Nicolò: "Calabria abbandonata dal governo Renzi"

“Ricordate Prodi? Anche allora la Calabria era figlia prediletta, ma poi ripudiata! La storia si ripete con il governo Renzi, che predica bene e razzola male soprattutto nei confronti del Mezzogiorno e, in particolare, della Calabria. E tutto ciò, nel silenzio dei ‘meridionalisti’ della sinistra”. Lo afferma in una dichiarazione il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Campanella, Alessandro Nicolò. “Un’autentica spoliazione – sostiene -- perché di questo di tratta: dai fondi Fas (fondi per le aree sottoutilizzate) dirottati a coprire i costi del taglio del cuneo fiscale, un provvedimento congiunturale che favorisce soprattutto le imprese del Nord del Paese, alle risorse per il ‘made in Italy’ (una cinquantina di milioni di euro per grandi eventi e manifestazioni, nessuna al Sud). Ma l’elenco è abbastanza lungo. La disamina articolata pubblicata ieri nell’inserto di un grande quotidiano nazionale spazza via ogni dubbio sulla natura del Governo Renzi, sui reali orientamenti politico-programmatici che intende perseguire. Altro che coesione territoriale e preoccupazione per la tenuta civile e democratica della società meridionale – continua Nicolò – qui e adesso, soldi veri ed iniziative, seppure necessarie al Mezzogiorno,  stanno prendendo ben altre direzioni con il sostegno silente, se non addirittura, complice dei nostri appassionati ‘meridionalisti’. Con i fondi tagliati al cofinanziamento dei progetti Ue a Campania, Calabria e Sicilia, circa un miliardo di euro, Renzi ed il centrosinistra hanno capitalizzato l’Expo di Milano e Roma Capitale. E inoltre, con la Legge di Stabilità 2015, tutte le agevolazioni della legge 407/90 per incentivare le assunzioni al Sud, vengono cancellate. Gli investimenti per il potenziamento delle reti ferroviarie, subiscono la stessa sorte: sui cinque miliardi di euro disponibili, ben 4.799 sono per il Nord ed appena 60 per il Sud. Come i 5,5 miliardi di euro della Ue destinati alla cultura di cui solo una tranche di 490 milioni di euro sarà spesa nel Mezzogiorno. Ciò vorrà dire che beni culturali, archeologici, paesaggistici, manifestazioni di promozione del territorio, saranno sacrificati in attesa di tempi migliori. E’ un consuntivo impietoso e drammatico, da far accapponare la pelle anche alle persone più speranzose. Eppure il governo – dice ancora Alessandro Nicolò -  era stato allertato dagli ultimi dati dell’Istat che ufficializzano gli effetti drammatici dell’ultimo lustro di crisi del Paese che ha allargato la forbice delle condizioni di vita tra chi vive nel nord dell’Italia e chi, invece, nel Mezzogiorno. Una crisi che continua a impoverire le famiglie e a mietere decine di imprese, piccole e piccolissime,  non più in grado di reggerne le conseguenze. E’ dunque necessario che dai proclami che ci vengono sciorinati continuamente, si passi alla concretezza dei fatti. Al presidente Oliverio – conclude l’esponente azzurro - chiediamo quindi un colpo di reni per riportare la Calabria all’attenzione dell’agenda politica nazionale, anche come coerenza rispetto a quanto egli ha esposto con le sue linee di programma nel corso dell’ultima seduta consiliare, impegnando il Governo ad assumere una correzione di rotta per affrontare realmente i bisogni della Calabria”. 

 

Nicolò (Fi): Il Governo chiarisca su vendita Omeca

“La decisione del Governo Renzi, per mano di Mauro Moretti, di vendere al colosso giapponese Hitachi l’intero comparto industriale del trasporto su rotaia  (Ansaldo Breda e Sts), presenta aspetti che abbisognano di chiarimenti urgenti”. Lo afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia a Palazzo Campanella, Alessandro Nicolò. “L’entità dell’operazione, su cui i parlamentari calabresi, soprattutto quelli di centrosinistra, dovrebbero chiedere opportuni chiarimenti – sostiene Nicolò – non può non riguardare il presente ed il futuro delle Omeca di Reggio Calabria, l’unica realtà industriale di una certa valenza internazionale che opera nel territorio reggino. Le visite recenti di Moretti e Renzi allo stabilimento di Torre Lupo non hanno certamente chiarito, malgrado i trionfalia di parte, il destino vero della nostra azienda e delle sue maestranze. Sicuramente, né Renzi, né Moretti quando vennero a Reggio, pensavano di trovarsi dinanzi ad una vera realtà industriale, pulsante ed in linea con le esigenze del mercato,  e non, invece, ad una delle solite  paccottiglie di capannoni in disuso di cui purtroppo il Mezzogiorno è disseminato. La vitalità delle Omeca, riconosciuta a posteriori dai due, non può quindi essere sacrificata o depauperata, tenuto conto delle difficoltà in cui si trovano la Calabria e Reggio in particolare. E’ evidente che una holding come Hitachi terrà essenzialmente conto di parametri ed input di tipo finanziario - industriale prima di decidere il destino di una fabbrica, ma il Governo, non ritratti gli impegni espressi pubblicamente qualche mese fa alle Omeca, pertanto dovrà impegnarsi affinchè a questa nostra  realtà  produttiva vengano garantite commesse e garanzie occupazionali. E su questo impegno, la Giunta regionale e tutti gli attori istituzionali del territorio non possono deflettere  o accettare supinamente ogni decisione che dovesse giungere da Roma, altrimenti ci troveremmo nuovamente dinanzi ad uno dei tanti ‘balletti di irresponsabilità’ a spese delle maestranze delle Omeca e della città di Reggio Calabria. La partita non è semplice e tutti ne comprendiamo le difficoltà, ma nel peso delle decisioni future sarebbe davvero inaccettabile che le istituzioni  si limitano soltanto a ‘prendere atto’ di decisioni  assunte al tavolo romano senza spendersi per il bene di un’azienda che finora ha saputo, grazie alle capacità delle proprie maestranze, affermare nello scenario internazionale la qualità dei nostri prodotti ed il valore del lavoro”.

Commisssario alla sanità, Nicolò (Fi): "Logiche da manuale Cencelli"

“La disputa sul nome del prossimo Commissario alla sanità acuisce lo stato di difficoltà in cui operano aziende ospedaliere, servizi territoriali e strutture convenzionate. Tutto questo, a carico della qualità delle prestazioni e dell’assistenza alle persone”. Lo afferma in una nota il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò. “La querelle - come altrimenti definirla? - tra il Pd e il Ncd sul profilo del commissario, dimostra in tutta evidenza – prosegue Nicolò – il carattere vero della maggioranza allargata, saldatasi esplicitamente su opportunità e logiche da ‘Manuale Cencelli’. Si spiegano così i ritardi del Governo Renzi nel nominare il nuovo Commissario. Eppure dalle aziende ospedaliere e dal territorio, giorno dopo giorno, esplodono contraddizioni e disservizi tenuti a bada esclusivamente dalla volontà e dalla deontologia professionale del personale medico e paramedico, spesso senza direttive chiare e senza strumenti adeguati. Uno stato di incertezza in cui è fatale che lieviti persino la percentuale degli errori. Non è mia intenzione produrre una polemica ‘tout court’ su questioni davvero ataviche che affliggono la sanità calabrese,  ma il balletto tra Ncd e Pd per l’assegnazione dell’incarico di Commissario prevale rispetto ai bisogni della collettività. Con un Governo ‘amico’ a Roma, cosa impedisce una rapida e qualificata decisione? Sembra invece prendere corpo, giorno dopo giorno e con livelli incandescenti di polemica, un latente ed incontrollabile confronto-scontro tra  Pd e Ncd, connotato certamente da una sorta di ibridismo politico e ideale. La scelta del Commissario, dunque – sottolinea Alessandro Nicolò – è solo una delle manifestazioni più evidenti dello stato dei rapporti tra i due partiti, che di fatto, però, sta tenendo in scacco la rete sanitaria. E’ chiaro che il dibattito tra esponenti del Pd e del Ncd non può prescindere da una analisi politica: può il Ncd continuare a fare da puntello alla galassia guidata dal Pd, sia a livello centrale che in questa regione? E per quanto tempo le convulsioni interne del partito di Matteo Renzi potranno ancora essere mediate? L’auspicio - che è anche un appello - è che il Ncd ritrovi presto il suo ruolo nella coalizione di centrodestra, per rilanciare un rapporto fecondo e per indicare una strada alternativa al centrosinistra, su programmi e valori, per costruire insieme un progetto di sviluppo che renda il Paese meno vulnerabile e più coeso socialmente. La sfida è alta – conclude Alessandro Nicolò – e la nostra volontà è di raccoglierla con senso di responsabilità ridando fiducia alla forze migliori dell’Italia”.           

Nicolò critico nei confronti della riforma del catasto

“La riforma del catasto che il Governo Renzi si appresta a varare, più che  gettare le basi per riscrivere parametri e rendite su tutto il territorio nazionale,  costituirà un ulteriore elemento di depressione economica e sociale”. E’ quanto afferma in una nota alla stampa il presidente del gruppo consiliare regionale di Forza Italia, Alessandro Nicolò. “L’ambiziosa road map” decisa dal governo Renzi, nasconderebbe “forme di tassazione nuove sulla casa. L’aggiornamento del valore degli immobili” continua Nicolò, “attraverso il riclassamento catastale, secondo alcuni calcoli pubblicati da autorevoli quotidiani nazionali, potrebbe comportare per i proprietari aumenti tributari fino al 400%  dei livelli attuali. Se da un lato il provvedimento governativo servirà a far emergere edifici ed unità abitative tuttora sprovvisti di regolare planimetria e registrazione” dice ancora Nicolò “parimenti, puntando ai metri quadrati per definire il calcolo delle rendite, calerà come una scure sui piccoli risparmiatori e le famiglie, colpendo con un procedimento universale evasori e cittadini onesti che non hanno mai nascosto allo Stato la reale consistenza dei loro immobili”. Secondo il consigliere forzista, il sistema di ricalcolo comporterebbe un aumento della tassazione nei confronti degli immobili di categoria C, ad uso commerciale, sulla cui valutazione peserebbe, con i nuovi criteri, lo stato di conservazione dell’edificio, la sua centralità e la presenza di affacci o ascensori. Questo provvedimento, così com’è, colpirebbe il già debole tessuto commerciale della nostra regione. “E’ auspicabile, a questo punto” conclude Nicolò “che gli enti locali calabresi, prima di applicare le nuove norme, dettaglino la qualità urbana del contesto in cui gli immobili sono inseriti, quindi, le infrastrutture e i servizi, la qualità ambientale, comprendendo i caratteri paesaggistici e naturalistici”.

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