Faida nelle Preserre, sventato un omicidio. Due arresti

I poliziotti della Squadra mobile di Vibo Valentia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di Antonio Campisi e Giuseppe Muzzupappa, rispettivamente di 28 e 35 anni.

I due sono ritenuti responsabili di tentato omicidio, detenzione e porto di arma clandestina e ricettazione, reati aggravati dal metodo mafioso.

Per gli investigatori, Campisi e Muzzupappa, insieme ad altre persone in corso di identificazione, avrebbero pianificato l'omicidio di un componente del clan “Loielo” di Gerocarne.

L'attuazione del piano criminale sarebbe stata impedita dall'intervento degli agenti della Squadra mobile di Vibo Valentia che, durante una perquisizione eseguita lo scorso 30 ottobre, hanno tratto in arresto Campisi e Muzzupappa, perché trovati in possesso di una pistola semiautomatica Astra calibro 7,65, con matricola punzonata.

L'arma venne recuperata in un ruscello, nel quale sarebbe stata lanciata dagli arrestati alla vista dei poliziotti.

Inoltre, durante la perquisizione vennero rinvenuti un giubbotto antiproiettile, un passamontagna, oltre 32 mila euro e un’auto blindata munita di sirena.

Nell'occasione, Campisi era stato trovato in possesso di un documento d’identità falso.

 

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Si parte con la raccolta firme di "Potere al Popolo" presso i Comuni in vista delle Politiche

 Riceviamo e comunichiamo comunicato stampa da parte del movimento "Potere al Popolo" ,coordinamento Soveratese,Pre-Serre, Vibonese, in merito alle assemblee tenutesi in vista della raccolta firme per poter concorrere alla competizione elettorale del prossimo 4 marzo:

"Dopo le due partecipate assemblee territoriali tenutesi a Soverato e a Serra San Bruno nelle scorse settimane, il coordinamento Soveratese-Preserre-Vibonese del movimento “Potere al popolo” passa alla fase della raccolta delle firme per poter avere accesso alla competizione elettorale del prossimo 4 marzo. I moduli su cui i residenti dei vari Comuni possono apporre la propria firma per sottoscrivere le liste di “Potere al popolo” sono stati depositati nella zona delle Serre presso gli Uffici elettorali dei municipi di: Serra San Bruno, Spadola, Brognaturo, Simbario, Mongiana, Vallelonga, San Nicola da Crissa, Pizzoni, Arena e Sorianello.

 Dalla mattina di lunedì 22 gennaio e fino a giovedì 25 gennaio i cittadini che vogliono dare la possibilità a “Potere al popolo” di partecipare alle elezioni politiche possono recarsi a firmare, muniti di un documento d’identità in corso di validità, nei suddetti Comuni.

«Siamo le giovani e i giovani – si legge nel manifesto di “Potere al popolo” – che lavorano a nero, precari, per 800 euro al mese perché ne hanno bisogno, che spesso emigrano per trovare di meglio. Siamo lavoratori e lavoratrici sottoposte ogni giorno a ricatti sempre più pesanti e offensivi per la nostra dignità. Siamo disoccupate, cassaintegrate, esodati. Siamo i pensionati che campano con poco anche se hanno faticato una vita e ora non vedono prospettive per i loro figli. Siamo le donne che lottano contro la violenza maschile, il patriarcato, le disparità di salario a parità di lavoro. Siamo le persone LGBT discriminate sul lavoro e dalle istituzioni. Siamo pendolari, abitanti delle periferie che lottano con il trasporto pubblico inefficiente e la mancanza di servizi. I malati che aspettano mesi per una visita nella sanità pubblica, perché quella privata non possono permettersela. Gli studenti con le scuole a pezzi a cui questo paese nega un futuro. Siamo le lavoratrici e i lavoratori che producono la ricchezza del paese. Ma siamo anche quelli che non cedono alla disperazione e alla rassegnazione, che non sopportano di vivere in un’Italia sempre più incattivita, triste, impoverita e ingiusta. Ci impegniamo ogni giorno, organizzandoci in comitati, associazioni, centri sociali, partiti e sindacati, nei quartieri, nelle piazze o sui posti di lavoro, per contrastare la disumanità dei nostri tempi, il cinismo del profitto e della rendita, le discriminazioni di ogni tipo, lo svuotamento della democrazia. Pratichiamo ogni giorno la solidarietà e il mutualismo, il controllo popolare sulle istituzioni che non si curano dei nostri interessi. Crediamo nella giustizia sociale e nell’autodeterminazione delle donne, degli uomini, dei popoli»."

 

 

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"Potere al popolo": nuova assemblea prevista a Serra San Bruno

Come ricevuto in comunicato stampa, dal referente del Movimento "Potere al Popolo" Domenico Commisso, pubblichiamo:

 

"Mentre i vertici dei partiti decidono ogni strategia a tavolino imponendo i candidati dall’alto, il movimento “Potere al popolo” continua a strutturarsi attraverso assemblee popolari che partono e si realizzano sempre e solo dal basso, sui territori. Si tratta di momenti di confronto e condivisione in cui ci si sta incontrando e in cui si stanno definendo obiettivi comuni convergenti in un programma condiviso.

Dopo la prima assemblea tenutasi a Soverato lo scorso 29 dicembre, il prossimo incontro di “Potere al Popolo” dell’area Soveratese-Preserre-Vibonese è previsto per venerdì 12 gennaio, alle ore 17, a Serra San Bruno, presso la “saletta” dell’associazione Il Brigante (via Chiesa Addolorata 9).

All’ordine del giorno dell’assemblea a Serra San Bruno, oltre alle prossime iniziative che sanciranno l’avvio della campagna elettorale e l’organizzazione per la raccolta firme, è prevista la scelta delle candidature sulla base delle proposte formulate dai gruppi di lavoro presenti nel collegio.

 

«Siamo le giovani e i giovani – si legge nel manifesto di “Potere al popolo” – che lavorano a nero, precari, per 800 euro al mese perché ne hanno bisogno, che spesso emigrano per trovare di meglio. Siamo lavoratori e lavoratrici sottoposte ogni giorno a ricatti sempre più pesanti e offensivi per la nostra dignità. Siamo disoccupate, cassaintegrate, esodati. Siamo i pensionati che campano con poco anche se hanno faticato una vita e ora non vedono prospettive per i loro figli. Siamo le donne che lottano contro la violenza maschile, il patriarcato, le disparità di salario a parità di lavoro. Siamo le persone LGBT discriminate sul lavoro e dalle istituzioni. Siamo pendolari, abitanti delle periferie che lottano con il trasporto pubblico inefficiente e la mancanza di servizi. I malati che aspettano mesi per una visita nella sanità pubblica, perché quella privata non possono permettersela. Gli studenti con le scuole a pezzi a cui questo paese nega un futuro. Siamo le lavoratrici e i lavoratori che producono la ricchezza del paese. Ma siamo anche quelli che non cedono alla disperazione e alla rassegnazione, che non sopportano di vivere in un’Italia sempre più incattivita, triste, impoverita e ingiusta. Ci impegniamo ogni giorno, organizzandoci in comitati, associazioni, centri sociali, partiti e sindacati, nei quartieri, nelle piazze o sui posti di lavoro, per contrastare la disumanità dei nostri tempi, il cinismo del profitto e della rendita, le discriminazioni di ogni tipo, lo svuotamento della democrazia. Pratichiamo ogni giorno la solidarietà e il mutualismo, il controllo popolare sulle istituzioni che non si curano dei nostri interessi. Crediamo nella giustizia sociale e nell’autodeterminazione delle donne, degli uomini, dei popoli».

'Ndrangheta nelle Preserre Vibonesi: 155 anni di carcere inflitti nel processo "Luce nei boschi"

Sono complessivamente 155 gli anni di reclusione che i giudici della Corte d'Appello di Catanzaro hanno inflitto a quattordici persone imputate nel processo scaturito dall'inchiesta "Luce nei boschi" che mise nel mirino le attività criminali delle cosche attive nelle Preserre Vibonesi, responsabili di una guerra cruenta. Bruno Emanuele, considerato personaggio apicale della 'ndrangheta a Sorianello, è stato condannato a 24 anni di carcere. Al fratello Gaetano, il Collegio Giudicante ha comminato una pena di 15 anni. Nei confronti di Antonio Altamura, da sempre ritenuto boss della cosca di Ariola di Gerocarne, è stata decisa una condanna a 16 anni. I magistrati hanno punito Francesco Capomolla con 14 anni di reclusione, a Franco Idà è stata irrogata  una pena di 12 anni e 2 mesi di reclusione, 12 anni ciascuno resteranno in prigione Vincenzo Bartone, Pasquale De Masi e Giovanni Loielo. Otto anni di carcere sono stati assegnati a Leonardo Bertucci e Antonio Gallace, 7 a Nazzareno Altamura e Vincenzo Taverniti, 6 a Domenico Falbo, collaboratore di giustizia e 1 anno e 6 mesi a Giuseppe De Girolamo.

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