La contestazione dei Medici di famiglia: “Limitata la prescrivibilità di importanti ausili diagnostici”

La Federazione italiana Medici di famiglia ha ufficialmente contestato l’applicabilità del Decreto sulla “appropriatezza prescrittiva” lamentando l’assenza di dialogo con il Governo. Di seguito, proponiamo il testo integrale del documento diffuso dalla FIMMG:

Il consiglio direttivo regionale della FIMMG, dopo accurata disamina e discussione sul Decreto della “appropriatezza prescrittiva”, prende atto e rende noto che il Governo prosegue nell’inaccettabile atteggiamento a voler gestire la sanità e il fabbisogno di salute dei cittadini continuando a disattendere la richiesta di dialogo che già da mesi i medici, anche attraverso   gli Ordini professionali, la FNOMCeO, le Società scientifiche e tutte le sigle sindacali, stanno sollecitando anche attraverso lo strumento dell’agitazione e dello sciopero. In risposta ai tanti quesiti posti dalla categoria su spinosi e annosi problemi come la sostenibilità economica della sanità pubblica, la garanzia del diritto alle cure dei cittadini e il ruolo professionale del medico, il Governo persegue in una politica tesa a gestire ogni aspetto inerente la sanità a suon di decreti il più delle volte inapplicabili, incomprensibili, iniqui e sanzionatori. Il Decreto sull’appropriatezza prescrittiva approvato in data 09/12/2015 ed entrato in vigore il 21/01/2016, rappresenta l’ennesimo e più eclatante degli atti emanati in tale direzione. Detto decreto, che limita la prescrivibilità da parte dei medici di importanti ausili diagnostici (Risonanze, TAC, esami clinici ecc.), pone gravi criticità sia in termini interpretativi che applicativi, il cui  risultato certo sarà quello di aumentare i disagi e le spese dei cittadini con inevitabili risvolti in termini di conflittualità, con ricadute negative sul rapporto medico paziente, alimentando incomprensioni e contenziosi all’interno della categoria ed accentuando il deprecabile, ma inevitabile e comprensibile atteggiamento difensivistico. A questo si aggiunge il provvedimento emanato il 30.12.2015 del direttore generale del Dipartimento Salute con il quale si revoca l’uso del ricettario del SSN alle strutture private accreditate. Il decreto, così come formulato, oltre ad essere confuso nella definizione di attribuzioni delle responsabilità, è oltremodo equivoco in molte delle limitazioni di derogabilità: in poche parole è, per molti versi, inapplicabile. Tali incertezze ed equivoci comprometteranno profondamente l’attività professionale e di conseguenza la fiducia dei pazienti, che non accetteranno ne capiranno le limitazioni che il medico, suo malgrado, sarà costretto ad attuare. Evitando approfondimenti e dettagli tecnici già di difficile comprensione ed applicazione da parte degli stessi medici prescrittori, la FIMMG regionale conferma, per come e per quanto su detto,  l’inapplicabilità del decreto. Invierà queste stesse considerazioni agli organismi regionali che saranno invitati, così come stanno facendo altre Istituzioni (Regioni Toscana, Marche, Veneto, Lombardia ecc. ) e la totalità dei sindacati di categoria, a inoltrare tale protesta sul tavolo del  Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio, con l’obiettivo finale di ridiscutere tutta la materia, mettendo in condizione tutti i medici a contatto diretto dei cittadini di operare con coscienza e serenità.

Decreto prescrizioni mediche, Graziano: “Oliverio sospenda la norma altrimenti la Sanità rischia il black-out“

“La burocrazia di Renzi affossa la sanità. Altro che riforme e semplificazioni. Le nuove regole imposte dal Governo centrale che dettano ‘le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale’, tra tagli, restrizioni e decurtazione di diritti, genereranno un caos infinto. Sia tra gli utenti che tra i medici di base, costretti a lavorare con ricettari, prontuari e codici che sono contraddittori rispetto a quanto stabilito dal normativa. Non solo. Per le complessità insite al nuovo decreto ogni studio medico rischia di rallentare in modo paradossale le attività di assistenza. E in Calabria, come immaginabile, la situazione potrebbe assumere risvolti peggiori a causa di un sistema già di per sé in affanno e che rischia il definitivo black-out”. A lanciare l’allarme è il segretario questore del Consiglio regionale Giuseppe Graziano che, condividendo le giuste preoccupazioni poste negli ultimi giorni dalle associazioni nazionali dei medici e dei consumatori per l’ennesimo “atto capestro” del Governo Renzi, ha presentato un’interrogazione consiliare per chiedere e suggerire al presidente della Giunta regionale Mario Oliverio di sospendere il decreto ministeriale del 9 dicembre 2015 in attesa di verifiche e disposizioni chiare ed applicabili. “Clamoroso al Cibali! Verrebbe da dire – sottolinea sarcasticamente Graziano – perché le ‘bugie riformiste’ di Renzi si racchiudono tutte nel decreto ministeriale ‘Condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale erogabili nell’ambito del SSN’ varato nel dicembre scorso.  Perché questa legge è l’esempio lampante della confusione gestionale che l’ex sindaco di Firenze ha posto come metodo di governo della Nazione. È inutile dire che a pagarne le peggiori conseguenze saranno le regioni del Meridione e principalmente la Calabria e i calabresi che stanno già saldando il caro scotto delle scelte nefaste di quarant’anni di regionalismo che ha affossato il comparto della Sanità. Oggi, a giusto coronamento di questa condizione di estrema precarietà, giungono anche le direttive del Governo. Infatti, alcune disposizioni contenute nel decreto sulle prescrizioni mediche sono, oggettivamente, non applicabili da un punto di vista tecnico. Basti pensare semplicemente che la modulistica ad oggi a disposizione dei medici per le prescrizioni non consente per come è fatta di seguire le norme dettate dal Decreto. Ma questo, per quanto assurdo - continua il consigliere regionale – non è l’aspetto più preoccupante. Con questo decreto viene meno un ruolo fondamentale del medico: la possibilità di fare prevenzione! Che sarà tutta a carico del paziente. Anzi, considerato che ormai è scaricata sui medici tutta la responsabilità degli esami prescritti con conseguenze pecuniarie di non poco conto, si potrebbe incrinare quel rapporto di fiducia che lega il paziente al proprio medico.  Siamo all’antitesi di un sistema sanitario nazionale equo per tutti i cittadini. E a voler pensar male anche in questo caso la spinta verso il privato per le coperture e le assicurazioni sanitarie pare proprio dietro l’angolo. Renzi ed il suo ministro – prosegue - dovranno spiegare perché come al solito il contenimento della spesa sanitaria si trasforma sempre in un danno per il cittadino. Ma aggiungo anche che la farraginosità imposta dal Decreto per le prescrizioni avrà un notevole impatto sul lavoro quotidiano dei medici, che impegnati nella ricerca di codici e sottocodici per fare una prescrizione a fine visita medica saranno costretti a sottrarre tempo prezioso per visite e diagnosi. Anche in questo caso, onde evitare lo sconquasso totale della Sanità in Calabria, la cui ripresa passa attraverso un sistema di gestione semplice e sintetico, abbiamo una soluzione. A darcela è ancora una volta la Regione Toscana che ha sospeso l’applicazione del decreto in attesa di verifiche e disposizioni più chiare e semplificative. La Calabria deve fare lo stesso. Ancora una volta, dunque – conclude Graziano – mi appello al presidente della Regione Calabria affinché, nella prossima conferenza Stato-Regioni, si faccia portavoce di soluzioni migliorative, dimostrando il coraggio di cambiare un sistema, quello della Sanità, oggi ancora più anacronistico, farraginoso ed iniquo”.

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