Mirko

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Volley, la Tonno Callipo conferma Davide Marra

Negli ultimi giorni il suo nome circolava insistentemente sulle frequenze di radio mercato.

D’altronde, dopo una stagione straordinaria, era prevedibile che Davide Marra potesse essere appetibile sui tavoli del volley mercato.

La Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia ha però messo fine a tutte le voci ed ha confermato il libero di Praia a Mare, vero e proprio pilastro in campo dei giallorossi.

E’ stato lo stesso Presidente Pippo Callipo ad ufficializzarlo ieri pomeriggio durante la conferenza stampa svoltasi al Palavalentia.

Una conferma importantissima per la società giallorossa che si tiene stretto uno dei migliori interpreti del ruolo.

Così Davide Marra sulla sua conferma in giallorosso (terza stagione consecutiva con la casacca giallorossa): “Ci tengo a ringraziare profondamente il presidente Pippo Callipo per la fiducia che ha nei miei confronti. Essere stato il primo rinnovo per la Tonno Callipo è un segnale molto bello, voglio ringraziare tutti, i dirigenti e anche la fossa giallorossa e i tifosi che in questi giorni mi hanno inondato di messaggi d’affetto. Sono veramente molto felice di giocare ancora a Vibo, di indossare questa maglia e di rappresentare la Calabria. E’ motivo di vero orgoglio e sono pronto a dare tutto per questi colori. Conosco mister Tubertini con il quale abbiamo lavorato a Piacenza e non vedo l’ora di poter iniziare a lavorare con lui e con i miei futuri compagni di squadra”.

I carabinieri arrestano in Albania latitante internazionale (VIDEO)

I carabinieri del Gruppo di Locri ed in particolare del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Bianco, coadiuvati da personale del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia e della Polizia Albanese, hanno tratto in arresto il latitante Leonard Mucllari, 28enne, originario del Paese selle aquile, ricercato dall’ottobre del 2011 dopo essere evaso dal regime di detenzione domiciliare cui era sottoposto presso l’abitazione di residenza dei genitori, a Palizzi Marina (RC).

Il latitante, considerato a seguito delle risultanze investigative, elemento dalla elevata caratura criminale, è stato condannato nel 2014 dal tribunale di Locri alla pena di oltre sette anni di reclusione.

Mucllari, il 26 ottobre del 2011, nel giorno del suo compleanno, dopo essere evaso dalla detenzione domiciliare, è riuscito ad organizzare nottetempo una complessa fuga verso l’Albania, dove, a soli 5 giorni di distanza, il 1 novembre successivo, ha ultimato le procedure per la modifica dei propri dati anagrafici in Hasan Mucollari, nella speranza di riuscire a sfuggire ai rigori della legge.

Il 13 agosto del 2012, ha, quindi, contratto matrimonio con una connazionale in Albania fissando la propria residenza a Pogradec, cittadina di circa 30mila abitanti situata nel sud-ovest del Paese, che si affaccia sul lago di Ocrida ai confini con la Macedonia, dove svolgeva saltuariamente l’attività di autotrasportatore.

Nonostante le prime attività di ricerca del latitante abbiano dato esiti negativi, gli investigatori sono sempre rimasti sulle sue tracce effettuando un attento e costante monitoraggio dei suoi parenti in Italia, ovvero dei genitori e della sorella minore, tutti residenti a Palizzi Marina. Le numerose accortezze utilizzate da tutti i componenti della famiglia, che nei primi anni hanno interrotto qualsiasi contatto con il latitante hanno complicato non poco le attività di ricerca.

La tenacia dei militari, tuttavia, a distanza di circa 5 anni dall’evasione, è stata ripagata.

Il tempo trascorso ha probabilmente indotto il latitante a ritenersi al sicuro, forte anche della sua nuova identità e residenza nel paese di origine. In seguito ad un semplice contatto telefonico, avvenuto nel mese di settembre del 2016 tra l’utenza di Mucllari e quella in uso al padre, sono state avviate complesse attività tecniche di intercettazione telefonica ed ambientale, che hanno consentito di monitorare i contatti e gli spostamenti dell’intero nucleo familiare, nobché di ricostruirne la nuova composizione in Albania.

Un’antica tradizione locale vuole, infatti, che la nuora chiami “mamma” la suocera, e ciò ha consentito in prima battuta di apprendere del matrimonio del latitante oltre che di individuarne con certezza la moglie. Importante elemento di innovazione, inoltre, è rappresentato nella circostanza dall’utilizzo da parte degli investigatori di un noto social network, grazie al quale è stato possibile identificare compiutamente amici e familiari del latitante in Albania, nonché ricostruire con minuzia i dettagli della sua nuova vita privata.

Infine, nel dicembre del 2016, un viaggio in Albania effettuato dai genitori del latitante, desiderosi di incontrare la propria nipote, ha consentito la localizzazione certa della sua nuova residenza e l’avvio delle procedure idonee ad internazionalizzare il Provvedimento esecutivo del tribunale di Locri, in forza del quale gli uomini dell’Arma hanno potuto catturare il latitante direttamente in Albania, grazie anche alla stretta sinergia con il Servizio di cooperazione internazionale di polizia e alla collaborazione fornita in loco dalle Autorità albanesi.

È finita così la lunga latitanza di Mucllari, che, condotto presso il carcere di Pogradec, vi dovrà scontare la pena di 7 anni e 3 mesi di reclusione.

'Ndrangheta: arrestato il latitante Rocco Barbaro (VIDEO)

I carabinieri del Gruppo di Locri e in particolare dell’aliquota operativa della Compagnia di Locri, unitamente ai colleghi della Stazione di Platì e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria, a conclusione di una attività di indagine, hanno tratto in arresto Rocco Barbaro, detto “U Sparitu”, 51enne di Platì, esponente di vertice della consorteria “Barbaro-Castanu”, operante nel territorio di Platì, con ramificazioni in Lombardia e in Piemonte.

Barbaro era ricercato dal gennaio del 2016, in quanto colpito da un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, poiché ritenuto responsabile del reato di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni con l’aggravante del metodo mafioso.

I fatti delittuosi oggetto dell’ordinanza risalgono ad un periodo compreso tra maggio 2013 e gennaio 2014.

Rocco Barbaro, è figlio del 90enne Francesco, detto “Cicciu U Castanu”, capo dell’omonima consorteria di ‘ndrangheta, attualmente detenuto con la pena dell’ergastolo a seguito ad condanna per l’omicidio del brigadiere dei Carabinieri Antonino Marino.

Rocco Barbaro è, inoltre, cognato di Giuseppe Pelle, figlio del defunto Antonio alias “U Gambazza”, capo dell’omonima cosca operante nel territorio di San Luca.

Espletate le formalità di rito, Barbaro è stato associato presso la casa circondariale di Reggio Calabria.

Vibo: perseguita l'ex compagna, arrestato

Un 22enne, S. L., é stato tratto in arresto dagli uomini della Squadra mobile di Vibo Valentia con l’accusa di aver compiuto una serie di atti persecutori ai danni dell’ex compagna.

Il giovane è accusato, inoltre, di aver dato alle fiamme l’automobile della madre della donna.

Le indagini condotte dalla Squadra mobile, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, hanno permesso, grazie all’analisi delle immagini immortalate da alcuni apparati di videosorveglianza, di acquisire gravi indizi di colpevolezza.

 Nei confronti del giovane é stata eseguita, pertanto, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della Procura.

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