Truffa ai danni dell'Inps, denunciati 93 falsi braccianti

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Locri, hanno scoperto una presunta frode, perpetrata da due imprenditori agricoli operanti nella zona ionica reggina.

Per i militari, la fittizia comunicazione all’Inps dell’assunzione di falsi braccianti agricoli, la predisposizione e l’esibizione ad enti pubblici di atti falsi, avrebbero permesso di moltiplicare le giornate lavorative effettivamente rese, consentendo, così, a 93 persone di ottenere il pagamento indebito di indennità di disoccupazione, malattia o altri benefici di natura agricola, per un importo pari a circa  285 mila euro. 

Gli ideatori della presunta truffa avrebbero presentato atti da considerarsi a tutti gli effetti non validi, in quanto contenenti firme false e comunicazioni di assunzione di manodopera agricola in realtà mai avvenute, tutte a nome e per conto di ignari proprietari di terreni agricoli, adibiti a coltivazioni varie quali grano, frumento e olive, nonché allevamento di ovini.

Le indagini condotte dalle fiamme gialle hanno portato alla segnalazione all’Autorità giudiziaria di 95 persone, tutte accusate di reati che vanno dal falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, al falso materiale, alla truffa aggravata.

 

 

Truffa aggravata ai danni dello stato, denunciati 6 responsabili Caf e 355 contribuenti

Al termine di un’articolata e complessa attività d’indagine, i finanzieri del Gruppo di Locri hanno scoperto una presunta truffa aggravata ai danni dell’erario perpetrata, nei comuni di Africo, Platì, San Luca e Bovalino, da sei responsabili periferici di Caf (Centri di assistenza fiscale) e 355 contribuenti, mediante la predisposizione e trasmissione di dichiarazioni fiscali contenenti dati non veritieri, con un danno alle casse dello Stato per circa 2 milioni di euro.

Il servizio svolto dalle fiamme gialle, in collaborazione con l’Agenzia delle entrate di Reggio Calabria, è stato finalizzato al controllo dei modelli dichiarativi (730/2017), recanti quale sostituto d’imposta l’Inps, al fine di verificare la corretta percezione di rimborsi fiscali da parte dei contribuenti.

L'esame delle posizioni fiscali controllate, ha consentito ai militari di rilevare un sistema fraudolento finalizzato all’indebito percepimento anche di doppi rimborsi Irpef per importi minimamente inferiori alla soglia prevista per il controllo preventivo della dichiarazione dei redditi da parte dell’Agenzia delle entrate.

Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, come diverse persone coinvolte abbiano indebitamente richiesto e ottenuto rimborsi fiscali relativi ad ingenti crediti non giustificati, nella maggior parte dei casi, per la modesta situazione reddituale derivante, quasi sempre, da contratti di lavoro a tempo determinato.

Grazie agli accertamenti economico-patrimoniali, i finanzieri hanno scoperto che, a fronte della precaria situazione reddituale dichiarata, alcuni degli indagati risultano proprietari di beni mobili di lusso ed immobili di pregio.

Le indagini si sono concluse con il deferimento all’Autorità giudiziaria di 6 responsabili periferici di Centri di assistenza fiscale e 355 contribuenti, per le ipotesi di reato riguardante la truffa aggravata ai danni dell’erario e la falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

 

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In casa con 50 macchine da caffè, 34enne denunciato a Soriano

 Nel corso di una perquisizione domiciliare, i carabinieri della Stazione di Soriano Calabro hanno rinvenuto 50 macchine da caffè, del valore complessivo di circa 5 mila.

Le successive indagini hanno permesso ai militari di scoprire, che il materiale era riconducibile ad una truffa compiuta online.

Il proprietario dell’abitazione, C.D., di anni 34, originario di Soriano Calabro, è stato quindi denunciato all'autorità giudiziaria, con l'accusa di truffa e ricettazione.

 

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Truffa all'Inps, denunciati oltre 300 falsi braccianti

Al termine di una complessa attività d'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, i finanzieri della Compagnia di Rossano hanno smascherato una presunta truffa perpetrata ai danni dell’Inps ad opera di un'azienda agricola che, tramite la falsa assunzione di 311 braccianti, avrebbe provocato alle casse dello Stato un danno di circa 550 mila euro.

Dal 2011 al 2014, la società avrebbe presentato all’Inps falsi documenti che avrebbero determinato la liquidazione di somme relative a indennità di disoccupazione, malattia e maternità per un importo di circa 550 mila euro, a beneficio di lavoratori che avrebbero prestato la propria attività su alcuni fondi nella Sibaritide.

La cooperativa avrebbe denunciato all’ente previdenziale un consistente numero di (false) giornate lavorative effettuate su terreni di cui, in molti casi, non avrebbe avuto la reale disponibilità, attestandone l’uso attraverso il deposito di falsi contratti di comodato.

Le giornate agricole fittizie, secondo gli incroci di dati elaborati dalle fiamme gialle, ammonterebbero ad oltre 15 mila, la quasi totalità di quelle denunciate dalla società negli anni dal 2009 al 2014.

La cooperativa di fatto non avrebbe quasi mai svolto alcuna attività lavorativa reale mediante i lavoratori dichiarati, limitandosi solo a presentare all’Inps documenti con cui richiedere la liquidazione delle indennità.

Complessivamente sono 311 le persone denunciate all’autorità giudiziaria per i reati di falso, truffa, illecita somministrazione di manodopera ed omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi obbligatorie per legge.

 

Truffa all'Inps: scoperti oltre 900 braccianti agricoli, segnalate 33 aziende

Ancora falsi braccianti agricoli sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri che, nel corso di un’attività di controllo, hanno segnalato all’Agenzia delle entrate 33 aziende agricole (ubicate, in via principale, nei comuni di Platì, San Luca, Africo, Casignana, Careri) per il recupero a tassazione di oltre 5,6 milioni di euro quali proventi illecitamente ottenuti da 923 lavoratori “fantasma” (molti dei quali con precedenti penali ed uno, addirittura, latitante) a titolo di indennità assistenziali e previdenziali (disoccupazione, maternità e malattia) erogati dall’Inps.

L'operazione rappresenta un'approfondimento, dal punto di vista fiscale, delle indagini che, nel luglio scorso, avevano portato al deferimento alla Procura della Repubblica di Locri dei titolari di aziende agricole e di falsi braccianti resisi responsabili del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

In particolare, le attività d’indagine avevano portato alla luce una serie di criticità riconducibili al reale fabbisogno di lavoratori in relazione ai terreni da coltivare, spesso ubicati in località impervie e non raggiungibili con i normali mezzi di trasporto; alle contrastanti dichiarazioni rese dai lavoratori in ordine ai periodi di lavoro ed al tipo di colture praticate, nonché l’assoluta antieconomicità dell’attività d’impresa formalmente esercitata.

Le fiamme gialle avevo, inoltre, scoperto che alcuni degli indagati possedevano immobili di valore (ville e appartamenti di pregio) e auto di lusso (in un caso una Ferrari 360 Modena).

 

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Scoperta falsa invalida, denunciati anche i figli

I finanzieri del Gruppo di Locri hanno denunciato per truffa aggravata, una donna che avrebbe indebitamente ottenuta dall'Inps il riconoscimento di un “grave” handicap.

Nel corso delle indagini, effettuate con appostamenti e videoriprese, le fiamme gialle hanno scoperto la capacità della donna di svolgere le normali attività quotidiane, come percorrere tratti di strada, scale, salire e scendere dall’autovettura, nonché recarsi autonomamente alle urne in occasione delle ultime elezioni politiche.

Oltre all’invalidità riconosciutale dall'apposita Commissione, la signora ha effettuato un ricorso, ottenendo dal tribunale di Locri, il riconoscimento di uno status ancor più grave d’invalidità.

L’handicap riconosciutole avrebbe consentito, inoltre, alla figlia, medico presso un'Asp calabrese, di beneficiare di giorni di permesso mensili retribuiti per assistere la madre presunta falsa invalida, arrecando gravi disservizi alla struttura sanitaria di appartenenza.

In particolare, i militari hanno riscontrato che le assenze del medico avrebbero interrotto, in diverse occasioni, un pubblico servizio con correlato grave nocumento dei pazienti che, a causa della chiusura dell’ufficio, non hanno potuto ricevere le prescritte cure.

L’altro figlio, anch’egli dipendente pubblico, avrebbe, invece, beneficiato di un trasferimento alla sede di lavoro più vicina alla propria residenza.

Le indagini si sono concluse con il deferimento all’autorità giudiziaria della “falsa invalida” e dei figli, per l’ipotesi di reato riguardante la truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale

 

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Maxi truffa ai danni dell'Inps e dell'Ue, denunciate oltre 300 persone

I carabinieri della Compagnia di Locri hanno denunciato in stato di libertà 305 persone, ritenute responsabili a vario titolo di concorso in falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata e continuata e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

I militari hanno passato al setaccio le attività degli ultimi 4 anni di 15 imprese, 12 agricole e 3 domestiche, alcune delle quali di fatto non esistenti, cui facevano capo, complessivamente, oltre 300 persone in qualità di dipendenti.

Dal confronto fra documenti e dichiarazioni rilasciate dai presunti lavoratori, sono emerse numerose incongruenze che evidenziano come tutti i rapporti di lavoro siano stati denunciati al fine di far percepire indebite prestazioni assistenziali o previdenziali erogate dall’Inps ed ottenere finanziamenti europei, con un danno erariale di oltre 1 milione di euro.

Questo, infatti, lo scenario ricostruito dai carabinieri dopo oltre un anno di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Locri: agricoltori che non conoscono l’ubicazione o la conformazione di terreni sui cui avrebbero lavorato per anni, lavoratori che attestano l’impiego in allevamenti di fatto privi di bestiame, operai alle dipendenze di datori di lavoro e con colleghi di cui non ricordano i nomi, assenza di documentazione sulle attività imprenditoriali delle aziende e terreni incolti che sulla carta risultano floridi vigneti e uliveti.

Fra gli iscritti nel registro degli indagati figurano, anche, diversi pregiudicati, alcuni dei quali ritenuti soggetti di spicco di alcune importanti ‘ndrine che operano nella locride.

Gli inquirenti non escludono ulteriori sviluppi investigativi, finalizzati a verificare il grado di condizionamento esercitato dalla criminalità organizzata.

L’operazione rappresenta la naturale prosecuzione di quella già definita lo scorso ottobre che ha portato, in quell’occasione, alla denuncia di oltre 1400 persone.

 

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Scoperti 600 falsi braccianti agricoli, frode all'Inps da 4 milioni di euro

Al termine di un’articolata e complessa attività d’indagine, i finanzieri del Gruppo di Locri hanno scoperto una truffa aggravata compiuta ai danni dell’Inps, da 23 aziende agricole della Locride, che avrebbero assunto fittiziamente 600 dipendenti.

Complessivamente, il danno arrecato alle casse dell'istituto previdenziale è stato quantificato in oltre 4 milioni di euro.

In particolare, le imprese avrebbero presentato all’ente previdenziale falsi contratti d'affitto o di comodato di terrenti riconducibili anche a soggetti ignari, completamente estranei alla truffa, nonché fasulle denunce aziendali trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai al fine di consentire l’indebita prercezione di indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucelo familiare e maternità.

Le oltre 100 mila false giornate lavorative sarebbero costate alle casse dello Stato oltre 4 milioni di euro.

Nel corso delle attività, i militari hanno scoperto, inoltre, che alcuni braccianti, nonostante il basso reddito dichiarato al fisco, possedevano beni di lusso ed immobili di valore.

Al termine delle indagini, quindi, i 600 finti lavoratori sono stati denunciati per truffa.

Agli imprenditori, oltre alla truffa, sono stati contestati i reati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

 

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