Tropea, tutto pronto per la terza edizione del premio “Mare pulito Bruno Giordano”

Il blu del mare e l'amore per l'ambiente dell’ex procuratore Bruno Giordano. L’associazione “Mare pulito” che porta proprio il nome di Giordano, da tre anni ormai, è impegnata nell’individuazione dei Comuni virtuosi che si distinguono per l'impegno nella cura dell'ambiente e del mare.

Sabato 26 giugno, alle ore 20, al Marina Yacht club, nel porto di Tropea, per la terza edizione avrà luogo la premiazione di due Comuni calabresi particolarmente attivi in questi ambiti: Roccella e Melissa.

"abbiamo individuato, per questa edizione, due luoghi simbolo del territorio”, anticipa Francesca Mirabelli, presidente ed anima dell’associazione. “Blu Calabria presenta il premio, ogni anno, per non smettere di sensibilizzare cittadini ed istituzioni. La gestione delle spiagge, la tutela del mare, la qualità dell’acqua. Ogni buona prassi è, per noi, consapevolezza che il percorso avviato sia quello giusto”, assicura Mirabelli, annunciando l'incontro.

In considerazione della tematica trattata, l'evento vedrà la partecipazione del comandante generale delle Capitanerie di porto, ammiraglio Giovanni Pettorino. Il programma prevede l'apertura del convegno con gli interventi di diversi ospiti: oltre allo stesso Pettorino che consegnerà personalmente il premio (una targa a cura del maestro orafo Santo Naccarato), Emilio Sperone, docente di zoologia marina all'Unical, Michelangelo Iannone, direttore scientifico dell'Arpacal e Antonella Sette dell'associazione “Mare pulito”. Insieme a loro, ovviamente, il sindaco di Tropea, Giovanni Macrì e altri rappresentanti delle istituzioni.

“Vogliamo promuovere la Calabria positiva e siamo impegnati quotidianamente su tutto il territorio. In ogni angolo ed in ogni zona, l'associazione lavora per fare emergere aspetti diversi e visioni finalmente non comuni”, spiega la presidente Mirabelli.

La terza edizione sarà anche l'occasione per presentare il “Manuale sulle buone prassi per la Tutela del mare”.

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Soriano, caso del presunto pestaggio di un minore a scuola: la cronostoria e gli ultimi aggiornamenti

Ennesimo sviluppo sulla vicenda del presunto pestaggio subìto, circa tre settimane fa, da un minore in una scuola di Soriano Calabro.

I fatti:
Nella mattinata del 9 novembre scorso, un alunno frequentante la terza media presso l'istituto omnicomprensivo "Ferrari - Macchiavelli" di Soriano Calabro, sarebbe stato aggredito, al rientro dal bagno, da un bidello che lo avrebbe preso dal collo e spinto a terra; successivamente gli avrebbe sferrato un calcio all'addome, destando l'attenzione, con il caos generato, dell'insegnante del ragazzo. Questo quanto raccontato dai genitori dello studente ai carabinieri della locale Stazione. Il giovane, sempre secondo quanto riferito dai familiari, sarebbe stato costretto a recarsi presso gli ospedali di Soriano prima e Vibo Valentia poi, per ricevere le dovute cure.

La replica:
Nella ore successive alla denuncia, la figlia dell'operatore scolastico accusato è uscita, in difesa del padre, con una nota stampa asserendo che non solo il padre non avrebbe aggredito il giovane alunno, ma che mancherebbero anche prove a sostegno della tesi portata avanti dal ragazzo e che, per di più, sembra quantomeno strano che lo studente "non abbia lamentato nulla durante le ore di lezione scolastiche" e si chiede inoltre  "come avrebbe potuto, dopo aver ricevuto una così grave aggressione descritta dalla famiglia a suon di calci, spintoni e botte, continuare serenamente le ore di lezione. Difficilmente credo avrebbe potuto rialzarsi, recarsi in aula per proseguire in tutta tranquillità le ore scolastiche e successivamente andare a casa. Ci tengo a precisare che sul posto non c'è stato nessun intervento da parte dei mezzi di soccorso né di terzi".

La posizione di politica e scuola:
La prima a prendere posizione, chiedendo l'immediato interessamento del ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, e del Garante per l'infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, è stata Dalila Nesci, parlamentare grillina e capogruppo in seno alla commissione Affari Sociali alla Camera, che per conoscenza aveva scritto anche al procuratore capo di Vibo Valentia, Bruno Giordano.

La dirigente scolastica dell'istituto in questione, Licia Bevilacqua, ha subito avviato un'indagine interna affermando «ad oggi nessuna delle persone da me ascoltate ha riferito di aver visto quanto denunciato dalla parte lesa. È mia intenzione fare chiarezza garantendo comunque un clima sereno e positivo. Sono venuta a conoscenza dei fatti il giorno dopo, venerdì, e data la chiusura della scuola sabato per la festa patronale, sono riuscita ad aprire un’istruttoria solo lunedì scorso».

In seguito, tutte le parti in causa, ragazzo, operatore e dirigente scolastico, sono state convocate dal Garante per essere ascoltati e cercare di arrivare ad una soluzione. Marziale ha affermato che: "all'unisono, Garante, direttore scolastico provinciale, la dirigente scolastica, genitori e legale rappresentante del collaboratore scolastico, abbiamo concordato una strategia che badasse a riportare serenità emotiva nel bimbo, anche attraverso iniziative che avrebbero dovuto coinvolgere docenti, genitori e alunni". 

Gli ultimi aggiornamenti: 
Nella giornata di ieri la dirigente scolastica ha provveduto a notificare ai genitori del ragazzo una sanzione ai danni del loro figlio per aver provocato la lite in oggetto, asserendo anche che le lesioni riscontrate sul corpo del giovane sono state auto inflitte dal ragazzo che si sarebbe dimenato buttandosi a terra. 

Immediata la reazione di Marziale che attraverso un comunicato stampa non nasconde il proprio stupore per l'atto intrapreso dalla Bevilacqua. "Si tratta di un provvedimento - sottolinea - che contravviene a tutto quanto era stato stabilito in sede di audizione e che offende la sensibilità e la dignità degli astanti, oltre che il rispetto dovuto ad un bambino che è tornato a casa con la necessità di ricorrere alle cure del Pronto soccorso. Un provvedimento - continua Marziale - che si spinge ben oltre le proprie competenze, perché a stabilire la dinamica reale dovrebbero essere ben altre istituzioni e non la dirigente, che in sede di audizione ha ammesso di avere interrogato i propri alunni sugli accadimenti senza la presenza dei genitori, ed è il caso di ricordare che neanche un magistrato può ascoltare un minorenne senza genitori". Inoltre, il Garante auspica che la direzione scolastica regionale prenda provvedimenti nei confronti della dirigente scolastica.

Non si fa attendere neanche la replica della dirigente scolastica che, sempre attraverso una nota stampa, si affretta a chiarire: "Non avendo alcuna intenzione di entrare in polemica col Garante tengo a precisare che sono state diffuse notizie non del tutto corrispondenti a verità. Tuttavia, in piena sintonia con il Garante, la mia Amministrazione e la famiglia, concentrerò tutti i miei sforzi per un percorso di inclusione di tutti gli alunni e in particolare mi adopererò per assicurare a l’alunno in questione un clima sereno e tutta la vicinanza della comunità educante». 

Sulla questione torna ad interviene pure la parlamentare del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci che preannuncia un’interrogazione parlamentare contenente la richiesta di un’ispezione. "Sugli sviluppi della denunciata aggressione a scuola di un bambino di Soriano - asserisce la Nesci -, presenterò un'interrogazione parlamentare per un'ispezione ministeriale, avendo appreso dal Garante Antonio Marziale, che la dirigente dell'istituto scolastico coinvolto ha notificato ai genitori del bambino un avviso di sanzione nei suoi confronti". 

La parlamentare grillina conclude: "Concordo col Garante sul fatto che la dirigente scolastica ha da ultimo agito al di fuori delle proprie competenze, mandando all'aria la strategia pedagogica concordata proprio nell'ufficio di Marziale. La scelta della dirigente è irresponsabile e alimenta il disagio del bambino, che ha diritto all'istruzione dell'obbligo, e della famiglia, che adesso si ritroverà in contrasto con la scuola, indipendentemente dalla vicenda penale, che farà il suo corso in separata sede. Ricevuta la relazione del Garante, interrogherò il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli".

Non resta dunque che aspettare i nuovi sviluppi di una storia che è ancora lontana dall'ultimo atto.

Traffico di droga tra Soverato e Serra San Bruno: Arrestati perché traditi dalle chat. I DETTAGLI

Una vera e propria rete di spaccio quella smantellata stamattina dai Carabinieri della compagnia di Serra san Bruno. La complessa indagine prese il via dalle analisi delle chat di Whatsapp di Davide Tassone, 24enne di Serra San Bruno, fermato nel novembre del 2015 a bordo della sua auto con 70gr di Marijuana occultata nello sportello.

Una fitta rete, dunque, e "non un vero e proprio gruppo né un’associazione verticistica", come riferito nella conferenza stampa appena conclusa in procura a Vibo Valentia, dove erano presenti, oltre al procuratore Bruno Giordano, anche il comandante della Compagnia di Serra San Bruno, Mattia Ivan Losciale ed il pm Filomena Aliberti.

Il suddetto gruppo operava nelle piazze di Soverato e Serra San Bruno e si coordinavano attraverso l'uso del famoso servizio di messaggistica, facendosi pagare la droga anche attraverso ricariche sulla PostePay. Tra i più attivi risultano essere Tassone, dal cui telefonino è scaturita l'indagine, Musolino e Mamone, definiti dal gip come "la Triade. Ai margini dell'oraganizzazione appare invece Emanuele Mancuso, 29enne di Nicotera, l'unico attualmente irreperibile e figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto "l'Ingegnere".

Le indagini hanno consentito ai Carabinieri di documentare, oltre che con l'esame delle chat, anche con rilievi fotografici e tramite i movimenti sulle carte prepagate, lo scambio di droga e denaro tra pusher e consumatori. Inoltre è stato possibile individuare anche alcune coltivazioni di marijuana riconducibili al gruppo di spaccio.

Di seguito l'elenco completo dei nomi dei fermati:

  • Francesco Attilio Candido, 24 anni residente a Isca sullo Ionio;
  • Francesco Cannizzaro, 27 anni di Sant’Eufemia d’Aspromonte;
  • Marco Cunsolo, 31 anni di Soverato;
  • Manuel Delfino, 29 anni di Reggio Calabria;
  • Giuseppe Gamo, 27 anni di Spadola
  • Nino Emanuele, 28 anni di Santa Caterina dello Ionio;
  • Angelo Garieri, 31 anni di Cardinale;
  • Giovanni Maria Gimigliano, 23 anni di Catanzaro;
  • Damiano Mamone, 34 anni di Serra San Bruno;
  • Emanuele Mancuso, 29enne di Nicotera;
  • Simone Musolino, 26 anni di Brognaturo;
  • Fernando Spatola, 20 anni di Serra San Bruno;
  • Davide Tassone, 24 anni di Serra San Bruno;
  • Vincenzo Tino, di Capistrano;
  • Piera Tounsi, 23 anni di Suzzara (Mn);
  • Cristian Francesco Valenti, 21 anni di Serra San Bruno;

 

Donna trovata carbonizzata: c'è un sospettato

"C'è un sospettato, e anche da tempo, ma non possiamo certo aggiungere altro". E' quanto ha rivelato, in occasione di una conversazione con l'Agi, Bruno Giordano, capo della Procura della Repubblica di Paola, commentando gli sviluppo dell'indagine sull'assassinio della 32enne Silvana Rodriguez. Il cadavere carbonizzato della donna, nata in Brasile, fu scoperto il 13 dicembre dello scorso anno all'interno di una vettura incendiata e rinvenuta a ridosso del cimitero di Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza. Sembra che gli inquirenti abbiano a disposizione le immagini registrate da una telecamera di sorveglianza e rivelatesi preziose ai fini dell'inchiesta. 

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