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Caridi (FI) si scaglia contro il Governo: "In Calabria continua a tagliare gli investimenti"

"Il grido d’allarme lanciato dal presidente dell’ANCE Calabria legato alla riduzione delle risorse destinate alle grandi opere nella nostra regione non va sottovalutato". E' quanto dichiara il senatore Antonio Caridi, vice coordinatore regionale di Forza Italia. Prendere alla leggera la presa di posizione di Francesco Berna sarebbe uno sbaglio, nonostante la pronta smentita dell’Anas da parte del suo presidente Armani; secondo quest’ultimo, infatti, grazie alla recente legge di Stabilità - prosegue l'esponente 'azzurro' - sono state aumentate le risorse per la Calabria. Moralmente mi sembrerebbe corretto sottolineare che i fondi destinati alla Calabria, presi in considerazione da Armani, strettamente legati alla Legge di Stabilità 2016 ed altri provvedimenti recentemente approvati, sono frutto del lavoro dell’opposizione. I mie sforzi, connessi alla comunione d’intenti di chi, come me, ha a cuore il Sud e la Calabria, sono dimostrati quotidianamente dalle interrogazioni e dagli emendamenti, mirati al Centro Nord Italia a discapito, come sempre, del meridione. D’altronde, il disinteresse del Governo verso il Mezzogiorno e la Calabria in particolare è stato certificato dalla recente indagine sul mercato dei lavori pubblici nell’anno 2015 effettuata dall’Osservatorio Cresme e pubblicata su 'Il Sole 24 Ore' di domenica 3 gennaio scorso. Il dato evidenziato è impietoso: nel 2015 il Centro-Nord ha visto un incremento di bandi di gara del 9,9% mentre il Sud ha sofferto di una riduzione del 7,7% (dal 43,1% al 35,4%). Più in dettaglio, la regione che ha visto contrarsi maggiormente gli importi complessivi dei bandi di gara pubblicati è stata appunto la Calabria che, in un anno, ha subìto una riduzione di – 55,4%, seguita dalla Campania (-35,4%) e dalla Sicilia (-30,5%)". "Ciò dimostra come, le tre regioni più in difficoltà in Italia, vengano costantemente abbandonate a se stesse, non potendo contare su politiche keynesiane di ammodernamento infrastrutturale, utili - secondo il senatore forzista - a riattivarne l’asfittica economia e ad incidere sugli insostenibili tassi di disoccupazione. Suppongo che non si debba ragionare in termini di favoritismi nel momento in cui il problema è la progettazione infrastrutturale del Paese; ma non è questa la strada intrapresa dal Governo nel momento in cui i tagli sugli investimenti riguardano sempre e solo il meridione; la Salerno–Reggio Calabria è chiaramente un esempio lampante, la palese dimostrazione di come possa bastare, al Sud, un’autostrada dell’antichità. Si potrebbe andare avanti ad oltranza e porre l’attenzione, magari, sulla Ferrovia che, al Nord, viaggia ad altissima velocità mentre nel meridione rimane a stento un binario. Il dato pubblicato da 'Il Sole 24 Ore' avvalora purtroppo quanto denunciato dalla Svimez, riguardo la grave compressione della spesa pubblica in conto capitale, consumatasi a danno del Mezzogiorno anche negli ultimi anni. Mentre al Centro-Nord, il livello è sceso nel 2013 all’80,4%, rispetto al 2001 (dopo aver toccato il 108,2% del 2007), nel Mezzogiorno il declino costante, accentuato gravemente dalla crisi, ha portato ad un livello di circa -39% rispetto alle spese del 2001 (ossia 9,9 miliardi di euro in meno). Realisticamente le statistiche mettono in risalto la situazione dell’Italia,  Paese sempre più diviso e diseguale, con l’intero Sud che continua a scivolare nei bassi fondi dell’arretratezza: il Pil continua ad essere negativo (-1,3%); il divario di Pil pro capite è tornato ai livelli di 15 anni fa; negli anni di crisi 2008-2014 i consumi delle famiglie meridionali sono crollati quasi del 13% e gli investimenti nell’industria in senso stretto addirittura del 59%". "Bene ha fatto quindi - ribadisce in conclusione Antonio Caridi - il presidente dell’ANCE Calabria a lanciare un pesante avvertimento contro questo governo. Suppongo che gli annunci e la parole di Renzi abbiano fatto il loro corso;  quando sarà il momento dei fatti?


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