Guerra dei Gal, Pileggi presenta il ricorso al Tar

Il Cogal Monte Poro ha presentato ricorso al Tar della Calabria contro il decreto della Regione del 26 ottobre scorso  con il quale si assegnano i fondi destinati dal Psr allo sviluppo rurale dell’area territoriale del Vibonese.

Il ricorso è motivato dal presupposto che il “costituendo Gal Terre Vibonesi ha presentato un partenariato che si sovrappone a quello del Cogal Monte Poro - Serre Vibonesi che ha approvato il suo Piano di Azione locale il 25 luglio scorso per essere trasmesso alla Regione Calabria".

“Che la Regione Calabria abbia prestato più dell’occhio di riguardo al costituendo Gal Terre Vibonesi – ha commentato il presidente del Cogal Paolo Pileggi - per essere lo stesso di emanazione politica di accordi trasversali tra correnti del PD e di FI, risulta ampiamente dalle contestazioni che il Cogal sottolinea rispetto alle procedure e al merito del punteggio assegnato.

Il ricorso al Tar si è dunque reso necessario al fine di fare chiarezza su una vicenda caratterizzata da favoritismi e clientela. L’avviso pubblico della Regione Calabria  avrebbe dovuto selezionare i Gal sulla base di criteri oggettivi e qualitativi, per attuare le strategie locali finalizzate allo sviluppo rurale”.

Guerra dei Gal, Pileggi accusa: “Inciucio Censore-Mangialavori, su questo marciume non possiamo tacere”

Ha deciso di fare parlare i fatti, le carte, le regole. Quello che nello “sviluppo” locale sono diventate da interpretare. Ma ci sono date, riunioni, scadenze. E anche storie. Tra tutte quelle degli oltre 5 milioni di fondi Comunitari destinati alla programmazione 2014-20 - misura 19 del Psr Calabria - da gestire per lo sviluppo del territorio e che sono stati “affidati” al nuovo partenariato “Terre Vibonesi”.

Paolo Pileggi, con calma, ha fatto il punto in riferimento a quella che ha definito “una battaglia per la trasparenza e la legalità”. Lo ha fatto nell’annunciare la richiesta di accesso agli atti già presentata e il ricorso al Tar, senza escludere la possibilità di bussare alla “porta” della Procura.

Perché il presidente del Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi di stare in silenzio contro “la congiura di palazzo” non ne ha voglia. Ed era un fiume in piena, questa mattina, nella sala Carbone della Camera di Commercio.

Accuse e denunce circostanziate. Così come gli atti e le delibere che avvolgono il “caso”. Quello che ruota intorno al Piano di azione locale “e Vibo è stato l’unico territorio che ha presentato due Piani”. Due, ma il vincitore è stato uno. Uno, il nuovo Gal. “E la Regione – ha affermato - l’ha fatta “grossa”. Un riferimento neanche troppo velato a quella definita come “congiura di palazzo, orchestrata sul territorio alla quale hanno partecipato rappresentanti istituzionali”. Un “inciucio” “trasversale tra Pd e Forza Italia”. I suoi esponenti locali, quindi, quelli chiamati in causa. Quanti oggi siedono in Parlamento e quanti alla Regione. Tra gli uni e gli altri, la “mano” dell’esecutivo Oliviero e, in primis, come già aveva denunciato nei giorni scorsi, il consigliere regionale delegato all’Agricoltura Mauro D’Acri.

LA RIUNIONE A SANT’ONOFRIO. Quindi, è dalla costituzione del nuovo Gal – quello che ruota intorno all’onorevole Bruno Censore, un nome “sussurrato” e mai fatto ad alta voce, quanto quello di Giuseppe Mangialavori – e dalla lettera di convocazione del 28 luglio alla riunione organizzata a Sant’Onofrio che è partito Paolo Pileggi. 

Il 28 luglio, una data significativa, perché “arrivava tre giorni dopo che il nostro partenariato aveva approvato la bozza del Piano di azione locale e lo aveva trasmesso”. Una lettera considerata “lungimirante, con timbri e firme”. A fare la convocazione, il sindaco di Sant’Onofrio che annunciava la presentazione del Gal “e indipendentemente da quanto affermato da D’Acri – ha spiegato Pileggi – quest’ultimo ha partecipato a quella riunione dopo che il partenariato si era costituito secondo le regole, e non si è mai visto un arbitro che incontra una delle squadre in gara”.

Particolari, quindi, che attraversano tempo e spazi, perché “cosa è accaduto tra 28 luglio e 2 settembre” è la domanda che si è posto - retoricamente - il presidente del Cogal, prima di “incrociare” un altro particolare e, ossia, quello relativo alla determinazione del Comune di Gerocarne “che impegnava  euro, assegnando incarichi a 4 persone con un avviso pubblico del 18 agosto”. Incarico assegnato “a 4 consulenti di Cosenza con determinazione del 6 settembre”. Le stesse quattro persone “che erano anche presenti alla riunione di Sant’Onofrio”.

Tanti casi, coincidenze, vicende che “si intrecciano ma che – ha incalzato – sono fatti incontestabili. E i fatti ci dicono che non c’è stata linearità”.

LA GUERRA DELLE DELIBERE. Ergo, dopo cosa è successo? “Io – ha proseguito Pileggi – la chiamo la guerra delle delibere, con il richiamo agli ordini di scuderia da parte di Pd e Forza Italia degli uomini del partito per determinare gli atti e la costituzione dell’altro partenariato”. In tal senso, per il presidente del Cogal sono stati “eloquenti i Consigli comunali”. Perché a questo punto, con il tempo che scorreva, occorreva procedere alla revoca al vecchio partenariato per passare al nuovo, considerato che era al vecchio Cogal che avevano aderito negli anni molti dei Comuni, quelli con cui il percorso per il Piano di azione locale era stato discusso. Prima del nuovo Gal, comunque.

Così, da Gerocarne a Rombiolo, “dove è avvenuto che la minoranza ha contestato e messo in evidenza che si trattava di una diatriba interna al partito e riguardante solo la gestione dei fondi”; e anche a Spilinga “qui – ha chiosato – è successo di tutto e di più, con il Comune che aveva partecipato alle riunioni del Cogal che approvava la bozza per convocare subito dopo il Consiglio per aderire al nuovo Gal senza dare neanche la possibilità di spiegare cosa stava succedendo”.

Anche perché una domanda Pileggi in questa direzione se l’è posta: “quale strategia, quale proposta hanno valutato, come l’hanno confrontata con la nostra?”

Altro Comune, altra revoca e determina, poi, con Nardodipace, “ente sciolto per mafia, dove gestisce l’amministrazione la commissione straordinaria che ha deliberato l’adesione al nuovo Gal il 21 settembre, senza motivazioni particolari, se non che altri Comuni l’avessero pure fatto e senza valutare la nostra proposta già approvata e trasmessa anche alla stessa Commissione”.

Quindi, anche un’altra domanda: “Perché la Commissione interviene il 21 settembre?”. Anche in questo caso, una domanda retorica. “Ve lo dico io perché - ha sentenziato Pileggi – perché senza quella delibera il loro partenariato non lo avrebbe avuto”.

Questo “il marciume” sul quale, ha aggiunto, “non potevamo tacere”.

IL RUOLO DELLA REGIONE. Un percorso ad ostacoli, consumatosi in neanche un’estate. Con una proroga concessa di una settimana “guarda caso a chi aveva bisogno di tempo” e che, vede quale attore protagonista “anche la Regione”. Anche qui, quelle “date che tornano”: il 25 luglio il Cogal approva la bozza del Piano di azione locale, e dal 28 luglio parte “il meccanismo per il nuovo Gal. E 18 comuni erano nel nostro partenariato, come se uno sottoscrivesse un impegno e poi potesse dimenticarsene. Le procedure – ha ribadito – dicono che quando si forma un partenariato diverso, chi esce deve darne comunicazione al capofila”. Una regola anche per non procurare danno al soggetto che, come in questo caso, stava partecipando ad una gara. “Loro dovevano comunicarlo e così non è avvenuto. Se non quando in corsa – ha spiegato Pileggi – hanno tentato di correre ai ripari, e in questo la proroga ha aiutato solo questo Gal”. Una proroga chiesta “a quanto abbiamo saputo da AssoGal Calabria e io che ne faccio parte non sapevo nulla” e con la quale “si è consentito al nuovo Gal di sistemare le cose”.

Ma la Regione, per Pileggi, doveva preoccuparsi “di verificare i requisiti di partenza”. Non l’unica “crepa”, comunque, questa per lo stesso che, poi, ha anche spiegato di aver fatto richiesta alla Regione “il 23 settembre alle ore 17 di poter essere presente all’apertura dei plichi che riguardavano la Misura 19. E la Regione mi ha risposto che le sedute pubbliche afferiscono alla disciplina dei contratti di lavoro e non all’erogazione dei contributi come nel caso specifico”.

E sempre dito puntato contro la Regione “che non ha pubblicato neanche la graduatoria provvisoria. Perché non per questa misura mentre per le altre sì? Per me l’hanno fatto perché altrimenti sarebbe venuto fuori l’imbroglio. Noi non vogliamo l’esclusiva, ma vogliamo chiarezza e trasparenza e D’Acri stia tranquillo perché io non sparo pietre a caso”.

Vuole chiarezza, quindi, Pileggi e la pretende, “in gioco c’è il modo di utilizzare i fondi europei e stiamo valutando come fare arrivare questi elementi alla Commissione Europea dando innanzitutto un’informativa al mediatore europeo. Non dico di avere ragione ma voglio capire se i fondi devono essere usati con trasparenza. È il regolamento europeo a parlare di informazione e trasparenza. È stato così?”.

LE LINEE GUIDA. Quindi, sulle procedure è Lello Greco, esponente del Cogal, che si è soffermato “su quelle regole, linee guida, prescrizioni” che sono chiari. E che proprio lo Sviluppo locale di tipo partecipativo presuppone. Così, come i tempi, “un tempo minimo indicato tra 6 mesi e un anno come dicono le linee guida”, per predisporre il lavoro. Così come fatto dal Cogal “lo sviluppo locale lo fa il territorio con il pubblico e il privato e noi abbiamo fatto così, già il 15 novembre 2013 insieme ad un primo nucleo abbiamo siglato e definito l’accordo di partenariato”. Circa 40 incontri che si sono susseguiti “e gli ambiti di intervento lo abbiamo fatti nel marzo 2014, si tratta di 3 anni di lavoro”.

Chissà, si è domandato, forse troppo tempo. Ma, dall’altro lato, la certezza che sia stato, anche troppo poco. “Con l’incarico che hanno dato ai tecnici il 6 settembre 2016”. Così quei tempi che tornano “e i dirigenti del Dipartimento Agricoltura non potevano non sapere. E qui si tratta di trovare un soggetto idoneo a cui affidare 5 milioni di euro”. Tempi che non coincidono, molto stretti per cui dal Cogal si sono chiesti anche su quali basi “siano state fatte le scelte dei Comuni che hanno aderito”.

Quindi, è ad una riunione del 15 febbraio 2016 del Comitato di sorveglianza della Regione che ha fatto riferimento. Allora si dovevano stabilire i requisiti “e sulla Misura 19 dalla lettura del verbale emerge che  della valutazione delle capacità ed esperienze si è passati da un punteggio da assegnare pari a 6 ad 1. E alla richiesta di spiegazioni di AssoGal, non è seguita una motivazione”.

LE CONCLUSIONI. Chiarezza, quindi, su quelle che sono state considerate falle e irregolarità, quanto chiesto. Fatti e coincidenze per cui chiedono trasparenza. Lì dove lo “zampino” della politica per il Cogal sembra averci messo del suo, così come “pressioni” sono state denunciate, “ci sono state telefonate – ha spiegato Pileggi – per richiamare all’ordine e l’argomentazione era ‘o venite con noi o il tuo Comune non avrà finanziamenti’”. Tra i Comuni molti a “firma” Pd e tanti altri FI “ci sono Zambrone, Zungri, Simbario, Monterosso. È chiaro un accordo tra le parti” così come verità si è chiesta “su un possibile conflitto di interessi tra i tecnici che sono stati chiamati come consulenti e la Regione”.

Una “grande amarezza - come ha concluso Pasquale Fera – perché qui diamo gestione a chi non ha esperienza e puntini puntini capacità che non si sono mai confrontati con le problematiche del territorio”.

Questa la denuncia fatta stamane. In una sala piena di sindaci, esponenti politici. Molti del Pd, come il sindaco di Filadelfia, di San Nicola da Crissa Giuseppe Condello ma anche l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino. Un Pd diviso anche in questo caso. Per una vicenda che, comunque, sembra essere solo alle battute iniziali. Mentre lo sviluppo del territorio attende. In standby. 

Guerra dei Gal, Pileggi accusa i censoriani: “Ordita una congiura, investiremo la magistratura”

“La congiura di palazzo organizzata sul territorio vibonese da una corrente politica del Partito Democratico in modo trasversale con una corrente di Forza Italia è riuscita nel suo obiettivo per l’apporto che la congiura ha avuto dall’amministrazione regionale guidata dall’onorevole Mario Oliverio attraverso il suo delegato all’Agricoltura onorevole Mauro D’Acri”. Lo afferma il presidente del Cogal “Monte Poro-Serre Vibonesi” Paolo Pileggi che aggiunge: “che si trattasse di un disegno preordinato destinato al successo, si è capito sin dalla riunione convocata appositamente dal sindaco di Sant’Onofrio per dar vita ad un ‘nuovo Gal’ del 28 luglio scorso alla presenza appunto, dell’onorevole Mauro D’Acri coadiuvato dall’onorevole Michele Mirabello  e con la benedizione dell’onorevole Brunello Censore. Del dopo, la cronaca ha dato ampia notizia sullo sviluppo della vicenda e il Cogal ‘Monte Poro-Serre Vibonesi’, non ha mancato di denunciare l’assenza di una proposta (a proposito qualcuno la conosce?) e la campagna di millantato credito circa l’accordo con l’amministrazione regionale (adesso possiamo dire non millantato credito ma legittimo sospetto). Se l’amministrazione regionale ha esercitato eventuali illegittime pressioni per favorire il ‘il partenariato Terre Vibonesi’ – ammonisce Pileggi - lo riscontreremo a seguito di quanto accerteremo con l’accesso agli atti che questa mattina abbiamo inoltrato alla Regione Calabria tramite l’avvocato Giuseppe Pitaro. Di certo, il Cogal ‘Monte Poro-Serre Vibonesi’, non mollerà di un millimetro per affermare trasparenza, concorrenza e corretto utilizzo dei fondi Comunitari destinati alla programmazione 2014-2020. In questo senso riteniamo che il ricorso al Tar sia immediatamente possibile, in quanto emerge chiaro, che il partenariato ‘Terre Vibonesi’ si è costituito senza osservare presupposti essenziali, quali che, ogni comune può partecipare ad un solo partenariato o Gal e che eventuali recessi (effettivamente avvenuti) da un partenariato, debbano essere comunicati al partenariato di prima appartenenza, in ossequio alle norme che vietano ad un partenariato di trasformarsi in ‘partecipata pubblico privato’  in quanto avrebbe lo stesso scopo sociale. Per non parlare della componente privata. La stragrande maggioranza delle categorie economiche presenti sul territorio del Vibonese – rileva ancora Pileggi - sono nel partenariato o soci del Cogal che riveste il ruolo di capofila. L’amministrazione regionale ha valutato tutto ciò? Da quello che emerge dalla sola lettura del decreto di selezione dei Gal in attuazione della misura 19 del Psr Calabria sembrerebbe proprio di no. La Regione, per come si evince, si è occupata invece di nominare ‘un supporto alla commissione di valutazione’, per quale motivo? L’amministrazione regionale è stata poca attenta, a mio avviso, anche per non aver valutato l’incompetenza, l’assenza di trasparenza e l’assenza di capacità a gestire correttamente i fondi comunitari. Basta guardare la determina n. 86 del settembre 2016 dell’Ufficio Tecnico del Comune di Gerocarne, capofila del partenariato ‘Terre Vibonesi’, per rendersi conto delle mie affermazioni. La Regione Calabria si è assunta una grave responsabilità riguardo la destinazione e l’uso dei fondi comunitari che non possono essere ritenuti proprietà di una corrente politica. Per questa ragione – è la conclusione - la nostra azione politica è finalizzata a investire le magistrature competenti anche europee qualora dalla documentazione che abbiamo chiesto di acquisire con l’accesso agli atti dovesse confermare le considerazioni esposte”.

Guerra dei Gal, Pileggi: “Più forti delle congiure di palazzo, vogliamo decisioni imparziali”

Il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi con protocollo numero 0280438 de 16.09.2016 ha depositato presso la Regione Calabria il Piano di Azione Locale a seguito dell’apposito avviso pubblico a fine giugno per attuare la misura 19 del Programma di Sviluppo Aree Rurali. Pur essendoci stata la proroga determinata con apposito decreto dal Dipartimento Agricoltura, come annunciato più volte il Cogal nei tempi previsti ha elaborato la proposta da presentare dopo un lungo lavoro di concertazione con il territorio e dopo aver espletato le tutte le procedure formali. La proroga è stata dal Cogal contestata prima ancora dell’emanazione del decreto in quanto considerata “sbagliata e inopportuna”: innanzitutto perché “non era un buon segnale per il rispetto dei tempi di attuazione della programmazione 2014-2020 visti i ritardi accumulati” e poi perché “la proroga avvantaggia soltanto chi improvvisa e si propone di raggiungere obiettivi diversi rispetto alla corretta e coerente programmazione”. “Quello che ha vissuto e sta vivendo il territorio del Vibonese – sostiene il presidente Paolo Pileggi - è emblematico. Si propone la costituzione di un nuovo Gal, ritenendo che la partecipazione dei Comuni, minimo il 40% del territorio, rappresentasse la condizione per usufruire delle risorse finanziarie messe a disposizione con la misura 19 del Psr Calabria, ingaggiando, per raggiungere questo loro proposito una vera e propria campagna fondata su promesse e ricatti. Il fatto che le risorse destinate dalla misura 19 dovessero andare agli investimenti privati è stata per il ‘costituendo Gal’ la prima smentita; che la congiura di palazzo non era sufficiente, la seconda; che la proposta  da presentare a seguito dell’avviso pubblico non era una passeggiata da commissionare a soggetti esterni al territorio, la terza; che l’iniziativa del costituendo ‘nuovo Gal’ sia stata il solo interesse dell’accordo trasversale tra correnti di PD e Forza Italia, la quarta. Il loro obiettivo di non consentire al Cogal di presentare la sua proposta con un partenariato sufficiente – attacca Pileggi - è miseramente fallito. Le congiure di palazzo sono state adeguatamente contrastate. Sul piano dei contenuti la proposta del partenariato pubblico-privato di cui capofila il Cogal, ha messo in evidenza una strategia di sviluppo per le aree rurali puntando sullo sviluppo di turismo sostenibile, agroalimentare e beni culturali individuando una serie di interventi finalizzati a rafforzare le reti tra gli operatori economici. Aspettiamo di sapere su che cosa, su quale strategia su quali interventi ‘il nuovo Gal’ o per meglio dire la somma di delibere di Amministrazioni comunali, hanno inteso organizzare e proporre una proposta alternativa al Cogal.. Aspettiamo. Avranno la cortesia almeno di farcelo sapere prima del 23 Settembre. Per conto nostro, siamo sicuri di aver fatto un buon lavoro per il territorio. Il partenariato pubblico-privato ha approvato la proposta di Piano di Azione Locale con l’assemblea del 25 luglio, il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi nella qualità di capofila dello stesso partenariato con l’assemblea del 2 settembre regolarmente convocata, ha approvato tutta la documentazione e gli elaborati da trasmettere alla Regione Calabria. Adesso – conclude - aspettiamo la valutazione e decisione imparziale della Regione Calabria”.

Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi, approvato all’unanimità il Piano di azione locale

Si è svolta, presso la sala riunioni della Camera di Commercio di Vibo Valentia, l’assemblea dei soci del Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi con all’ordine del giorno discussione della proposta di Piano azione locale da presentare alla Regione Calabria a seguito dell’avviso pubblico che prevede la sua presentazione entro il 16 settembre. La compagine sociale pubblico-privato composta da 46 Enti, ha approvato all’unanimità il Piano di azione locale, illustrato dal presidente Paolo Pileggi. "Con l’assemblea dei soci – spiega quest’ultimo in una nota - si conclude il lungo lavoro svolto sul territorio per elaborare e proporre un programma di interventi  finalizzato al sostegno dell’imprenditoria locale, condiviso dagli enti pubblici e privati. Il Piano di azione locale era stato già approvato dal partenariato pubblico-privato con l’assemblea del 25 luglio; in ottemperanza a quanto previsto dall’avviso pubblico della Regione Calabria il Cogal, regolarmente costituito, nel suo ruolo e funzione di capofila, ha prodotto l’ultimo passaggio formale e sostanziale e dunque pronto per trasmettere alla Regione Calabria lo stesso piano. I contenuti della strategia locale elaborata dal partenariato pubblico-privato prevede – precisa Pileggi - interventi mirati a sostenere il Turismo rurale con investimenti finalizzati ad accrescere e qualificare l’offerta turistica (fattorie didattiche e sociali); le micro filiere dei prodotti locali; l’artigianato artistico presente nell’area montana; la realizzazione di impianti per la trasformazione dei prodotti locali da destinare alla commercializzazione; la realizzazione di punti vendita  aziendali dei prodotti provenienti dalla stessa azienda; investimenti per la realizzazione di servizi comuni finalizzati a sostenere l’associazionismo tra gli operatori del turismo rurale e dell’agroalimentare. Il Piano di azione locale approvato dall’assemblea dei soci Cogal rappresenta dunque un articolato e complesso programma di investimenti per sostenere la micro economia locale e l’occupazione; un programma dal quale partire per costruire una più ampia programmazione per il territorio vibonese con i Progetti  Integrati per le Aree Rurali (PIAR) di cui beneficiari saranno gli enti locali per attivare interventi infrastrutturali e i Progetti Integrati di Filiera (PIF). Il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi, ha aderito a due importanti progetti di filiera, uno riguarda le produzioni biologiche e coinvolge l’intero territorio della provincia di Vibo Valentia, il secondo riguarda il comparto olivicolo e coinvolge il territorio collinare e montano della stessa Provincia. Con questa impostazione, si ritiene, che il coordinamento di più strumenti attuativi del Programma di sviluppo aree rurali della Regione Calabria, possa dare al territorio Vibonese, l’impulso necessario per utilizzare al meglio i fondi comunitari programmazione 2014-2020 e realizzare i risultati migliori per la crescita dell’economia locale”.

Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi, Pileggi: “Approviamo Piano di azione locale per lo sviluppo provinciale”

Si terrà presso la Camera di Commercio di Vibo Valentia, venerdì 2 settembre alle ore 10.30,  l’assemblea dei soci del Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi congiuntamente al partenariato pubblico privato Programmazione 2014-2020, per discutere e approvare il Piano di azione locale che riguarda il territorio vibonese che sarà trasmesso entro il 16 il settembre alla Regione Calabria a seguito dell’avviso pubblico riguardante la Misura 19 del Programma di sviluppo aree rurali. “Il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi – specifica il presidente Paolo Pileggi in una nota - ha i numeri, per le adesioni della parte pubblica (la maggioranza dei Comuni, l’amministrazione provinciale, la Camera di Commercio, il consorzio di bonifica) e privata (la quasi totalità delle associazioni delle categorie economiche presenti sul territorio vibonese e rappresentanze della società civile), per presentare il Piano di azione locale e ciò indipendentemente dalla campagna politica messa in atto dalle correnti politiche trasversali del Partito Democratico e di Forza Italia. L’assemblea di venerdì conclude il lungo e complesso lavoro svolto dal partenariato locale di cui capofila è il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi, che ha elaborato la strategia di sviluppo locale attraverso il coinvolgimento degli enti pubblici e privati e di tutti gli attori locali, al fine di sostenere con gli investimenti le piccole attività economiche presenti sul territorio, creare opportunità di lavoro e sostenere nuove iniziative imprenditoriali. La strategia elaborata – spiega Pileggi - guarda con attenzione al Turismo sostenibile nelle aree rurali, con l’obiettivo di accrescere e qualificare l’offerta turistica, le micro filiere dell’agroalimentare, la ‘Nduja di Spilinga, il pecorino del Poro, la cipolla rossa di Tropea, il fagiolo di San Nicola da Crissa, il fagiuolo di Caria-Zaccanopoli, i funghi, i frutti di bosco, le produzioni biologiche, a partire dall’olio di oliva da varietà autoctone, al miele. Sviluppare e qualificare il Turismo rurale attraverso il consolidamento della ‘rete’ presente sul territorio, creare servizi innovativi, al fine di rendere il territorio rurale attrattivo per i flussi turistici, creare nuove attività, come le fattorie didattiche e sociali, sono questi alcuni punti salienti presenti nel Piano di Azione Locale. Progetti innovativi per la creazione di servizi comuni degli operatori del turismo rurale e delle filiere corte dell’agroalimentare sono inquadrati nell’ottica di compiere un salto qualitativo verso l’associazionismo della micro imprenditorialità presente sul territorio, per competere sui mercati nazionali e internazionali. Diversificare l’azienda agricola, sostenere il ricambio generazionale, creare piccoli impianti per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti locali, la creazione di punti vendita degli stessi, rappresentano interventi che si propongono di accrescere il reddito della piccola impresa e  di arginare lo spopolamento soprattutto nelle aree interne, nonché sostenere la crescita dell’economia locale. Il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi partecipa a due importanti progetti di filiera: uno riguarda le produzioni biologhe e coinvolge l’intero territorio del Vibonese, l’altro riguarda il comparto dell’olio di oliva e coinvolge l’area collinare e montana della provincia. Questi strumenti vanno considerati come essenziali, al fine di integrare gli strumenti attuativi del Programma di Sviluppo Aree Rurali Regione Calabria e perché danno l’opportunità alle imprese del territorio di poter effettuare investimenti al fine di accrescere la competitività delle stesse. I Piar (Progetti per lo sviluppo Integrato delle Aree Rurali) di cui saranno beneficiari finali gli enti pubblici costituiscono una importante opportunità per sostenere l’imprenditoria locale con le necessarie infrastrutture pubbliche. Le aree interne della provincia di Vibo Valentia trovano nel Piano di azione locale una particolare attenzione, prevedendo interventi finalizzati all’artigianato ben radicate nel territorio, attraverso interventi finalizzati alle  attività artigianali e manifatturiere che propongono di  innovare le funzioni d’uso di prodotti e materiali. La strategia delineata, infine, consente alle aree interne di costruire lo spazio necessario per utilizzare le risorse finanziarie previste dalla Strategia regionale per le Aree Interne. Valorizzare e promuovere il territorio e le sue specificità e particolarità, la fascia costiera, l’altopiano del Poro, la valle del Mesima e il territorio collinare e montano, ricco di bellezze paesaggistiche e beni storici, monumentali, artistici e archeologici, rientrano nella strategia elaborata con il Piano di Azione Locale – conclude Pileggi - che sarà discusso dall’assemblea e successivamente presentato alla Regione Calabria”.

Pileggi denuncia: “C’è un disegno occulto: avere Gal al servizio di una corrente politica”

“Abbiamo appreso che il sindaco di Sant’Onofrio si è reso promotore di una riunione di amministratori per costituire un nuovo Gal sulla provincia di Vibo Valentia. Fin qui nulla di strano, fermo restando che per la Provincia di Vibo Valentia, il 25 luglio scorso, un forte partenariato pubblico-privato ha approvato la strategia di sviluppo rurale da presentare alla Regione Calabria, a seguito dell’avviso pubblico del 29 giugno corrente anno”. Lo afferma il presidente del Cogal Monte Poro-Serre vibonesi Paolo Pileggi che attacca: “il fatto grave è che alla riunione, tenutasi a Sant’Onofrio stamane, ha partecipato l’O. Mauro D’Acri, consigliere regionale con delega all’Agricoltura. Una evidente scorrettezza istituzionale che va denunciata pubblicamente, invitando tutti  alla riflessione  per un comportamento che contraddice l’imparzialità dell’Istituzione Regione, nel momento in cui vi è sul territorio un confronto su opzioni diverse relativamente al ruolo e alla funzione del G.A.L. (Gruppo di Azione Locale). Il Cogal Monte Poro-Serre Vibonesi, capofila del partenariato pubblico-privato, si è sempre distinto per la sua imparzialità politica e continuerà  a distinguersi, ritenendo questo comportamento condizione primaria per rappresentare tutto il territorio e i suoi interessi. A testimoniare tutto ciò, sono le decine e decine di aziende e opere realizzate per sviluppare questo difficile territorio. Non saranno adesso comportamenti non conformi quelli che sono i dettami dello sviluppo locale a farci cambiare strada dopo venti anni di duro lavoro. L’intervento dell’On. D’Acri – asserisce Pileggi - è un segnale scorretto e pericoloso, in quanto colui che deve garantire l’imparzialità gioca in una delle due squadre. È venuto allo scoperto un disegno fin qui tenuto nascosto: avere a disposizione uno strumento, appunto il Gal, al servizio della politica e più precisamente di una corrente politica. Questo disegno è stato camuffato da argomentazioni  ingannevoli e false, come il fatto che i comuni e gli enti pubblici potessero beneficiare delle risorse destinate ai territori rurali con la famosa misura 19 del PSR Calabria. Le risorse della specifica misura – precisa - sono destinate innanzitutto per far crescere il tessuto imprenditoriale  e per rafforzare l’economia locale dei territori rurali; intorno a questi obiettivi ruota la strategia di sviluppo  che il partenariato locale, di cui è capo fila il Cogal Monte Poro- Serre Vibonesi, ha elaborato in ben tre anni di lavoro. Gli enti pubblici saranno beneficiari  di altri strumenti dello stesso PSR quali i PIAR (progetti integrati aree rurali) a seguito del bando pubblico  che deve essere emanato dalla Regione Calabria. L’iniziativa del sindaco di Sant’Onofrio, inoltre, è alquanto singolare, promuove una riunione per costituire un partenariato, quando il suo stesso Comune ha deliberato l’adesione a favore di quello di cui capofila  è il Cogal  (delibera  CC n. 5 del 08/07/2014). È del tutto evidente – rileva Pileggi - che si sta rispondendo all’ordine della scuderia politica con il chiaro e dichiarato obiettivo di mettere in difficoltà la solida partnership messa in campo dal  Cogal, che  in oltre venti anni di attività ha saputo contribuire per alla crescita del nostro territorio con risultati visibili,  riconosciuti da Istituzioni e operatori locali. Facciamo appello al senso di responsabilità del presidente Oliverio  che, dall’alto della sua supervisione politica e amministrativa, garantirà sicuramente imparzialità e legalità. Siamo certi – è la conclusione - conoscendo le qualità  etiche e morali del presidente della Giunta regionale, che egli saprà vigilare, affinché tutte le parti in causa possano concorrere alla pari senza prevaricazioni o ingerenze di una certa politica dedita a soddisfare interessi di singoli”.

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