Soriano, caso del presunto pestaggio di un minore a scuola: la cronostoria e gli ultimi aggiornamenti

Ennesimo sviluppo sulla vicenda del presunto pestaggio subìto, circa tre settimane fa, da un minore in una scuola di Soriano Calabro.

I fatti:
Nella mattinata del 9 novembre scorso, un alunno frequentante la terza media presso l'istituto omnicomprensivo "Ferrari - Macchiavelli" di Soriano Calabro, sarebbe stato aggredito, al rientro dal bagno, da un bidello che lo avrebbe preso dal collo e spinto a terra; successivamente gli avrebbe sferrato un calcio all'addome, destando l'attenzione, con il caos generato, dell'insegnante del ragazzo. Questo quanto raccontato dai genitori dello studente ai carabinieri della locale Stazione. Il giovane, sempre secondo quanto riferito dai familiari, sarebbe stato costretto a recarsi presso gli ospedali di Soriano prima e Vibo Valentia poi, per ricevere le dovute cure.

La replica:
Nella ore successive alla denuncia, la figlia dell'operatore scolastico accusato è uscita, in difesa del padre, con una nota stampa asserendo che non solo il padre non avrebbe aggredito il giovane alunno, ma che mancherebbero anche prove a sostegno della tesi portata avanti dal ragazzo e che, per di più, sembra quantomeno strano che lo studente "non abbia lamentato nulla durante le ore di lezione scolastiche" e si chiede inoltre  "come avrebbe potuto, dopo aver ricevuto una così grave aggressione descritta dalla famiglia a suon di calci, spintoni e botte, continuare serenamente le ore di lezione. Difficilmente credo avrebbe potuto rialzarsi, recarsi in aula per proseguire in tutta tranquillità le ore scolastiche e successivamente andare a casa. Ci tengo a precisare che sul posto non c'è stato nessun intervento da parte dei mezzi di soccorso né di terzi".

La posizione di politica e scuola:
La prima a prendere posizione, chiedendo l'immediato interessamento del ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, e del Garante per l'infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, è stata Dalila Nesci, parlamentare grillina e capogruppo in seno alla commissione Affari Sociali alla Camera, che per conoscenza aveva scritto anche al procuratore capo di Vibo Valentia, Bruno Giordano.

La dirigente scolastica dell'istituto in questione, Licia Bevilacqua, ha subito avviato un'indagine interna affermando «ad oggi nessuna delle persone da me ascoltate ha riferito di aver visto quanto denunciato dalla parte lesa. È mia intenzione fare chiarezza garantendo comunque un clima sereno e positivo. Sono venuta a conoscenza dei fatti il giorno dopo, venerdì, e data la chiusura della scuola sabato per la festa patronale, sono riuscita ad aprire un’istruttoria solo lunedì scorso».

In seguito, tutte le parti in causa, ragazzo, operatore e dirigente scolastico, sono state convocate dal Garante per essere ascoltati e cercare di arrivare ad una soluzione. Marziale ha affermato che: "all'unisono, Garante, direttore scolastico provinciale, la dirigente scolastica, genitori e legale rappresentante del collaboratore scolastico, abbiamo concordato una strategia che badasse a riportare serenità emotiva nel bimbo, anche attraverso iniziative che avrebbero dovuto coinvolgere docenti, genitori e alunni". 

Gli ultimi aggiornamenti: 
Nella giornata di ieri la dirigente scolastica ha provveduto a notificare ai genitori del ragazzo una sanzione ai danni del loro figlio per aver provocato la lite in oggetto, asserendo anche che le lesioni riscontrate sul corpo del giovane sono state auto inflitte dal ragazzo che si sarebbe dimenato buttandosi a terra. 

Immediata la reazione di Marziale che attraverso un comunicato stampa non nasconde il proprio stupore per l'atto intrapreso dalla Bevilacqua. "Si tratta di un provvedimento - sottolinea - che contravviene a tutto quanto era stato stabilito in sede di audizione e che offende la sensibilità e la dignità degli astanti, oltre che il rispetto dovuto ad un bambino che è tornato a casa con la necessità di ricorrere alle cure del Pronto soccorso. Un provvedimento - continua Marziale - che si spinge ben oltre le proprie competenze, perché a stabilire la dinamica reale dovrebbero essere ben altre istituzioni e non la dirigente, che in sede di audizione ha ammesso di avere interrogato i propri alunni sugli accadimenti senza la presenza dei genitori, ed è il caso di ricordare che neanche un magistrato può ascoltare un minorenne senza genitori". Inoltre, il Garante auspica che la direzione scolastica regionale prenda provvedimenti nei confronti della dirigente scolastica.

Non si fa attendere neanche la replica della dirigente scolastica che, sempre attraverso una nota stampa, si affretta a chiarire: "Non avendo alcuna intenzione di entrare in polemica col Garante tengo a precisare che sono state diffuse notizie non del tutto corrispondenti a verità. Tuttavia, in piena sintonia con il Garante, la mia Amministrazione e la famiglia, concentrerò tutti i miei sforzi per un percorso di inclusione di tutti gli alunni e in particolare mi adopererò per assicurare a l’alunno in questione un clima sereno e tutta la vicinanza della comunità educante». 

Sulla questione torna ad interviene pure la parlamentare del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci che preannuncia un’interrogazione parlamentare contenente la richiesta di un’ispezione. "Sugli sviluppi della denunciata aggressione a scuola di un bambino di Soriano - asserisce la Nesci -, presenterò un'interrogazione parlamentare per un'ispezione ministeriale, avendo appreso dal Garante Antonio Marziale, che la dirigente dell'istituto scolastico coinvolto ha notificato ai genitori del bambino un avviso di sanzione nei suoi confronti". 

La parlamentare grillina conclude: "Concordo col Garante sul fatto che la dirigente scolastica ha da ultimo agito al di fuori delle proprie competenze, mandando all'aria la strategia pedagogica concordata proprio nell'ufficio di Marziale. La scelta della dirigente è irresponsabile e alimenta il disagio del bambino, che ha diritto all'istruzione dell'obbligo, e della famiglia, che adesso si ritroverà in contrasto con la scuola, indipendentemente dalla vicenda penale, che farà il suo corso in separata sede. Ricevuta la relazione del Garante, interrogherò il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli".

Non resta dunque che aspettare i nuovi sviluppi di una storia che è ancora lontana dall'ultimo atto.

I docenti Gae (graduatorie ad esaurimento) del vibonese si rivolgono al ministro della Pubblica Istruzione

Di seguito la lettera inviata al ministro della Pubblica Istruzione, dai docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento della provincia di Vibo Valentia

"Gent. Ministra,

siamo i docenti GAE della provincia di Vibo Valentia. Innanzitutto intendiamo ringraziarla in quanto è stata l’unica Ministra a prendere in considerazione i residuali GAE, rimanendo ferma sulle sue posizioni volte a non sbloccare il vincolo triennale di permanenza previsto dalla “Buona scuola” per gli insegnanti assunti lo scorso anno. La preghiamo di mantenere queste posizioni, in quanto la deroga a tale vincolo comporterebbe per noi docenti GAE ulteriori penalizzazioni che non possiamo subire. Siamo rimasti nelle GAE perché due anni fa, all’entrata in vigore della “Buona scuola” abbiamo scelto di non produrre domanda per l’ottenimento del ruolo in quanto ci si prospettava il concreto rischio di essere assunte in una qualsiasi delle100 province italiane. L’anno scorso, a decisioni e ad assunzioni avvenute, l’emendamento Puglisi ha annullato il vincolo triennale di permanenza dei nuovi assunti; pertanto anche i colleghi di fase B e di fase C, che due anni fa hanno deciso consapevolmente di produrre domanda per tutte le 100 province italiane, hanno potuto inoltrare domanda di assegnazione provvisoria interprovinciale. La conseguenza è stata la perdita dei posti che spettavano a noi docenti presenti in Gae; inoltre, non abbiamo ricevuto nessun incarico annuale. Noi GAE, l’anno scorso, abbiamo manifestato anche a Roma davanti al MIUR, ma l’allora ministra Giannini si è rifiutata di ascoltarci. Quest’anno confidiamo in Lei, gentile ministra, perché non possiamo più essere vittime di ingiustizie. Siamo precari storici, con oltre vent’anni di servizio alle spalle, che operano nelle scuole con serietà e competenza; abbiamo anche famiglie da mantenere, nella maggior parte dei casi monoreddito, e non possiamo più vedere i nostri posti di lavoro soffiati da chi ha scelto CONSAPEVOLMENTE di produrre domanda pur conoscendo il rischio concreto di doversi trasferire in province diverse dalla propria".

 

Udc Giovani chiede le dimissioni del ministro Valeria Fedeli

Riceviamo e pubblichiamo

"Il coordinamento nazionale dei Giovani UDC riunitosi questa mattina ha deciso in modo unanime di presentare lettera di dimissioni del neo Ministro del MIUR Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca On. Valeria Fedeli del gruppo parlamentare Partito Democratico. Constatate la sua falsa dichiarazione di Laureata in Scienze Sociali e la grave promulgazione della teoria gender che è di grande pericolo per l’identità cristiana del Paese e la difesa della famiglia, chiediamo al Presidente del Consiglio On. Paolo Gentiloni la revoca della nomina. In tal senso, seguirà raccolta firme unitaria con associazioni e movimenti di ispirazione cattolica in sintonia con la segreteria nazionale del Partito guidata dall’On. Lorenzo Cesa".

Marco Martino - Coordinatore nazionale giovani Udc

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