Le Forze speciali italiane sono già in Libia, lo conferma un documento top secret

Le Forze speciali italiane stanno operando in Libia. A confermare l'indiscrezione fatta ciorcolare da Repubblica, un documento top secret pubblicato dall'Huffington Post.  Redatto dal Comitato di controllo sui servizi segreti (Copasir), il documento conferma la presenza dei nostri militari sullo scacchiere libico. Le operazioni attualmente in corso sono "effettuate in applicazione della normativa approvata lo scorso novembre dal parlamento, che consente al presidente del Consiglio di autorizzare missioni all'estero di militari dei nostri corpi d'elite ponendoli sotto la catena di comando dei servizi segreti con tutte le garanzie connesse. Immunità compresa". In altri termini, "i commando del IX Reggimento 'Col Moschin' del Gruppo Operativo Incursori del Comsubin, del XVII Stormo Incursori dell'Aeronautica Militare e del Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri (e le forze di supporto aereo e navale) non rispondono alla catena di comando della coalizione dei trenta e più paesi che appoggia il governo del premier Fayez al Sarraj, ma direttamente" al governo Renzi. Secondo alcune indiscrezioni, le teste di cuoio italiane opererebbero a Tripoli, Misurata e Bengasi e svolgerebbero attività di formazione dei militari del Governo di Unità nazionale e delle milizie di Misurata.

L'Isis pronto a colpire in Europa, rischia anche l'Italia

Nonostante stia perdendo terreno in Siria, Iraq e Libia, L'Isis starebbe continuando ad addestrare terroristi da far entrare in azione in Europa. L'allarme è contenuto in una relazione che il direttore della Cia, John Brennan ha preparato per il Congresso statunitense. Per il capo dell'agenzia di spionaggio per l'estero statunitense, lo Stato islamico punterebbe, inoltre, ad attuare tattiche di guerriglia con le quali compensare le perdite territoriali subite di recente. L'Isis starebbe lavorando, quindi, alla predisposizione di una complessa ed articolata struttura terroristica in grado di compiere ed ispirare attentati come quelli che hanno colpito Parigi e Bruxelles. Secondo le informazioni in possesso della Cia, sarebbero numerosi i terroristi pronti ad entrare in azione. Brennan ha, infine, confermato la nuova strategia messa in campo dall'Isis che starebbe esortando i propri seguaci a compiere attentati in stile lupi solitari nei paesi in cui vivono. Per quanto riguarda l'Italia, secondo il procuratore nazionale antiterrorismo, Franco Roberti, "l'Italia rischia, ma non più di prima". Allo stato, infatti, non ci sarebbero ulteriori "motivi nuovi di preoccupazione"

 

 

Immigrazione: in 800 mila pronti a partire dalla Libia

"In generale si attende un aumento del numero dei migranti che cercheranno di raggiungere l'Ue. Nella sola Libia ce ne sono 800 mila in attesa di partire". E' quanto si legge in un rapporto pubblicato oggi da Europol-Interpol a proposito delle reti criminali che trafficano in esseri umani. Secondo una stima approssimativa contenuta nel rapporto, nel solo 2015, grazie alla tratta di essere umani verso l'Europa, le organizzazione criminali avrebbero messo le mani su cinque/sei miliardi di dollari. Il milione di immigrati entrati illegalmente nei Paesi dell'Unione europea hanno pagato ai trafficanti per il loro viaggio una cifra media compresa tra i 3200 ed i 6500 dollari.

Sono arrivati in Italia i due tecnici rapiti in Libia

E` atterrato questa mattina alle 5 all'aeroporto di Ciampino, l'aereo che ha riportato in Italia Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due tecnici italiani, rapiti in Libia nel luglio scorso. Ad accoglierli sulla pista dello scalo romano, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ed il generale Giuseppe Governale comandante dei Ros. Poi l'intenso abbraccio con i familiari: la moglie di Pollicardo, Ema Orellana, e i figli Gino junior e Jasmine; emozionatissimi anche Maria Concetta Arena, moglie di Calcagno, giunta a Ciampino insieme a i figli Cristina e Gianluca. Sbarbati, stanchi e visibilmente provati, i due tecnici hanno a stento trattenuto le lacrime. Secondo la prassi, Pollicardo e Calcagno dovrebbero incontrare nelle prossime ore il pm Sergio Colaiocco. Molti ancora i punti oscuri di tutta la vicenda, che ha subito una drammatica accelerazione dopo l'uccisione dei loro colleghi Salvatore Failla e Fausto Piano, le cui salme si trovano ancora in Libia, presumibilmente nella citta` di Sabrata.

Libia: uccisi due tecnici italiani

Due tecnici italiani sono stati uccisi in Libia. La notizia è stata data dalla Farnesina in un comunicato nel quale si legge: “Relativamente alla diffusione di alcune immagini di vittime di sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, apparentemente riconducibili a occidentali, la Farnesina informa che da tali immagini e tuttora in assenza della disponibilità dei corpi, potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni "Bonatti", rapiti nel luglio 2015 e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla”. I due connazionali detenuti da miliziani legati all’Isis, sarebbero stati uccisi nel corso di un conflitto a fuoco alla periferia della città di Sabrata. Il convoglio sul quale viaggiavano sarebbe stato colpito dalle forze di sicurezza libiche. Nello scontro non sarebbero rimasti coinvolti, invece, gli altri due italiani (Gino Pollicardo e Filippo Calcagno) che, stando a quando dichiarato dal sottosegretario con delega ai servizi segreti, Marco Minniti, sarebbero ancora vivi. Fausto Piano e Salvatore Failla erano originari, rispettivamente di Capoterra (Cagliari) e Carlentini (Siracusa). I quattro tecnici della Bonatti erano stati rapiti lo scorso 20 luglio mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli, nei pressi del area in cui sorge l’insediamento della Mellitah Oil Gas Company, il principale socio dell'Eni.

Al Qaeda minaccia l'Italia

La Libia "si è venduta agli stranieri"; "l'Italia ha occupato Tripoli"; gli invasori "italiani se ne pentiranno". Sono questi alcuni dei passaggi salienti del messaggio audio-video che Abu Yusuf al Anabi, uno dei leader dell'Aqmi, il ramo nordafricano di al Qaeda, ha diffuso tramite l'agenzia mauritana 'al-Akhbar'. L'occupazione italiana della Libia, consisterebbe nel ruolo svolto da Roma per far trovare l'intesa necessaria alla sottoscrizione degli accordi di Shkirat, in Marocco.  

Libia: l'Isis entra a Sabratha, a rischio il sito archeologico patrimonio dell'Unesco

 Allarga la propria sfera d'influenza lo Stato Islamico che dal Medioriente è approdato in Libia dove, stando a quanto riportato dai media locali, avrebbe messo le mani su Sabratha. La città, situata nella parte nord occidentale del Paese, è conosciuta nel mondo per l'importante sito archeologico che, dal 1982, fa parte dei beni Patrimoni dell'Unesco. Gli uomini, quasi tutti tunisini, che fanno capo ad Abu Bakr al-Baghdadi avrebbero già allestito numerosi posti di blocco intorno alla città. Il timore è che i miliziani dello Stato Islamico, che mai si erano spinti così a ovest, potrebbero mettere le mani sui reperti archeologici per finanziare le loro attività. Un timore tutt'altro che infondato visto quanto è accaduto a Palmira, la città siriana dove i terroristi hanno fatto scempio di uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo.

 

L'Isis acquista simulatori di volo, si temono dirottamenti aerei

“Lo Stato islamico addestra piloti a Sirte, in Libia, grazie a dei simulatori avanzati”. A darne notizia è il quotidiano saudita Asharq al-Awsat secondo il quale “i piloti del Califfato, si starebbero addestrando nel decollo, nell’atterraggio, nelle tecniche per determinare le coordinate di un aereo in volo e nelle comunicazioni con la torre di controllo”. L'addestramento si starebbe svolgendo grazie a simulatori di volo consegnati lo scorso ottobre. Altri due simulatori, configurati con un assetto per velivoli militari, sarebbero stati consegnati due settimane fa. Il timore è che i terroristi dell'Isis si stiano preparando a dirottare aerei civili con i quali compiere attentati simili a quelli dell'11 settembre 2001.

 

 

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