L'Italia, i migranti ed un piano per l'Africa

Iuventa è variante rara di Iuventus. Nulla di sportivo, vuol dire gioventù in latino. È una nave tedesca che, impipandosene delle leggi italiane, va a prendere “migranti” e li scarica in Italia; e per far ciò è palesemente d’accordo con gli scafisti. Chiaro? Non li “salva” da morte; li trasporta. Ma l’aria è cambiata, e la nave è sotto sequestro, e speriamo ci resti.

 Il governo, e in esso quello che è il vero ministro degli Esteri, cioè quello degli Interni, Minniti, mostra una strana e improvvisa decisione, e impone un codice di condotta molto logico; e chi non firma, è fuori. Vorrei fosse vero. Intanto pare che il numero dei “migranti” sia in calo. Qualcuno si stupisce che io approvi Minniti: ma i fatti sono fatti. E anche la lotta per i cantieri non mi dispiace.

 Un corollario: se Minniti fa anche il ministro degli Esteri, perché non risparmiamo lo stipendio di Alfano che sta lì a scaldare la sedia?

 Navi italiane operano in acque libiche: è la prima volta dal 1942. Il generale che controlla Tobruk, Haftar, minaccia di bombardarle. Sarà una rodomontata, sarà quello che volete, però vorrei informare il lettore che, ove mai ciò avvenisse, il dovere del comandante della missione non è di fare politica estera o stare a sentire il parere dei giornali, ma difendere le navi con uso di tutte le armi. E siccome non bastano, ci vorrebbe subito un sostegno da nostri aerei e altre navi.

 Insomma, le cose si sono messe in movimento, e non si sa dove possono finire. L’aria è cambiata, e nemmeno i più fanatici immigrazionisti continuano a sostenere la follia di “accogliamo tutti” e comunque.

 Ora è il tempo di un piano per l’Africa. Ma questo è un altro discorso.

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