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Simbario, deliberata “la realizzazione di un centro di raccolta di rifiuti differenziati”

I centri delle zone interne del Vibonese si attrezzano. Perché, come spiega il sindaco di Simbario Ovidio Romano, “fare la differenziata, considerato anche il raddoppio dei costi di smaltimento dei rifiuti, è una scelta obbligata”. La giunta del piccolo centro delle Serre ha così dato il disco verde alla delibera n. 25/2015 recante “Realizzazione di un centro di raccolta di rifiuti differenziati – Por Calabria Fesr 2007/2013 – Linea d’intervento 3.3.2.1 – Approvazione progetto esecutivo”. Il costo dell’operazione ammonta a 70mila euro, reperiti per gran parte (60mila euro) grazie alla partecipazione ad un bando regionale mirato alla realizzazione di un’isola ecologica (10mila euro saranno i fondi comunali impiegati). “La struttura – afferma il primo cittadino – sorgerà nell’area dell’ex campo sportivo e sarà dotata di impianto di videosorveglianza, pannelli solari ed apposita illuminazione. Qui avverrà lo stoccaggio dei rifiuti ed uno spazio sarà riservato anche agli ingombranti. Si tratta –  conclude Romano – di un’iniziativa posta in essere nell’interesse della comunità e utile a rimanere al passo con i tempi”.

Decoro urbano, “crociata” del sindaco di Simbario contro il volantinaggio selvaggio

Piccoli decisi interventi che mirano a migliorare la vivibilità di paesi in cui il senso di appartenenza è forte. Centri che devono combattere contro lo spopolamento ed il conseguente invecchiamento della popolazione. Borghi che, però, dimostrano di tenere al proprio decoro urbano ed in cui il benessere della comunità è ancora avvertito come obiettivo primario. Dopo i provvedimenti del sindaco di Cenadi contro i rumori notturni e diurni e di quello di Centrache volto ad esigere la messa in sicurezza della chiesa, arriva l’intervento di Ovidio Romano. In questo caso, la considerazione che ha mosso l’ordinanza è che “la distribuzione indiscriminata di manifesti, opuscoli e depliant nelle pubbliche vie, nelle piazze, negli androni dei condomini, nei contenitori privi di chiusura sporgenti su suolo pubblico, sui veicoli in sosta e quelli in marcia incolonnati nelle intersezioni stradali e su qualsiasi manufatto esposto in luogo pubblico, compresi i pali della pubblica illuminazione, gli alberi e la segnaletica stradale è causa di un abnorme e notevole deposito di rifiuti di difficile raccolta, dell'imbrattamento del suolo pubblico e dell'occlusione delle caditoie”. Così il sindaco di Simbario ha provveduto a vietare a “tutte le imprese, alle società e/o agli organismi non a scopo di lucro ‘onlus’, di non procedere ad effettuare in tutto il territorio comunale pubblicità mediante volantinaggio, affissione di manifesti sui pali dell'illuminazione pubblica o della segnaletica stradale, sugli alberi o su qualsiasi altro supporto murale o strutturale, deposito a terra negli spazi pubblici o aperti al pubblico, antistanti le abitazioni, condomini o attività”. Il primo cittadino ha inoltre imposto di “non conferire volantini, opuscoli, manifesti o altro materiale pubblicitario sotto le porte di accesso, nei portoni e/o negli androni delle abitazioni private, sul parabrezza o sul lunotto delle autovetture e, comunque, su tutti gli altri tipi di veicoli” e di “non distribuire, su tutto il territorio comunale, volantini ai conducenti o ai passeggeri dei veicoli in movimento in prossimità delle intersezioni”. Altro obbligo è quello di “non lanciare, su tutto il territorio comunale, volantini, buoni-sconto, biglietti omaggio e materiale similare”. È invece consentita, se svolta secondo le previsioni di legge, “la distribuzione di depliant commerciali ‘porta a porta’ intesa esclusivamente quale deposito nella cassetta della posta dei residenti e/o condominiali”. Previste, per chi non osserverà queste disposizioni, sanzioni amministrative ed il ripristino dello stato dei luoghi.

 

 

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Simbario, multe per chi adopera l’acqua per usi non domestici

Multe da 25 a 500 euro per chi violerà "il divieto di utilizzo di acqua potabile distribuita dall’acquedotto comunale per innaffiare orti, giardini, piantagioni o per il lavaggio di veicoli". Lo prevede un’ordinanza emessa dal sindaco di Simbario Ovidio Romano. Considerato che nel periodo estivo è possibile il verificarsi di situazioni di carenza idrica, anche per effetto del maggior consumo, il primo cittadino punta a impedire sprechi e limitare i disagi. La Polizia municipale vigilerà sul rispetto dell’ordinanza.

Ovidio Romano: “Fusione? Sì, ma non con Serra”

L’idea è accattivante, la scelta dei partner è da approfondire. Nel dibattito sulla fusione dei Comuni delle Serre s’inserisce Ovidio Romano che effettua una disamina delle prospettive e offre una franca riflessione che non pecca di trasparenza. Il sindaco di Simbario parte da un’analisi storica e giuridica e spiega che “gli anni recenti sono stati caratterizzati da ripetuti interventi legislativi che hanno sancito l’obbligatorietà della gestione associata delle funzioni degli Enti locali, in particolare se di piccole dimensioni. Sono state introdotte nell’ordinamento – afferma - importanti disposizioni in materia, che interessano un numero elevato di Comuni minori e che necessitano di concretizzarsi in scelte operative urgenti. Se, da un lato, la riforma del Titolo V della Costituzione, valorizzando il peso amministrativo dei Comuni, ha ampliato il numero di funzioni delegate agli Enti locali, ha comportato, dall’altro, l’emergere di problemi di natura organizzativa ed economica in capo agli Enti medesimi. Si è quindi verificata, nel corso degli anni, una sempre maggiore difficoltà nell’organizzare efficacemente l’attività amministrativa in relazione ad un contesto sempre più mutevole e complesso e altri problemi simili si sono sommati all’esigenza di contenere la spesa pubblica ed affrontare l’attuale scenario di crisi, provvedendo al risanamento delle finanze pubbliche”. Dopo questo corposo preambolo, Romano cerca di volgere lo sguardo verso orizzonti lontani e ammette che “sarebbe veramente assurdo, in un contesto del genere, non valutare con attenzione la grossa opportunità che viene data agli Enti locali per cercare di rimediare, almeno  in parte, soprattutto ai tagli eccessivi imposti dallo Stato ai trasferimenti ordinari. La possibilità per i Comuni di aggregarsi tra di loro dando origine ad un’unica entità amministrativa – chiarisce - contempla un aumento del 20% dei trasferimenti stessi oltre a dei bonus aggiuntivi. Il legislatore ha colto l’opportunità di rafforzare le esperienze di collaborazione intercomunale, quali strumenti di razionalizzazione e valorizzazione dell’attività amministrativa con il principale obiettivo di ridurre i costi connessi all’erogazione dei servizi, mediante economie di scala e di esperienza, e, dall’altro, di rendere più efficiente la risposta della pubblica amministrazione alla domanda individuale dei cittadini. La gestione associata, in questo senso, rappresenta una valida opportunità per gli Enti di colmare il deficit di risorse necessarie per affrontare le sfide attuali e per erogare ai cittadini servizi in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni individuali e collettivi”. La successiva deduzione sembrerebbe ovvia e, invece, arriva la messa in guardia poiché “l’evidente vantaggio economico e organizzativo non può e non deve indurre a facili illusioni”. Nel ragionamento dell’esponente di Fratelli d’Italia non c’è spazio solo per i numeri, ma anche per i sentimenti e le radici che paiono rivestire un ruolo preponderante. “I presupposti per una fusione – asserisce infatti Romano - non devono essere esclusivamente di natura economica e organizzativa ma devono necessariamente superare il limite finanziario per invadere il campo sociale, quello della cultura e delle tradizioni e tenere nel giusto conto soprattutto la praticabilità dal punto di vista geografico”. Qui il capo dell’esecutivo del centro montano scopre del tutto le carte e puntualizzata che “sarebbe del tutto scontata la nascita di un solo Comune dalla fusione di Simbario, Spadola e Brognaturo per tutti i motivi elencati ma soprattutto in considerazione del fatto che ormai i tre paesi costituiscono un unico agglomerato urbano e gli interscambi tra le comunità sono tali da rendere omogenee le diverse appartenenze”. Il raggio d’azione sarebbe diverso rispetto a quello che legittima “una possibile fusione anche con Serra San Bruno” in quanto, secondo il parere di Romano, vanno vagliati gli “impedimenti” che prendono le sembianze di  “numerosi fattori non trascurabili”. Quali? Bisogna innanzitutto fare i conti con l’orgoglio simbariano e il primo cittadino specifica che “i paesi satelliti per tradizione e cultura hanno sempre mal sopportato la posizione egemonica del paese intorno a cui gravitano e mai accetterebbero di rendere tale egemonia istituzionale. Anche perché – aggiunge - essendo Serra molto più grande degli altri tre Comuni messi assieme appare assai probabile che la scelta della classe amministrativa sarebbe appannaggio esclusivo dei serresi stessi”. Sembrerebbe una motivazione campanilistica ma Romano preferisce utilizzare una terminologia diversa e argomentazioni che mirano a scacciare l’ombra della superficialità. “Ben vengano – sostiene - le fusioni che riescano a migliorare le condizioni generali di diverse popolazioni, purché queste avvengano nel rispetto delle opinioni di tutti i cittadini interessati. Ottenere una diffusa responsabilizzazione sul progetto di cambiamento dovrà essere compito primario degli organismi politici che andranno a costituire la nuova struttura pubblica e che avranno l’arduo compito di assicurarsi che fattori critici come la distribuzione delle risorse, la capacità di leggere tempestivamente i problemi sui diversi fronti e di ridistribuire dinamicamente le forze in campo,  rimangano costantemente sotto controllo. Da essi dipende buona parte del successo o dell’insuccesso dell’intero progetto di sviluppo. La riuscita di ogni buona pietanza si basa sul sapiente abbinamento degli ingredienti che vanno a comporla. Basta sbagliarne uno solo – è l’avviso finale - per rovinarne il gusto”.

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