Finisce in treno la fuga d'amore di due minorenni

Si è conclusa su un treno diretto in Sicilia, la fuga d'amore di due fidanzatini Svizzeri che si erano allontanati dalle loro abitazioni di Basilea.

A rintracciare i novelli Giulietta e Romeo, sono stati gli agenti in servizio presso la Sezione di Polizia Ferroviaria di Villa San Giovanni.

La coppia (16 anni lui, 14 lei) è stata "sorpresa" a bordo di un treno partito da Milano e diretto in Sicilia.

Durante il controllo, il ragazzo avrebbe provato a depistare i poliziotti fornendo il nome e l’indirizzo di un parente che li avrebbe attesi a Messina.

Effettuati i dovuti riscontri, i poliziotti hanno, quindi, scoperto che i due fidanzatini si erano allontanati da casa, senza dare notizie della loro “fuga”.

I genitori dei giovani, contattati telefonicamente, hanno assicurato l’immediata partenza per raggiungere e riabbracciare i figli che, nel frattempo, sono stati vigilati e curati dal personale della Polizia di Stato.

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Grande partecipazione alla festa degli emigrati chiaravallesi in Svizzera e Liechtestein

Straordinario successo, anche quest'anno, per la Festa della Madonna della Pietra in Svizzera e Liechtenstein.

La manifestazione, giunta alla sua quattordicesima edizione, si è svolta nella cittadina di Schaan e ha registrato la partecipazione numerosa dei tanti emigrati di Chiaravalle Centrale residenti in terra elvetica e nel Principato.

Migliaia le presenze registrate nel grande impianto allestito per ospitare sia il rito religioso che i momenti di incontro conviviale, in una atmosfera di entusiasmo e di fede. Sentimenti che caratterizzano, da sempre, questo eccezionale momento di identità, diventato, nel tempo, uno spazio tradizionale di incontro non solo per i Chiaravallesi ma, più in generale, per tutti i Calabresi e per gli Italiani che per motivi di lavoro, hanno dovuto lasciare il nostro Paese.

Una soddisfazione enorme per il Comitato “Madonna della Pietra in Svizzera e Liechtenstein”, presieduto dall'ottimo Giuseppe Gullì, e per tutti i volontari impegnati nella organizzazione dell'evento.

I complessi e meticolosi preparativi della vigilia sono stati, alla fine, premiati dal gran numero di partecipanti, sia durante la celebrazione della Santa Messa che, in serata, per l'appuntamento molto atteso con la gastronomia, la musica e il ballo. Per l'indisponibilità della chiesa locale, chiusa perché attualmente in fase di restauro, la funzione liturgica, presieduta dal missionario don Egidio Todeschini, si è svolta in una sala laterale appositamente predisposta e addobbata per l'occasione. La statua di Maria Santissima della Pietra è stata, successivamente, esibita alla vista dei fedeli con una breve processione all'interno della stessa struttura.

In una sala più ampia hanno trovato posto i tantissimi ospiti della serata, pronti a degustare con evidente diletto le buonissime specialità culinarie preparate da un nutrito staff di cuochi: trippa, pasta al sugo, pizza, salsicce e persino i fichi d'india, arrivati direttamente dalla Calabria. E non potevano, ovviamente, mancare il buon vino Cirò e la birra.

Il saluto istituzionale delle autorità locali è stato portato dal corrispondente consolare, Egidio Stigliano, il quale ha usato parole di forte plauso per il ruolo importante dei Chiaravallesi nel mondo del lavoro e all'interno del quadro sociale dei cantoni elvetici e del Principato.

Il sindaco di Chiaravalle, Domenico Donato, sia pure impossibilitato a partecipare in prima persona, per l'imprevista cancellazione del volo in programma da Lamezia Terme, ha comunque trasmesso un suo messaggio di “orgoglioso apprezzamento per le belle iniziative del Comitato e per l'esempio ammirevole quotidianamente espresso da tutti gli emigrati chiaravallesi all'estero”.

La musica live del complesso “Pensieri e nuvole” ha accompagnato il resto della serata, tra la gioia e l'allegria di grandi e piccoli.

Vecchie e nuove generazioni unite dal simbolo sacro della Madonna della Pietra, dalle comuni radici calabresi, dalla nostalgia per il paese natio ma anche dalla consapevolezza di aver saputo costruire un futuro solido e ricco di prospettive per le proprie famiglie.

Chiusura col botto, subito dopo la mezzanotte, con gli auguri collettivi al presidente Gullì per il suo compleanno e, poi, per l'estrazione dell'attesissima tombola che ha assegnato un primo premio di ben mille e 14 franchi: mille come montepremi e quattordici come le edizioni della Festa della Madonna della Pietra in Svizzera e Liechtenstein. 

'Ndrangheta: estradato il boss Leo Caridi

Scortato da personale del Servizio della direzione centrale della polizia criminale, proveniente dalla Svizzera da dove è stato estradato, nella giornata odierna, è giunto all’aeroporto di Roma-Fiumicino, il 57enne Leo Caridi.

Considerato esponente di spicco della cosca mafiosa operante nei quartieri San Giorgio e Boschicello di Reggio Calabria, Caridi era latitante dal 2014.

L’uomo si era sottratto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Sezione dibattimentale del tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, contestualmente alla condanna a nove anni e sei mesi di reclusione per associazione mafiosa.

Le attività investigative, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria e condotte dalla Squadra mobile della locale Questura, con il supporto di numerose attività tecniche e la fattiva collaborazione del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, hanno consentito di individuare il ricercato in Svizzera, dove lo scorso 3 agosto 2016, la Polizia elvetica lo ha arrestato a Ried Brig, nel cantone Vallese.

 L’arresto va ricondotto nell'ambito dell’operazione “Alta Tensione" con la quale, il 21 dicembre 2011, gli investigatori della Squadra mobile di Reggio Calabria, coordinati dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, a conclusione di un’articolata attività di indagine della Dda finalizzata a contrastare le cosche della ‘ndrangheta operanti a Reggio Calabria, oltre a Caridi, in quel momento reggente dell’omonima cosca, avevano tratto in arresto altre cinque persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, estorsione e fittizia intestazione di beni.

 Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figurava, anche, il consigliere comunale di Reggio Calabria Giuseppe Plutino, considerato il referente politico della cosca  e ritenuto responsabile del reato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Dall'attività investigativa era emerso che la cosca Caridi aveva il completo controllo delle attività estorsive, accompagnate da danneggiamenti e intimidazioni, poste in essere soprattutto ai danni di commercianti dei quartieri Ciccarello, Modena e San Giorgio Extra di Reggio Calabria.

 Dopo l’arresto del 21 dicembre 2011, Caridi era ritornato in libertà l’ 8 agosto 2013, quando il tribunale del riesame ne aveva disposto la scarcerazione. Il 5 dicembre 2014, il tribunale di Reggio Calabria, nel comminare a Caridi la condanna per associazione mafiosa, in accoglimento della richiesta di emissione di provvedimento di custodia cautelare in carcere avanzata dalla Dda di Reggio Calabria, aveva emesso l’ordinanza eseguita oggi, presso l’aeroporto di Roma-Fiumicino.

Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato tradotto alla casa circondariale di Roma-Rebibbia a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

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Estradato dalla Svizzera in Italia presunto boss della 'ndrangheta

Sono stati gli agenti dello Scico della Criminalpol a trasferire dalla Svizzera in Italia il boss della 'ndrangheta Antonio Nucera, conosciuto come 'Ntonaci e considerato tra i personaggi apicali dell'omonimo clan di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria. La Polizia svizzera lo aveva catturato l'8 marzo mettendo fine ad una latitanza che durava da tre anni. Sessantenne, era stato individuato a Saas Grund, località del Canton Vallese. Nei suoi confronti era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere valida anche all'estero. Al termine del primo grado di giudizio di un processo nel quale è imputato e scaturito da un'inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, è stato riconosciuto colpevole di associazione mafiosa, reimpiego di beni di provenienza illecita e riciclaggio. Le ricerche, portate avanti da investigatori italiani e svizzeri avevano permesso di accertare che Nucera si nascondeva nella zona in cui è stato successivamente scovato. Le indagini hanno così consentito di svelare la pervasività delle attività illecite gestite dall'organizzazione criminale di Condofuri in terra elvetica. 

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Francia, scontro bus-camion: muoiono 12 turisti portoghesi, feriti 2 italiani

Tragico incidente stradale nel centro della Francia, dove in un scontro tra un minibus ed un camion, avvenuto la notte scorsa, sono morti dodici turisti portoghesi. Altre due persone di nazionalità italiana sono, invece, rimaste ferite. Il minibus proveniente dalla Svizzera e diretto in Portogallo si sarebbe scontrato frontalmente con il camion, sul quale viaggiavano i due italiani. L'incidente è avvenuto sulla statale 79 nella città di Montbeugny, nel dipartimento dell'Allier della regione dell'Alvernia. Salvo il conducente del bus, rimasto ferito ma non in pericolo di vita. Secondo le testimonianze dei due italiani il minibus avrebbe virato improvvisamente a sinistra finendo contro il loro camion.

Arrestati 15 presunti affiliati alla 'ndrangheta in Svizzera

Sono considerati tutti appartenenti alla 'ndrangheta i quindici soggetti catturati sulla scorta di quanto ordinato dal Ministero della Giustizia della Svizzera. Si tratta di persone di nazionalità italiana, arrestate in terra elvetica in quanto sospettate di essere affiliate ad un'organizzazione criminale con base a Frauenfeld. Dodici provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti a Thurgau, cantone a Nord, uno nel limitrofo cantone di Zurigo, due a Sud, nel cantone di Valais

 

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'Ndrangheta, processo Helvetia: inflitte due condanne in primo grado

Sono state inflitte due condanne nel contesto del processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato, nato in seguito all'inchiesta denominata "Helvetia". Domenico Santoro, giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, ha così deciso in merito alle posizioni di Raffaele Albanese e Domenico Nesci: al primo è stata comminata una pena a 12 anni di carcere, al secondo una sanzione ancora più elevata, 14 anni. Rispondevano del reato di associazione mafiosa. Le indagini, che si erano concretizzate nell'arresto da parte dei Carabinieri di diciotto individui, aveva smantellato un'organizzazione di 'ndrangheta attiva da quattro decenni a Freunfeld, in Svizzera e direttamente collegata ai clan del Reggino. La cosca, secondo le risultanze investigative, era guidata da Nesci. I militari dell'Arma avevano sorpreso lui ed Albanese mentre si trovavano sul territorio italiano, gli altri sedici arresti furono, invece, eseguiti, in Svizzera. 

 

 

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