Truffe ad anziani in Calabria, la polizia lancia l'allarme

La Questura di Cosenza lancia l'allarme in seguito a due truffe consumate nei giorni scorsi nel capoluogo bruzio, ai danni di persone anziane sole in casa.

Nel primo episodio, la vittima è stata inizialmente contattata telefonicamente da uno sconosciuto, il quale, spacciandosi per un appartenente alle forze dell'ordine, ha chiesto del denaro necessario per saldare una multa comminata al figlio. Con una seconda telefonata, un fantomatico avvocato del figlio ha confermato la necessità urgente del denaro. Un terzo complice, raggiunta l'abitazione dell'anziana donna, ha portava a compimento la truffa facendosi consegnare circa tremila euro e monili d'oro.

Nel secondo episodio, avvenuto a pochi giorni di distanza dal primo, il truffatore, spacciandosi al telefono per un amico del nipote della vittima, ha chiesto del denaro per il ritiro di un pacco. Anche in questo caso, alla telefonata è seguita la visita di un complice che, raggiunta l'abitazione dell'anziano, si è fatto consegnare 1.800 euro in contanti e monili d'oro.

In entrambi i casi i truffatori hanno riportato i nomi esatti dei parenti ingannando cosi gli anziani. Sono in corso accertamenti volti ad individuare gli autori.

La polizia invita i cittadini a diffidare di chi si spaccia di aiutare un parente chiedendo soldi e, in caso di telefonate o semplici messaggi che allarmano circa presunti incidenti, multe o oggetti da pagare, di chiamare immediatamente il 113.

Truffe seriali, sigilli ai beni della "Dottoressa Kramer"

Gli uomini della Squadra mobile della Questura di Vibo Valentia e del Nucleo di polizia economico-finanziaria della locale guardia di finanza, coadiuvati da personale della Sezione misure di prevenzione della Divisione anticrimine, hanno dato esecuzione ad un decreto che dispone il sequestro dei benri ai fini di confisca, nei confronti di Maria Merolla, 64enne di origini campane, meglio conosciuta come “Cristina Kramer”.

 Il provvedimento, emesso su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore della provincia di Vibo Valentia, giunge al termine di un’indagine che ha permesso di riscontrare come l’indagata, a fronte della totale assenza di redditi dichiarati, nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2017, abbia erogato ingenti somme di denaro al suo compagno – un vibonese di 49 anni - per l’acquisto di terreni e la costruzione di fabbricati che sono stati ceduti in donazione ai 3 figli avuti da quest’ultimo, ma successivamente non riconosciuti dalla donna.

Per gli investigatori, gli immobili sarebbero stati acquisiti grazie all’impiego di risorse economiche derivanti da numerose truffe e raggiri posti in essere dalla 64enne ai danni di persone “vulnerabili”.

Dalle indagini è emerso che la donna, qualificandosi, di volta in volta, come agente di stato, agente immobiliare, agente finanziario, medico, ovvero millantando di vantare importanti conoscenze nei ministeri o in magistratura, avrebbe circuito le vittime prospettando la possibilità e la speranza di fornire una soluzione ai loro problemi, previo versamento di cospicue somme di denaro in contanti o in assegni, per poi far perdere improvvisamente le proprie tracce.

Nel Vibonese, la donna avrebbe effettuato due truffe per un valore complessivo di circa 20 mila euro.

In particolare, Merolla si sarebbe proposta, nel primo caso, come consulente finanziario al fine di curare l’acquisto di una casa nel territorio di Tropea da parte di una coppia, facendosi consegnare la 2.400 euro.

Nel secondo caso, l’indagata, già amica di famiglia, venuta a conoscenza di problemi finanziari in cui versava la figlia della vittima, si sarebbe offerta di curare la rinegoziazione di un mutuo, riuscendo a farsi consegnare, in diverse tranche, quasi 18 mila euro. A fronte delle condotte palesemente reticenti della “Dottoressa Kramer”, le vittime hanno addirittura subito il pignoramento della loro casa.

Le dinamiche criminali emerse nel Vibonese si sono intrecciate con analoghe condotte riscontrate in altre città italiane.

Emblematico risulta il caso di una donna residente a Pistoia, ma proprietaria di un’azienda vinicola con sede nel Veronese, la quale aveva denunciato presso la Procura della Repubblica di Verona di essere stata vittima di una serie di truffe, per un totale di quasi un milione di euro, poste in essere dalla “Dottoressa Kramer”, dopo che questa era stata assunta presso la sua azienda per gestire gli affari.

Tale gestione avrebbe provocato una forte situazione debitoria con diversi istituti di credito, per un totale di 490 mila euro.

A fronte di tali ammanchi, la vittima ha effettuato un controllo dei propri conti correnti, accorgendosi che erano stati emessi una serie di assegni in favore di persone sconosciute, gravitanti in provincia di Vibo Valentia, intestatarie di ditte edili o di materiale per la costruzione di case.

Un’altra truffa che sarebbe stata posta in essere dall’indagata, è stata denunciata a Venezia dove Merolla, presentatasi come il medico “Cristina Kramer”, mediante raggiri ed artifizi avrebbe indotto le parti offese a consegnarle la 70 mia euro, in contanti ed assegni, millantando di adoperarsi al fine di risolvere una grave malattia neurodegenerativa da cui era affetto il figlio delle vittime.

Sempre nel circondario di Venezia, l’indagati facendo ancora ricorso all’alias di “Cristina Kramer” avrebbe circuito un uomo affinché le consegnasse, in diverse tranche, circa 100mila euro per risolvere problemi di salute riguardanti sua moglie.

Proprio in relazione a questi ultimi due episodi, Merolla è stata condannata in primo grado dal Tribunale di Venezia.

Pertanto, gli accertamenti patrimoniali - condotti attraverso l’acquisizione di atti e documenti presso l’Agenzia del territorio e l’interrogazione delle informazioni presenti nelle numerose banche dati in uso alla guardia di finanza – e l’analisi della documentazione rinvenuta nella disponibilità della donna nel corso di una perquisizione effettuata dalla Polizia, hanno permesso d’identificare ulteriori vittime, molte delle quali, tuttavia, hanno deciso di non denunciare alle autorità in quanto intimorite dalle paventate ritorsioni da parte della donna.

Alla luce di tali risultanze è scattato il sequestro dei beni che ha riguardato rapporti finanziari e immobili ubicati nelle provincie di Vibo Valentia, Cosenza e Crotone.

Il valore dei beni sequestrati ammonta, complessivamente, a circa 1,2 milioni di euro.

Truffe online, dieci denunce

Il virus, lo sappiamo, ha modificato molte delle nostre abitudini quotidiane. Non sembrano cambiare, però, almeno all’apparenza, le consuetudini criminali dei truffatori, che approfittano soprattutto di questo momento storico per facili guadagni, ottenuti spesso al telefono o davanti alla tastiera di un computer, ai danni di alcuni, tra noi, colpevoli solo di essersi fidati un po’ troppo del prossimo.

È per questo che la Compagnia carabinieri di Bianco sta seguendo attentamente il fenomeno delle truffe, in particolare negli ultimi due mesi. E i risultati non si sono fatti attendere: sette le truffe scoperte e dieci i denunciati, spesso originari di altre regioni d’Italia.

Le vittime, che nella maggior parte dei casi in questione hanno una età superiore ai 50 anni, sono tutte della Locride, residenti ne comuni di Bianco e San Luca.

La dinamica sembra quasi sempre la stessa: l’ignara vittima ha la possibilità di fare un acquisto (ad esempio un’auto usata, un mini escavatore, un ciclomotore elettrico) ad un prezzo vantaggioso – magari attraverso le piattaforme di vendita online – e, pur di sfruttare l’occasione, anticipa al venditore un acconto. Quest’ultimo, però, una volta ricevuti i soldi, non solo non completa alcuna vendita, ma si rende anche irreperibile. Le indagini dei carabinieri sono state possibili grazie al coraggio e alla prontezza delle vittime, che non hanno avuto difficoltà a denunciare tempestivamente la truffa subita. Ad accoglierli, nelle caserme di Bianco e San Luca, benché coperti da mascherine e guanti, sempre gli stessi carabinieri. I quali, poco dopo, con indagini lampo, sono riusciti a risalire ai responsabili.

Il Comando provinciale Carabinieri di Reggio Calabria sta intensificando i controlli nel settore delle vendite, anche online, proprio per prevenire l’odioso fenomeno delle truffe. L’obiettivo è anche quello di sensibilizzare i cittadini ad adottare prudenza per prevenire episodi simili, invitando a contattare il numero di emergenza 112 in caso di bisogno.

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Catturato il re delle truffe informatiche, era ricercato dal 2015

È terminata nei pressi di Fiumicino (Rm), in un supermercato del Parco Leonardo, la latitanza di Gianni Siciliano, di 38 anni, originario della provincia di Cosenza e considerato un vero e proprio “re delle truffe online”, tanto da aver collezionato negli anni numerose condanne definitive, anche per il reato di associazione per delinquere, il cui cumulo ha fatto scattare l’ordine di esecuzione di pene concorrenti, emesso a suo carico dalla procura della Repubblica di Roma nell’ottobre del 2014 ed al quale il Siciliano era riuscito a sottrarsi fino all’epilogo odierno.

Gli uomini della polizia postale di Cosenza e della Stazione Carabinieri di Torano Castello (Cs), coordinati dalla procura della Repubblica di Cosenza e coadiuvati da personale dei Compartimenti polizia postale di Reggio Calabria e di Roma, con l’ausilio del Servizio polizia scientifica di Roma e della Stazione Carabinieri di Fiumicino, lo hanno infatti scovato e tratto in arresto nel centro commerciale “ Parco Leonardo” di Fiumicino,dove aveva fatto la spesa al supermercato.

L'uomo si è messo in luce fin dall’inizio della propria carriera criminale quale abile utilizzatore delle opportunità offerte dall’era digitale per realizzare truffe attraverso i siti dedicati all’e-commerce, creandosi false identità di venditore, nella convinzione di poter mantenere l’anonimato e di non essere mai identificato.

In una prima fase, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ingaggiava i compratori tramite il portale Ebay.

Successivamente è stato accertato il suo coinvolgimento anche in un'importante operazione di polizia giudiziaria, denominata “Mach Point”, che ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale attiva nel settore dell’hacking, della contraffazione di carte di credito e delle truffe on line, per poi dedicarsi alla pratica di ingannare ignari ed ingenui acquirenti tramite il portale subito.it.

In seguito alle indagini condotte dalla polizia di Stato e dall’Arma dei carabinieri, il re delle truffe informatiche è stato, in pochi anni, indagato nell’ambito di procedimenti aperti da varie procure della Repubblica di tutt’Italia, da cui sono scaturite ben otto condanne definitive per i reati di associazione per delinquere, rapina, ricettazione, riciclaggio, truffa e altro, per un totale di oltre 40 capi d’imputazione contestati.

Dalle indagini è emerso peraltro che Siciliano, anche durante la latitanza, avrebbe continuato ad operare nel settore delle truffe online, utilizzando schede telefoniche e carte di credito intestate a terzi, per porre in vendita on line pezzi di ricambi per auto, elettrodomestici di ogni genere, cani e gatti di ogni razza e tanti altri beni, riscuotendo il prezzo pattuito tramite le ricariche effettuate dalle vittime che, ovviamente, non ricevevano in cambio il bene acquistato.

Sono tuttora al vaglio degli investigatori centinaia di casi nei quali si ritiene plausibile il coinvolgimento di Siciliano e che, insieme a quelli già definiti con sentenze, fanno ipotizzare un danno complessivo per le vittime quantificabile in centinaia di migliaia di euro.

 

Pagavano gli acquisti online con assegni falsi, 14 denunciati

Usavano assegni o altri titoli di credito falsi per pagare la merce comprata. Per questo motivo, i carabinieri di Ardore Marina hanno denunciato 14 persone accusate d'associazione per delinquere finalizzata alle truffe.

L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri, è stata avviata in seguito alle perquisizione effettuate a casa di alcuni indagati, nel corso delle quali i militari hanno rinvenuto documenti contraffatti, spesso occultati nelle adiacenze delle abitazioni.

Dalle indagini, grazie al materiale fotografico raccolto ed all'analisi dei tabulati telefonici, è emersa una rete che avrebbe messo a segno truffe per oltre 200 mila euro.

Secondo la ricostruzione, i presunti truffatori, dopo aver visionato su un noto sito internet le inserzioni di mezzi, materiale agricoli, cavalli ed altro, telefonavano al venditore e si facevano inviare la merce in un posto da loro stabilito, dove consegnavano al corriere un assegno falso.

In alcuni casi, l'intervento dei carabinieri ha consentito di cogliere in flagranza i truffatori.
   

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Tropea: truffe e raggiri agli anziani, i consigli dei carabinieri

Nella serata di oggi, nella chiesa dell’Annunziata di Tropea, il comandante della Stazione carabinieri, maresciallo capo Alberto Bandecchi, ha parlato di un argomento sempre attuale, quali le truffe nei confronti degli anziani e soprattutto su come evitarle.

Il maresciallo, unitamente a don Ignazio Toraldo e a don Nicola De Luca, ha illustrato una brochure che il Comando generale dell’Arma ha pubblicato al fine di evidenziare i tanti casi in cui gli anziani possono essere protagonisti, loro malgrado, di truffe perpetrate da persone che s'introducono nelle loro abitazioni fingendo di essere uomini delle forze dell’ordine, funzionari pubblici, operatori telefonici, etc.

L’iniziativa, già svolta in diverse località della provincia, nei prossimi giorni interesserà anche i comuni di Ricadi, Joppolo, Nicotera, Zaccanopoli, San Calogero.

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Truffe agli anziani, come prevenirle. Incontro al Cas di Vibo Valentia

Raggiri, imbrogli, truffe. Si tratta di alcuni dei reati più comuni commessi ai danni delle persone anziane. Il fenomeno è così diffuso, da indurre l'Arma dei carabinieri a redigere una rivista monografica nella quale sono state illustrate le modalità utilizzate dai malfattori.

L’argomento sarà al centro di un incontro dibattito che si svolgerà a partire dalle 16 di domani (1 febbraio), nella sala convegni del Cas (Centro di Aggregazione Sociale), in via Enrico Gagliardi a Vibo Valentia.

L’argomento sarà sviluppato dal Comandante della Compagnia dei carabinieri di Vibo Valentia, capitano Piermarco Borettaz e dal vice parroco del duomo di San Leoluca, don Maurizio Macrì. Moderatore della serata, sarà il presidente del Centro, Michele La Rocca.

“Abbiamo voluto organizzare questo momento di confronto – spiega La Rocca – per aiutare e dare consigli alle persone anziane che subiscono la violenza subdola dell'inganno criminoso. Ringraziamo il capitano Borettaz e don Maurizio per l'occasione che ci hanno dato di parlare di un argomento di così rilevante valenza sociale”.

Truffe alle assicurazioni in Calabria, sequestri e confische per oltre 2,3 milioni di euro

I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, coordinati dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto Giovanni bombardieri e dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, hanno condotto una complessa indagine nel settore delle truffe assicurative che ha permesso di individuare una vasta e ramificata associazione per delinquere, finalizzata alla simulazione d'incidenti stradali.

In un triennio, l'organizzazione, attiva nel catanzarese, sarebbe riuscita ad ottenere indebiti rimborsi per oltre 800 mila euro, di cui 190 mila erogati dallo Stato attraverso il fondo vittime della strada.

L’operazione, denominata “Violentemente investito 2”, sulla scia della precedente indagine che nel maggio 2014 aveva condotto all’esecuzione di 20 provvedimenti restrittivi della libertà personale, alla denuncia di 156 soggetti e al sequestro di circa due milioni di euro, ha preso l'abbrivio dagli approfondimenti di alcuni aspetti emersi dalle precedenti attività investigative.

Grazie alle indagini, sarebbe emerso che l'avvocato catanzarese Gennaro Pierino Mellea, di 41 anni, affiancato dal collega 47enne Antonio Bressi, avrebbe costituito, su base locale, autonome “cellule” partecipate da 32 sodali, aventi lo scopo di organizzare falsi incidenti stradali o di aggravarne le reali conseguenze, avvalendosi di certificazioni mediche create ad arte, nonché producendo testimonianze non veritiere, al fine di procurarsi indebiti rimborsi in denaro.

Ben 263 persone sono state segnalate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, falsa testimonianza, corruzione in atti giudiziari, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona. 

Con il coordinamento del sostituto procuratore Fabiana Rapino, le fiamme gialle hanno eseguito, inoltre, due provvedimenti applicativi di misure di prevenzione disposti dal tribunale di Catanzaro nei confronti dello stesso Mellea e di uno dei presunti sodali, Fabrizio Nicoletta di anni 44.

Accoglimento la richiesta della Procura della Repubblica, il tribunale ha disposto, oltre alla misura della sorveglianza speciale di p.s. nei confronti di Nicoletta, anche il sequestro e la confisca di prevenzione dei beni sia per quest'ultimo che per Mellea.

In particolare, nei confronti di Nicoletta sono stati cautelati beni per oltre 773 mila euro (tra cui terreni, automezzi, polizze finanziarie, tre esercizi commerciali ed immobili), mentre in capo a Mellea è stato applicato il vincolo a un cospicuo patrimonio immobiliare stimabile in circa 1.600.000 euro.

 

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