Angelo Vavalà

Angelo Vavalà

Serra, anziano legato e derubato in casa: torna l'incubo dei topi d'appartamento

Erano circa le 20 di ieri sera quando Serra è ripiombata nell'incubo dei topi d'appartamento. Da un lustro sembrava essere tornata la pace nel Paese della Certosa ma ieri sera, all'incirca all'ora di cena, la vita tranquilla e forse anche fin troppo monotona di un pensionato è stata stravolta.

Una vita tranquilla appunto, una vita fatta di "appuntamenti" fissi che riempiono la quotidianità di B.F., pensionato di 74 anni, nato e sempre vissuto a Serra, mai sposato e senza parenti in paese, giusto qualche amico. Un uomo di quelli che in una cittadina, seppur piccola come la nostra, riesce comunque a passare inosservato. Una di quelle persone che, pensionato per raggiunti limiti di età, si limita a vivere nel "suo", senza dar fastidio, senza farsi notare più di tanto. Una vita scandita da "riti" quotidiani che si ripetono nei giorni, nei mesi, negli anni; una vita tranquilla che qualcuno ieri ha pensato di violentare.

Erano dunque le 20 circa quando, come ogni giorno, l'uomo scendeva in strada per rimettere in garage le due utilitarie di sua proprietà, quelle stesse macchine che all'indomani avrebbe riportato fuori in strada, parcheggiandole ancora una volta d'avanti alla propria rimessa e che probabilmente avrebbe non toccato più per il resto della giornata. Qualcosa però ieri ha spezzato la solita routine.

Stando al racconto del pensionato, una volta fatte rientrare le due auto in garage e chiuso la saracinesca, si è avviato verso il portone di casa e, appena girata la chiave, si è trovato addosso due energumeni che, in un lampo, lo hanno immobilizzato con dello scotch da pacchi tappandogli, nel frattempo, la bocca con le mani per evitare che urlasse. Un attimo dopo erano già in casa e richiudevano la porta alle loro spalle. Finito di legare per bene l'uomo, non prima di avergli ficcato in bocca un pezzo di centrotavola sigillandola poi sempre con lo scotch, si sono dati al saccheggio.

Dapprima hanno provato a farsi dire dall'uomo dove teneva i soldi ma non ottenendo risposta gli hanno rubato il portafogli, strappandolo con forza dalla tasca dei pantaloni, e successivamente hanno messo a soqquadro l'intero stabile, formato da due appartamenti. Dopo aver arraffato quanto hanno potuto sono scappati via, lasciando l'uomo immobilizzato.

A quel punto, nel pensionato, la scintilla della vita si è riaccesa come forse mai nella sua esistenza e, facendo appello a tutte le sue forze, è riuscito a trascinarsi in cucina e liberarsi dal nastro con l'aiuto di un paio di forbicine. Dopo oltre mezz'ora ha tagliato l'ultimo pezzo di scotch e, finalmente, ha potuto chiedere aiuto.

Anche questa operazione però non è stata proprio semplice; infatti i due delinquenti, prima di andar via, si erano premurati di rompere i due cellulare e i due telefoni fissi dell'uomo. Nonostante tutto, con una forza di volontà da far invidia al mondo intero, il pensionato fa appello alle ultime forze e tira fuori da uno mobile un telefono d'epoca ancora funzionante, miracolosamente scampato al flagello causato dai due ladri, e dopo averlo collegato alla linea telefonica, ha chiamato un'amica che di giorno bada a lui e alla casa: "Pronto, mi hanno picchiato, mi hanno derubato...", poi nient'altro.

Sul posto, oltre ai primi soccorritori, sono arrivati i carabinieri della locale caserma, agli ordini del capitano Marco Di Caprio e i sanitari del 118 allertati dai militari.

Non è ancora chiaro quale sia il bottino del colpo ma, di sicuro, negli occhi dell'uomo si legge ben chiaro il furto della tranquillità e della pace che ha lasciato il posto all'ansia, alla paura e all'incredulità d'avanti a tanta malvagità!

E’ morto Andrea Mongiardo, il ragazzo con il cuore di Nicholas Green

Sono passati 22 anni da quel 29 settembre del 1994, quando sulla Salerno-Reggio viaggiava l’auto con a bordo il bambino statunitense Nichols Green e la sua famiglia. Arrivati vicino lo svincolo di Sant’Onofrio l’auto fu crivellata di colpi, perché scambiata per quella di un gioielliere ed un proiettile vagante colpì il bimbo. Dopo due strazianti giorni di agonia il giovane americano fini di soffrire ed i genitori, in quello che fu un immenso atto d’amore che sconvolse l’Italia intera, decisero di donare tutti gli organi.

Il cuoricino andò ad Andrea Mongiardo, 15enne originario di Sant’Andrea Apostolo dello Jonio, affetto da una malformazione congenita che all’epoca gli lasciava poche speranze.

Appena trapiantato nel petto di Andrea quell’organo così prezioso ci mise solo 60 secondi prima di riprender a pulsare. “Pompava a 160 battiti per minuto, un’accelerazione che all’inizio mi mise paura” raccontava egli stesso un anno fa in un’intervista rilasciata all’Ansa. L’intervento fu eseguito all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma e da allora l’enorme contributo del piccolo Nichols ridiede la vita ad Andrea e ad altre 6 persone.

Andrea se n’è andato ieri, all’età di 37 anni, a causa di un linfoma. In questi 22 anni aveva potuto condurre una vita normale, grazie al trapianto perfettamente riuscito.

Lo splendido esempio di Reginald e Maggie Green, genitori di Nicholas, toccò tutti provocando un’ondata di commozione e le donazioni crebbero in maniera esponenziale. Una storia questa che ispirò anche un film: Il dono di Nicholas di Robert Markowitz, con Jamie Lee Curtis e Alan Bates.

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