Sbarco di migranti in Calabria, fermati due scafisti

Cariati - Due cittadini di nazionalità russa, D.A. e V.V., di 36 e 47 anni, sono stati fermati in Calabria con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Da quanto ricostruito dagli inquirenti, i due sarebbero stati gli skipper della barca a vela di circa quindici metri spiaggiatasi ieri mattina a Cariati (Cs) e dalla quale sono sbarcati oltre cinquanta immigrati provenienti da Iraq e Iran.

Sul posto, in seguito ad alcune segnalazione, sono intervenuti Carabinieri e Polizia di Stato che hanno bloccato i migranti prima che si disperdessero.

Contestualmente sono state avviate le indagini per individuare i responsabili dello sbarco. Nel corso di poche ore, grazie agli accertamenti condotti dagli uomini della Squadra mobile di Cosenza, è stato, quindi, possibile rintracciare i presunti scafisti nei due cittadini russi i quali, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti nella casa circondariale di Castrovillari.

Barca a vela carica di migranti intercettata in Calabria

Nella prima mattinata di ieri (22 dicembre) un velivolo della capitaneria di porto, durante una missione in ambito Frontex sul mare Jonio, ha allertato il dispositivo di sorveglianza, segnalando un’imbarcazione sospetta, ad una quarantina di miglia marine dal territorio italiano.

Tre unità navali della guardia di finanza, due del Roan di Vibo Valentia (Sezioni operative navali di Crotone e Rossano-Corigliano) e un pattugliatore d’altura del Gruppo aeronavale di Messina, hanno preso immediatamente il mare, individuando e seguendo il bialbero con i sistemi di scoperta a lungo raggio, sino all’ingresso nelle acque nazionali, a poche miglia da Capo Rizzuto, nel crotonese.

Quando l’imbarcazione è stata intercettata e fermata - intorno alle 19 di ieri - i finanzieri hanno trovato a bordo, nascosti sottocoperta, 32 migranti di nazionalità iraniana ed irachena ed al timone, tre moldavi.

I militari hanno, quindi, condotto sotto scorta la barca a vela nel porto di Crotone, dove sono state eseguite le  operazioni d’identificazione ed assistenza sanitaria.

I tre moldavi sono stati messi a disposizione dell’autorità giudiziaria, con l’accusa di essere gli scafisti, mentre l’imbarcazione è stata sequestrata.

Gli immigranti, invece, sono stati condotti nelle strutture d’accoglienza per gli adempimenti del caso.

Sbarco di migranti a Vibo, arrestati 3 extracomunitari

Nella tarda serata di ieri si sono concluse le operazioni di accoglienza e fotosegnalamento secondo procedura Eurodac dei 400 migranti giunti con la nave “Topaz Responder” alle ore 14 del 7 novembre presso il porto di Vibo Marina, provenienti da sei distinte operazioni di salvataggio in mare aperto nei giorni precedenti.

Al termine delle operazioni, svoltesi come di consueto presso due capannoni industriali della frazione Portosalvo specificamente adibiti allo scopo, tutti i migranti sono partiti a bordo di pullman alla volta delle province di destinazione, come da piano di riparto della Direzione Centrale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e l’Asilo.

Nell’immediatezza dello sbarco, una task force di polizia giudiziaria composta da personale della squadra Mobile e del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, raccogliendo concordanti e circostanziate dichiarazioni con l’ausilio di mediatori culturali, ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto un senegalese e un cittadino del Gambia. Il primo è stato identificato quale pilota di una imbarcazione priva di bandiera partita carica di migranti da Sebrata, ed il secondo quale soggetto che, prima dell’intervento di salvataggio, aveva percosso ripetutamente quanti non fossero rimasti fermi al loro posto. Un terzo soggetto, marocchino, è stato invece tratto in arresto in esecuzione di ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Brescia per espiare la pena di un anno e due mesi di reclusione per reati contro il patrimonio e reiterate violazioni di provvedimenti d’espulsione dal territorio nazionale.

Tutti sono stati associati presso la locale casa circondariale a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Storie di vita e speranza: sbarca in Calabria per curare figlio con leucemia

Ormai da tempo la Polizia di Stato, di concerto con le altre Forze di Polizia e con tutte le Istituzioni competenti, è impegnata sul fronte degli sbarchi di centinaia di migranti presso il porto di Reggio Calabria. Ad ogni sbarco approdano, dinanzi agli occhi attenti e vigili degli operatori di Polizia, scenari assolutamente nuovi, complesse storie di vita e, purtroppo in qualche caso, di morte. Tangibile la pregnanza umana, prima ancora che professionale, del personale della Polizia di Stato in occasione dello sbarco dello scorso 14 luglio, allorquando 541 cittadini extracomunitari, tratti in salvo dalla nave Bourbon Argos, battente bandiera lussemburghese, in uso all’Organizzazione non governativa “Medici senza frontiere”, sono stati accolti presso il porto di Reggio Calabria. Nell’articolato ed ormai collaudato protocollo operativo, gli uomini della locale Squadra Mobile, coadiuvati dai mediatori culturali, hanno effettuato l’attività info-investigativa di competenza, raccogliendo le dichiarazioni “a caldo” dei migranti, al fine di tracciare una possibile rotta del cosiddetto “viaggio della speranza” e risalire all’eventuale presenza a bordo dei cosiddetti scafisti, uomini senza scrupoli che, dietro laute ricompense in denaro, costringono centinaia di migranti ad affrontare il mare in condizioni disumane, col miraggio di raggiungere l’Italia. Nell’assolata giornata del 14 luglio, gli Agenti della Squadra Mobile hanno accertato che 2 dei 541 migranti sbarcati, padre e figlio di origini libiche, avevano intrapreso il viaggio a bordo di un piccolo natante fornito, gratuitamente, da un amico pescatore. Il genitore ha riferito di aver intrapreso il viaggio con la speranza di giungere il territorio italiano per assicurare al figlio, gravemente malato di leucemia, le necessarie cure mediche, essendo in precarie condizioni economiche e non avendo, in Libia, alcuna speranza di guarigione. Così, prontamente, il giovane 24enne è stato ricoverato presso il Reparto di Ematologia del locale nosocomio per le cure negate in terra natia.

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Sbarcati 341 migranti in Calabria

Sono in via di completamento le operazioni di sbarco che hanno interessato 314 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia, con interventi dei mezzi della Guardia Costiera e, successivamente, coordinati attraverso l’impiego della nave mercantile "Dattilo" indirizzata verso il porto di Crotone. Si tratta di migranti tutti di nazionalità sub-sahariana; lo screening sanitario è stato curato dal locale SUEM 118 e n.205 migranti sono già partiti alla volta dell’Hot Spot di Taranto. Per accertamenti, un minore è stato ricoverato presso l’Ospedale di Crotone e altri due migranti, presso l’infermeria dell’HUB-Crotone. Il Comune di Crotone ha curato l’accoglienza di 86 minori non accompagnati; 4 migranti saranno, nelle prossime ore, attinti da provvedimento di espulsione e 16 persone si trovano, allo stato, presso la Questura di Crotone, per essere interrogate. La Prefettura di Crotone ha coordinato le procedure per il primo soccorso e l’accoglienza, operate da personale del Comune di Crotone, delle Forze di Polizia, della Capitaneria di Porto, dell’Azienda Sanitaria Provinciale e della Croce Rossa.

 

La Polizia arresta un uomo sorpreso con il passaporto contraffatto

All’esito di prolungata attività d’indagine svolta in occasione dello sbarco di 323 cittadini extracomunitari di varie nazionalità, avvenuto alle ore 11.30 circa del 30 marzo, presso il porto di Crotone, personale della Squadra Mobile, unitamente ai militari della Guardia di Finanza –Unità Navale della Sezione Operativa Navale - di Crotone, nella serata di ieri, ha tratto in arresto il cittadino somalo Alinur Shire Abdimahad e denunciato in stato di libertà alla Procura dei Minori il cittadino somalo D.M.A., poiché sorpresi in possesso di passaporto contraffatto. Nello specifico, gli investigatori, all’atto delle procedure di prima identificazione, hanno avuto modo di notare che i passaporti forniti da due cittadini somali, entrambi dichiaratisi minorenni, presentavano delle anomalie tali da ritenere opportuno effettuare più approfondite verifiche. Dall’attento esame dei documenti si è accertato che sulla pagina indicante i dati anagrafici del titolare del passaporto era stata artatamente sovrapposta un'altra pagina, munita di apposita plastificazione, riportante le foto e le generalità dei fermati. I due, al fine di accertare la loro reale età anagrafica, sono stati, quindi, sottoposti ad appositi esami medici che hanno stabilito la maggiore età per Alinur Shire Abdimahad ed una età compatibile con i 17 anni per D.M.A. Sulla scorta delle risultanze investigative acquisite, Alinur Shire Abdimahad è stato dichiarato in stato di arresto e tradotto presso la casa circondariale di Crotone a disposizione della competente Autorità Giudiziaria mentre D. M. A. è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Catanzaro.

 

Sbarco di 734 migranti ieri in Calabria: la Polizia cattura due sospetti scafisti

A conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, nella tarda serata di mercoledì 30 marzo, la Squadra Mobile,collaborata dai militari della Guardia Costiera, ha sottoposto, d’iniziativa, a fermo di indiziato di delitto 2 cittadini extracomunitari di origine senegalese, gravemente indiziati di essere stati al comando di un natante di fortuna sul quale viaggiavano parte dei migranti sbarcati poi al porto di Reggio Calabria nella stessa giornata di ieri, dopo essere stati soccorsi in mare dalla nave "Diciotti" al largo delle coste libiche, in acque internazionali. Ai cittadini senegalesi fermati, Alioune Ndiyae, 22 anni e Moustapha Khouma, 19 anni, sono stati contestati i delitti di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, essendosi associati, secondo gli inquirenti, tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, al fine di commettere una serie indeterminata di delitti volti a procurare l’ingresso illegale nel territorio dello Stato Italiano, avvalendosi di mezzi di trasporto terreste e navale, con ripartizione di ruoli e compiti, allo scopo di: reclutare soggetti interessati ad entrare illegalmente, via mare, in Italia, dietro pagamento di somme di denaro (corrispettivo del prezzo del viaggio); organizzare ed eseguire, unitamente ad altri soggetti, in tutte le fasi, il successivo trasferimento verso l’Italia, attraverso una rete organizzativa costituita da uomini e mezzi di trasporto terrestri, per raggiungere le località di mare di partenza (nord-africane) e navali per effettuare la traversata del Mar Mediterraneo in direzione delle coste italiane; assumere - i soggetti stranieri sottoposti a fermo di indiziato di delitto - il ruolo di scafista e/o addetto al governo dell’imbarcazione utilizzata per il trasferimento in Italia degli immigrati clandestini. Ai due soggetti fermati, sono stati, altresì, contestati i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, perché, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, avrebbero condotto dalle coste libiche verso il territorio dello Stato italiano un natante di fortuna, privo di bandiera, a bordo del quale viaggiavano parte dei 774 migranti giunti al porto di Reggio Calabria dopo essere stati tratti in salvo dalla nave della Guardia Costiera italiana "Diciotti", procurando in tal modo l’ingresso illegale di stranieri nel territorio dello Stato, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale. Con le aggravanti, per i soggetti accusati, di aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone; di aver esposto le persone trasportate a pericolo per la vita o per l’incolumità; di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante; di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto. Nello specifico, dalla ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori della Squadra Mobile è emerso che i migranti che erano a bordo del natante di fortuna condotto dai soggetti fermati, dopo aver pagato una somma di denaro in valuta libica agli organizzatori dei viaggi illegali verso le coste italiane, sono partiti da Sabratah, località sita sulla costa del Paese nord africano, nella notte tra il 28 ed il 29 marzo., viaggiando per diverse ore, sino alle prime luci del giorno, stipati su un natante di fortuna, senza alcuna dotazione di bordo per l’emergenza ed a tutela dell’incolumità personale. Agli stessi profughi, inoltre, durante tutta la navigazione e prima di essere soccorsi dall’unità navale della Guardia Costiera italiana, non è mai stato fornito cibo, né acqua, né altri generi di conforto. Proseguono, pertanto, le indagini per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici del traffico di esseri umani.

 

Sbarco migranti: fermati due scafisti

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica, hanno posto in stato di fermo di indiziato di delitto due scafisti per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di un magrebino già sottrattosi in Italia a pena detentiva per furto e rapina. Ciò a seguito dello sbarco avvenuto, lo scorso 30 ottobre, presso il locale porto del pattugliatore norvegese "Siem Pilot" con a bordo 824 migranti provenienti dall'area sub-sahariana e mediorientale. I suddetti cittadini extracomunitari erano stati soccorsi a largo delle coste libiche nel corso di cinque distinte operazioni di salvataggio condotte da altrettante unità navali nazionali ed estere e successivamente trasferiti a bordo del citato pattugliatore norvegese, impegnato nel Mar Mediterraneo nell'ambito del dispositivo "Triton 2015", su cui è imbarcato anche un militare della Guardia di Finanza, in qualità di "liason officer Frontex" e con funzioni di collegamento. Successivamente alle operazioni di sbarco, personale della Squadra Mobile e del Nucleo PT - G.I.C.O. di Reggio Calabria, d’intesa con la competente Procura, ha avviato approfondite e serrate indagini finalizzate all’individuazione di eventuali soggetti responsabili del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che i due "scafisti" Ben Ali Ali, 22 anni, e Faye Ablaye, 37 anni, rispettivamente, di origine tunisina e senegalese, farebbero parte di un’organizzazione criminale - integrata da altri soggetti allo stato non identificati - operante sia in diversi Stati dell’Africa sub-sahariana (ove assume i contatti con i migranti interessati all’espatrio), sia in Libia (ove organizza i viaggi, attraverso il Mediterraneo, alla volta dei Paesi europei) che in Italia (punto di approdo o di ulteriore smistamento degli immigrati clandestini). Inoltre, i migranti sentiti in atti hanno riferito di avere corrisposto, per espatriare, all'organizzazione criminale fino a 9.000 dollari, ciascuno, e di avere affrontato il viaggio in condizioni di estremo pericolo per la propria vita e incolumità subendo un trattamento inumano e degradante. Infatti - durante la traversata a bordo di imbarcazioni di fortuna - gli immigrati sono stati stipati in luoghi angusti, hanno avuto a disposizione viveri assolutamente insufficienti e, in diversi casi, hanno riportato fratture e gravi infezioni subendo anche aborti. L’individuazione dei due "scafisti" è stata resa possibile sia attraverso il loro riconoscimento fotografico da parte degli altri soggetti imbarcati, sia in quanto sono stati rinvenuti in loro possesso telefoni cellulari che gli altri migranti - secondo le dichiarazioni raccolte - erano stati, invece, costretti a consegnare ai membri dell’organizzazione criminale prima della partenza. Alla luce di ciò, pertanto la Squadra Mobile di Reggio Calabria ed il Nucleo di Polizia Tributaria – G.I.C.O. di questo capoluogo hanno sottoposto d’iniziativa a fermo di indiziato di delitto, ex art, 384 c.p.p., i suddetti cittadini tunisini e senegalesi per il reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nel territorio dello Stato italiano, con le aggravanti di aver consentito l’ingresso di più di cinque persone; di aver esposto le persone trasportate a pericolo per la vita o per l’incolumità; di aver sottoposto le persone a trattamento inumano o degradante; di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto. All’esito del giudizio, avvenuto nella giornata di ieri 2 novembre 2015, il G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria ha convalidato il fermo a carico dei soggetti fermati ed ha emesso nei loro confronti la misura della custodia cautelare in carcere. Inoltre, grazie a ulteriori controlli di polizia, è stato individuato - tra gli immigrati sbarcati dal natante norvegese - un soggetto di nazionalità tunisina, Khedhir Ismail, 35 anni, destinatario di un ordine di carcerazione a seguito di una sentenza di condanna definitiva, emessa dal Tribunale di Como, per furto e rapina. Nello specifico, il magrebino - privo di documenti - stava tentando di rientrare clandestinamente in Italia ove si era sottratto alla pena detentiva rendendosi sin da subito irreperibile. Pertanto, è stato eseguito nei suoi confronti il citato ordine di carcerazione a suo tempo emesso e rimasto inevaso.

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