Redazione

Redazione

Website URL:

'Ndrangheta, operazione "Thalassa": eseguite sei misure cautelari e sequestrate cinque imprese

La Direzione investigativa antimafia ha eseguito sei misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di altrettante persone accusate di associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di aver agevolato le cosche di ‘ndrangheta “Tegano e Condello”.

Contestualmente, è stato disposto il sequestro di cinque imprese, operanti nel settore dell’edilizia, riconducibili direttamente o direttamente agli indagati.

Maggiori particolari saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà, alle ore 11 odierne, presso il Centro Dia di Reggio Calabria, presieduta dal Procuratore della Repubblica distrettuale,  Gaetano Calogero Paci.

 

Vende smartphone online, ma evade l'Iva per 500 mila euro

I finanzieri del Gruppo di Locri hanno accertato, al termine di una complessa attività ispettiva, un’evasione fiscale per oltre 500 mila euro perpetrata da un commerciante operante nel settore della vendita online di telefonia.

Le investigazioni, supportate da numerosi riscontri contabili, hanno consentito alle fiamme gialle di scoprire la vendita di prodotti ai quali non veniva applicata l’Iva.

Il commerciante acquistava regolarmente i prodotti tecnologici avvalendosi del regime del reverse charge, una modalità di assolvimento dell’Iva derogante le usuali regole che designano il cedente quale soggetto debitore dell’imposta ma, nel caso di inversione contabile, è l’acquirente a dover assolvere l’Iva.

Il controllo fiscale ha permesso ai militari di scoprire il meccanismo che l’imprenditore usava per evadere il fisco: al fine di non applicare l’Iva sulle vendite ai propri clienti faceva indebitamente ricorso, dopo aver acquistato con il sistema del reverse charge, al c.d. “regime del margine”, meccanismo contabile previsto dalla legislazione fiscale per le cessioni di beni usati.

L'illecito, realizzato evitando il pagamento degli oneri fiscali dovuti, ha così permesso di offrire prezzi economicamente più vantaggiosi, a discapito dei soggetti economici che operano nel pieno rispetto delle norme fiscali.

L’attività ispettiva si è conclusa con la segnalazione all’Agenzia delle entrate per il recupero dell’Imposta sul valore aggiunto evasa per circa 500 mila euro, in ordine al fatturato realizzato per oltre 2 milioni di euro negli ultimi cinque anni.

 

Smascherata falsa associazione che ha evaso oltre 200 mila euro

I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno scoperto una struttura turistica che operava come finta associazione sportiva dilettantistica, ma di fatto svolgeva una vera e propria attività commerciale con un ingente volume d’affari e l’impiego di manodopera in nero.

L’associazione, nata come ente non commerciale per godere delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa di settore, gestiva uno stabilimento balneare d’élite ed offriva servizi di natura commerciale ai non associati, alcuni dei quali provenienti da varie regioni italiane.

La struttura era dotata anche di un rinomato ristorante, che proponeva pietanze a base di astice e ostriche e disponeva di una ricercata carta dei vini. Le finalità non lucrative e la partecipazione degli associati, erano solo riportate formalmente nello statuto dell’ente per beneficiare, indebitamente, di un regime tributario di favore e svolgere attività commerciali produttive di significativi redditi ma sconosciute al fisco.

Pertanto, attraverso una verifica fiscale svolta per più periodi d’imposta, i militari hanno portato alla luce l’omessa dichiarazione e contabilizzazione di ricavi per oltre 200 mila euro.

Inoltre, i finanzieri hanno effettuato il disconoscimento della natura associativa e non lucrativa dell’associazione, determinandone l’inquadramento come impresa commerciale.

Vasta operazione antiterrorismo, disarticolata organizzazione internazionale

Hanno preso il via alle prime luci dell’alba di oggi, due distinte operazioni, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, condotte, rispettivamente, dalla Guardia di finanza e dalla Polizia di Stato, che hanno portato all’individuazione di una vasta rete di supporto a gruppi combattenti di matrice integralista islamica operanti in Siria.

In particolare, le indagini condotte dagli uomini dello Scico di Roma e del Comando provinciale della Guardia di finanza di Brescia hanno consentito di disarticolare un’associazione per delinquere, a carattere transnazionale, costituita da 10 siriani e finalizzata al riciclaggio ed all’abusiva attività di erogazione dei servizi di pagamento in diversi Paesi dell’Unione europea (Svezia, Italia e Ungheria) ed extraeuropei (Turchia).

Inoltre, a due componenti dell'organizzazione è stato contestato il reato di finanziamento al terrorismo.

L’indagine è connessa ad un’altra inchiesta coordinata dal Servizio contrasto del terrorismo esterno della Direzione centrale della Polizia di prevenzione della Polizia di Stato che, in Sardegna, ha portato la Digos di Sassari ad individuare 4 militanti di origine siriana e marocchina accusati di far parte di una cellula di supporto dell’organizzazione qaedista Jabhat al Nusra, operante in Siria.

Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo, finanziamento del terrorismo e intermediazione finanziaria abusiva. Sono quindi complessivamente 14 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dai gip di Brescia e Cagliari su richiesta delle rispettive Procure distrettuali antimafia e antiterrorismo, mentre sono 20 le perquisizioni domiciliari in corso in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna.

 

Subscribe to this RSS feed