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Serra, ok al recupero del disavanzo generato dal riaccertamento residui

È tempo di porre riparo alla mole debitoria generata nei lustri passati per il Comune. Il civico consesso (assenti Adriano Tassone, Carmine Franzè, Giuseppe Raffele e Raffaele Lo Iacono) ha infatti approvato con i voti della maggioranza il punto all’ordine del giorno “Art. 3, comma 16, del Decreto Legislativo n. 118/2011. Modalità di recupero del disavanzo di natura tecnica generato dalla deliberazione di riaccertamento straordinario dei residui - anno 2015”. Dopo il disco verde al verbale della seduta precedente, si è entrati nel vivo della discussione vertente sulla copertura del disavanzo che dovrebbe avvenire per effetto di minori spese per 100mila euro e maggiori entrate per 43mila euro. Esclusa, al momento, la possibilità di ricorrere all’alienazione dei beni comunali, visto che non ci sarebbero certezze su questo tipo di operazione. Lamentata la mancanza di una relazione esplicativa del sindaco o di qualche assessore sull’argomento, Mirko Tassone ha evidenziato che il processo di adeguamento poteva iniziare prima, considerando i 4 milioni e 200 mila euro di residui straordinari come “una cifra rilevante che incide sulle esigenze future in termini di cassa”. L’esponente dell’opposizione, ribaditi i suoi avvertimenti precedenti, ha specificato di essere di fronte ad “un disavanzo vero e proprio e non tecnico” rimproverando la controparte per l’assenza di “una ricognizione dei settori su cui intervenire”. “La politica – ha poi puntualizzato – ha anche il compito di individuare le responsabilità” anche perché le azioni di recupero “ricadranno sulle tasche dei cittadini. La colpa dell’amministrazione comunale – ha aggiunto – è di non aver fatto, all’atto dell’insediamento, un’operazione verità”. Su questo il sindaco Bruno Rosi ha sostenuto di “non andare alla ricerca dei colpevoli” poiché “la gente ha coscienza di chi ha amministrato”. Il capo dell’esecutivo ha infine risposto positivamente all’invito del consigliere di minoranza Rosanna Federico di prendere un “impegno pubblico” per “individuare entro il 31 luglio i locali ed il personale” necessari per il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace.

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