.

Dimostreremo, con la validità del nostro lavoro e con la produzione di leggi che incideranno positivamente sulla vita sociale, economica e culturale della Calabria, che siamo ben degni di rappresentare i cittadini che ci hanno concesso l’alto onore di rappresentarli.

Al “cartello dei falsi indignati” intendo rivolgere una sfida pubblica.

Li sfido a dimostrare che con la legge 5/2020, che stiamo per abrogare, sono stati reintrodotti i vecchi vitalizi.

Li sfido a dimostrare che il regime dell’indennità differita con il metodo contributivo è stato adottato solo dalla Regione Calabria.

Li sfido a dimostrare che i Consiglieri regionali della Calabria percepiscono un’indennità di carica superiore a quella dei loro colleghi delle altre Regioni italiane.

Solo ai calabresi dobbiamo delle scuse per l’errore commesso, ai quali però diciamo anche che questa Assemblea Regionale non ha reintrodotto, né reintrodurrà mai, alcun privilegio già abolito.

Il Consiglio regionale della Calabria saprà ben riconquistare la fiducia dei cittadini con le sue condotte e con il suo lavoro.

E’ con questo auspicio che chiedo a questo Consiglio Regionale di approvare l’abrogazione della legge 5/2020".

Vitalizi, Graziano:"Se una legge non piace alla gente è giusto che venga abolita"

«Il Consiglio regionale della Calabria ha abrogato le modifiche alla Legge Regione 13/2019 sulle rendite pensionistiche dei componenti dell’assemblea. Si tratta di un gesto di maturità da parte della politica e di ascolto delle giuste istanze dei cittadini. In sede di approvazione era stato commesso un errore di metodo e di valutazione perché non si è considerata la volontà che è e rimane il perno attorno al quale far ruotare l’attività istituzionale. Fino a qualche anno fa avremmo letto un esito diverso a questa vicenda ma oggi la società è giustamente cambiata e chi ha il compito di amministrare la democrazia deve essere portavoce delle esclusive istanze della gente».

È quanto dichiara il presidente del Gruppo consiliare Udc all’interno del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Graziano, all’esito della seduta assembleare straordinaria odierna convocata con un unico punto all’ordine del giorno proprio per abrogare le modifiche apportate alla LR 13/2019 approvate all’unanimità nella precedente seduta di martedì 26 maggio.

«Un buon politico – aggiunge Graziano - sa ascoltare il popolo. E in questi giorni il popolo ci ha detto, anche a muso duro, che quella norma con la quale si permetteva anche ai Consiglieri regionali che non avessero finito il mandato di poter accedere ad un diritto pensionistico, a fronte del pagamento della contribuzione, non era giusta. In questi lunghi giorni ne abbiamo parlato, discusso, ragionato ed è evidente che si tratta di una regola impopolare. E se una legge non piace alla gente è giusto che venga abolita. E non dico questo sventolando la bandiera del populismo ma semplicemente perché sono convinto da sempre, e la mia storia personale e politica lo testimonia, che un rappresentante dei cittadini deve stare nelle istituzioni esclusivamente per rappresentare il popolo. Può sembrare retorica ma è chiaro che non lo è. I tempi sono cambiati. La Democrazia è diventata più diretta e immediata e l’ascolto della gente deve essere alla base di ogni mandato elettivo. Io, del resto, lo faccio da sempre. Si può rimediare ad un errore? Assolutamente sì. Ed è questo che, con grande maturità, abbiamo fatto oggi. In questa storia ci ho messo la faccia in prima persona, anche più di quanto in realtà mi sarebbe spettato fare. Tutti sanno che vengo da un’esperienza politica giovanissima. E prima di entrare nel mondo delle istituzioni ho lavorato per 40 anni, vivendo del mio lavoro e portando oggi a casa una pensione che ho guadagnato sul campo. Non avrei avuto bisogno di altre indennità pensionistiche. Una cosa è certa, al netto della polemica che – ripeto – è stata giusta e condivisibile, mai prima d’ora avevamo assistito ad un gesto di così grande correttezza e trasparenza da parte della politica. Che si ravvede, più che di un errore, sull’inopportunità di fare le cose che non vuole il popolo».

Vitalizi e marziani in Calabria ai tempi del coronavirus

In Calabria è accaduto qualcosa che ha dell'incredibile

Approfittando della chiusura imposta dall'emergenza coronavirus, uno o più marziani hanno preso possesso di Palazzo Campanella.

Dopo aver lasciato la loro capsula spaziale in riva allo Stretto, gli alieni, complici le strade vuote, hanno raggiunto indisturbati via Cardinale Portanova e si sono introdotti nella sede dell'assemblea regionale.

Una volta negli uffici, hanno atteso il calare della notte per redigere una legge sui vitalizi, al solo fine di mettere in cattiva luce i consiglieri regionali.

Le loro viscide manine hanno, poi, inserito il testo nell'ordine del giorno del primo consiglio utile.

Infine, a tarda ora, nel bel mezzo della discussione in aula, hanno narcotizzato l'intera assemblea che, inconsapevolmente, ha votato all'unanimità il testo.

Al mattino, i calabri onorevoli, svegliatisi con un forte mal di testa e in preda alla nausea, si sono ricordati di aver votato una legge che nessuno di loro aveva mai letto, tantomeno scritto.

Così, hanno mobilitato addetti e uffici stampa che, compulsivamente, hanno messo in moto la macchina comunicativa per  spiegare che i loro datori di lavoro si dissociavano da loro stessi.

I calabresi hanno quindi scoperto che i consiglieri regionali non scrivono, ma neppure leggono le leggi che votano.

Pertanto, gli elettori, disorientati, hanno iniziato ad interrogarsi sulla qualità dei loro rappresentanti.

Per cercare di recuperare la credibilità perduta, maggioranza e “miggioranza”, hanno iniziato a lavorare (si fa per dire) ad una nuova legge destinata ad abrogare quella appena approvata.

Infine, incontratisi notte tempo, i nostri, maggioranza e “miggioranza”, si sono stretti la mano, si sono abbracciati e battendosi pacche sulle spalle, si sono scambiati i cenni d'intesa tipici dei dritti che riescono sempre a gabbare il prossimo.

A rompere l'idillio, una voce stridula, alzatasi, da uno scranno ben nascosto, per chiedere: "Sì, va bene, nessuno l'ha letta, ma cosa risponderemo se qualcuno ci chiederà chi l'ha scritta?".

La risposta, all’unisono, non si è fatta  attendere: "Ma è evidente, i marziani !".

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Calabria, vitalizi: Tallini convoca conferenza dei capigruppo per cancellare la legge

La conferenza dei capigruppo si riunirà giovedì prossimo, 4 giugno, alle 12. Lo ha deciso il Presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini.

“La riunione servirà a decidere la data di convocazione del Consiglio regionale, ma soprattutto – sottolinea Tallini -  per concordare la procedura di cancellazione della norma sull’ammissione alla contribuzione volontaria e al conseguente beneficio della “indennità differita” dei Consiglieri regionali la cui elezione è stata annullata”.

“Tale norma – spiega il Presidente del Consiglio regionale - non è in linea con quanto stabilito nel 2019 nelle intese della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni italiane”.

“La discussione in Consiglio regionale – sottolinea Tallini - sarà l’occasione giusta per un’operazione-verità sulla materia e per fare chiarezza sull’applicazione della legge n. 13 del 2019 che ha segnato una forte e netta discontinuità con il passato.

Calabria, vitalizi: Pietropaolo (FdI) e Minasi (Lega)"Pronti a presentare una proposta per abrogare la legge"

"Lunedì mattina depositeremo una proposta di Legge Regionale per ripristinare l’inammissibilità alla contribuzione volontaria del consigliere regionale la cui elezione sia stata annullata”.

A renderlo noto sono Filippo Pietropaolo e Tilde Minasi, capigruppo in Consiglio Regionale rispettivamente di Fratelli d’Italia e Lega.

“Siamo certi che sulla proposta ci sarà la più ampia convergenza da parte delle forze politiche presenti in Consiglio. La necessità di una tempestiva abrogazione - concludono Pietropaolo e Minasi - nasce da profili giuridici e finanziari che non è stato possibile vagliare preventivamente. La nostra decisione dimostra di avere agito in buona fede e di non avere avuto alcuna volontà di introdurre un privilegio ingiusto ed illegittimo”.

Vitalizi, Di Natale cambia idea "Propongo di abrogare la legge appena approvata"

“L’approvazione delle modifiche alla Legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 ‘Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012’ è stata frutto di in un chiaro errore a cui bisogna rimediare correndo ai ripari nella prossima seduta consiliare”. E’ quanto afferma in una dichiarazione pubblica il consigliere Graziano Di Natale (IRIC), Segretario-Questore dell’Assemblea regionale, aggiungendo: “La mia storia politica, sempre dedita all’impegno, al sacrificio e alla passione, parla da sé come la mia vita, orientata da sempre al lavoro e puntata verso esempi di onestà e correttezza e  non sono certo intenzionato a discostarmene neanche di un millimetro”.

“Chi mi conosce – aggiunge l’esponente politico – sa che ho ricoperto gli incarichi assegnatemi dagli elettori con grande senso di responsabilità. Dal 2017 ricopro l’incarico di Presidente del Consiglio Comunale di Paola, la mia Città, e ho  devoluto la relativa indennità in iniziative volte allo sviluppo del territorio. Sono alla mia prima esperienza in Consiglio Regionale e non voglio assolutamente che passi il messaggio del conformismo e del pressappochismo rispetto a uno spirito ‘di casta’ che è lontano anni luce dal mio pensiero e dal mio agire”.

“Nella scorsa seduta del Consiglio regionale – aggiunge Di Natale - la discussione-lampo del punto illustrato come atto dovuto, con per di più la sottolineatura che non comportasse costi aggiuntivi, giunta alla fine di lavori consiliari che hanno impegnato l’aula per molte ore, ha determinato sicuramente una sottovalutazione della portata e del reale contenuto del provvedimento. Perciò, personalmente dichiaro sin da subito di rinunciare ai benefici della legge in questione e ancora di più propongo che la stessa legge venga abrogata dal consiglio regionale nella prossima seduta utile”.

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