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Inps, De Raffele: “Pd accecato, chieda il conto a Censore”

L’evidente processo di riduzione della presenza dello Stato sul territorio scuote il dibattito politico. E agevola lo scontro fra fazioni, con sullo sfondo il crescente malessere della gente che rischia di sfociare in disordini. La paventata chiusura dell’Inps diventa così un nuovo motivo del contendere e fa riflettere sullo stato di salute della società moderna. “La polemica a tutti i costi, l’individuazione del responsabile di qualsiasi cosa succeda nel sindaco di Serra San Bruno e il desiderio di attaccare gli avversari politici su qualunque argomento – sostiene Giuseppe De Raffele in replica a Luigi Tassone - spingono i novelli rappresentanti del Pd a mettere sotto i piedi gli interessi dei serresi. Non guardano al problema, nè alle cause, nè alle possibili soluzioni. Pensano unicamente a puntare l’indice contro quello che ritengono il nemico da abbattere. Sono logiche che non ci appartengono, ma con le quali purtroppo ci troviamo a fare i conti”. Operata questa introduzione, il presidente del consiglio comunale tenta di “ripristinare la realtà degli avvenimenti e spiegare ai cittadini cosa sta succedendo”. “L’Inps – argomenta - in seguito ai processi di razionalizzazione che lo stesso Tassone cita, ci chiede di farci carico dei locali in cui svolge le sue funzioni. Premesso che è nostra intenzione cercare di venire a capo della questione per non privare i cittadini dei servizi, occorre specificare che il Comune non può accollarsi i costi di tutti gli enti pubblici presenti sul territorio. Anche perché lo Stato ci costringe a privazioni da due fronti: da un lato riduce i trasferimenti, dall’altro tenta di scaricarci questo tipo di spese dietro la nemmeno troppo velata minaccia della chiusura di questo o di quell’Ente/Azienda pubblica che eroga servizi”. È un fotogramma di una realtà in cui l’obiettivo da raggiungere è quello minimo, quello di non retrocedere troppo, anziché quello di mettersi alla pari con le aree più sviluppate. “Il Comune, come è ovvio che sia – evidenzia poi De Raffele - lavora per impedire che il territorio sia privato, ad esempio, del distretto sanitario o degli uffici del giudice di pace, ma è altrettanto ovvio che le sue risorse non sono infinite. Se il giovane Tassone – è il passaggio dalla difesa al contrattacco - invece di farsi accecare dall’ansia di conquistare qualche consenso in vista della sua candidatura alle amministrative, avesse guardato in casa propria, forse avrebbe trovato la persona a cui rivolgere i suoi interrogativi. Che ruolo ha il parlamentare del suo partito, da poco scopertosi renziano, se non quello di battere i pugni sui tavoli romani per ostacolare quelle scelte che svuotano il territorio? O, forse, è meglio non contraddire un premier/segretario che un domani, chissà quanto lontano, dovrà redigere le liste per le elezioni politiche? Evidentemente – conclude De Raffele - quella doppia morale che qualche giorno addietro ricordava l’onorevole Santelli è un connotato insito nella natura degli esponenti del Pd che non può essere cancellato così facilmente”.

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