Vibo, per Cavallaro “l’ultima provincia d’Italia ha bisogno di uno scatto d’orgoglio”

“Il 2017 sarà l’anno della grande scommessa per il recupero della normale condizione di vivibilità della città di Vibo Valentia? La ‘chiamata alle armi’, imposta dal severo e non certo sorprendente verdetto emerso dall’indagine compiuta da Il Sole 24 Ore, ad oggi, non ha sortito alcun effetto. La popolazione ha serio e preoccupante motivo per sentirsi ulteriormente delusa”. 

La riflessione è del segretario generale della Cisal Francesco Cavallaro che sostiene: “Chi sperava che sugli esiti forniti dagli indicatori presi in esame dallo studio del quotidiano di Confindustria, articolati in sei settori d’indagine: affari, lavoro e innovazione; reddito, risparmi e consumi; ambiente, servizi e welfare; demografia, famiglia, integrazione; giustizia, sicurezza, reati; cultura, tempo libero e partecipazione, che hanno presto definito Vibo Valentia la provincia italiana meno vivibile, relegandola, inesorabilmente, nel ruolo di fanalino di coda delle provincie del Paese, intervenisse una seria e concreta riflessione è rimasto profondamente deluso.  

Se non ci ha pensato il sindaco, Elio Costa, che in molti speravano potesse portarla come momento centrale della sua conferenza stampa di fine anno a Palazzo Luigi Razza chi avrebbe dovuto farlo? 

Oppure ha ritenuto che impegnando il suo intervento sulla  ‘…Vibo che vorrei’ fatta di qualche idea su qualche proposta su ambiente e cultura ha pensato di aver dato una sicura risposta ai cittadini che sostanzialmente hanno preso atto dell’amaro giudizio che ha portato Vibo Valentia ad occupare la posizione più scomoda delle province d’Italia?  

Il primo cittadino – rileva il sindacalista - stenta a comprendere, e chi gli sta vicino probabilmente non gli da una mano, che Vibo Valentia, avverte forte l’avvio di uno scossone capace di risvegliare il senso della sua più necessaria vitalità.

Una città che sente e tocca con mano una diffusa sofferenza ha bisogno di ben altro e l’annunciata voglia di continuare nell’opera di risanamento non basta per aiutare i cittadini a godere, legittimamente, di una politica dei servizi più a misura d’uomo ed adeguata ai ritmi moderni.      

Di fronte ad un dato inconfutabile che vuole Vibo Valentia la città più ammalata d’Italia non ci si può accontentare di rispondere che il dato de Il Sole 24 Ore non risponde alla realtà. 

Ci sembra un po’ riduttiva ed emotiva la reazione pubblica del sindaco. 

I cittadini – aggiunge - sono anche preoccupati perché all’indomani dell’allarme rosso lanciato da Il Sole 24 Ore nessun segnale concreto è venuto fuori per tentare di accorrere al capezzale della grande ammalata e valutare ogni possibilità pur di avviare una terapia d’urto volta a facilitare la più piena ripresa della sua condizione.

Chi era presente alla conferenza stampa si è subito accorto che il sindaco ha scelto il percorso delle cose che più gli hanno fatto gioco, evitando di parlare sulle tante cose che non sono state fatte e che pur avrebbero meritato un momento di attenzione nella copertina della sua relazione. 

Non ha riferito niente del suo pesante e sofferente rapporto con la politica, del suo disagio, sempre nascosto, anche all’interno della maggioranza che sostiene la sua iniziativa politico amministrativa e che sicuramente la notte non gli fa fare sonni tranquilli.

Noi ritentiamo che Vibo Valentia in questo particolare momento storico ha bisogno di puntare sulla rivitalizzazione del suo ‘pensatoio’, capace di discutere sulla inderogabile necessità di mettere in piedi un progetto di condivisione per rilanciare la condizione della politica amministrativa di Palazzo Luigi Razza oggi in ginocchio per via delle conseguenze che l’hanno resa un ingiustificato ed intollerabile momento di divisione più che di unione.

Così è accaduto che mai come in questo momento i cittadini sono tornati a chiedersi perché diventa sempre più complesso pensare ad un progetto utile a rivisitare ogni tipo di comportamento se è vero che il recupero di un dato più promettente sull’occupazione, ad esempio, si rende necessario conseguirlo per aiutare la società a superrare le più immediate insidie e difficoltà quotidiane.

Perché diventa sempre più distante l’idea di ritrovarsi attorno ad un tavolo comune per scrivere insieme un progetto di condivisione pronto a spiegare da dove occorre ripartire per realizzare un vero e proprio rilancio dell’iniziativa politico amministrativa della città. 

E forse sarebbe anche giusto e più che opportuno interrogarsi su i motivi  che inducono i cittadini a stare sempre più lontani dalla politica e a vestirsi, inevitabilmente, con la loro protesta su disservizi e difficoltà varie, nei panni di una sorta di controparte dell’attività del Palazzo?

Non è forse questo il reale motivo che ci porta a domandarci perché non c’è mai stata, e non la si intravede neanche oggi,  una intesa tra il Palazzo e la Piazza?

Come ripartire da una nuova e solidale scommessa? 

Nella ricerca di attuazione di un suo nuovo disegno di sviluppo Vibo Valentia non può non ricorrere al reale e pieno utilizzo delle forze attive ed emergenti della città,  delle sue più accreditate potenzialità che partono dal suo straordinario patrimonio di ricchezza culturale e naturale, imprenditoriale, professionale e associazionistico, favorendo la riuscita di una spinta propulsiva capace di tirare fuori la parte migliore di un tessuto connettivo che già nel passato ha propiziato la realizzazione di una sua mai dimenticata pagina di storia.

Diventa – è la conclusione - preminente ripartire dalla necessità di insistere caparbiamente, e con grande senso di ritrovata responsabilità e consapevolezza, verso l’attuazione  di una politica amministrativa che unisce e non divide e che può diventare la soluzione ideale per la Vibo Valentia del 2017”.

 

Cavallaro (Cisal): “Vibo sprofonda, Oliverio convochi una Giunta su un territorio al collasso”

"La condizione in cui versa, sul piano più complessivo, lo stato di salute del territorio di Vibo Valentia e dintorni continua ad essere in un certo senso sottovalutato da autorità politiche e  istituzionali o per meglio dire l’impegno che viene prestato  non è all’altezza dei seri rischi che corre”. È quanto afferma il segretario generale della Cisal Franco Cavallaro per il quale “disoccupazione, dissesto idrogeologico, raccolta rifiuti, sanità, sicurezza, legalità, porto, turismo  sono alcune tra le problematiche che stanno mettendo a dura prova la reazione di addetti ai lavori e soprattutto cittadini. Ormai la cronaca di tutti i giorni mette in primo piano le difficoltà di chi è chiamato a fronteggiare, spesso improvvisamente, stati di calamità e avversità, disagi e disperazione  che costituiscono una seria preoccupazione per la vita di tutti i giorni per cui accade che le iniziative, spesso assunte con grande volontà operativa, capacità e competenza, non riescono ad ottenere risposte adeguate. La città, in queste ultime ore, sprofonda. In più punti si aprono falle. Chiesto lo stato di emergenza. Le iniziative – sostiene il sindacalista - non bastano e non basta neanche prendere atto che l’intervento economico resta limitato alla disponibilità. Urge compiere notevoli sforzi e pensare ad un piano di interventi che prioritariamente e gradatamente prenda in esame la situazione e spinga in direzione di una iniziativa energica e rispondente alle attese del territorio. Questa vuole essere anche una risposta al fatto che l’esame delle più svariate situazioni, anche attraverso convegni, incontri e pressioni di ogni genere, non rappresenta la giusta chiave di volta per superare ogni tipo di difficoltà. Per questo motivo – spiega Cavallaro - va lanciato un appello pensando, ad esempio, ad una idea che può diventare momento di seria riflessione e quindi momento di rilancio dell’iniziativa, soprattutto politica e governativa. Se è vero che fino ad oggi la classe politica e dirigente che conta nella Regione Calabria non ha prestato la dovuta attenzione ai guai che assillano questo territorio, è altrettanto vero che la Regione Calabria  deve, obbligatoriamente, rivedere il suo atteggiamento su Vibo Valentia e dintorni, soprattutto oggi a causa del registrarsi di sempre nuovi fenomeni di dissesto idrologico.  L’idea è una immediata visita del presidente Mario Oliverio con i componenti della Giunta a Vibo Valentia per concorrere a rimuovere l’accusa di isolamento  e di indifferenza verso questa realtà,  spesso lanciata, a pieno titolo, dai cittadini nei confronti del potere regionale e che potrebbe trovare un tentativo di adeguata risposta. Insomma i signori della politica prendano atto che Vibo Valentia ha bisogno di qualcuno che accorra, senza indugio,  al capezzale di questa grande ammalata. Una ‘riunione di ascolto’, presieduta dal prefetto Carmelo Casabona, presenti sindaci, autorità politiche e istituzionali del Vibonese tutto, supportata dallo studio e presentazione di schede tecniche intese a tratteggiare le criticità ed i rischi del momento e che presidente e giunta potrebbero far loro con più convinzione e condivisione proprio perché uniti nell’ascolto. Un modo come un altro per dimostrare, da parte della politica regionale, che in questa provincia non si viene a chiedere soltanto voti alla vigilia della campagna elettorale ma anche per conoscere, de visu, e più concretamente, la triste realtà di situazioni assurde e avvilenti. Vibo Valentia – conclude Cavallaro - ha bisogno di contare su un vero progetto di condivisione e chiede che a firmarlo sul posto sia, congiuntamente, il potere esecutivo della Regione Calabria per un serio impegno davanti a quella  popolazione spesso tradita nei suoi più legittimi interessi”.

Riorganizzazione Protezione Civile, la Cisal chiede la testa di Tansi

“La buona volontà spesso non basta così come la voglia di mettersi in gioco non è facile perché l’incarico di coordinare la Protezione civile in Calabria, affidatogli qualche mese fa dal presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, è di quelli pesanti considerato che l’impegno richiede estrema competenza, seria professionalità e straordinaria conoscenza del delicato settore che il geologo Carlo Tansi sta dimostrando, nei fatti, di non possedere”. Considerazioni pesanti quelle del segretario generale della Cisal Franco Cavallaro che attacca con forza la controparte. “Cosa sia capace di fare,  quest’ultimo, nel senso più penalizzante del termine – sostiene il sindacalista - è facile leggerlo nei  recenti lavori del Consiglio regionale chiamato a discutere sul decreto relativo alla riorganizzazione della Protezione Civile in Calabria, dove, tra l’altro, si è discusso della richiesta, avanzata da Carlo Tansi, sulla soppressione delle sedi della protezione civile di Vibo Valentia e Crotone, proponendo l’accorpamento a Catanzaro. Una proposta  assurda, sbagliata, quasi a voler dire, nel caso del disastrato territorio vibonese, che quanto accaduto nell’alluvione di Bivona nell’estate del   2006 e quanto avvenuto nei giorni scorsi nella via Carlo Parisi dello stesso capoluogo, o le centinai di denunce tutte intese a dimostrare la gravità della condizione del sistema ambientale e idrologico, con in registro anche morti, non è servito a niente. Ma il sopralluogo compiuto qualche giorno fa a Vibo Valentia lo ha convinto della grave emergenza di cui soffre il territorio oppure gli ha confuso le idee? Certo l’emendamento proposto, ed accolto all’unanimità dal Consiglio regionale, dai consiglieri regionali Flora Sculco, Vincenzo Pasqua e Michele Mirabello, ha salvato Carlo Tansi da una ulteriore bocciatura al suo mandato. È quanto basta – rileva Cavallaro - per capire che non può giocare a suo favore il tentativo di dimostrare naturale capacità e disinvoltura se non esiste un supporto di esperienza, un bagaglio di una certa portata e caratura tecnico professionale. È indubbio che chi pensava che Carlo Tansi potesse rappresentare una storia, un passato, una esperienza in un compito così arduo e serio è rimasto letteralmente deluso. Egli non ha trovato di meglio, valutando la condizione del sistema sulla ‘Protezione Civile che non va’, che  prendersela con la  Cisal, la Confederazione italiana sindacato autonomi lavoratori. Un grave errore di calcolo perché è andato a mettere in discussione  l’impegno  dei lavoratori di un sindacato che proprio per la sua  incessante e appassionante  abnegazione nella difesa dei diritti e nella ricerca di nuove energie per il lavoro che non c’è, continua a far salire l’astina dei suoi iscritti fino a diventare la quarta rappresentanza sindacale del Paese. E Carlo Tansi – prosegue Cavallaro - ha sbagliato anche quando ha pensato che,  per poter realizzare l’obiettivo, vincolato alla sua nomina legata alla piena attuazione di una politica dello spending review che prevede tagli agli sprechi, trasparenza nelle procedure e riorganizzazione della macchina e quindi del personale, diventava facile mettere in croce il personale, ovvero quello che anche nella più dura precarietà formativa e di ruolo e compiti ha sempre dato l’anima spendendosi su ogni fronte e a costo di grandi e talvolta insopportabili sacrifici. Certo sarà interessante vedere se Carlo Tansi, che dice di aver scoperto tutto questo fardello di irresponsabilità, sprechi e  consulenze a personaggi in conflitto d’interesse con la stessa Protezione Civile e quindi con la Regione Calabria,  sarà capace di presentare un adeguato faldone alla magistratura. Quel che conforta in questa circostanza è che il presidente Mario Oliverio, prendendo atto della grave condizione in cui versa il sistema idrogeologico e ambientale del territorio vibonese, abbia deciso di assumere immediate iniziative allo scopo di avviare un articolato e funzionale intervento pronto a limitare eventuali  danni a persone e cose per poi puntare ad una definitiva messa in sicurezza. La Cisal, in ogni caso,  chiede le sue dimissioni  ed è pronta a motivarne la richiesta. Così come conferma la fiducia all’impegno dei lavoratori associati e spera che al di sopra del fallimento dell’esordio di Carlo Tansi alla guida della Protezione Civile in Calabria – è la conclusione - prenda il sopravvento un progetto che aiuti la nostra popolazione a sperare in un futuro meno drammatico per eventuali calamità naturali”.

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Sanità nel Vibonese, Cavallaro: “È l’ora di invertire la tendenza”

"Forse è giunto il momento che attorno al problema sanità vibonese si apra un nuovo e qualificato confronto, possibilmente a 360 gradi,  per dare un minimo di sensazione che le criticità che da tempo attraversa questo delicato settore della vita pubblica sono attenzionate da tutti: addetti ai lavori e non. In particolar modo dai cittadini che probabilmente hanno perso ogni speranza sulla necessità di ripristinare la ‘normalità’ nel circuito sanitario vibonese”. È quanto afferma il segretario generale della Cisal Francesco Cavallaro per il quale “è per questo motivo che sicuramente occorre ripartire per mettere insieme un progetto di condivisione sull’obiettivo che occorre raggiungere in ogni caso non fosse altro che per favorire il sempre più pericoloso pensiero di chi vuole che la sanità vibonese vada a rotoli e finisca la sua funzione riversando ogni tipo di attenzione ed interesse verso Catanzaro. Con l’intenzione, ovviamente, di relegare Vibo Valentia a sede di un modesto presidio di ‘primo intervento’. Una premessa, quanto detto sopra – sottolinea Cavallaro - che serve a porre in piedi una serie di importanti ed inderogabili quesiti che vanno dalla utilità di domandarsi subito cosa si vuole fare della sanità pubblica vibonese visto che i segnali provenienti  dai piani alti della Cittadella Regionale sono tutt’altro che incoraggianti e privi di ogni  speranza di ripresa. Cosa si pensa di chi opera e offre ogni tipo di attenzione e coinvolgimento non solo professionale e di grande portata umana verso i pazienti è nella conoscenza di tutti e passa attraverso le mancate scelte. Partiamo da un dato incontrovertibile: a Reggio Calabria, a Cosenza, a Catanzaro e  a Crotone i direttori generale nominati di recente sono tutti espressione della professione locale. A Vibo Valentia – rileva il sindacalista - è stata nominata la dottoressa Angela Caligiuri sul cui percorso professionale nulla da obiettare ma è giusto che non passi inosservato che ancora una volta la classe dirigente locale ha subito una ennesima ed ingiustificata penalizzazione. È augurabile che lo schiaffetto non abbia a proseguire anche sulle nomine di direttore sanitario aziendale e direttore amministrativo perché sarebbe una scelta molto ma molto discutibile. E per l’immediato futuro? D’accordo sull’idea di convocare nella sala consiliare di Palazzo ‘Luigi Razza’  il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e il nuovo dg dell’Asp di Vibo Valentia per discutere  sul futuro della sanità vibonese (soprattutto nuovo ospedale) ma è evidente che la organizzazione di una Conferenza dei sindaci della provincia comprenderebbe meglio le ragioni di una discussione e dello studio di un progetto  capace di inventarsi un nuovo modo di fare sanità in un territorio che soffre inesorabilmente l’isolamento dalla classe dirigente che decide. Ecco perché – è la conclusione - riparlare di progetto per una sanità più all’altezza dei bisogni della popolazione è un obbligo per tutti e ogni assenza ad un tavolo comune di confronto diventa ingiustificata”.

Convenzione sperimentale tra Università “Dante Alighieri” e Cisal: più accessibile la formazione per lavoratori

Il Sindacato bussa alla porta dell’Università ed ottiene l’impegno di quest’ultima a condividere prima e a promuovere dopo la realizzazione di un progetto formativo per garantire ai lavoratori, stranieri e italiani, il conseguimento di un percorso di laurea a costi sicuramente sostenibili, contando su un ideale supporto organizzativo. A credere in questo eccellente progetto sono stati i legali rappresentanti dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria e la Cisal, la Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori, che stamane hanno firmato, nella città dello Stretto, una convenzione con la quale si permette ai lavoratori stranieri e italiani di realizzare un ideale percorso di studio, godendo di importanti facilitazioni. Ad apporre la firma sul protocollo d’intesa sono stati il Rettore professor Salvatore Berlingò, assistito dal dottor Alessandro Zoccali direttore amministrativo per l’Università reggina ed il dottor Francesco Cavallaro, Segretario Generale della Cisal, assistito dal dottor Francesco Greco Amministratore di Cisal Servizi e Consulenze e dal dottor Saro Costa direttore generale dell’Ecoform Cisal. Università e Cisal vanno, dunque, incontro alle legittime aspirazioni dei lavoratori che intendono affrontare durante il cammino professionale un corso di studi che consenta loro di meglio qualificare l’attività di servizio. Un’idea che appena diffusa  ha già ottenuto il massimo consenso dai lavoratori interessati. “È una convenzione sperimentale che prevede per i lavoratori aderenti al Sindacato che si iscrivono ai Corsi di Laurea programmati dall’Ateneo reggino la possibilità di pagare le tasse universitarie con una riduzione pari al 20% sul totale della seconda rata – ha detto, tra l’altro, Francesco Cavallaro – tenendo presente che una particolare attenzione sarà riservata ai lavoratori stranieri ai quali l’Ateneo offrirà la possibilità di frequentare i Corsi di Laurea già da quest’anno accademico, assicurando loro una borsa di studio che comprende le rette universitarie. La finalità di questa convenzione – ha, poi, aggiunto il massimo esponente della Cisal - è di diffondere, attraverso l’attività di insegnamento e di ricerca, la conoscenza della lingua, della letteratura, dell’arte, della cultura e delle istituzioni politiche, sociali, giuridiche ed economiche dell’Italia. Il progetto condiviso con il Rettore Salvatore Berlingò offre una nuova idea di   servizio ai nostri iscritti e noi contiamo di estenderlo ad altre realtà del Paese”– ha continuato ancora Francesco Cavallaro – e partendo da questa Università, fiore all’occhiello per la Calabria, ci sposteremo in altre sedi del Paese”. Il progetto è una strategia di Cisal Servizi e Consulenze e passa attraverso l’intesa organizzativa di Università e Cisal che garantiranno agli studenti lavoratori un notevole supporto didattico e culturale. “La Cisal Servizi e Consulenze – ha tenuto a sottolineare il dottor Francesco Greco – da tempo, su insistenza del Segretario Generale Francesco Cavallaro, rivolge una sua particolare attenzione al mondo universitario e la convenzione di Reggio Calabria spalanca le porte verso più intensi obiettivi sociali e culturali”. Più che soddisfatto anche il Rettore Salvatore Berlingò: “Abbiamo sposato la sensibilità della Cisal verso i suoi iscritti perché in noi si è fatta strada la convinzione ma soprattutto la volontà di continuare una strategia di collegamento nelle varie attività del territorio. Il nostro impegno di tutti i gironi – ha avvertito il Rettore dell’ateneo reggino – non può essere inteso come un castello incantato, astratto ma capace di favorire corsi di laurea a studenti e lavoratori dando loro tutte le agevolazioni possibili. In questo caso, ci impegniamo affinchè gli iscritti acquisiscano le competenze linguistiche e questo accordo deve essere visto come un modello da seguire per le altre organizzazioni di lavoratori”.

Cavallaro (Cisal): “Vibo perde Giovanni Bruno, il prefetto della speranza”

“Credo che la notizia del trasferimento a Roma del prefetto Giovanni Bruno abbia lasciato l’amaro in bocca non soltanto agli ‘addetti ai lavori’ ovvero a chi in un modo o nell’altro ha avuto rapporti in vario modo con il capo dell’Ufficio territoriale di Governo, ma anche a tantissimi altri cittadini vibonesi”. Lo afferma il segretario generale della Cisal Francesco Cavallaro per il quale “chi lo ha conosciuto ha probabilmente avuto tutto il tempo per capire di che stoffa è fatto il dottor Giovanni Bruno, trovatosi, improvvisamente, nell’arco del suo impegno istituzionale a Vibo Valentia, a doversi occupare non solamente del suo esclusivo ruolo di prefetto. Credo che il suo non facile impegno di prefetto per il territorio di Vibo Valentia sia andato oltre ogni più rosea previsione e che questo aspetto più che positivo non sia sfuggito all’attenzione di tutta l’opinione pubblica con la quale è sorto anche un vero e ben coltivato rapporto d’amore. Proprio per questo motivo – sostiene il leader sindacale - lui confessa che la sua partenza lo rattrista così come non nasconde che il suo arrivo a Roma lo inorgoglisce per il delicato compito che andrà ad assumere nell’Amministrazione dell’Interno. A Vibo Valentia e dintorni il dottor Giovanni Bruno ha lavorato bene, con entusiasmo, alto senso del dovere ed eccellente rapporto con la popolazione che ha conosciuto in tutte le sue articolazioni avendo compiuto una ricognizione particolare proprio sulla scorta delle sue quotidiane visite sul territorio. Se dovessimo mettere insieme tutta la cronostoria  dei suoi interventi che si sono susseguiti da quando è stato alla guida dell’Ufficio territoriale di Governo – aggiunge Cavallaro - probabilmente ci accorgeremmo che, senza voler togliere nulla ai suoi pur valenti predecessori, la sua iniziativa si è sempre rivelata non solo la più eccellente ma sopratutto la più accorta, tempestiva e utile a superare i non pochi  momenti di difficile gestione vissuti da un territorio che da molti anni a questa parte deve fare i conti non soltanto con le difficoltà economiche, occupazionali e sociali ma soprattutto con quelle specificatamente  ambientali e dell’illegalità  che da tempo hanno preso il sopravvento nella vita di tutti i giorni.  È evidente che quando è andato ad insediarsi nella poltrona più prestigiosa ma anche scottante al quarto piano di Palazzo Rizzuto non pensava di dover essere coinvolto in un’attività quotidiana frenetica, ricca di ansia e preoccupazioni, densa di fatti e atteggiamenti che hanno minato la pace e la solidità  civica dell’hinterland Vibonese. Ne pensava di dover mettere mani, tutti i giorni, a mediare e far fruttare la sua intelligenza nel dirimere una infinita serie di controversie tra enti, lavoratori, cittadini e associazioni che hanno posto spesso in fibrillazione l’animo ed il cuore di ogni singolo cittadino.  Un’opera difficile – sottolinea il vertice della Cisal - di forte intensità e che ha messo a dura prova la sua forte fibra di uomo impegnato nelle più importanti  istituzioni. Si deve alla sua collaudata pazienza certosina, al suo savoir faire, al suo modo di essere se Vibo Valentia ha saputo fronteggiare e spesse volte superare momenti di forte tensione sociale. Ma è stata soprattutto la sua spiccata personalità, votata in maniera incredibile all’ascolto del cittadino, che gli ha permesso di aiutare questa provincia ad evitare che conflitti di varia natura sfociassero nel disordine, ma soprattutto nella disperazione che spesso ha travolto gli animi di lavoratori alle prese con una dura ma anche estenuante  lotta per la conservazione del posto di lavoro. Ne si può dimenticare che dall’attenzione del prefetto Giovanni Bruno sono passati tutti i fatti più incresciosi di questi ultimi anni e che hanno destato allarme, preoccupazione e disagi a non finire. Si deve, poi,  alla sua grande capacità professionale il ripristino di una normalità di vita cittadina che seppur ancora ricca di difficoltà per tanti lavoratori ha attenuato il loro senso di sconforto e delusione.  È stato sempre considerato come il ‘prefetto della speranza’c Sono state tantissime le aziende, molti i cittadini che in fasi di emergenza hanno trovato in lui un momento di conforto, pace e di speranza. Dalla sua parte la non comune ed eccellente forza e voglia di affrontare con coerenza, alto  spessore culturale e professionale, ogni tipo di difficoltà denunciata dal suo interlocutore. Ha lottato, fino a quando ha potuto per garantire il percorso più ideale di un’Amministrazione provinciale allo sbando per il suo dissesto economico. E fino ad oggi, con il nuovo Ente, ha continuato a garantire  il suo ruolo di ‘custode’ dell’osservanza  delle regole. Il prefetto Giovanni Bruno si è visto costretto, perché le grane non è andato mai a trovarsele, a sostituirsi, sostanzialmente, anche al potere civico. Non ha mai tralasciato di rendersi  più che utile anche al Comune, travolto non solo dal disastro economico ma anche dalla incapacità politico amministrativa di chi aveva chiesto all’elettore, deludendolo in pieno,  l’affidamento della gestione della cultura dei servizi. Ma quel che piace del prefetto Giovanni Bruno è che è stato un uomo d’impegno tra la gente e che ha amato ritrovarsi tra gli stessi cittadini anche nelle sue frequenti passeggiate distensive per la città. Lascia Vibo Valentia dopo aver dato tutto se stesso per aiutare questo territorio ad attenuare gli effetti di una  sofferenza che non merita per questo il dottor Giovanni Bruno si è meritato la gratitudine di una provincia che non dimenticherà facilmente il suo acume, la sua disponibilità, il suo modo di fare con la gente e tra la gente, la sua intelligenza, il suo sorriso sempre colmo di speranza.  È in arrivo il prefetto dottor Carmelo Casabona. originario di Caltanissetta, proviene da Sondrio. È una vecchia conoscenza calabrese avendo svolto nel 2009 la funzione di questore di Reggio Calabria, impegno che gli permise di guadagnarsi di lì a poco tempo i galloni di prefetto. È una scelta che, si dice, il ministro Angelino Alfano  abbia voluto fare – è la conclusione - per Vibo Valentia per continuarla a dotare di un prefetto di eccellente esperienza professionale”.

Cisal, battaglia al consiglio nazionale sul “Lavoro che non c’è”

La sempre più preoccupante problematica legata al mancato sviluppo della occupazione nel Mezzogiorno e quindi in Calabria ed anche nel territorio della provincia di Vibo Valentia,   polarizzerà la massima attenzione ai lavori del consiglio nazionale della Cisal, convocato a Salerno, per venerdì, sabato e domenica prossimi, dal segretario generale Francesco Cavallaro. Sulla falsariga del tema centrale del congresso nazionale di Rimini sul “Lavoro che non c’è”, che ha confermato alla guida del quarto sindacato nazionale, Francesco Cavallaro, il parlamentino del Sindacato di via Torino a Roma sarà chiamato ad attuare i consequenziali indirizzi di politica organizzativa e sindacale che rappresentano una fondata speranza per chi spera, legittimamente, in un posto di lavoro, e continua a non credere nelle promesse del governo di Matteo Renzi. La folta rappresentanza territoriale della provincia di Vibo Valentia, guidata dal segretario provinciale Filippo Curtosi, si candida ad un ruolo di primo piano nella discussione che preannuncia sonanti proteste contro la politica deludente e delle enunciazioni portata avanti da Roma. “A distanza di sei mesi dal nostro IX Congresso confederale – ha dichiarato il leader della Cisal presentando la tre giorni di Salerno - siamo costretti a constatare che in Italia, purtroppo, ancora non si registrano reali, apprezzabili incrementi sul piano dell’occupazione. E questo nonostante la confusione, maliziosamente indotta da chi sostiene il contrario, tra trasformazione di precedenti contratti a termine e nuove assunzioni”. “Quel Lavoro – aggiunge, tra l’altro, Cavallaro - che la Costituzione, all’articolo 1, pone invano a fondamento della nostra Repubblica, non è aumentato, specie per i giovani e le donne, in particolare nel Mezzogiorno”. “Il dibattito di Salerno che coinvolgerà tutti i vertici sindacali della Cisal a livello centrale e regionale e i rappresentanti delle principali organizzazioni ad essa affiliate, ci consentirà di declinare in termini operativi la strategia della Confederazione sui grandi temi dell’occupazione, del Mezzogiorno, dell’economia, del fisco, della previdenza, del welfare, della pubblica amministrazione, delle relazioni industriali e del modello contrattuale. Temi – ha concluso -  drammaticamente trascurati dalla Legge di Stabilità 2016”.

Proposta di Cavallaro (Cisal) per impedire chiusura Prefettura di Vibo

"Il dispositivo della circolare emanata dal Ministero dell’Interno sull’accorpamento delle Prefetture è di quelli che fanno tremare i polsi e destano forte inquietudine  nelle sedi interessate". Ad affermarlo in una nota è Francesco Cavallaro, Segretario Generale della Cisal. "La notizia diffusa dal Viminale - sostiene il leader dell'organizzazione sindacale - ha fatto scattare l’allarme rosso su tutto il territorio provinciale. Probabilmente non c’è più tempo per tentare di individuare quali sono i reali motivi che hanno indotto il Viminale ad accorpare la Prefettura di Vibo Valentia a Catanzaro. Bisogna, però, chiedersi se, oltre alle mancate responsabilità politiche che hanno finito col propiziare  questo tipo di scelta estremamente penalizzante per una realtà complessa come quella del nostro territorio, siano intervenute negligenze e comportamenti che hanno concorso a mettere in ginocchio la funzione dell’ufficio territoriale di governo. Mi sembra scontato riaffermare che la Prefettura di Vibo Valentia abbia contribuito in questi ultimi tempi, grazie alla piena ed eccellente disponibilità e competenza della struttura di Palazzo Rizzuti ad affrontare con più convinzione e capacità organizzativa i moltissimi e contorti problemi che hanno avvilito e continuano a preoccupare la popolazione nelle sue più disparate articolazioni.  Ad iniziare dai disagi e dai disastri, se così vogliamo meglio definirli, intervenuti  nella gestione della Provincia, dei Comuni, dell’Azienda Sanitaria Provinciale e di tutti quegli enti che hanno lottato per trovarsi garantito un posto di lavoro, per assicurare l’erogazione di servizi adeguati alle popolazioni, per  garantire una condizione di vita a chi soffre per la precarietà dei servizi sociali. La Prefettura ha, in sostanza, svolto un ruolo essenziale, colmando spesso, tra l’altro, anche le lacune messe in mostra da un’amministrazione comunale, come quella di Vibo Valentia, che è pervenuta al default in virtù  di scelte che hanno messo in seria difficoltà la vita del territorio comunale". "Senza dimenticare - aggiunge Cavallaro - che l’iniziativa della Prefettura è stata sempre rivolta a stimolare soprattutto i Comuni della provincia  ad impegnarsi nel più pieno rispetto della legalità, intervenendo con determinazione e concretezza laddove si sono verificate palesi condizioni di illegalità diffusa. Come si fa a non tener conto che si deve, sopratutto alla propedeutica  e sinergica azione degli Uffici della Prefettura,  se il  dilagare dei  fenomeni della delinquenza organizzata hanno conosciuto un considerevole freno ? Come si fa a non prendere atto che ogni tipo di vertenza lavorativa , talvolta quotidiana, è passata dalle griglie organizzative della Prefettura  conoscendone il più attento e concreto interessamento ma anche le più opportune realizzazioni?  Quante indicazioni utili sono state messe in campo per salvaguardare un posto di lavoro a chi lo ha perso o lo sta perdendo ? Il governo centrale non può disconoscere e quindi non apprezzare  l’esistenza di un fardello di positiva attività da parte della Prefettura di Vibo Valentia che ha permesso a tante famiglie di lavoratori di credere in una speranza ? Credo che le tutte forze politiche, istituzionali, sindacali, associative e di ogni livello debbano impegnarsi, immediatamente, a promuovere un’azione  di protesta utile a favorire la revoca dell’accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia a quella di Catanzaro.  Le motivazioni ci sono tutte. Occorre impegnarsi in una mobilitazione senza precedenti.  La scomparsa dell’ufficio territoriale di governo da Palazzo Rizzuti segnerebbe la sconfitta della politica, delle istituzioni e della dignità di tutti i cittadini vibonesi".  Forse - propone il Segretario Generale Cisal - diventerebbe utile ed opportuno insediare al Comune di Vibo Valentia un comitato ristretto cui affidare la formulazione ed il sostegno di una proposta per tentare di annullare la disposizione del Viminale restituendo alla provincia di Vibo Valentia  il ruolo e la funzione che la storia le assegna".

   

 

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