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Attentati a Bruxelles, algerino arrestato in provincia di Salerno

Un algerino 40enne, Eddine Ouali e` stato arrestato dalla Digos di Roma e dagli uomini dell'antiterrorismo a Bellizzi, in provincia di Salerno, perche` ritenuto un presunto terrorista islamico. A carico dell'uomo, era stato emesso un mandato di arresto europeo da parte delle autorità del Belgio. Secondo gli investigatori era implicato in una rete che produceva falsi documenti utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles. Il suo nome era venuto fuori nel corso di una perquisizione effettuata in un covo di falsari a Saint-Gilles, un sobborgo di Bruxelles, nello scorso ottobre, qualche settimana prima delle stragi di Parigi: in quell’occasione i poliziotti trovarono e sequestrarono circa un migliaio di immagini digitalizzate, tutte riferibili a falsi documenti d’identità. Secondo le autorità, dunque, Ouali faceva parte di una rete che, su larga scala, realizzava documenti falsi per terroristi e soggetti che volevano uscire ed entrare dall’Europa senza rischiare di essere intercettati ai controlli. Analizzando il materiale, è emerso che tra i mille falsi documenti c’erano le foto e gli alias anche di tre terroristi appartenenti al gruppo che ha progettato e realizzato le stragi a Parigi del 13 novembre 2015 nonche`gli attentati di Bruxelles del 22 marzo. 

 

Parigi: stavano per compiere un attentato, arrestati 4 presunti terroristi

Quattro persone sono state fermate all'alba di oggi a Parigi con l'accusa di aver pianificato un attentato che, secondo le forze dell'ordine, era ormai "imminente". I quattro presunti terroristi, attualmente in stato di fermo, sono tre uomini ed una donna. Due sono fratelli di origine turca, mentre il terzo, è un islamico radicale di 28 anni, arrestato, nel 2014, mentre era in procinto di partire per la Siria dove avrebbe voluto unirsi alla jihad. Condannato a 5 anni, si era visto commutare la pena in arresti domiciliari l'anno scorso. La donna, invece, sarebbe la compagna di quest'ultimo. In Belgio, intanto continua la caccia all'uomo per cercare di rintracciare i due terroristi fuggiti dopo la sparatoria di ieri.

Bruxelles, sparatoria durante blitz antiterrorimo

Quattro poliziotti feriti e due uomini in fuga sui tetti. Questo l'esito di un controllo antiterrorismo effettuato dalla polizia a Bruxelles. E' quanto si apprende dalle prime informazioni che arrivano dalla capitale belga dove, poco dopo le 14.30, c'è stato un conflitto a fuoco tra gli agenti e presunti terroristi. Secondo il giornale  Dernier Heure l'operazione condotta dalle forze di sicurezza era finalizzata a fermare alcune persone forse implicate negli attentati di Parigi del 13 novembre scorso. La polizia federale avrebbe aperto il fuoco ma due persone, a quanto riportano i media locali, sarebbero riuscite a fuggire, seppur ferite. I due avrebbero lasciato le armi in un seminterrato. Uno dei poliziotti feriti verserebbe in condizioni critiche. In serata, durante un nuovo blitz, la polizia ha ucciso un terrorista che si era asserragliato in un appartamento.

Bruxelles, si teme un attentato il 15 gennaio

Non accenna a diminure la tensione in Belgio, dove si teme un attentato per il prossimo 15 gennaio. Si tratta di una data simbolica, dal momento che coincide con il primo anniversario dell'uccisione, da parte delle forze di sicurezza, di due terroristi intenti a preparare attentati a Verviers. A lanciare l'allarme, nel corso di un intervista rilasciata al quotidiano Le Soir, e` stato il procuratore federale Frederic van Leeuw. "Teniamo conto - ha dichiarato van Leeuw - di questa data simbolica, i terroristi cercano sempre simboli". A tenere alta l'allerta, il dinamismo di diverse cellule islamiche attive in Belgio. Non e` un caso che le cinture esplosive usate dagli attentatori di Parigi siano state costruite in un appartamento di Schaerbeek, ovvero uno dei quartieri di Bruxelles. Secondo la Procura federale, l'appartamento in questione sarebbe stato utilizzato come rifugio anche da Salah Abdeslam, uno degli attentatori entrati in azione nella capitale francese.

Chiaravalle, stasera il concerto antiviolenza “Musica LiberaMenti, note e parole senza confini”

Si svolgerà stasera (13 dicembre) alle ore 21, presso il Teatro Impero di Chiaravalle Centrale, il concerto “Musica LiberaMenti, note e parole senza confini”, un’idea nata come momento di riflessione su ciò che sta accadendo nel mondo. La musica si unisce al grido contro la violenza. Tanti gruppi hanno voluto partecipare gratuitamente all’iniziativa sposando la causa. Parafonè, Caputo Tribute Band, Insolite acustiche, Agazio Martinis Group, Dinamicamente duo, Not Only Blue Grass, Stone Plain,Tiziana Bertuca, Bruno Maiolo, Francesca Staglianò: questi gli artisti che si esibiranno con pezzi inediti e cover. Tanti momenti musicali, contributi video e letture di riflessione. 

Terrorismo, la preoccupazione di Marco Minniti: “Una centrale internazionale decide dove colpire”

La prospettiva è di quelle che fanno tremare. Perché secondo quanto affermato oggi dal sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega ai Servizi segreti esisterebbe un esercito multietnico nel cuore dell’Europa pronto a mietere nuove e innumerevoli vittime. “I foreign fighters – ha spiegato Marco Minniti nel corso del summit del Gruppo per il Mediterraneo e il Medioriente della Nato - sono la più straordinaria e consistente legione straniera dell'epoca moderna, giungono da cento Paesi diversi, lasciano le proprie case e vanno a combattere in Siria e in Iraq. Poi si sganciano. E diventano terroristi”. Questi soggetti si spostano dall’Europa per raggiungere le aree in guerra, dove ricevono un addestramento terroristico. Poi tornano nel mondo occidentale e sferrano gli attacchi. “Siamo a un passaggio cruciale – ha precisato l’esponente del PD - un salto di qualità che faremmo un grave errore a non vedere: ci siamo trovati di fronte a movenze, cadenze e organizzazione di un tipico attacco militare nel cuore profondo dell'Europa. Per un periodo limitato di tempo, c'è stato il tentativo di prendere il controllo militare di una capitale europea”. Ma il peggio è nelle parole successive. “La cosa più preoccupante - ha infatti confessato Minniti - è che c'è la probabilità che questi attacchi possano essere coordinati dalla centrale di Islam state, ovvero c'è la possibilità che ci sia un centro internazionale che può decidere dove e quando colpire”. Quindi ci sarebbe un’organizzazione mondiale con una testa che pensa e decide dove seminare la morte e a cui è urgente opporsi con tutte le forze. “Serve una strategia – ha rilevato al proposito il sottosegretario - che tenga insieme quattro pilastri. Primo: prevenzione e attività di intelligence. Secondo: lotta senza quartiere ai canali di finanziamento di Islam state. In questo caso pecunia olet, quei soldi puzzano orrendamente, costano il sangue dei nostri fratelli. Terzo: la campagna militare, l'iniziativa militare e tuttavia insieme a questa ci deve essere la capacità diplomatica, guai a noi tenerle separate. Queste cose si devono fare tutte e quattro insieme". Infine una scelta chiara: “la comunità internazionale deve saper dimostrare che, di fronte alla sfida del terrorismo, sa parlare al cuore dei popoli. L'Is si è rafforzato con la guerra civile in Siria. Chi l'ha causata, prima o poi se ne deve andare, e in ogni caso non può rappresentare la Siria. Mi riferisco ad Assad".

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Terrorismo internazionale, una moschea calabrese è attenzionata dai Servizi segreti

L’attacco terroristico al cuore della Francia ha fatto scattare l’allerta non solo in tutto ciò che viene considerato “Occidente”, ma anche in quei Paesi che non si caratterizzano per spiccate logiche capitalistiche. E in Italia, che è la culla del mondo cristiano, il timore è cresciuto a dismisura. Così, l’Intelligence è al lavoro per individuare i punti critici e prevenire possibili azioni dell’Isis. Durante la trasmissione di Rete 4 “Dalla vostra parte”, condotta da Paolo Del Debbio, è stata illustrata nei giorni scorsi una mappa dei luoghi attenzionati. Fra le moschee che il ministero dell’Interno ha messo sotto osservazione figura, in particolare, quella di Sellia Marina, nel Catanzarese. Ad essa si aggiungono il centro culturale islamico “Assalam” di Ponte nelle Alpi, nel Bellunese; la moschea “Omar Al Faruk”, centro islamico di Varese; il centro culturale islamico di via Domenico Pino a Como; la comunità islamica di via Quaranta e il centro islamico di viale Jenner a Milano; l'associazione culturale “Al-Huda” di Centocelle di Roma e la moschea di piazza Larga al Mercato a Napoli. Soprattutto, la moschea di Sellia Marina è presente in un rapporto dei Servizi segreti italiani che è stato consegnato al Governo, al Parlamento e al Copasir, per specificare che ai margini dei centri segnalati “esistono nicchie di oltranzismo ideologico-religioso sensibili alla propaganda dell’Isis”. Il pericolo insomma è reale e le prefetture sono state invitate dal ministro Angelino Alfano ad intensificare i controlli. I cittadini percepiscono il clima di tensione e incertezza: ormai nessuno si sente più al sicuro.

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Attentati di Parigi, anche Serra piange Valeria Solesin: era allieva di Silvano Onda

Un volto angelico, quasi l’emblema di una giovinezza carica di speranze e di sogni. La morte della  28enne ricercatrice veneziana Valeria Solesin  durante l’attacco terroristico a Parigi dello scorso 13 novembre ha lasciato un segno nella mente e nel cuore di tutti gli italiani, che sono stati raggelati da eventi che, sotto un certo profilo, hanno spezzato il concetto stesso di vita. Ma c’è chi nella cittadina della Certosa si è sentito toccato ancor più da vicino da una tragedia che ha anche rievocato qualche ricordo. Perchè la giovane veneta è stata allieva del professor Silvano Onda, che nel Liceo Benedetti – dove la Solesin ha ottenuto la maturità - ha insegnato Storia dell’arte fino alla pensione. Il serrese, deceduto nella città delle gondole nel 2010 a causa di una malattia, era un raffinato conoscitore dell’arte e dell’architettura, oltre che un pregevole autore di libri e saggi. I suoi familiari, quando hanno appreso del coinvolgimento della ragazza nel mesto evento verificatosi nella capitale francese, sono stati travolti dall’incrociarsi di sentimenti vecchi e nuovi. Ma l’intera vicenda parigina, superate le lacrime ed al di là degli aspetti emotivi, richiede una lucida riflessione: occorre infatti individuare un’efficace soluzione per impedire che Valeria diventi una martire di un processo di distruzione senza fine.

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