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Aereoporto di Reggio: Iraniano denunciato per ricettazione di diamanti

Ennesimo colpo messo a segno dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza: la Polaria ed i finanzieri hanno denunciato per ricettazione K.R.R., 52enne iraniano residente a Milano.

L’uomo stava per imbarcarsi con destinazione Milano ed è stato notato dal personale operante per il fare insofferente al momento dei controlli di rito: in seguito ad una più accurata perquisizione, sono stati rinvenuti in suo possesso dei diamanti, per un totale di circa 60 carati, custoditi nel bagaglio a mano e senza alcuna  documentazione che ne comprovi la lecita provenienza.

Il cittadino iraniano è stato denunciato in stato in stato di libertà per il reato di ricettazione ed i diamanti sono stati posti sotto sequestro, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Quando i cervelli non fuggono....ma pensano!

L’Italia torna ad essere un Paese di migranti, Paese dove molti giovani (e non solo) corrono via dalla propria terra per costruirsi un futuro nel mondo globalizzato.

Altro che spaghetti e mandolino, tarallucci e vino..

Siamo tornati ad essere un popolo di migranti e di certo per necessità, per mancanza di fondi, di autonomia, di lavoro..ci chiamano “cervelli in fuga”: è necessità di fuggire laddove non siamo liberi di restare.

Ma non sempre è così.

In controtendenza al luogo comune che i migliori cervelli fanno le valigie e scelgono un altro Paese dove costruire un futuro ed una carriera, vi sono molti “eroi del quotidiano” che decidono di restare, di contribuire, di valorizzare il proprio territorio. C’è chi sceglie (spesso coraggiosamente ) di rimanere nonostante le oggettive difficoltà del sistema.

É il caso di una neonata Cooperativa, COOP.S.E.A.,messa a frutto dalla volontà di giovani professionisti calabresi che, unite le proprie competenze in settori quali ambiente,energia e salute, hanno dato vita ad un team che condivide un unico obiettivo: preservare l’ambiente per tutelare la salute umana. Giovani professionisti calabresi hanno così deciso di contribuire, tramite l’offerta di un servizio, al rispetto della salute e dell’ambiente, ossia al miglioramento delle condizioni di vita del territorio, di quanti lo abitano e di coloro che lo vivono, seppur per un periodo determinato di tempo.

Ecco che alcuni dei talenti nostrani, che hanno a cuore la nostra terra tanto bella quanto maledetta, offrono mezzi, strutture, attrezzature per la conduzione di interventi tempestivi, analisi di laboratorio, bonifiche delle matrici ambientali e tutto ciò che è sostegno alle aziende nel rispetto delle normative vigenti.

Coop.S.E.A. garantisce assistenza ed affiancamento alle aziende ed alle attività del territorio per ogni tipologia di esigenza, assicurando accurata attenzione da una preparata equipe di consulenti.

Chi lo ha detto che tutti i cervelli decidono di fuggire? 

Un buon papà fa davvero tanto bene!

Ecco il segreto di una marcia in più nell’azione educativa di un bambino: un papà partecipe,presente ed attento. É ciò che, sulla scorta di recenti ed importanti ricerche, svelano gli esperti.

Un bambino che già dai primi giorni di vita viene accudito anche dal proprio papà, coinvolto emotivamente e che vive con sicurezza il proprio ruolo di genitore e compagno, sarà meno propenso a disturbi del comportamento in età preadolescenziale.  A dimostrarlo è una ricerca pubblicata sul British Medical Journal e condotta dall'Oxford University, dimostrando che l’empatia e l’attenzione ai bisogni emotivi del bambino da parte di entrambi i genitori, hanno un enorme peso sullo sviluppo del piccolo e sul suo benessere.

Ad affermare ciò è la psicologa Maggie Radshaw, una delle autrici dello studio che sottolinea quanto sia importante il coinvolgimento di un padre attento, capace di mitigare gli effetti negativi di una eventuale depressione materna.

Ma i ruoli di madri e padri sono distinti? “Un papà emotivamente coinvolto nella cura del bambino fin dai primi giorni di vita permette al piccolo di stabilire un legame di attaccamento sicuro, come quello che si sviluppa con la madre” sostiene Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, specialista di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Milano. “Il vantaggio è evidente: avere due figure di riferimento che gli dedicano attenzione e gli dimostrano affetto rende il bambino più sicuro di sé, lo fa sentire protetto, sereno”.

L’amore dei padri per i figli non è certo la novità,semmai l’elemento innovativo è il modo in cui oggi i padri lo esprimono. Da sfatare è il falso mito secondo il quale un padre presente e attento possa essere un padre debole: si possono, assolutamente, coniugare i due aspetti e coesistere le manifestazioni di tenerezza e quelle di autorevolezza.  Vi è semplicemente necessità di imparare a conciliarle.

Il ruolo del papà nell’azione educativa, allora, in cosa consiste? Con il mutamento della società sono mutati anche i ruoli, passando a modalità sempre più flessibili che variano da coppia a coppia: caduti i modelli rigidi  del passato, siamo passati ad uan situazione “fluida”. É così che ogni nucleo familiare cerca il proprio equilibrio, il proprio assetto: d’altronde l’arrivo del primo figlio è sempre uno shock, un momento in cui gli equilibri si rompono ed è richiesta sempre più pazienza e capacità di adattamento.

Ed allo stesso modo, non esiste un’unica maniera di essere un buon papà. Ciò che conta davvero è “insegnare al figlio, sin da piccolo, che c’è qualcos’altro oltre alla mamma” dice Pellai. “e glielo può insegnare compiendo gli stessi gesti che compie la mamma, cambiandogli il pannolino o coccolandolo, ma in modo inevitabilemnte differente. Quando un papà culla il suo bambino per farlo addormentare, il suo corpo non odora di latte, la sua ninna nanna ha un tono più basso, le sue mani sono più grandi, i movimenti diversi. In questi momenti il piccolo impara che anche al di fuori del raggio materno ci sono sicurezza, amore e protezione”.

Vi sono diversi codici, quali quello normativo e quello di cura ed accoglienza: entrambi possono e dovrebbero coesistere in ciascuno dei genitori. “Ottenere il rispetto delle regole passando dall’imposizione autoritaria all’autorevolezza(...) è molto meglio se un bambino osserva le regole date dai genitori perchè si fida di loro e li ama, piuttosto che per paura della punizione”.

L’importante è il lavoro di squadra che richiede un grado di collaborazione che non si ottiene a caso:  alla base vi sono consapevolezza e condivisione di un piano educativo, tenerezza e fermezza.

L'Osservatorio del disagio abitativo esprime solidarietà agli attivisti di Prendocasa

Riceviamo e pubblichiamo, nota stampa da parte dei membri dell'Osservatorio sul disagio abitativo di Reggio Calabria, i quali intendono manifestare solidarietà nei confronti degli attivisti di Prendocasa (Cosenza) in merito alle azioni di polizia nei loro confronti:

"L’Osservatorio sul disagio abitativo, costituito dal COSMI, CSOA A. Cartella, CSC Nuvola Rossa, ASIA-USB Reggio Calabria, Società dei Territorialisti e Un Mondo Di Mondi, insieme al Movimento Reggio Non Tace e alla Collettiva Autonomia,  esprimono la loro solidarietà agli attivisti di Prendocasa Cosenza per le operazioni di polizia subite in seguito ad una meritoria azione di difesa del diritto alla casa.

Prendocasa Cosenza, che  nel corso degli anni ha rappresentato nel cosentino un riferimento sulla questione del diritto all’alloggio,   negli ultimi giorni ha realizzato due importanti azioni di politica sociale . Ha occupato due stabili abbandonati garantendo con questi locali una casa a famiglie e bambini che non ce l’hanno e ha denunciato l’utilizzo dei fondi Gescal per la costruzione di un ponte, mentre erano destinati ad assegnare degli alloggi popolari alle famiglie senza casa.  In un paese normale la seconda azione, che ha messo in evidenza una grave ingiustizia sociale, avrebbe portato le istituzioni pubbliche e la politica a correggere questa ingiustizia. Invece gli attivisti di Prendocasa subiscono delle azioni di polizia .

Non c’è da meravigliarsi. Il settore degli alloggi popolari che è nato per garantire il diritto alla casa alle famiglie più vulnerabili, già da tempo, è governato da un “sistema illegale” che impedisce il perseguimento della sua finalità distogliendo tutte le sue risorse  per altri scopi. 

L’utilizzo  dei fondi residui Gescal per la costruzione di un ponte è solo una delle azioni di questo “sistema”.

In altri comuni le entrate dai canoni mensili e dalle vendite degli alloggi che, secondo legge nazionale,  dovrebbero essere utilizzate nello stesso settore per la manutenzione degli stessi alloggi e per acquistarne di  nuovi vengono invece usati per altri scopi.  Questo accade nel silenzio più assoluto di tutte le forze politiche ed anche attraverso percorsi di legge che rendono in parte  “legale” quello che prima era completamente illegale.  

Questo  “sistema illegale” di gestione degli alloggi è l’espressione di un orientamento politico più ampio secondo il quale le risorse necessarie per garantire i diritti fondamentali delle fasce più deboli possono essere terreno di conquista e di dismissione per altre finalità."

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