Regione Calabria: La Conferenza dei Capigruppo si occuperà dei fondi comunitari

Si discuterà di fondi comunitari Por Calabria Fse alla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari, convocata dal presidente del Consiglio regionale, Antonio Scalzo, per domani, alle 10.

 

 

Tallini, Orsomarso, Ferro ed i primi cento giorni della decima legislatura

I consiglieri regionali Fausto Orsomarso e Domenico Tallini - assieme alla candidata per il centrodestra alle elezioni del 23 novembre scorso alla presidenza della Regione, Wanda Ferro - terranno una conferenza stampa sui primi 100 giorni della decima legislatura e sull’attività politico-istituzionale della Regione. L’incontro con i giornalisti è fissato per domani, venerdì 27 febbraio, a mezzogiorno, nella sede dei gruppi consiliari di Via Paolo Orsi a Catanzaro. Nel corso della conferenza, i due esponenti del centrodestra si soffermeranno tra l’altro sulle vicende che hanno interessato il gruppo consiliare di Forza Italia

Regione Calabria: Prima Conferenza dei Capigruppo. Consiglio Regionale convocato il 9 e il 23 marzo

“Spirito costruttivo” e “forte desiderio di affrontare da subito i problemi dei calabresi senza alcuna pregiudiziale politica, ma con il massimo di unitarietà e con l’esclusivo obiettivo di dare un segnale di cambiamento”. E’ stata questa la traccia comune di tutti gli interventi che hanno caratterizzato la prima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari della X Legislatura a Palazzo Campanella, a conclusione della quale sono state fissate due sedute di Consiglio regionale: la prima il 9 e la seconda per il 23 marzo. Alla riunione, coordinata dal presidente del Consiglio Antonio Scalzo, hanno preso parte tutti gli otto presidenti dei Gruppi consiliari: Sebi Romeo (Pd), Orlandino Greco (Oliverio Presidente), Giuseppe Giudiceandrea (Democratici Progressisti), Flora Sculco (Calabria in Rete), Giovanni Nucera (La Sinistra), Alessandro Nicolò (Forza Italia), Francesco Cannizzaro (Casa delle Libertà) e Giovanni Arruzzolo (Ncd). Dopo la programmazione dei lavori d’Aula, la Conferenza dei Capigruppo (alla quale hanno partecipato il Segretario generale Carlo Calabrò ed il Capo di gabinetto Ugo Massimilla) si è soffermata in particolare su due questioni: il commissario ad acta per la sanità e la Fondazione Campanella. Sul primo punto, la Conferenza ha formalizzato, in un documento, la richiesta indirizzata al Governo di indicare, “con immediatezza”, il commissario della sanità, alla luce “della grave situazione che si è venuta delineando in tutti i territori della Calabria”. La Conferenza ha precisato che “è trascorso troppo tempo ed un comparto delicato e fondamentale come la sanità, che coinvolge oltre il 70 per cento del bilancio della Regione, non può più restare senza una guida responsabile. “L’auspicio - ha affermato il presidente Scalzo - è che il Governo proceda alla nomina del commissario, cosicché la Calabria possa riorganizzare l’offerta sanitaria nel migliore dei modi possibili”. Sul secondo punto (il decreto del Prefetto di Catanzaro che estingue la Fondazione Campanella), la Conferenza dei Capigruppo ha sollecitato un incontro urgente tra l’Università, il Governo e la Regione, “per scongiurare - è stato sottolineato - la fine di una realtà sanitaria di primissimo livello su cui la Regione ha investito molto e le cui professionalità, maturate nel corso degli anni, sarebbe un errore imperdonabile disperdere”. La Conferenza, inoltre, ha espresso solidarietà a Mimmo Nasone, coordinatore di “Libera” a Reggio Calabria, per le gravi minacce di morte contenute in una lettera anonima, augurandosi “che presto i responsabili di intimidazioni così deplorevoli vengano individuati, in modo che la voce di chi si batte per il cambiamento sia libera di esprimersi”. In conclusione, la Conferenza, alla luce dei recenti dati statistici che segnalano una forte recrudescenza del disagio sociale, ha discusso “della necessità di predisporre un piano contro la povertà che così duramente colpisce le famiglie calabresi”.

Tallini (Fi): La Lanzetta liquidata con cinismo

“Le forti e circostanziate accuse lanciate dall’ex ministro Lanzetta al Pd calabrese devono fare riflettere tutti. Ma soprattutto devono fare riflettere le violente e velenose risposte che sono venute dai vertici del Pd nei confronti di una persona che solo un mese fa faceva parte del tanto osannato Governo Renzi”. E’ l’opinione del consigliere regionale Mimmo Tallini (Fi), che sottolinea come “La Lanzetta sia passata, nel giro di poche ore, da ‘apprezzata ministra della Repubblica’ a ‘stalker’ dell’assessore De Gaetano, da simbolo dell’antimafia a sindaco che ha portato al dissesto il Comune di Monasterace. Pippo Civati l’aveva inserita nel suo ‘pantheon’ ideale, indicandola come una personalità da additare come esempio di moralità e coraggio, ma per i cinque segretari provinciali del PD è solo ‘una che non può dare lezioni di moralità a chicchessia’”. Per Tallini: “Il cinismo con cui è stata liquidata l’ex ministra lascia senza parole, ma conferma che il Pd calabrese è attraversato da una guerra tribale che sta condannando alla paralisi e all’isolamento la nostra terra. Che quella di Oliverio sia stata una finta rivoluzione ormai lo sanno tutti. La Lanzetta si è limitata solo a certificarlo. In tre mesi, non è riuscito nemmeno a dare una Giunta alla Calabria, cosa inaudita e mai avvenuta nella storia del regionalismo. Emerge - afferma Tallini - l’incapacità di affrontare le emergenze, come dimostra la tragica fine a cui è stata condannata la Fondazione Campanella. Mentre gli ospedali scoppiano, il Presidente fa il braccio di ferro con il ministro Lorenzin per essere nominato commissario della sanità, dimostrando un attaccamento al potere senza precedenti. Non c’è traccia di un provvedimento, di un progetto, di un’idea. La Lanzetta, che magari avrà portato al dissesto Monasterace e che probabilmente non ha lasciato traccia al Ministero degli Affari Regionali, un merito l’ha comunque avuto e i calabresi dovranno essergliene grati: ha mostrato a tutti di che pasta è fatto chi dovrebbe governare la Calabria. Noi, pur da avversari - conclude Mimmo Tallini - le dobbiamo dare atto di essere stata coerente e di avere mantenuto fede alle sue dimissioni da ministro e da assessore regionale, caso veramente raro in un Paese come l’Italia dove le dimissioni soltanto si annunciano”.

Commisssario alla sanità, Nicolò (Fi): "Logiche da manuale Cencelli"

“La disputa sul nome del prossimo Commissario alla sanità acuisce lo stato di difficoltà in cui operano aziende ospedaliere, servizi territoriali e strutture convenzionate. Tutto questo, a carico della qualità delle prestazioni e dell’assistenza alle persone”. Lo afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò. “La querelle - come altrimenti definirla? - tra il Pd e il Ncd sul profilo del commissario, dimostra in tutta evidenza – prosegue Nicolò – il carattere vero della maggioranza allargata, saldatasi esplicitamente su opportunità e logiche da ‘Manuale Cencelli’. Si spiegano così i ritardi del Governo Renzi nel nominare il nuovo Commissario. Eppure dalle aziende ospedaliere e dal territorio, giorno dopo giorno, esplodono contraddizioni e disservizi tenuti a bada esclusivamente dalla volontà e dalla deontologia professionale del personale medico e paramedico, spesso senza direttive chiare e senza strumenti adeguati. Uno stato di incertezza in cui è fatale che lieviti persino la percentuale degli errori. Non è mia intenzione produrre una polemica ‘tout court’ su questioni davvero ataviche che affliggono la sanità calabrese,  ma il balletto tra Ncd e Pd per l’assegnazione dell’incarico di Commissario prevale rispetto ai bisogni della collettività. Con un Governo ‘amico’ a Roma, cosa impedisce una rapida e qualificata decisione? Sembra invece prendere corpo, giorno dopo giorno e con livelli incandescenti di polemica, un latente ed incontrollabile confronto-scontro tra  Pd e Ncd, connotato certamente da una sorta di ibridismo politico e ideale. La scelta del Commissario, dunque – sottolinea Alessandro Nicolò – è solo una delle manifestazioni più evidenti dello stato dei rapporti tra i due partiti, che di fatto, però, sta tenendo in scacco la rete sanitaria. E’ chiaro che il dibattito tra esponenti del Pd e del Ncd non può prescindere da una analisi politica: può il Ncd continuare a fare da puntello alla galassia guidata dal Pd, sia a livello centrale che in questa regione? E per quanto tempo le convulsioni interne del partito di Matteo Renzi potranno ancora essere mediate? L’auspicio - che è anche un appello - è che il Ncd ritrovi presto il suo ruolo nella coalizione di centrodestra, per rilanciare un rapporto fecondo e per indicare una strada alternativa al centrosinistra, su programmi e valori, per costruire insieme un progetto di sviluppo che renda il Paese meno vulnerabile e più coeso socialmente. La sfida è alta – conclude Alessandro Nicolò – e la nostra volontà è di raccoglierla con senso di responsabilità ridando fiducia alla forze migliori dell’Italia”.           

Con "Horizon 2020", la Regione Calabria sosterrà il risparmio energetico di Comuni ed Enti pubblici

Il progetto “GreenS”,in tema di risparmio energetico, realizzato dal Dipartimento regionale “Presidenza”  è stato ammesso a finanziamento europeo. E' entrato, infatti, in “Horizon 2020”, un programma comunitario destinato alle attività di ricerca della Commissione europea, attivo dal 2014 al 2020, che finanzia progetti sulle sfide globali della ricerca e dell'innovazione. Il progetto, guidato dalla A.l.e.s.s.co (Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile della Provincia di Cosenza), riunisce un pool di alto livello scientifico in sette Paesi europei oltre, ovviamente, all’Italia. L’obiettivo generale del progetto è quello di migliorare la capacità delle autorità pubbliche nel risparmiare energia, ridurre le emissioni di CO2 e costi, applicando soluzioni innovative in materia di appalti verdi, in attuazione della comunicazione della Commissione europea "Appalti pubblici per un ambiente migliore", attraverso l’innovativa creazione presso i partner dei G.P.P.S. (Green Public Procurement Supporters), un gruppo di esperti che supporterà le Amministrazioni. La realizzazione del progetto prevede sostegno a lungo termine alle autorità pubbliche ed assistenza tecnica sul GPP. L'innovazione di questo processo sarà facilitato dalla cooperazione a più livelli tra i diversi attori a livello nazionale, regionale e locale sul GPP. Il progetto prevede un’analisi di contesto che mira ad individuare gli ostacoli alla diffusione del GPP, identificati dai partner nel proprio paese; successivamente il training dei G.P.P.S. (Green Public Procurement Supporters) e l'attuazione di progetti pilota, punta a coinvolgere direttamente le amministrazioni pubbliche nell'attuazione del processo di approvvigionamento verde, e avrà lo scopo di verificare sul campo quali sono le azioni più efficaci ed efficienti per fornire all'attuazione GPP. Il progetto, che inizierà il prossimo mese di maggio, avrà durata triennale ed un budget complessivo di € 1.499.851,63. Maggiori informazioni su www.cooperare.calabria.it.

Il Caso Lanzetta e le amnesie del Pd

E’ riesploso come un fulmine, su un cielo tutt’altro che sereno, il caso “Lanzetta”. La farmacista diventata ministro, prima di diventare, anzi no, assessore della giunta Oliverio. Sono arcinote le ragioni per le quali l’ex sindaco di Monasterace ha declinato l’invito a far parte del governo regionale. Nel ribadirle, l’altro ieri, in un lungo ed articolato comunicato, ha voluto citare Pasolini: "la mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza". Una frase lapidaria, dalla quale traspaiono rabbia ed amarezza. Osservato, qualche giorno di ritirata strategica, la Lanzetta ha, quindi, deciso di passare al contrattacco per lanciare un duro j’accuse ai vertici del Pd calabrese. Forte di quel comunicato diramato, nel bel mezzo della buriana, da Palazzo Chigi, nel quale si leggeva che la vicenda De Gaetano non era “sufficientemente chiarita”, l’ex ministro ha deciso di sparare a palle incatenate per colpire nel mucchio. La reazione, altrettanto dura, è stata affidata ai cinque segretari provinciali calabresi che, in una nota congiunta, hanno replicato a muso duro. Una replica, il cui contenuto segue, sorprendentemente, il canovaccio di un lungo articolo apparso, un anno fa, sul settimanale “Panorama”, con il titolo: “I misteri del ministro Lanzetta”. Cosa ci fosse di misterioso nella carriera politica dell’allora ministro, il giornalista lo chiariva, facendo riferimento esplicito a “Francesco Antonio Siciliano”, ovvero il vice dell’allora sindaco di Monasterace, “ genero di Vincenzo Ruga, condannato in via definitiva per associazione mafiosa e considerato il boss dell’omonima cosca della Locride, combattuta tenacemente negli anni scorsi dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria guidata da Giuseppe Pignatone (ora procuratore a Roma) e dal suo aggiunto Nicola Gratteri”. Significativo, anche, il passaggio successivo nel quale si legge: “Ma la vera débâcle di Lanzetta pare riguardare la sua gestione economica di Monasterace. La Corte dei conti della Calabria, con due diverse delibere, ha infatti certificato il default del comune”. Or bene, i cinque segretari provinciali, con riferimento all’ex sindaco di Monasterace, nella loro replica, scrivono: “la composizione della sua passata giunta comunale non le consente assolutamente di dare lezioni di moralità a chicchessia”. Non meno caustico il giudizio espresso sull’operato amministrativo, laddove si legge: “a Monasterace la ricordano come il sindaco che ha portato il suo Comune al dissesto economico e finanziario”. Dichiarazioni forti che inducono ad una riflessione dalla quale scaturisce una serie di domande. Possibile che, solo adesso, i maggiorenti del Pd calabrese siano venuti a conoscenza dei rapporti parentali del vice dell’ex sindaco Lanzetta? Come e perché il Pd ha fatto diventare un’icona antimafia un sindaco che avrebbe nominato nella sua giunta nientemeno che il genero di un boss di ‘ndrangheta? Quando, unicamente, in ragione del suo essere ritenuta “vittima della mafia”, la Lanzetta ha scalato i vertici delle istituzioni, possibile che tra i componenti del Pd calabrese nessuno si sia ricordato della “composizione della sua giunta”? Tanto più che, apparentemente, l’unica ragione per la quale, da una farmacia di provincia, la Lanzetta è stata proiettata alla guida di un dicastero, va ricercata nella mancata nomina a via Arenula del giudice anti ‘ndrangheta Nicola Gratteri. Allora, per dare prova dell’impegno nel contrasto alla criminalità organizzata del nascente governo Renzi, il Pd ripiegò sull’ex sindaco di Monasterace del quale, nel 2012, Bersani aveva detto: “é sotto pressione e sotto ricatto delle mafie”. Se, come lasciano intendere i cinque segretari provinciali, la Lanzetta “non può dare lezioni di moralità” perché nella sua giunta, in posizione di vice, aveva nominato nientemeno che il genero di un boss, per quale motivo hanno taciuto finora, permettendo, con il loro silenzio, che diventasse simbolo di legalità e addirittura ministro? Venuta meno la specchiata attività anti mafia ed alla luce dei, poco lusinghieri, risultati amministrativi, che le attribuiscono, i segretari provinciali e con loro l’intero Pd dovrebbero spiegare agli italiani quali siano stati i meriti che hanno indotto il loro partito a nominarla ministro e, se non fosse stata lei a rinunciare, addirittura assessore nella giunta regionale che dovrebbe risollevare le sorti della Calabria.

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Il consigliere regionale Mangialavori, ospite di "On the news"

“La regione inizia così”, questo il tema della puntata di “On the news”, la popolare trasmissione che Rs 98 manda in onda ogni sabato dalle 10 alle 12. “ A tre mesi dall’elezione del governo regionale calabrese, presieduto da Mario Oliviero”, Antonio Zaffino e Francesca Onda,  ospiteranno il Consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. L’esponente della Casa per le libertà, offrirà, quindi, il suo punto di vista sulle prime iniziative messe in campo dal nuovo Governatore della Calabria. L’argomento tocca da vicino tutti i cittadini che potranno dire la loro tramite sms e whatsapp al 324 833 1898 e in diretta telefonica chiamando lo 0963.71669. Come di consueto, oltre che sulle normali frequenze, la puntata sarà trasmessa, anche in streaming all’indirizzo: http://tunein.com/radio/Radio-Serra-RS-980-s3103/

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