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Acqua non potabile, Mirko Tassone accusa l’amministrazione: “Carente anche l’informazione sul problema”

“Ormai siamo alla farsa. Non ci sono parole per commentare quel che continua ad accadere nella nostra cittadina in merito al problema dell’acqua. Mentre il sindaco si esercita nel formulare promesse cui non crede neppure lui, i cittadini sono alle prese con l’ennesima ordinanza che vieta l’uso dell’acqua”. Il riesplodere del caso legato alla non potabilità del liquido incolore fa emergere nuove difficoltà per la popolazione della cittadina della Certosa e il consigliere di minoranza Mirko Tassone chiama così in causa l’amministrazione comunale ritenendola carente su diversi aspetti. “Sarebbe tutto normale, o quasi – spiega il rappresentante di ‘Al lavoro per il cambiamento’ -  se non fosse che il divieto in questione è stato emanato lo scorso 3 settembre, mentre quello relativo al serbatoio ‘Ninfo’ ed alla fontana della ‘Scorciatina’, risale addirittura a dicembre 2014. In un paese dotato di un’amministrazione comunale responsabile ed attenta ai bisogni dei suoi cittadini ci si sarebbe prodigati se non per risolvere il problema, quantomeno per fornire un’informazione puntuale. Invece, niente di tutto ciò, le fontane pubbliche oggetto del divieto continuano, tutte, ad erogare acqua senza che nessun cartello sia stato apposto. Il risultato è che per ignoranza, distrazione o semplice dimenticanza, i malcapitati continuano ad usarle”. Inoltre, “alla luce del lungo arco temporale dalla pubblicazione delle ordinanze – precisa Tassone - sarebbe stato quanto mai opportuno reiterare le comunicazioni al fine di rammentare ai cittadini di astenersi dall’uso dell’acqua. Non può bastare, infatti, la semplice pubblicazione sul portale del Comune. L’ampia fascia di popolazione, soprattutto anziana, che non ha dimestichezza o familiarità con gli strumenti informatici non ha alcuna possibilità di accedere all’informazione. Stesso discorso dicasi per i cittadini che pur usando la rete, non necessariamente, frequentano il sito del Comune”. Riprova della carenza informativa é, secondo l’esponente dell’opposizione, “l’assenza di spiegazioni in merito a quanto riportato nell’ordinanza, nella quale si dispone testualmente ‘il divieto all’uso dell’acqua  erogata nel territorio comunale’. Cosa voglia dire una tale espressione rimane un mistero. Interpretandola letteralmente sembrerebbe che i cittadini non dovrebbero fare alcun uso dell’acqua che arriva dai rubinetti. In tal caso, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto rifornire i cittadini con cisterne e autobotti. In ogni caso, sarebbe stato opportuno indicare in maniera dettagliata gli usi consentiti, al fine di non ingenerare ulteriore confusione”. Questione saliente è quella legata alla “longevità delle ordinanze” e Tassone sostiene che “visto il tempo trascorso dalla data di pubblicazione del divieto, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto quantomeno attivarsi per offrire un sollievo alla fascia più debole della popolazione. In un paese come il nostro in cui molti anziani, complice l’emigrazione dei figli, vivono soli sarebbe stato quanto mai opportuno agevolare l’accesso all’acqua potabile. Non è tollerabile, infatti, che con tutte le fontane pubbliche sottoposte a divieto i pensionati, con le loro magre pensioni, siano costretti ad acquistare l’acqua. Al disagio economico – rileva ancora Tassone -  si aggiunge quello di ordine logistico dal momento che molti anziani privi di automobile non hanno la forza e la possibilità di portare pesanti casse d’acqua dal supermercato fino a casa. Un discorso a parte andrebbe poi fatto sull’informazione relativa alla tipologia degli agenti inquinanti, poiché sarebbe quanto mai opportuno informare i cittadini sulle conseguenze per la salute, tanto più che in molti casi i genitori di neonati o bimbi piccoli non sanno, ad esempio, se è opportuno o meno fare il bagno ai loro figli con acqua sistematicamente inquinata. Con tutta evidenza, però, i problemi che attanagliano i serresi non interessano gli inquilini del palazzo di piazza Tucci. Consapevoli di vivere l’ennesima scena da commedia dell’assurdo – è la sarcastica conclusione - i serresi, come il grande De Filippo, pensano che ‘ha da passà a nuttata’. Speriamo passi presto”.

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