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Referendum, De Caria esulta: “E adesso SI! Cambiamo l'Italia. Davvero”

“Considerando il dato elettorale che si delinea, credo sia ora doveroso affrontare le emergenze e le urgenze economico sociali che affliggono i cittadini italiani,  in particolare modo nel mezzogiorno del Paese, e ripartire per un cammino serio, partecipato e condiviso per delle riforme istituzionali e costituzionali che, solo l'elezione di un'assemblea costituente eletta dai cittadini e la contestuale celebrazione dei tre referendum di indirizzo possono garantire”.

È quanto afferma il presidente del Comitato “Riformisti per il No – Noi della Grande Riforma- Serre calabre” Francesco De Caria che spiega: “vista l'inutilità del 138 a produrre forme organiche resta questa l'unica via per innovare il nostro sistema democratico e l'unica via per un'uscita ordinata dalla crisi italiana! È fallito così, miseramente, il tentativo di Renzi di dare il via ad un ventennio di potere e di gestione. È una vittoria contro le lobby economiche e finanziarie che volevano un governo che tenesse sotto scacco un paese che qualcuno vuole agli ordini, in barba ad ogni legittimazione democratica! 

Grande lavoro – precisa ancora De Caria – è stato portato avanti dal Comitato ‘Riformisti per il NO - Noi della Grande Riforma - Serre Calabre’ che ho avuto l'onore di presiedere che ha contribuito in maniera determinante all'ottimo risultato elettorale del NO nella nostra zona lavorando con costanza fra la gente e attraverso i vari mezzi di comunicazione.

Una volta acquisito il risultato elettorale del Comprensorio delle Serre – conclude - non esiterò ad analizzarlo con attenzione e serietà”.

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ESCLUSIVO / Verso il referendum. Stefania Craxi: “Diciamo No alla riforma che deforma”

Con l’avvicinarsi del referendum sulle modifiche costituzionali, si intensificano le attività del “Comitato Riformisti per il No – Noi della grande Riforma” che puntano ad affermare alcuni concetti che ritengono fondamentali. Durante la sua visita in Calabria, Stefania Craxi ha, ancora una volta, fatto tappa a Serra San Bruno ed ha avuto modo di specificare la volontà di rilancio nazionale confermando quella fermezza e quella determinazione che erano caratteristiche essenziali del carattere paterno. Dalle risposte alle nostre domande emerge la sua visione sul particolare momento storico.

 

Il cambiamento è ormai avvertito dalla popolazione come un’esigenza indifferibile. In che termini va realizzato?

Il nostro Paese ha la necessità di una grande riforma che investa tutti i campi del vivere civile, politico e sociale; che metta l’Italia nelle condizioni di affrontare i grandi problemi che il mondo globalizzato pone. Ma serve una riforma di grande portata e non una riformicchia ideata da 4 amici al bar, presentata da una minoranza in Parlamento e passata con il voto di fiducia. È una riforma che deforma e non risolve uno solo dei mali italiani.

 

Ci spieghi nei dettagli i motivi dell’orientamento dei “Riformisti per i No”.

Innanzitutto occorre uscire dallo scontro ideologico tra quelli che credono che la Costituzione sia ‘la più bella del mondo’ e dunque immodificabile e quelli che pensano ‘qualsiasi riforma purché si riformi’. Noi diciamo ‘No’ non perché tutto rimanga come prima, ma perché la discussione va messa in mano ai cittadini. C’è bisogno di un’assemblea costituente eletta dal popolo e seguita da tre referendum che consentano agli italiani di decidere la forma di governo. Diciamo ‘No’ ad un Senato nominato dalle segreterie dei partiti che anziché semplificare complica l’iter legislativo e crea conflitti fra Stato e Regioni. Diciamo ‘No’ ad una riforma che non interviene sul groviglio delle Istituzioni e che continua a mantenere l’impianto delle Regioni che è all’origine dell’esplosione della spesa pubblica. Diciamo ‘No’ ad una riforma che spacca il Paese in due: accentua lo scontro fra Regioni ricche e Regioni povere, divide creando cittadini di serie A e cittadini di serie B. Diciamo ‘No’ ad una riforma che non solo non risolve lo squilibrio fra poteri dello Stato, ma non agisce nemmeno sulla situazione della Giustizia in Italia. Diciamo ‘No’ perché vogliamo una vera grande riforma nell’interesse dei cittadini e non dei poteri forti, gli unici ad aver fatto endorsement verso la riforma. Parlo di finanzieri, banchieri e grandi potenze internazionali.

 

Qual è il suo giudizio sul Governo Renzi?

Matteo Renzi è un imbonitore che deve magnificare la sua poca merce, che va cambiando linguaggio di vendita ad ogni piazza che affronta, che si è posto alla guida di un’Italietta che sul piano internazionale conta meno di niente.

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