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La Regione Calabria aumenta gli stipendi ai manager della sanità, Lo Schiavo: "Provvedimento scollegato dalla realtà"

«L’aumento del 20 per cento delle indennità per le figure apicali delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, approvato ieri dalla maggioranza in Consiglio regionale, è un provvedimento sbagliato nei tempi e nel messaggio politico che si dà ai cittadini calabresi che quotidianamente sono alle prese con la carenze di una sanità in perenne emergenza, nonché ai tanti professionisti sanitari che ogni giorno sono in prima linea per garantire il diritto alle cure in condizioni oggettivamente proibitive».

È quanto afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, a proposito dell’aumento del 20 per cento dei compensi ai direttori generali, sanitari e amministrativi delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi passato ieri a maggioranza attraverso la “Modifica all’articolo 65 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009)”.

«Un provvedimento - aggiunge Lo Schiavo - che il presidente della Giunta, nel suo intervento di risposta alle mie perplessità espresse in aula, ha giustificato come incentivo per attrarre in Calabria “il meglio del meglio” del management sanitario che oggi, a suo dire, sarebbe scoraggiato da stipendi inferiori rispetto ad altre regioni. Ritengo che tale argomentazione sia del tutto scollegata dalla realtà oltre che inefficace nel merito. A che serve pagare il 20 per cento in più alle figure apicali, per una spesa che lieviterà ancora di un milione di euro l’anno, se le aziende amministrate continueranno a boccheggiare nelle carenze di cui sono ostaggio? Se infermieri, medici, operatori sanitari saranno ancora costretti a turni di lavoro estenuanti per le carenze di organico? Se le ambulanze (quando disponibili) continueranno a viaggiare senza medici a bordo? A che servirà avere i migliori manager in circolazione in un quadro in cui molti concorsi continueranno ad andare deserti perché nessun medico vuol venire a lavorare in un contesto così critico? Sarebbe forse il caso di ribaltare la prospettiva, subordinando gli aumenti dei compensi a meccanismi di premialità legati ai risultati raggiunti in termini di efficienza del sistema sanitario, di raggiungimento dei Livelli essenziali di assistenza, di garanzia del diritto costituzionale alla salute dei cittadini calabresi. E questa non è demagogia - conclude Lo Schiavo -, è mettere in sintonia la politica con la vita vera delle persone».


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