La Trasversale come la Trabant, stessi sogni, medesime illusioni

Cosa hanno in comune la Trasversale delle Serre e la Trabant, la pittoresca automobile prodotta nella Germania Orientale ai tempi dell’Unione Sovietica? Apparentemente nulla, in realtà parecchio. Nell’immaginario collettivo del proletariato della Ddr, la vetturina rappresentava la libertà. Possederne una, voleva dire potersi muovere, affrancarsi dal trasporto collettivo, portare la ragazza a fare una gita fuori porta ed altre amenità facilmente immaginabili. Il sogno, però, nella gran parte dei casi, era destinato a rimanere tale, perché i tempi di consegna dell’auto erano lunghissimi. Prima di mettersi al volante, l’operaio di Berlino est doveva aspettare da dieci ai dodici anni. In altre parole, herr Jürgen ordinava la sua auto al compimento dei 20 anni e la riceveva quando ne aveva 32. Intanto, la fidanzata che avrebbe voluto portare a fare una scampagnata, era diventata una moglie sfiorita che gli faceva trascorrere la domenica ad accudire i figli. La piccola Trabant rimaneva, quindi, in sosta sotto casa senza aver mai assolto lo scopo per la quale era stata comprata. E’ esattamente ciò che è accaduto alla “Trasversale delle Serre”. L’opera, di cui si fa ancora un gran parlare, è una strada nata vecchia, pensata addirittura nel 1966, quando al Quirinale c’era Giuseppe Saragat ed a Palazzo Chigi Aldo Moro. Quanto sia anacronistica, lo testimonia un documento dal titolo “Asse di riequilibrio territoriale”, redatto il 30 marzo 1968, dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro, nel quale si dice che la strada ha lo scopo di: “[…] infittire gli assi di drenaggio del traffico mediante un’adeguata infrastrutturazione di recupero trasversale che valga anche all’insensata usura del patrimonio naturale costiero dovuto all’insediamento longitudinale di bordo. A questo punto si pone il problema della trasversale Tirreno – Serre – Jonio, volta a collegare la zona industriale (Vibo Valentia) e quella turistica (Capo Vaticano) con l’altipiano delle Serre ed il versante jonico integrando così il mare ai monti e le aree in via di sviluppo con quelle anemiche del retroterra”. Quando venne prodotta la relazione, tra l’altro, era da poco stato riconosciuto il Nucleo industriale di Vibo Valentia. La “Trasversale” avrebbe dovuto, pertanto, rappresentare un’opera strategica per agevolare l’integrazione economica e nel contempo favorire l’interscambio commerciale. Tanto più che, secondo la valutazione fatta in quello scorcio di anni Sessanta, “un mezzo di trasporto in un’ora di viaggio ed alla velocità di 60 Km/h, partendo dalla metà del percorso” avrebbe potuto “raggiungere ben 84 comuni calabresi (73 catanzaresi e 11 reggini). Un territorio in cui gravitano: una popolazione di 270.000 abitanti; 47.000 aziende agricole”. Il documento, elaborato, dall’allora provincia di Catanzaro non si limitava a proporre una semplice analisi di contesto, al contrario, prospettava, dal un punto di vista economico, tutti i benefici derivanti dalla realizzazione dell’opera. E’ del tutto evidente, quindi, che gli scopi per cui la “Trasversale” è stata pensata non potranno mai essere raggiunti, tanto più che degli insediamenti produttivi menzionati nel documento non è rimasto praticamente nulla. Fosse stata realizzata in tempi celeri, forse, la condizione economica del territorio interessato oggi sarebbe stata differente, ma così non è stato. A ciò si aggiunga che, negli anni Sessanta, quando la Fiat produceva la 600, la “Trasversale sarebbe stata poco meno di un’autostrada, oggi altro non è (sarà), che una semplice strada più o meno dritta che non porterà nessuno sviluppo. Allo stato, la sua unica utilità potrebbe essere legata al comparto turistico, nel senso che si potrebbero organizzare delle visite guidate lungo tutto il tracciato. I vacanzieri avrebbero, così, l’opportunità di vedere un pezzo di storia nata ieri, ma non del tutto. Certo, ben venga il suo completamento, ma pensare che con la “Trasversale” arriverà il benessere sarebbe un’illusione, forse l’ultima legata ad un’opera che in tanti, come i possessori della Trabant, hanno immaginato di utilizzare per portare la fidanzata al mare e che oggi, invece, la percorrono seduti dal lato passeggero, con il nipote al volante, per andare a farsi curare Germaneto.

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Vibo. Russo: "Chiederemo di attribuire la cittadinanza onoraria al neonato sbarcato al porto"

"Chiederemo al sindaco di Vibo Valentia e al Consiglio comunale di attribuire la cittadinanza onoraria al piccolo Francois Manuel". Ad annunciarlo è Giovanni Russo, capogruppo del PD in seno al Consiglio Comunale di Vibo Valentia. "Un atto simbolico, ma significativo - è la spiegazione fornita dall'esponente del Partito Democratico - che vuole esprimere un sentimento di vicinanza e solidarietà, oltre che sancire l'impegno del Comune a riconoscere la pienezza dei diritti di bambini e ragazzi che non sono e non devono sentirsi stranieri, ma parte integrante della nostra comunità. Con questa iniziativa vorremmo che l’Amministrazione comunale sensibilizzi i vibonesi sul tema dell’accoglienza, della solidarietà e dell’integrazione dei nuovi cittadini nella comunità, dove tutti hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. Una battaglia di libertà, un segnale forte contro il razzismo, per l'integrazione, per la civiltà questo è il messaggio che il Consiglio comunale di Vibo Valentia ha la possibilità di lanciare riconoscendo la cittadinanza onoraria al piccolo Francois Manuel sbarcato appena nato nel porto di Vibo Marina solo qualche giorno fa. Pur non avendo il potere di modificare lo status giuridico dei minori nati da genitori stranieri, quest'iniziativa può essere un segnale politico importante. La nostra città di fatto è già un laboratorio di inclusione e di integrazione sociale. È questo dunque il nostro futuro, integrazione e accoglienza sono occasione di sviluppo sociale e civile per l'intero Paese". "Nei prossimi giorni inoltre - rende noto Russo - insieme al direttore dell’Asp Angela Caligiuri, come gruppo consiliare del Partito Democratico, faremo visita al piccolo, ed ai suoi genitori, donandogli beni di prima necessità".

Pizzeria data alle fiamme nella notte

Durante la notte è stata incendiata una pizzeria. Il fuoco appiccato da ignoti ha pesantemente danneggiato l'esercizio commerciale che si trova nel cuore di Vibo Valentia ed appartenente ad un 33enne nato a Cinquefrondi, nel Reggino, e trasferitosi a Dinami. Il rogo è stato spento dai Vigili del Fuoco del Comando provinciale. Agenti della Squadra Volanti della Questura vibonese, intervenuti sul posto, hanno scoperto che i malviventi hanno manomesso il lucchetto della porta sul retro del locale. L'ipotesi più plausibile, secondo i titolari dell'attività investigativa, è che si tratti di un episodio legato al racket delle estorsioni. 

   

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Elettromagnetismo a Vibo. Censore interroga i ministri della Salute e dell’Ambiente

«Gli effetti dell’assorbimento di energia elettromagnetica sono ormai noti, così come note e chiare sono diverse evidenze scientifiche indicanti correlazioni con l’insorgenza di patologie anche gravi. A Vibo Valentia, è cronaca di queste ultime ore, a giudizio della Procura della Repubblica di Vibo Valentia esistono fondate motivazioni scientifiche e procedurali tali da giustificare la sottoposizione a sequestro di quattro ripetitori di diffusione radiotelevisiva e telefonica, ricadenti nel limitrofo comune di Stefanaconi ancorché situati tra il cimitero ed il castello normanno-svevo della città capoluogo di provincia». E’ questo l’incipit di una accorata interrogazione parlamentare indirizzata al Ministero della Salute ed al Ministero dell’Ambiente e depositata, in qualità di primo firmatario, dal Deputato del Partito Democratico Bruno Censore.  «Dal provvedimento, eseguito dalla Polizia giudiziaria su disposizione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, è emerso che l’Arpacal avrebbe rilevato emissioni elettromagnetiche superiori alla norma, fuori dai limiti imposti dalla legge. Non c’è dubbio, insomma, che sia quanto mai necessario elevare il grado di protezione della popolazione e dell'ambiente. La tutela della salute dai rischi dell'elettromagnetismo - ricordano gli interroganti - è stata riservata allo Stato dall’articolo 4 della Legge n. 36 del 22 febbraio 2001 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) che con successivo decreto, e il D.P.C.M. 08 luglio 2003, su proposta del Ministro dell'Ambiente di concerto con il Ministro della Salute, ha individuato i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. Successivamente, anche sulla scorta del rapporto di Bioinitiative, attraverso la risoluzione del 24 aprile 2009, il Parlamento Europeo ha esortato i Paesi membri ad adottare seri e urgenti provvedimenti cautelativi nei confronti delle esposizioni ai campi elettromagnetici, per questo si chiede di sapere quali iniziative intenda adottare il Governo per ricondurre i livelli di qualità per la protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici a quelli suggeriti da recenti ricerche. Porsi radicalmente contro tecnologie effettivamente irrinunciabili sarebbe anacronistico, ma quando in ballo c’è la salute umana - conclude Bruno Censore - sono altresì irrinunciabili, quanto moralmente doverosi, principi di precauzione e prevenzione e un approccio coscienzioso in modo tale da consentire uno sviluppo tecnologico caratterizzato da impatti ambientali e sanitari il più bassi possibile». 

 

PD. Censore e Mirabello: "Nessun dubbio, il Congresso Provinciale di Vibo si farà"

"Raccogliamo il segnale che proviene dal Gruppo consiliare del Partito Democratico della città capoluogo, ma manteniamo un atteggiamento responsabile ed ottimistico in ordine alla celebrazione del Congresso Provinciale della Federazione di Vibo Valentia". Ad affermarlo, in una nota congiunta sono gli onorevoli Bruno Censore e Michele Mirabello. "La delicatezza della fase politica, incastonata fra risultati elettorali anche in Calabria complessivamente non positivi, fatta eccezione proprio per la nostra provincia di Vibo Valentia, e l'orizzonte della battaglia referendaria, ci porta ad invitare tutti - è la sollecitazione che arriva dal deputato e dal consigliere regionale - a mantenere una linea unitaria e determinata sicuri che gli impegni ed i percorsi concordati con Ernesto Magorno, Luca Lotti e Lorenzo Guerini sortiranno a brevissimo termine gli effetti auspicati. Nella giornata di domani il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, sulla scorta della richiesta di celebrazione del congresso formalmente inoltrata in data 8 Giugno da Magorno a seguito della certificazione del tesseramento, in un incontro appositamente fissato, indicherà termini e procedure per chiudere questa fase e procedere in tempi ristrettissimi con la convocazione dell'assise". "Tutto ciò - è la conclusione di Censore e Mirabello - al fine di consentire non solo alla nostra provincia, ma alla Calabria nel suo complesso, un rilancio dell'azione politica del partito, che avvierà già in direzione regionale una serrata discussione con questo importante obiettivo".

Elettrosmog: sotto sequestro 4 ripetitori a Vibo

Eseguendo quanto disposto dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, personale del Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato i ripetitori, radiotelevisivi e telefonici ubicati nell'area che si trova tra il cimitero della città ed il castello svevo-normanno. Il provvedimento è stato attuato sulla scorta di quanto rilevato dall'Arpacal secondo cui sono state superate le soglie prescritte dalle norme che regolano le emissioni elettromagnetiche. Le antenne non saranno alimentate dall'energia elettrica e, di conseguenza, non invieranno il segnale. Gli inquirenti, tra l'altro, hanno contestato la trasgressione di vincoli di legge in ambito urbanistico e di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. 

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"L'Italia vince se il centrodestra è unito": 1 luglio convegno a Vibo

"L’Italia vince se il centrodestra è unito": è il titolo del convegno che si terrà a Vibo Valentia (Hotel 501) venerdì 1 luglio (con inizio alle ore 16) ed al quale prenderanno parte il presidente della Regione Liguria, nonché esponente di primo piano di Forza Italia, Giovanni Toti, l’onorevole Mara Carfagna e il senatore Altero Matteoli. Dopo l’intervento del consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, sono previsti gli interventi degli onorevoli Jole Santelli, coordinatrice regionale di Forza Italia, Roberto Occhiuto, Antonio Caridi e della vice coordinatrice regionale di FI Wanda Ferro. "Si tratta - spiega Mangialavori - di un’iniziativa che ha senz’altro valenza regionale, infatti esamineremo, dati alla mano, soprattutto dopo il recente voto amministrativo, il fallimento della Giunta regionale di centrosinistra e la paralisi, sia legislativa che amministrativa, che contraddistingue questa sfortunata esperienza. Ma è un’iniziativa di confronto e dibattito che ha anche una valenza nazionale, come dimostra la partecipazione di esponenti di spicco del centrodestra italiano. Perché oggi, proprio dal territorio di Vibo Valentia, luogo simbolico dei problemi del Mezzogiorno, l’obiettivo è riflettere sulle pessime performance del Governo Renzi e sul bisogno di costruire, e in fretta!, -  come ha sottolineato l’altro giorno il presidente Totti in una bella intervista al Corriere della Sera - un centrodestra unito, che possa tornare alla guida del Paese ed affrontare, con immediatezza, il tema del rilancio economico dell’Italia e il nodo del dualismo Nord-Sud che frena lo sviluppo e che questo Governo non solo non ha sciolto, ma ha contribuito a stringere e inasprire ancor di più". 

Pistola e munizioni nascoste in un mobile di casa: arrestato impiegato comunale

Sorpreso in casa con una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa e oltre 60 munizioni di vario calibro. Dovrà rispondere dei reati di detenzione di arma clandestina, ricettazione e detenzione abusiva di munizioni Alessandro Angelo Camillò,  impiegato 47enne presso il cimitero comunale. I Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia lo hanno arrestato nella serata di ieri a seguito di una perquisizione domiciliare operata all’interno della sua abitazione sita in contrada Cocari. I militari della Stazione di Vibo coordinati dal Maresciallo Vincenzo Fortunato unitamente a quelli del Norm hanno rinvenuto l’arma e le munizioni occultate all’interno di un mobile posto in uno dei locali dell’abitazione. La pistola, marca Browning, proveniente dal mercato nero, era perfettamente oleata e corredata di due caricatori corredati di 37 cartucce calibro 7.65. I militari hanno inoltre rinvenuto ulteriori 25 cartucce calibro 12. Camillò si trova ora ristretto agli arresti domiciliari in attesa delle determinazione dell’Autorità Giudiziaria. 

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