Polito annuncia: “Risolto il problema dell’approvvigionamento dell’acqua potabile a Nicotera Marina”

“Da sempre il nostro territorio è attanagliato da diversi problemi e questo dovuto all'assenza di una vera e propria programmazione in merito alle risorse pubbliche. Il cittadino nicoterese ha subito per decenni la mancanza di una gestione trasparente e limpida, incapace di garantire i servizi basilari e di primaria necessità. Tante le anticipazioni e le millantate parole da campagna elettorale che hanno portato il nostro territorio allo stato attuale”. È la premessa di un articolato ragionamento effettuato dall’assessore all’Ambiente ed ai Lavori pubblici del Comune di Nicotera Federico Polito che spiega che “uno dei problemi più seri e mai affrontati veramente per arrivare alla risoluzione è stato quello dell’approvvigionamento idrico alle utenze domestiche”. “Questa Amministrazione – precisa il giovane esponente politico - sin dall'insediamento è stata attenta all’erogazione dell’acqua. In via prioritaria abbiamo dato mandato al dirigente dell'U.T.C. di indire una gara per il controllo periodico mediante analisi della qualità dell'acqua, abbiamo dato indirizzo per la realizzazione ex novo di due pozzi per sopperire alla mancanza di acqua in via Filippella e a Nicotera centro (gia realizzati uno in località Pugliesa ed uno in località Britto, a breve immessi in rete in quanto in corso di definizione). Abbiamo per la prima volta dato indirizzo all'ufficio legale dell'Ente affinché resistesse nel giudizio per la qualità dell'acqua erogata nella frazione Marina nei confronti della Sorical. Abbiamo aperto un tavolo tecnico per la risoluzione della problematica acqua sporca nella Marina, proveniente dai pozzi di Sorical, arrivando ad una soluzione definitiva”. Polito illustra i dettagli dell’operazione specificando che “l'Amministrazione comunale è venuta a conoscenza, su segnalazione ottenuta dall'UTC, della presenza di lavori da parte di Ferrovie dello Stato che, per contenere una serie di microfrane che sono in atto nel versante costiero in località Preicciola e nello specifico nella tratta di ferrovia Nicotera - Joppolo, sta realizzando non solo opere relative al dissesto idrogeologico, ma anche opere di abbassamento della pressione della montagna con perforazione nella falda acquifera della collina (in particolare sono stati trivellati sei pozzi artesiani per garantire un abbassamento della falda costante così da diminuire la pressione di falda). Poi, abbiamo provveduto a convocare i vertici di Ferrovie dello Stato per capire se si poteva instaurare un tavolo tecnico per la risoluzione del problema acqua a Nicotera Marina. Dopo una serie d'incontri, Ferrovie dello Stato ha accolto le nostre istanze, provvedendo  a realizzare una vasca di contenimento per l'acqua potabile ed una tratta di linea per l'acquedotto. La prossima settimana ci sarà un ulteriore incontro per definire le ultime incombenze e per l'estate 2016 questa Amministrazione avrà scritto la parola fine ad un capitolo vergognoso di questa città: il problema acqua sporca a Nicotera Marina. Mai nessuno – sottolinea Polito - aveva affrontato la problematica come abbiamo fatto noi, questa compagine di governo agisce concretamente  ed è una squadra che non solo sta dando il via ad un rilancio ed al restyling della città, ma garantisce servizi basilari che mai ha avuto. Da soli tre anni siamo al governo ed abbiamo fatto riforme e dato il via a cantieri non indifferenti”. Quindi un attacco a non meglio precisato interlocutori: “alcuni personaggi dimenticano che la problematica risale non a decenni fa, ma è presente da sempre. I problemi, a mio avviso, si devono risolvere in silenzio. Il nostro sindaco è stato il primo che ha emesso un’ordinanza di non potabilità dell'acqua, ed il primo che ha portato all'ordine del giorno della sua Giunta, dopo l'emissione del provvedimento, l'indirizzo affinché facessimo causa a chi è il responsabile dell'erogazione di quell'acqua”. Polito annuncia infine che “la nostra amministrazione sta attendendo che l'ufficio legale definisca il contenzioso con la società per verificare, ove fosse possibile, una decurtazione dei costi ai nostri contribuenti”.

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"In Calabria ottenuta una vittoria nel cammino verso un'acqua davvero pubblica"

"Una vittoria è stata ottenuta nel difficile cammino verso un'acqua davvero pubblica - così commentano la portavoce in Parlamento europeo Laura Ferrara ed il portavoce nel Consiglio comunale di Rende, in provincia di Cosenza, Domenico Miceli – il riferimento è al Comune di Saracena". I paradossi del caso Saracena erano troppo evidenti: un Comune, che è riuscito a rendersi autonomo nella gestione delle risorse idriche, scontrandosi con mille difficoltà, tra cui quella del divieto di ridurre le tariffe previste dalla AEEGSI (Autorità per l'energia Elettrica il gas ed il sistema idrico n.d.r.). Un paradosso frutto di una normativa che non riesce ad immaginare che la gestione delle risorse idriche possa avvenire senza un profitto. E infatti, la AEEGSI prevede alcune voci per la formazione della tariffa dalle quali appare scontato che il ciclo integrato dell'acqua debba essere gestito da società di natura privatistica con il fine dell'utile di impresa. Un nonsenso che tradisce la visone del legislatore che finisce per trattare l'acqua come una merce di scambio qualsiasi. L'acqua è e deve essere pubblica. Gli interventi degli amministratori, a tutti i livelli dovrebbero tener ben saldo questo obiettivo. L'acqua non è e non può essere considerata una merce di scambio, così come spiega Laura Ferrara in un esposto presentato all'AEEGSI per denunciare le modalità di riduzione idrica operate dalla Sorical che, sul suo sito Internet, si spingeva fino a dichiarare che con la riduzione idrica voleva "Sensibilizzare i cittadini che - attenzione - pagano regolarmente la bolletta dell’acqua, inviatagli dal Comune, affinché prendano coscienza che per colpa di quei concittadini che non pagano, il proprio rubinetto di casa eroga un minore flusso di acqua".  "Anche la Sorical – afferma Laura Ferrara – organizza la gestione del servizio idrico secondo i modi e le forme dell'impresa industriale e privilegia il ricorso al mercato dei capitali per le necessità di finanziamento, questo oggi prevede e permette la legge, ditemi voi se questa è una legge pensata per una gestione davvero pubblica delle risorse idriche". Su questa linea anche Domenico Miceli, consigliere del Movimento 5 Stelle di Rende. "In alcuni Comuni – afferma Miceli - le amministrazioni comunali si rivolgono ai privati per la gestione delle utenze, ovvero per la gestione dei rapporti tra Comune e cittadini, per cui alla fine abbiamo 4 soggetti che operano nell'ambito della gestione delle risorse idriche. E' il caso di Rende che è in procinto di prorogare la gestione del servizio seguendo un procedimento che pone molti dubbi e perplessità. Noi riteniamo che non sia questa la strada giusta. L'acqua non può essere gestita da privato o in maniera privatistica, se le norme ostacolano la gestione totalmente pubblica dell'acqua, queste vanno adeguate, Saracena, in tal senso, è un caso di scuola. L’Amministrazione rendese dovrebbe prendere esempio dal Comune del Passito e opporsi politicamente alla normativa vigente favorendo in tutti i modi i cittadini". "Continueremo ad usare tutti gli strumenti a nostra disposizione – concludono i due portavoce - affinché l'acqua sia trattata come bene comune indisponibile e non come merce. Come dimostra il caso Saracena, chi la dura la vince".

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Un calabrese su due non si fida dell'acqua pubblica

E’ molto più alto, rispetto alla media nazionale, il numero dei calabresi che non si fida dell’acqua che scorre dai rubinetti delle abitazioni. A dirlo è l’Istat che, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua celebrata ieri, ha diffuso un dettagliato rapporto dal quale emerge che il 28% delle famiglie italiane non si sente sicuro a consumare l’acqua pubblica. In alcuni casi, come in Sardegna la sfiducia raggiunge, addirittura, il 53,4%. Non va molto meglio in Calabria, dove il 48,5 %  dei cittadini manifesta scetticismo rispetto alla qualità dell’acqua erogata dalla rete pubblica. Situazione non dissimile in Sicilia e Toscana dove la percentuale dei “diffidenti” è, rispettivamente, del 46,2  e del 38,3. Su scala nazionale, però, la situazione è nettamente migliorata, ove si consideri che nel 2002 la sfiducia superava il 40%. Una sfiducia che ha un peso notevole, non solo in termini di disagi, ma anche e soprattutto in termini economici. Ogni anno, infatti, le famiglie italiane spendono in media 228 euro per comprare acqua minerale. Un onere cui si aggiungono gli aumenti del 6,6%, rispetto al 2013 e del 74%, rispetto al 2008, dei costi sostenuti per acquistare l’acqua che arriva direttamente nelle abitazioni. Sfiora, infatti, i 360 euro l’esborso annualmente destinato dalle famiglie al pagamento dei servizi erogati dai gestori del servizio idrico. Una spesa che, secondo i dati elaborati dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, in Calabria scende a 282 euro, con un picco di 473 euro a Reggio Calabria. Poco oltre la media regionale, anche, quanto pagato da chi risiede a Vibo Valentia, dove ogni famiglia spende mediamente 294 euro all’anno. Sui costi, molto probabilmente, pesano due fattori, la frammentarietà nella gestione delle risorse e la dispersione della rete. Nel primo caso, il numero degli operatori ammonta a 3.161, dei quali l’82,2% riconducibili ad amministrazioni comunali ed il restante 17,8 a gestori specializzati. Per quanto riguarda, invece, la dispersione della rete idrica, la media nazionale si attesta al 37%. Maglia nera per Calabria e Lazio, dove il 60 % dell’acqua immessa nelle condutture non arriva a destinazione. Ancor più negativi i dati che riguardano Cosenza e Vibo Valentia, dove la dispersione tocca, rispettivamente, il 77 ed il 64 %.

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