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Ospedale di Serra, il sindaco Tassone incontra i vertici dell'Asp di Vibo Valentia

Nella giornata di giovedì prossimo, 13 ottobre, alle ore 10, il primo cittadino di Serra San Bruno, Luigi Tassone, incontrerà i vertici dell'Azienda sanitaria provinciale per fare il punto della situazione sul piano di rientro e sul nuovo atto aziendale dell'Asp di Vibo che, in sostanza, recepisce proprio quanto previsto dai decreti Scura. In particolare, il direttore generale dell'azienda, Angela Caligiuri – accompagnata dai manager dell'Asp – visiteranno l'ospedale “San Bruno”, il consultorio familiare ed il distretto sanitario. Saranno presenti, inoltre, anche i sindaci del comprensorio, appositamente invitati dal primo cittadino di Serra San Bruno. Durante la visita verranno – tra le altre cose - rese note importanti novità riguardanti l'ospedale “San Bruno”. Tra queste la ristrutturazione interna di alcuni reparti - che permetteranno così l'allocazione dei nuovi posti letto previsti proprio dal decreto - e l'arrivo, al nosocomio serrese, di personale medico e paramedico. Inoltre, verrà fatto il punto rispetto ai concorsi che verranno banditi dall'Azienda sanitaria provinciale e agli impegni presi nei mesi scorsi per quel che riguarda la sanità dell'entroterra vibonese. “Si tratta – ha dichiarato il sindaco di Serra San Bruno – di un incontro che, personalmente, ho fortemente voluto alla presenza dei vertici dell'Asp per fare il punto della situazione sulla sanità nelle zone interne. Da parte nostra, vigileremo affinché quanto previsto dal decreto venga realmente attuato”.

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Sanità, Nicolò: “La Regione si riappropri delle competenze"

“L’orientamento del Governo di andare oltre i Piani di rientro nella sanità è una buona notizia che speriamo sia rapidamente messa in atto. Non è colpendo alla rinfusa che si esce dalla crisi del sistema, ma con un’attenta analisi dei costi rapportati alla qualità delle prestazioni”.  Interviene così il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò, secondo il quale “Gli esiti del commissariamento, dopo sei anni, non hanno risolto nessuno dei problemi strutturali del sistema, né per ciò che concerne il disavanzo complessivo e delle singole aziende sanitarie né per quanto riguarda i Livelli essenziali di assistenza, la cui performance è ben lontana dagli standard nazionali. Al contrario, la Struttura commissariale, spesso travalicando le competenze costituzionali di Giunta e Consiglio regionali, ha provocato ulteriori confusioni i cui esiti negativi hanno aggravato le criticità sedimentate in anni ed anni di regionalismo spendaccione e deludente, col rischio di mandare definitivamente in tilt il sistema sanitario. Ora però - sottolinea Nicolò - a maggior ragione dopo il dibattito in Consiglio e il documento inviato al Governo, la Regione deve tornare a riappropriarsi delle proprie competenze. Non solo per una questione formale o per esercitarle con i vecchi metodi che anteponevano al merito ed alle competenze l’interesse di pochi e di alcuni, ma esercitandole con intelligenza politica, equità e soprattutto grande responsabilità”. Per Nicolò, “i calabresi attendono risposte che ridiano efficienza alla sanità e mettano in condizioni di lavorare serenamente tutti gli operatori al momento spesso costretti a fare salti mortali pur di non deludere i pazienti”.  Aggiunge il capogruppo di Forza Italia: “Ciò che è urgente non sono i tagli indiscriminati per fare cassa ma un’azione, governata dalla Regione con rinnovata autorevolezza e credibilità, di ricognizione attenta, territorio per territorio, delle disfunzioni esistenti e da cui si generano scarsa qualità e costi non giustificati. Sugli sprechi e sui tanti disservizi occorre finalmente il coraggio di accendere i riflettori senza guardare in faccia a nessuno e intervenire per rimuoverli. In questa partita che esige un impegno straordinario, finalizzato a ridurre fortemente la mobilità sanitaria, che impoverisce la Calabria e arricchisce altre regioni, a valutare con rigore le performances di ciascuna Asp ed Azienda sanitaria per ricondurle a normalità, visto che la sanità pubblica costa più di quella privata, la Giunta regionale e lo stesso Consiglio si giocano fiducia e credibilità. Andando oltre gli errori commessi finora, ad incominciare dall’ostinazione del presidente Oliverio di essere il referente del Governo per il piano di rientro anche quando la legge lo impediva, si ha la possibilità di aprire in questo delicatissimo settore una pagina nuova”. Conclude Nicolò: “Forza Italia, su questo fronte che coinvolge direttamente i cittadini, terrà alta la guardia. Auspicando che il percorso sia improntato al raggiungimento, entro breve tempo, di una sanità volta ad erogare prestazioni dignitose, com’è giusto che sia in una società civile. Tutto il resto sono polemiche sterili che, non faranno fare passi in avanti alla nostra sanità e incrinerebbero ulteriormente il prestigio della politica”.

Sanità, “Ecco la norma per far uscire la Calabria dal Piano di rientro”

“Non possiamo più permettere che un paziente nato a Catanzaro stia male due volte, o che un bimbo autistico che vive in una città senza servizi adeguati non abbia la possibilità di una vita normale”. È quanto ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin durante il suo intervento ad un seminario sulla riforma sanitaria della Lombardia, svoltosi all’università di Bergamo. “Penso che tutti i presidenti delle Regioni – ha aggiunto - debbano mirare a nominare direttori sanitari, amministrativi e generali veramente competenti e provare ad attrarre nelle proprie strutture ospedaliere anche medici da altre regioni, cercando di innescare una mobilità al contrario”. Quanto alla necessità di garantire le stesse condizioni nelle diverse realtà, l’esponente di Ncd ha sostenuto che “dobbiamo toglierci le giacche dell'appartenenza politica, andare oltre le ideologie e vedere cosa ha funzionato e cosa no nella riforma federalista, guardando però avanti. La riforma del Titolo V della Costituzione ci dà la possibilità di definire asset nazionali, di tirare su chi sta indietro e lasciare gli altri liberi di volare, sempre avendo standard qualitativi, e non solo costi standard, per poter misurare le prestazioni erogate, i loro livelli e costi". In una logica di trasparenza”. Quindi l’annuncio: “Abbiamo presentato al ministero dell'Economia e delle Finanze una norma per permettere alle Regioni di programmare la loro uscita dal Piano di rientro che è stato uno strumento molto duro, ma senza il quale probabilmente sarebbe saltato il banco del Servizio sanitario nazionale”. In riferimento ai commissariamento Lorenzin ha ammesso che “non hanno funzionato alcune cose. La prima – ha precisato - è che per molti anni questi commissariamenti sono stati soltanto un elemento di controllo economico. Però è anche vero che quelle Regioni che erano completamente andate fuori controllo da un punto di vista dell'equilibrio finanziario sono tornate quasi tutte in pareggio. Non sono stati commissariamenti sui Lea e invece ora bisogna lavorare moltissimo proprio sui Livelli essenziali di assistenza. Qualche passo avanti è stato fatto. La Calabria, per esempio – ha concluso il ministro - prima non era neanche nella classifica dei Lea, oggi almeno è entrata. È sempre in una posizione bassa, ma meglio rispetto a un passato in cui non c'erano neanche una rete ospedaliera o gli atti aziendali”.

Sanità, Salerno: “Problema è politico, Regione rivendichi ruolo di primo piano nella programmazione”

“La situazione sanitaria calabrese ha origini lontane e vanno analizzati tutti gli elementi evitando letture riduttive”. È quanto afferma il consigliere regionale Nazzareno Salerno che precisa che “sin dalla fase iniziale di questa legislatura, quindi già prima della nomina del commissario Scura, ho richiesto la convocazione di un Consiglio regionale dedicato a questa delicata tematica, convocazione che è arrivata in maniera assolutamente tardiva. Ricordo preliminarmente – spiega il rappresentante di Forza Italia - che il Piano di rientro è stato approvato da Loiero, alla fine della sua esperienza, e che inizialmente prevedeva la chiusura degli ospedali con meno di 120 posti letto. Con il governatore Scopelliti siamo riusciti, seppur parzialmente, a modificare il Piano, salvando il salvabile e tutelando gli ospedali generali e quelli posti in aree strategiche come quelle di montagna. Per comprendere lo stato attuale – puntualizza l’esponente azzurro - non si può ignorare questa premessa. Ho sempre sottolineato l’obiettivo di questo Governo di colonizzare la Calabria, poi dimostrato dalla produzione di una norma, a mio avviso ad hoc per la Calabria, che ha stabilito l’impossibilità di nominare commissari per il Piano di rientro i presidenti delle Regioni. Dico a chiare lettere che Scura non è la persona adatta per fare il commissario, innanzitutto perchè non può andare ai Tavoli nazionali a spiegare che la Calabria ha delle sue specificità e non può essere considerata allo stesso modo della pianura Padana. Di certo, non si può ragionare solo in termini statistici. Mi chiedo come si possa pensare di abbattere le liste d’attesa o l’emigrazione sanitaria con il turn over bloccato e le gravi carenze in termini di posti letto. Mi domando cosa è stato fatto per il potenziamento della rete territoriale e per l’apertura dei poliambulatori dalle 8 alle 20. Dobbiamo avere il coraggio di dire che il problema è politico, bisogna rimettere in discussione il Piano di rientro rivendicando ruoli di primo piano nella Programmazione della Regione Calabria. Occorre assumere una posizione centrale – conclude Salerno - ponendo come punto di riferimento la tutela del diritto alla tutela della salute dei calabresi”.

Sanità, Oliverio: “Ministro Lorenzin ha assicurato sul superamento del Piano di rientro”

Si è tenuta questa mattina la prevista audizione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, alla Conferenza dei presidenti delle Regioni, per un’informativa sul nuovo Patto per la Salute. Il presidente Oliverio ha rappresentato al ministro ed all’intera Conferenza la drammatica situazione in cui versa il Servizio sanitario calabrese. “Dopo sette anni di Piano di rientro dal debito sanitario e di commissariamenti – ha detto il governatore - non è più sostenibile lo stato in cui versa il Servizio sanitario calabrese. In questi anni l’offerta sanitaria è via via peggiorata e l’applicazione del Piano di rientro si è dimostrata fallimentare e, ad oggi, non s’intravede nessuna inversione di tendenza. Gli stessi indicatori sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e l’emigrazione sanitaria passiva confermano il fallimento delle gestioni commissariali. L’emigrazione sanitaria passiva è diventata un vero e proprio fenomeno di massa, anche per patologie di base e media specialità, a riprova del preoccupante grado di sfiducia che riveste il servizio sanitario calabrese. Ciò – ha spiegato - provoca un costo economico e sociale per le famiglie coinvolte ed un salasso per le casse della Regione. Le stesse previsioni per il 2016 vedono, rispetto all’anno precedente, un ulteriore aumento del fenomeno”. Il ministro Lorenzin, nelle sue conclusioni, ha riconosciuto le condizioni “disperate” che vive il servizio sanitario calabrese, condividendo, secondo quanto riferisce una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale, il fallimento delle gestioni dei Piani di rientro e, a tal proposito, ha annunciato che il suo dicastero ha già predisposto e trasmesso al ministero dell’Economia un apposito disegno di legge proprio per il superamento dei Piani di rientro. Su decisione del presidente della Conferenza, Bonaccini, il Tavolo con il ministro della Salute sarà riconvocato, per una nuova ricognizione, prima della prossima estate.

Ospedale di Serra, Scura cambia le previsioni: ecco tutte le novità

Qualche miglioramento rispetto alla situazione esistente (con l’apertura di un ambulatorio di Oncologia e l’esplicita previsione di interventi chirurgici in elezione), ma nessun dileguamento dei dubbi che si sono affastellati nei pensieri dei serresi. L’incontro svoltosi stamattina a Palazzo Alemanni fra il commissario ad acta per il Piano di rientro Massimo Scura ed i sindaci dei Comuni in cui insistono gli ospedali di montagna ha prodotto diverse novità, ma non vere e proprie soluzioni rispetto ai timori di fondo. Scura, secondo quanto spiegato dal primo cittadino di Serra Bruno Rosi, dovrebbe nelle prossime settimane procedere con la modifica del tanto discusso decreto 9/2015 confermando l’iniziale previsione dei 20 posti letto di Lungodegenza (il rischio era la riduzione a 10 più 4 in Day Hospital) e adottando alcuni accorgimenti. “La nuova programmazione – è scritto nel verbale della riunione – prevede l’effettuazione di interventi chirurgici multidisciplinari in elezione, con continuità assistenziale chirurgica H24, cioè garantendo la presenza dei chirurghi e degli anestesisti nelle 16 ore diurne ed in pronta disponibilità nelle 8 ore notturne. L’esecuzione degli interventi può essere effettuata anche da chirurghi provenienti da altri ospedali. È prevista – viene sottolineato – la presenza di un ambulatorio di Oncologia, la realizzazione dell’elisuperficie per i voli notturni e il mantenimento del Laboratorio analisi. È potenziato il Pronto soccorso con un adeguato organico dell’emergenza-urgenza. Si provvederà, inoltre, ad adeguare l’organico dei medici per le Unità operative e i servizi del presidio. Si conferma, per quanto riguarda il resto, quanto previsto da DCA n. 9/2015”. Ed è in quest’ultimo passaggio che risiedono le perplessità di Rosi: l’ormai famosa postilla che stabilisce il trasferimento di tutti i posti letto per acuti del territorio a Vibo una volta completato il nuovo ospedale non sarà rimossa.

Guerra aperta fra Regione Calabria e Scura: “Il commissario non conosce criteri e norme”

In riferimento a quanto dichiarato dal commissario per il Piano di rientro Massimo Scura, Franco Pacenza, delegato del presidente Mario Oliverio per la Sanità, ha rilasciato una dichiarazione che pubblichiamo integralmente: 

“Il commissario Scura non conosce i criteri a base del riparto del Fondo sanitario nazionale. È molto grave il fatto che il commissario Scura non conosca i criteri e la norma con cui avviene il riparto del Fondo sanitario nazionale. Altro che scippo ai danni della Calabria. Il fatto, poi, che anche KPMG sia a supporto della tesi del commissario è ancora più grave. Ma andiamo ai fatti: il riparto del Fondo sanitario nazionale FSN 2016, approvato ieri in Conferenza Stato-Regioni è pari a 108,5 miliardi con un aumento, rispetto allo scorso anno, pari allo 0,78%. A normativa vigente, il Fondo sanitario viene ripartito per quota indistinta, mentre solo lo 0,25% viene ripartito per premialità. Nel 2015, la Calabria ha avuto assegnato dal Fondo sanitario nazionale 3.457.953,794 di euro, mentre per il 2016 è stato assegnato l’importo di 3.487.000 di euro. Sulla quota indistinta, alla Calabria competeva un aumento, rispetto al 2015 del solo 0,41% pari a 14.229.795 di euro, mentre è stato assegnato un aumento di circa 30 milioni di euro. Stupisce che il commissario del Governo smentisca il Governo che lo ha nominato. La Regione Calabria, pur in presenza di una riduzione della popolazione residente, ha ottenuto un incremento di 30 milioni di euro. Dobbiamo dare atto, pur nelle difficoltà, del risultato ottenuto”.

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Sanità. Ferro (FI) chiede l'immediata fine del Piano di rientro: "Calabresi penalizzati"

"Il governo Renzi e il ministro Lorenzin dimostrino con i fatti che la Calabria non è per loro soltanto una lontana colonia alla quale sottrarre risorse, tentando di rabbonire la popolazione con le promesse elargite nelle passeggiate elettorali: si chiuda immediatamente l’esperienza del commissariamento della sanità, restituendo al governo regionale l’onere e la responsabilità delle scelte, anziché continuare fornire i comodi alibi su cui si è adagiato, e soprattutto si ponga fine ad un Piano di rientro ingiusto e dannoso per i cittadini calabresi".  E’ quanto afferma la vice coordinatrice regionale di Forza Italia Wanda Ferro, condividendo in pieno le osservazioni avanzate anche dall’associazione dei medici di famiglia Mediass.  “Il Governo nazionale sottofinanzia il fabbisogno dei malati calabresi – osserva Wanda Ferro – in quanto attraverso la conferenza Stato-regioni la ripartizione dei fondi sanitari avviene con il criterio della 'popolazione pesata', che dà meno risorse alle regioni che, come la Calabria, hanno ancora una percentuale  di giovani maggiore che nel resto d’Italia. Una penalizzazione che la Calabria subisce da ben 16 anni, da quando nel 1999 è stato introdotto il calcolo della popolazione pesata per il riparto dei fondi sanitari alle regioni. Da un paio di anni, inoltre, i fondi vengono ripartiti anche in base ai costi standard  che continuano a penalizzare la Calabria. Senza contare che la Calabria ha più comorbilità e più malati cronici della media italiana rispetto alle malattie più diffuse, con un inevitabile aumento della spesa sanitaria. Tutti dati di cui sono a conoscenza sia il Dipartimento regionale Salute che l’Ufficio del commissario, essendo contenuti, oltre che in una serie di indagini statistiche, nei dati Istat e nel rapporto sanità ‘Crea’ al Parlamento, anche nel Decreto commissariale 103 del 2015, controfirmato dal commissario Scura, dal sub-commissario Urbani,  e dal dirigente generale del Dipartimento regionale regionale Fatarella". "Un piano di rientro – continua Wanda Ferro – che penalizza i malati calabresi, anche perché impone pesanti compartecipazioni e quindi costi per curarsi molto più alti rispetto al resto del Paese.  Ciò costringe molti calabresi a non curarsi per motivi economici, a fare meno visite specialistiche ed esami nonostante l’elevato numero di malattie croniche. Ciò innesca un terribile circolo vizioso, perché le malattie croniche si aggravano e vengono curate nei centri di eccellenza fuori regione, con costi enormi e gravi disagi per le famiglie, e con ulteriori spese, per circa 300 milioni di euro all’anno, che finiscono nelle casse delle regioni del centro-nord e aggravano il disavanzo sanitario della Calabria, rendendo ancora più stringente il piano di rientro e costringendo la Regione a diminuire la spesa pro capite in sanità, che è tra le più basse d’Italia, con l’impossibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza”. “E’ evidente la necessità di finanziare i fabbisogni regionali in base al numero di malattie, e non sul criterio demografico, oltre che di favorire la razionalizzazione dell’intero sistema, con il potenziamento e il sostegno alle cure sanitarie territoriali – con particolare attenzione alle fasce più fragili e disagiate, come disabili e anziani – che serva soprattutto a curare i malati cronici e a prevenire le riacutizzazioni e le conseguenti ospedalizzazioni, e con la creazione di centri di eccellenza in Calabria che consentano di contrastare realmente l’emigrazione sanitaria".   

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