Ponte sullo Stretto, Sofo e Nesci (FdI) scrivono a Von der Leyen: "Inserirlo automaticamente in rete TEN-T"

"Esortiamo la Commissione europea a colmare una mancanza paradossale all'interno della rete Ten-T, attualmente in fase di revisione. Già più di un anno fa presentammo un' interrogazione al commissario europeo ai trasporti Adina Valean per rivendicarne l'importanza strategica in quanto opera imprescindibile per il completamento del corridoio scandinavo-mediterraneo che interessa Calabria e Sicilia, portando alta velocità e alta capacità nelle due regioni. Lo stesso commissario Valean sostenne nella risposta all'interrogazione che si tratta proprio per i motivi descritti di un'infrastruttura dalla rilevanza europea, peccato che a oggi ancora non sia stata inclusa all'interno dell'elenco delle opere da realizzare per il completamento della rete transeuropea dei trasporti. Ecco perché, dopo aver chiesto con forza e ottenuto il riconoscimento della dorsale jonica tramite l'inserimento in toto della Statale 106, oggi abbiamo voluto scrivere al Presidente Von der Leyen e al suo delegato ai trasporti per segnalare la necessità che essa sia inserita di diritto nell'elenco così che il Governo italiano possa finalmente procedere con il definitivo sviluppo infrastrutturale di un'area strategica come il Mezzogiorno".

Così gli eurodeputati di Fratelli d’Italia Vincenzo Sofo e Denis Nesci hanno annunciato l’iniziativa della quale sono stati promotori e che è stata supportata da tutta la delegazione del partito di Giorgia Meloni.

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Ponte sullo Stretto, Saccomanno (Lega): "Dal ministro Giovannini rinvii e sterili giustificazioni per non decidere"

"Il ministro Enrico Giovannini, tra l’altro, ha annunciato in un intervista sul Messaggero che per la realizzazione del Ponte sullo Stretto ha affidato l’incarico per lo studio di fattibilità tecnico-economica. La Lega si è immediatamente attivata ed ha chiesto espressamente allo stesso di far comprendere cosa significhi tale affermazione, in quanto vi è già un progetto con relativi pareri di fattibilità e, quindi, appare incomprensibile un ulteriore incarico, che avrebbe solamente un aspetto clientelare".

Questo il commento, in una nota, del segretario regionale della Lega, Francesco Saccomanno

Il responsabile calabrese del partito di Salvini si chiede, quindi, se il "ministro ha cambiato idea sulla realizzazione del Ponte e se debbano passare altri 50 anni per la realizzazione di un’opera strategica e di vitale importanza per la crescita del Sud".

"La Calabria - conclude Saccomanno - è stanca di continui annunci e di nulla di concreto. Un modo per illudere un popolo che ha subito ruberie e devastazioni e che con l’alibi della ‘ndrangheta spesso si è visto rifiutare la realizzazione di servizi indispensabili che altrove sono ritenuti normali e sempre dovuti. Una prevaricazione che non può più esistere e che impone a tutte le parti sociali, alla politica e allo stesso governo di assumere decisioni celeri e realizzabili nella immediatezza, evitando quegli annunci che sono diventati veramente insopportabili e non più tollerabili".

 

 

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Recovery fund: "Bocciata proposta per Ponte sullo Stretto". L'accusa di Nesci (FdI)

“Non è passata la proposta di inserire il Ponte sullo Stretto tra le opere con procedura semplificata e accelerata previste nella lista del decreto Recovery: affossato un emendamento di una parte della stessa maggioranza”.

Queste le parole del Commissario provinciale di Fratelli d’Italia di Reggio Calabria, Denis Nesci.

“L’emendamento bocciato, nelle Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera - continua Nesci - ha dato un chiaro segnale delle idee e delle priorità di questo Governo che non dedica nessun tipo di attenzione al Sud, e la cui  maggioranza promiscua e poco affidabile, grida allo scandalo per le poche risorse destinate al Sud, ma poi, nei fatti, considera prioritari altri interventi i cui progetti certamente non avrebbero la valenza strategica ed economica come la realizzazione del Ponte sullo Stretto”.

“Opera per noi di Fratelli d’Italia indispensabile per proiettare la Calabria e l’intera area dello Stretto verso un reale sviluppo, capace di ricucire un gap storico con il resto del Paese. Economia, turismo e indotto risulterebbero motori trainanti per un futuro di riscatto per la nostra terra. Invece assistiamo, ad un’ambiguità da parte dei partiti che sostengono il Governo Draghi, che continua a manifestarsi con ripercussioni politiche verso una regione che ha estremamente bisogno di opere infrastrutturali.

“Fratelli d’Italia - conclude la nota - resta l’unica forza politica in grado di garantire coerenza in uno scenario in cui i partiti di centrodestra sembrano abbiano perso la bussola”.

Ponte sullo Stretto, Spirlì: "È tempo di pretenderlo, Governo si impegni"

«Noi non possiamo oggi chiedere per cortesia, oggi pretendiamo il Ponte perché è indispensabile. Non è un favore, è un dovere che Europa e Italia devono avere nei confronti di questi territori. Il Governo e il presidente Draghi devono impegnarsi».

È quanto ha dichiarato oggi il presidente della Regione, Nino Spirlì, in occasione dell’incontro, intitolato “Ponte sullo Stretto: è tempo che la telenovela finisca”, che si è svolto questo pomeriggio a Messina nella sede del Consorzio autostrade siciliane. L’iniziativa arriva a pochi giorni dal parere favorevole della Commissione tecnica all’attraversamento stabile dello Stretto.

Presenti il viceministro delle Infrastrutture, Alessandro Morelli, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e gli assessori regionali di Calabria e Sicilia, Domenica Catalfamo e Marco Falcone.

«Il Ponte Ulisse – ha aggiunto il presidente Spirlì – è dovere. Si tratta dei primi territori europei per chi viene da India e Cina, ormai signori dei commerci, e dall’Africa. Calabria e Sicilia sono l’ingresso che non può essere staccato dal resto della casa europea. Non può esserci frattura che rallenti il passaggio di uomini e cose, l’Europa non se lo può permettere».

«Non si può continuare ad “annacare il pecoro”, c’è da prendere una decisione definitiva. Questo è il momento, non un altro. I tempi – ha sottolineato Spirlì – sono cambiati e questi tempi impongono il Ponte. Il progetto è già pronto. Aspettare ancora significa prendere in giro le genti d’Europa. Noi aspettiamo notizie dal Governo».

«È anche arrivato il momento – ha concluso il presidente – di riflettere sullo sposalizio tra pubblico e privato per la realizzazione del Ponte. La preoccupazione che l’opera non si possa fare perché mancano i fondi è figlia di una visione parziale».

«Ha ragione Spirlì – ha detto il viceministro Morelli –, questo è il momento giusto. Voglio prendere il testimone di Calabria e Sicilia e rappresentare le proposte di queste due regioni in sede governativa».

«Il Ponte – ha proseguito – è un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del Paese. Siamo nella fase del Pnrr e Governo e Parlamento stanno legiferando per l’Italia del 2050. La pretesa di cui parla il presidente Spirlì è la pretesa di aziende e lavoratori che hanno diritto di essere collegate a Roma, Milano e a Bruxelles. Se vogliamo, e lo vogliamo, che l’alta velocità arrivi fino alla Sicilia, realizzare il ponte e le infrastrutture collegate sono evidenti conseguenze. In Parlamento c’è una squadra di parlamentari che, a prescindere dal colore politico, sta portando avanti la bandiera Italia. Porto il testimone di Sicilia e Calabria convinto che stavolta il buonsenso prevarrà. Questo è il momento giusto».

«Siamo qui – ha affermato il presidente della Sicilia Musumeci – per riprodurre la ferma determinazione di due regioni stanche di essere periferia d’Europa e che vogliono diventare centrali nell’area del Mediterraneo rendendo attraente l’estremo sud dell’Italia». «Negli ultimi mesi – ha aggiunto –, il dibattito attorno al ponte si è arricchito di nuovi contributi di idee. Speravamo che i governi Conte potessero mettere al centro della propria agenda l’esigenza di affrontare il tema del collegamento tra le due sponde. Non lo hanno fatto. Il Governo Draghi diventa ora per noi il punto di riferimento anche per la presenza di forze politiche che in passato hanno manifestato l’intenzione di realizzare l’infrastruttura».

«L’Ad di Webuild Salini – ha detto ancora Musumeci – ha manifestato la volontà di aprire subito il cantiere. Siamo convinti che, ormai, ogni perdita di tempo sia inopportuna e dettata dalla volontà di rinviare sine die, ancora una volta, il tema. La nostra è una adesione convinta e non formale, perché siamo pronti a intervenire anche finanziariamente».

«Ci sono – ha concluso Musumeci – tutte le condizioni per porre in termini perentori la questione. Il Mezzogiorno può diventare la piattaforma del Mediterraneo e, per farlo, c’è bisogno che le persone e le merci attraversino lo Stretto in tre minuti».

Ponte sullo Stretto, Calabria e Sicilia chiederanno al nuovo governo di riavviare il progetto

La Regione Calabria e la Regione Sicilia presenteranno un documento congiunto per chiedere al nuovo governo di riavviare il progetto per la costruzione del Ponte sullo Stretto.

È quanto stabilito nel corso di una riunione in videoconferenza organizzata da Lettera 150, l’associazione di professori universitari che sta elaborando proposte per il superamento dell’emergenza legata alla pandemia di coronavirus e per la ripartenza del Paese.

Al vertice, oltre ai presidenti delle due regioni, Nino Spirlì e Nello Musumeci, hanno preso parte i rappresentanti di Lettera 150, tra cui il presidente, Giuseppe Valditara, e l’assessore calabrese alla Infrastrutture, Domenica Catalfamo.

«Il Ponte sullo Stretto – dichiara il presidente Spirlì – non è un sogno o un progetto sindacabile: è un’infrastruttura strategica della quale l’Europa non può più privarsi. L’opera è indispensabile per collegare terre che, per troppo tempo, sono sembrate periferiche e che hanno patito l’abbandono delle istituzioni; terre che, invece, sono miniere da scoprire e valorizzare. Ecco perché chiediamo una nuova attenzione al nascente Governo Draghi e all’Europa, che non può più traccheggiare né far finta che si tratti solo di un’infrastruttura interregionale».

«Gli unici contrari alla costruzione del Ponte, nel Parlamento italiano, restano i deputati e i senatori del M5s, i quali – spiega ancora Spirlì – contrappongono a un progetto già esistente e cantierabile un tunnel, frutto di immaginazioni politiche nichiliste, annientatrici della realtà. Non si può neppure giustificare l’atteggiamento, offensivo di qualsiasi buonsenso, del ministro, fortunatamente in uscita, De Micheli, che non solo non ha inserito il Ponte tra i progetti strategici nazionali ma, addirittura, ha proposto una pista ciclabile sullo Stretto».

«Sento dunque di ringraziare il presidente Musumeci, il professore Valditara, tutti gli esperti di Lettera 150 e l’assessore Catalfamo, con i quali – conclude il presidente della Calabria – abbiamo dato vita a uno straordinario “ponte virtuale” dedicato a un progetto di fondamentale importanza per l’Italia e l’Europa intera».

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Il Recovery plan, il Ponte sullo Stretto ed il silenzio della classe politica calabrese

Il Recovery Plan è un’occasione unica per definire un nuovo sviluppo armonioso dell’Italia e dell’Europa dopo il fallimento di quello incentrato sul capitalismo sfrenato, sullo sfruttamento indiscriminato e dissennato delle risorse  naturali pensando che fossero inesauribili. Una riflessione generale e critica quindi sulla qualità della vita e sui modelli culturali finora dominanti che hanno stravolto valori, identità, usi e costumi degli ultimi decenni. L’importanza di tale piano e la sua fattibilità e realizzazione richiederebbero uno sforzo di tutti non comune, una forte coesione sociale e l’apporto culturale di forze produttive, sociali, culturali ed  imprenditoriali, sindacali e soprattutto di  tutte le forze politiche. Invece stiamo assistendo ad uno spettacolo indecoroso ed incomprensibile alla maggior parte dei cittadini italiani. 

Una parte della classe politica non sembra aver colto appieno lo stravolgimento epocale prodotto da questa pandemia, le difficoltà economiche, i disagi sociali, il cambiamento di usi, costumi ed abitudini delle persone. Intere famiglie senza lavoro, giovani senza prospettive future relegati in casa. Per la prima volta una generazione di studenti costretti ad affrontare  nuove forme didattiche di apprendimento. I docenti a sostituire la lezione frontale con la Dad e privarsi del confronto diretto con i discenti, penalizzando fortemente il dialogo educativo e formativo.

Dietro le dichiarazioni ufficiali dei partiti tese a sottolineare l’urgenza e la necessità impellente di redigere il piano si celano ripicche, gelosie, giochi politici, voglia di gestire le ingenti risorse previste tramite le lobby e i gruppi di potere a loro vicini. C’è insomma di tutto: l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, il varo della nuova legge elettorale  con la quale si svolgeranno le prossime elezioni politiche, la sopravvivenza di alcune formazioni politiche ed il destino di alcuni  presunti leader, qualche nomina in più, il desiderio incontenibile di apparire, convulse manovre di palazzo. In questo contesto così caotico, si avanzano proposte di ogni genere, alcune completamente avulse dalla realtà economica italiana, altre intrise di demagogia.Tra queste non poteva mancare l’ennesima proposta  urticante: quella del Ponte sullo Stretto di cui si parla ormai da decenni. 

A farla, penso strumentalmente, è stato Renzi, ma prima di lui, sempre strumentalmente, altri presidenti del Consiglio e molti altri politici. Quel che tuttavia stupisce  non è solo la riproposta demagogica della costruzione del ponte quanto il silenzio della classe politica meridionale e calabrese in questo particolare frangente.

La Calabria paga mali endemici, ma anche e soprattutto l'assenza di  un progetto e di un programma credibili di sviluppo organico e coerente con le peculiarità che La contraddistinguono  e vive uno dei momenti occupazionali peggiori della sua storia, acuiti dalla pandemia. C’è in atto una nuova emigrazione di giovani laureati in cerca di lavoro che determina lo spopolamento di città e paesi. Il Recovery Plan è l’occasione propizia per aprire una grande discussione politica e culturale di tutti i calabresi, della sua classe dirigente ,delle forze sane esistenti per definire un nuovo  piano  di sviluppo economico, dopo quello degli anni settanta,  ed un nuovo modello socio-culturale incentrato sulla valorizzazione delle tradizioni e della storia della Regione, sulle tante risorse ed energie  inutilizzate o mal gestite.

Tale piano deve essere illustrato al Governo ed alle forze politiche affinché venga incluso in quello del Recovery Plan per avere le risorse necessarie alla sua concreta attuazione. Solo realizzando  quelle opere essenziali e necessarie al decollo economico della Regione si può ripianare finalmente lo storico divario nord-sud. Eludere il problema del Mezzogiorno con soluzioni rabberciate e poco credibili, sarebbe un errore imperdonabile e  segnerebbe un punto di non ritorno non solo per il Sud ma per l’Italia intera.  

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il Ponte sullo Stretto inserito nel Piano straordinario di infrastrutturazione

"Una grande vittoria la decisione della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni che, su proposta di Sicilia e Calabria, ha inserito il progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto nel Piano straordinario di infrastrutturazione.

Un risultato importante in vista del dibattito parlamentare sulla conversione del ‘Decreto agosto’ che, di fatto, inserisce il Ponte nella programmazione delle opere da finanziare con il Recovery Fund.

Un tassello significativo sulla strada della reale fattibilità di una infrastruttura strategica, non solo per due regioni del Mezzogiorno: Calabria e Sicilia, ma per l’intero Paese.

Un progetto chiave, capace di dare nuova centralità al Sud nel contesto del Mediterraneo e dell’Europa".

Così Jole Santelli presidente della Regione Calabria.

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Ponte sullo Stretto, per il sindaco di Crosia: “Potrebbe diventare il simbolo della rinascita del Sud”

«Che questo 2 Giugno sia davvero il momento divisorio tra la profonda emergenza che ha vissuto l’Italia negli ultimi mesi e la rinascita. Che parta da oggi, nel giorno in cui celebriamo i 74 anni della nostra Repubblica, una nuova fase di programmazione economica e di rilancio strutturale, che parta proprio dal Sud. Da quell’area della nazione che ancora oggi, dopo più di un secolo e mezzo dall’Unità d’Italia, continua a camminare con una marcia ridotta rispetto al resto del Paese. Questa è l’occasione giusta per pianificare una graduale e definitiva uscita dalla crisi, per garantire lavoro, per creare grandi opere e per affrontare e risolvere la grande questione Meridionale. Bene ha fatto la presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, a ri-focalizzare l’attenzione su un’opera epocale come quella della realizzazione del Ponte sullo Stretto: un’opera che potrebbe trasformarsi nel simbolo della rinascita del sud e che, oggi, contribuirebbe a ridare speranza a tante famiglie calabresi che sono ridotte alla fame».

È quanto ha detto il sindaco di Crosia, Antonio Russo, nel messaggio di auguri alla cittadinanza in occasione della festa della Repubblica.

«Quella di quest’anno – aggiunge il primo cittadino – è una ricorrenza non come le altre: nessuna festa, nessuna parata, dove i colori e la sontuosità della cerimonia solenne, però, hanno lasciato spazio alla riflessione. L’emergenza pandemica che ha coinvolto il mondo sta trascinando il nostro Paese verso un nuovo periodo di crisi generale che coinvolge tutti e dalla quale bisognerà uscirne attraverso una via obbligata, che è quella delle riforme infrastrutturali. Spesso abbiamo sentito dire “se riparte il sud, riparte l’Italia”. Finora queste parole si sono fermate solo ad uno slogan ma ora possono davvero avere un senso. La maggior parte delle grandi opere per mettere al pari il Paese con il resto d’Europa mancano proprio nel meridione. È da qui che si può ripartire per creare nuovi servizi e nuova occupazione. Penso ai profondi gap della Calabria e soprattutto della Calabria orientale dove mancano strade, dove non ci sono ferrovie moderne, dove non c’è presenza di presidi di sviluppo. Ecco, questa sarebbe l’occasione ideale per realizzarli creando occupazione e mettendo in circolo nuova economia. Il Governo e la Unione europea saranno chiamati ad investire denaro. Che lo si faccia qui. Quale migliore occasione. A partire dal Ponte sullo Stesso, come auspicava proprio ieri e non a caso la presidente Santelli. Un’opera che potrebbe rappresentare un simbolo di rinascita ma che potrebbe aprire le porte ad una nuova campagna di altri e nuovi investimenti che portino al completamento della Statale 106 da Sibari–Crotone, per chiudere l’anello viario con la A2 a Catanzaro e all’ammodernamento della rete ferrovia anche sulla dorsale est».

«Ma bisognerà investire anche sui servizi sanitari e sulle misure strategiche di sviluppo – conclude Russo - soprattutto nella Sibaritide. L’emergenza coronavirus ci ha lanciati un monito ad investire di più e meglio nella rete ospedaliera. Sappiamo tutti che se avessimo avuto un’incidenza infettiva come quella che c’è stata al Nord, qui avremmo rischiato l’ecatombe. Ecco perché non possiamo più fare finta di niente. Gli ospedali sono una priorità e allo stesso tempo una sfida. Che dobbiamo vincere».

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