Pizzoni, presentata la Pro loco

Si è tenuta questa mattina presso la sala consiliare del comune di Pizzoni la presentazione ufficiale della  “Pro Loco Pizzoni 2016” all'Unpli provinciale presieduta da Giuseppe Maiuli.

L'associazione di valorizzazione territoriale nasce però nel dicembre scorso, dal desiderio di alcuni giovani di potersi attivare al fine dii valorizzare e tutelare il proprio paese.

Ad aprire la presentazione il presidente della Proloco Pizzoni 2016 Andre Bono, il quale si è voluto soffermare sulla volontà comune degli associati di promuovere la propria terra: "La Proloco nasce proprio per questo, per creare nuove attività culturali e ricreative, cercando di coinvolgere il maggior numero di persone, chi finora ha preferito di rimanere ai margini ad osservare o chi non ha mai avuto la possibilità di dire la sua".

"«Vorremmo – ha continuato il presidente - continuare le tradizioni del passato in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale». A prendere subito dopo la parola il primo cittadino di Pizzoni, Tiziana De Nardo, la quale ha espresso la propria soddisfazione per l'attività della locale pro loco: «Sono orgogliosa della costituzione della Pro Loco Pizzoni 2016 e sono felice di poter collaborare con loro per la valorizzazione del nostro Paese".

All’evento ha partecipato anche l'archeologa di origini pizzonesi Mariateresa Donato che ha riassunto la storia di Pizzoni sottolineando l’importanza di valorizzare i beni culturali che si celano nel territorio pizzonese.

"Ciò che ora siamo – ha affermato la studiosa - è merito di ciò che un tempo siamo stati".

Sono intervenuti alla presentazione inoltre i presidenti delle proloco vicine: Stefano Moscato per la proloco di Vazzano che ha sottolineato l'importanza di puntare sui giovani; Francesco Giancotti per la proloco di Serra San Bruno che si è soffermato sull'importanza di credere e combattere per raggiungere gli obbiettivi; Stefania Grasso per la proloco di San Costantino Calabro  che ha affermato l'importanza di tracciare una strada comune per percorrerla.

Ha concluso la manifestazione il Presidente dell’Unpli provinciale di Vibo Valentia Giuseppe Maiuli, nonché Vice presidente dell’Unpli regionale che ha ribadito l’importanza della stretta collaborazione tra Proloco e amministrazione comunale. Ha proseguito poi consegnando simbolicamente la tessera soci al Presidente Andrea Bono della Pro Loco Pizzoni 2016 ribadendo l’importanza delle riunioni, «soggiogate – ha concluso Maiuli - ormai da altri social network quali whatsapp e facebook».

 

Questi i componenti del direttivo “Pro Loco Pizzoni 2016”

Presidente - Bono Andrea
Vicepresidente- Nesci Rosa Federica
Segretario- DeMasi Pasquale
Tesoriere-Moroni Martina
Revisore-Demasi Vincenzo
Consiglieri- Bono Giuseppe, Donato Domenico, Filia Giacomo.

Sanità, per i sindaci delle Serre i vertici Asp devono rispettare gli impegni assunti

“Con cadenza pressoché quotidiana, i sindaci dell'entroterra vibonese devono loro malgrado fare i conti con i reclami e le proteste dei cittadini, i quali registrano continui disservizi in materia sanitaria al punto che si sta sviluppando una netta sfiducia rispetto al fatto che i servizi possono e devono migliorare”. E’ quanto scrivono in un comunicato i sindaci di: Serra San Bruno, Luigi Tassone, Mongiana, Bruno Iorfida, Simbario, Ovidio Romano, Spadola, Giuseppe Barbara, Brognaturo, Giuseppe Iennarella e Vallelonga, Egidio Servello.

La nota arriva dopo le “rassicurazioni” ricevute dai “primi cittadini” ad ottobre del 2016, quando, nel corso di una visita presso l’ospedale di Serra San Bruno, il dg dell'Asp, Angela Caligiuri, accompagnata dal direttore sanitario, Michelangelo Miceli, aveva assunto “una serie di impegni nei confronti del territorio”

“Ebbene – scrivono i sindaci - sono passati più di quattro mesi e a distanza di tempo fino ad ora registriamo un solo risultato concreto: tutti gli impegni sono stati purtroppo disattesi. L'Azienda sanitaria provinciale dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Purtroppo non possiamo che esprimere forte preoccupazione in merito al ritardo sui lavori che avrebbero dovuto interessare l'ospedale e alcuni servizi riguardanti il consultorio familiare e la sede del distretto, che sarebbero dovuti iniziare con il nuovo anno. In particolare – prosegue la nota - giusto per citarne qualcuno, ricordiamo ancora oggi che la Caligiuri, per quel che riguarda il reparto di Medicina e Lungodegenza aveva detto che i 30 posti attuali sarebbero dovuti diventare in tutto 40, divisi tra 20 e 20; la riabilitazione doveva essere trasferita nell'ex reparto di ostetricia e ginecologia. Dove c'era la sala operatoria di Ginecologia doveva sorgere una palestra; si sarebbe dovuto procedere al trasferimento del reparto dialisi in un'ala ex chirurgia. Queste sono soltanto alcune delle promesse disattese. Così come ce ne sono anche altre che riguardano la riorganizzazione del distretto sanitario e del consultorio, i quali dovrebbero essere più efficaci in termini di servizi offerti all'utenza e, quindi, più funzionali ai bisogni della comunità. Evidentemente non sono bastati i continui solleciti fatti ai manager dell'Asp. C'è bisogno di un intervento immediato. Il territorio – concludono i sindaci - è stanco di aspettare. Per questo motivo, ci rivolgiamo ai manager dell'Asp affinché si avvii un confronto serio e, soprattutto, concreto con tutti i primi cittadini della zona. Di fronte alla salute delle persone non si può aspettare. Bisogna muoversi ed è necessario farlo subito”.

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Omicidio di Brognaturo, convalidato l'arresto del giovane maliano

E' stato convalidato l'arresto di Moussa Traore, il 23enne maliano accusato di omicidio preterintenzionale. Il giovane è ritenuto responsabile della morte del connazionale Diarra Amadou, di 25 anni, avvenuta, martedì scorso, nel centro d'accoglienza gestito dalla cooperativa “Stella del Sud”, in località Lacina di Brognaturo.

Il 23enne è stato trattenuto in carcere in attesa che venga individuata una struttura in cui possa essere sottoposto agli arresti domiciliari.

Secondo la ricostruzione fatta dagli agenti del Commissariato di Ps di Serra San Bruno guidato dal dirigente Valerio La Pietra, i due giovani extracomunitari sarebbero stati protagonisti di una colluttazione, nel corso della quale, entrambi, sarebbero caduti su una vetrata provocandone la rottura. Ad avere la peggio è stato Diarra che, a causa delle gravi ferite da taglio riportate all’addome, è spirato all’ospedale civile di Serra San Bruno.

Nell'immediatezza dell'accaduto, tramite riscontri testimoniali, gli agenti, coordinati dal responsabile del Nucleo di polizia giudiziaria, Giovanni Catanzaro, sono risaliti all'identità del presunto responsabile della morte dello sfortunato 25enne.

 

 

 

Il movimento civico Liberamente scende in piazza per l'INPS

Domani, dalle ore 9,30, il Movimento Civico Serrese LiberaMente, sarà presente con una postazione presso Piazza Mercato per promuovere la raccolta firma a tutela della sede Inps promossa dall'Encal-Cisal e alla quale hanno aderito diverse associazioni e amministratori del circondario.

In seguito al ridimensionamento dell'agenzia in semplice punto informativo, nessuno dei rappresentanti territoriali che avevano garantito il mantenimento dei servizi si è schierato in modo netto per proseguire la battaglia al fine di evitare l'ennesimo scippo a Serra San Bruno e l'intera zona delle serre.

Le firme che verranno raccolte saranno inoltrate con una missiva direttamente a Roma all'attenzione del dirigente nazionale Boeri al quale spiegheremo l'importanza del mantenimento del servizio.

Invitiamo tutte le cittadine e tutti i cittadini a sostenere l'iniziativa: una raccolta firme senza colore politico il cui unico obiettivo è la tutela del nostro territorio.

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Bruno Lacaria, si cerca nell’Alaco. Al vaglio la versione di Zangari

 Sono giunti a Spadola, su richiesta della Procura delle Repubblica di Vibo Valentia e della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, i sommozzatori del nucleo operativo di Reggio Calabria, il compito sarà quello di cercare il corpo del commercialista scomparso, Bruno Lacaria di 52 anni della cui sorte non si conosce più nulla da mercoledì scorso. La ricerca, molto probabilmente, sarà concentrata nelle acque del lago Alaco.

Non si cerca più dunque un uomo vivo ma, da quanto si apprende, una persona deceduta.

Morta per cause del tutto ignote e completamente avvolte nel mistero.

Intanto le condizioni di Giuseppe Zangari, il suo amico e compare d’anello, con cui si era accompagnato la mattina della scomparsa e che, dopo un giro in auto, lo avrebbe lasciato in prossimità della sua auto, sono in netto miglioramento.

L’uomo sarebbe stato vittima, il giorno successivo alla scomparsa del commercialista, di un tentato omicidio ad opera di due sconosciuti che sotto la minaccia di una pistola lo avrebbero costretto ad ingerire un potente pesticida.

E proprio le versioni di Zangari starebbero al vaglio della magistratura e presto sarà interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica Filomena Aliberti.

Serra: il cimitero diventi luogo della memoria e della cultura

Una bella foto del nostro artista Brunello Tripodi postata nei giorni scorsi su Facebook, una foto sul cimitero monumentale di Serra San Bruno, mi ha dato la stura ad una riflessione e ad un invito all’Amministrazione comunale perché possa attivare la procedura di realizzazione che si va proponendo di seguito.

La collina dei cipressi! Il luogo del riposo eterno è custode non solo della memoria della collettività e della storia di una comunità ma anche dell’arte che la stessa comunità ha espresso ed esprime.

In tutta Italia ci sono  cimiteri veri musei a cielo aperto che il ministero dei Beni e Attività Culturali e del Turismo intende catalogarli in un atlante dei cimiteri monumentali e del turismo della memoria in formato digitale, come si evince da un documento sottoscritto, l’anno appena trascorso, presso la Reggia di Caserta.

 Insomma un nuovo tipo di turismo già molto apprezzato all’estero e che va coinvolgendo anche italiani: il cosiddetto tombstone tourism. Cultura e architettura, visite a personaggi storici e interiorità sono gli elementi di crescita del fenomeno. In Italia sono tantissimi i cimiteri monumentali che ben si prestano ad una funzione museale. Milano, Torino, Le Porte Sante all’esterno della Basilica di San Miniato al Monte di Firenze, l’Acattolico di Roma, la Certosa di Bologna tappa obbligata per gli escursionisti del settecentesco Gran Tour,  lo Staglieno di Genova, il già famoso Gran Camposanto di Messina con le sue architetture neoclassiche e liberty, il Cimitero delle Fontanelle a Napoli. E altri ancora.

Qui, in questi artistici luoghi del riposo, il turista, lo studioso, il curioso fanno esperienze di vita interiore e di studi e di “corrispondenza di amorosi sensi”.

Qui si vive con l’Assoluto e si vive con i grandi uomini del passato che hanno reso grande l’Italia e non solo. Insomma è necessario ben conservare questi luoghi e conservarli: dalla morte ne viene la vita anche artistica.

A questo punto non sembri cosa azzardata annoverare tra questi illustri luoghi anche la nostra collina dei cipressi.

Il cimitero di Serra San Bruno, è monumentale e nessuno può dire il contrario. È ricco di quattro artistiche chiesette e di tanti monumenti sepolcrali in granito, marmo e bronzo, tutti frutto della famosa “"astranza di la Serra" e tra i tanti spicca il monumento granitico dell’artista serrese Biagio Lo Moro e la statua bronzea del Redentore dello scultore Salvatore Pisani e quelle colonne doriche ottocentesche in granito davanti all’ingresso della chiesetta dell’Addolorata. Un piccolo  prezioso scrigno di arte e memoria. Qui riposano gli illustri vescovi serresi, gran parte del clero, architetti, scultori, pittori, scalpellini, poeti e scrittori come Mastro Bruno Pelaggi e Sharo Gambino.

 Insomma un bel luogo del riposo eterno, del ricordo e della cultura.

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La Certosa di Serra San Bruno "sbarca" a Salisburgo

La Certosa di Serra San Bruno è stata oggetto di uno studio pubblicato in Austria.

Nei giorni scorsi, infatti, sulla prestigiosa collana "Analecta Cartusiana", pubblicata a Salisburgo a cura di James Hogg,  è apparso un interessante volume di 186 pagine che interessa le Serre di Calabria. 

Si tratta della "Visita Apostolica alla Certosa di Serra San Bruno di mons. Andrea Perbenedetti nel 1629" trascritta e annotata da Pietro De Leo, che consente di conoscere anche preziosi particolari di edifici sacri, poi rovinosamente crollati a causa del terremoto del 1783.

L'inviato era vescovo di Venosa e godeva di grande fiducia presso papa Urbano VIII, che gli aveva affidato la visita di diverse diocesi del Mezzogiorno con il proposito di verificare l'attuazione delle disposizioni impartite dal Concilio di Trento.

La visita registra la Certosa dei SS. Stefano e Brunone, i suoi monaci e le chiese di Serra , le sue dipendenze, il clero e edifici sacri dei casali di Spadola, Bivongi, Montauro e Gasperina nonchè tutte le frazioni contigue. 

La minuziosa descrizione fatta dal presule permette di conoscere anche il patrimonio artistico, gli arredi, le tantissime reliquie ed i testi sacri. Il patrimonio librario - compresi i manoscritti - era stato già censito alla fine del secolo XVI, come risulta dal cod.Vat. lat. 11276, pubblicato dallo stesso De Leo nel 2010.

L' edizione della Visita Apostolica del 1629 si basa su una copia  fotostatica conservata nella biblioteca della Certosa di Serra San bruno, non essendo reperibile l' originale, già presente nell' archivio Vaticano : un ulteriore tassello dello straordinario mosaico del patrimonio culturale della Calabria.

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La scomparsa di Bruno Lacaria, i monti delle Serre e le infruttuose ricerche

E’ domenica mattina e il comprensorio delle Serre sembra galleggiare in una bottiglia d’orzata. Le chiese barocche del circondario rigurgitano salmi e preghiere, mentre tra il fiume Ancinale e la montagna della Lacina da alcune ore vi è una intensa attività.

Ci sono i Vigili del Fuoco che setacciano la zona palmo a palmo, si cerca una persona scomparsa o forse, quello che rimane dello scomparso.

Una scomparsa inspiegabile quella del commercialista 52enne di Spadola, Bruno Lacaria, una di quelle sparizioni che da queste parti inghiottisce giovani e restituisce “fantasmi”.

E la litania delle ricerche è sempre la stessa, gli inquirenti battono inizialmente diverse piste per poi concentrarsi su quelle che appaiono più verosimili.

Bruno Lacaria è un uomo tutto lavoro e famiglia, ha uno studio commerciale a Chiaravalle ed ogni mattina esce alle 7,30 da casa per recarvisi dopo aver percorso alcuni chilometri con la propria macchina. Ma qualche giorno fa le cose non sono andate cosi. Dopo una insolita sosta in un bar, un giro in macchina con un suo amico, il 46enne Giuseppe Zangari, che il giorno successivo sarebbe stato vittima di un tentato omicidio, e poi nulla più. Sceso dall’auto di Lacaria si perdono le tracce. Non arriva a lavoro, non rientra per pranzo nè va al funerale di un conoscente a cui aveva preventivato di partecipare.

Scomparso nel nulla.

A denunciarne la scomparsa è stata la moglie che non vedendolo rientrare verso le 15 ha lanciato l’allarme. Al momento della scomparsa indossava un giubbotto beige, un maglioncino grigio, una camicia azzurra e un pantalone.

Poi il rituale è lo stesso come in ogni caso di scomparsa: parenti e amici lanciano un appello a chiunque possa darne notizia di farsi vivo. Anche il sindaco Giuseppe Barbara è in prima persona impegnato nelle ricerche del professionista. Ricerche che durano da giorni ma che al momento non hanno prodotto alcun risultato. Più le ore passano e maggiore è l’angoscia.

L’inquietante ipotesi della lupara bianca si fa strada e gli investigatori hanno deciso di controllare l’ambiente e le montagne che circondano le Serre, quelle montagne più volte teatro di fatti di cronaca e dove gli animali del bosco, inconsapevolmente, fotografano gli ultimi istanti di vita di persone scomparse. 

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