Forestali calabresi, Bruno Costa (Flai-Cgil): "Con il rinnovo del contratto, raggiunto un ottimo risultato"

«Finalmente dopo due anni di discussione, di trattativa difficile, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo: il rinnovo del Contratto integrativo regionale dei forestali».

A tornare sull’argomento, dopo la firma della preintesa sull’accordo del Contratto integrativo regionale dei lavoratori forestali calabresi, avvenuta lo scorso 22 luglio alla Cittadella di Catanzaro, è il segretario generale regionale della Flai-Cgil Calabria, Bruno Costa, il quale, esprimendo piena soddisfazione per l’accordo raggiunto, ci tiene a sottolineare l’importanza di questo contratto per i forestali calabresi.

«Questo accordo – spiega il dirigente sindacale – arriva dopo due anni di trattativa complicata, che partiva da una situazione di confusione rispetto ad un contesto, anche generale, del lavoro forestale. Ed è stato raggiunto dopo 9 anni di mancato negoziato, che ha impedito ai lavoratori di avere per ben due vigenze un salario bloccato. Inutile dire che in questi anni il mondo è cambiato, è cambiata la vita e la sua condizioni materiali. La nostra esigenza era quella di far recuperare questo gap ai circa 7mila lavoratori forestali calabresi. E possiamo dire che l’obiettivo è stato raggiunto». Nell’accordo sottoscritto, infatti, per i lavoratori forestali si parla ora di un aumento salariale pari ad 80 euro mensile, a parametro medio, di 800 euro una tantum come indennità di vacanza contrattuale. Ma non sono sollo questi aspetti squisitamente contrattuali che permettono di ritenere questo contratto un buon accordo. «Solo questi elementi -  continua il segretario della Flai-Cgil Calabria – potrebbero permetterci di dire che un buon contratto, poiché fa avanzare sul piano salariale i lavoratori. Ma nel nostro accordo non c’è solo questo. Come Flai-Cgil ci siamo battuti per avere il riconoscimento dell’istituto della malattia al pari degli altri contratti, rendendo giustizia verso un elemento di inciviltà che ancora resisteva. Un riconoscimento, questo, del lavoro ed anche del ruolo dei forestali. E poi, ancora, non di secondaria importanza i permessi genitoriali. Abbiamo previsto dei permessi particolari, per quelle fatiche aggiuntive che vanno oltre al lavoro. E quindi, come welfare, permessi dedicati alla cura dei figli e di familiari con disabilità. Aggiungendo anche i permessi per le unioni civili. La nostra volontà – prosegue Bruno Costa – è stata quella di legare questo contratto alla vita reale. Crediamo, in questo senso, di aver fatto un buon lavoro, soprattutto poiché si ridà la giusta dignità ed il dovuto riconoscimento a dei lavoratori che in questi anni sono stati bistrattati, ritenuti marginali, addirittura degli assistiti. Disconoscendo invece che proprio i lavoratori forestali, con il loro quotidiano impegno, hanno tenuto in piedi il territorio fragile della Calabria. Anzi, proprio in considerazione delle difficoltà idrogeologiche del nostro territorio e la crisi del sistema agro-forestale della Calabria, strettamente legati allo sviluppo dell’intera regione, chiederemo presto un incontro con la Regione per aprire un tavolo di discussione sulla necessità di nuove assunzioni. Un numero esiguo di lavoratori – conclude il Bruno Costa - non permetterà di contrastare il depauperamento del nostro territorio. Per contrastare ciò, in questa direzione continuerà l’impegno del nostro sindacato».

Lsu - Lpu Calabria: domani incontro al Ministero del Lavoro

"A seguito dell’annunciato sit-in dei lavoratori ex Lsu-Lpu promosso dalla Cgil e dalle categorie a Cosenza per il 22 maggio, in occasione della presenza del Ministro del Lavoro e dello sviluppo Luigi Di Maio, è stato convocato d’urgenza per lunedì 20 alle ore 15,30 presso il Ministero del Lavoro, un incontro teso alla ripresa del confronto sulla problematica inerente la definitiva stabilizzazione. 
Rimane, al momento, confermato il sit-in previsto a Cosenza per giorno 22 in attesa degli esiti dell’incontro".
 
E quanto si legge in una nota della Cgil Calabria.

 Ad Africo il tradizionale corteo della Cgil per il Primo maggio

Riceviamo e pubblichimo

" Si è rinnovato anche quest'anno l'appuntamento con il tradizionale corteo per il Primo maggio lungo le strade di Africo. La Cgil di Reggio Calabria - Locri con tale iniziativa ha voluto sottolineare l'importanza della celebrazione della Giornata del lavoro in un centro della Locride, simbolo delle innumerevoli potenzialità inespresse della nostra terra. Come segretario generale della Camera del lavoro, mi duole sottolineare come lo spopolamento di tanti bellissimi comuni della Locride, con la partenza di tanti giovani, stia segnando il destino di queste comunità. È una realtà che purtroppo riguarda tutta l'area metropolitana, come la Calabria e il Sud nel suo complesso. È per questo che in questa giornata dal notevole valore simbolico, in cui si ricorda più che mai che il lavoro è vita, dignità e libertà, la Cgil urla il bisogno di lavoro di questi cittadini. Non chiediamo assistenza, provvedimenti che non portano crescita economica, misure fine a se stesse, ma investimenti che offrano servizi a questi territori e opportunità ai suoi abitanti, che meritano di esprimere i propri talenti e spendere le proprie competenze nei luoghi in cui sono nati".

Gregorio Pititto Segretario generale Cgil Reggio Calabria - Locri

Sanità vibonese, Cgil Cisl e Uil: "Occorre lavorare per dare risposte concrete e tangibili ai cittadini"

Riceviamo e pubblichiamo

"Fronteggiare l’emergenza socio-sanitaria esistente e favorire anche nel territorio vibonese la garanzia di accesso in tempi certi ai servizi e prestazioni di qualità stabiliti nei Lea e favorire l’integrazione dell’attività ospedaliera con l’attività territoriale: è questo quanto abbiamo ribadito questa mattina nell’incontro che si è svolto prima con il Comitato di rappresentanza della Conferenza dei sindaci, presieduto dal sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone, e subito dopo con il direttore generale dell’Asp, Angela Caligiuri. In entrambe le sedute, come Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle categorie della sanità e dei pensionati, abbiamo avuto modo di verificare la disponibilità al dialogo ed al confronto sia da parte dei sindaci, sia da parte del dg dell’Asp Angela Caligiuri, ed abbiamo ribadito con forza e determinazione il nostro dichiarato impegno nel rimuovere tutte le criticità esistenti nella sanità vibonese, chiedendo altrettanto impegno nel rivendicare e lavorare uniti per il diritto alla sanità pubblica ed universale anche nel nostro territorio. La sfida che abbiamo lanciato, dunque, sta proprio in questo: ognuno secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilità, deve agire per difendere i diritti non negoziabili dei cittadini. La situazione socio-sanitaria del Vibonese, del resto, come abbiamo già avuto modo di denunciare, non lascia spazi a immobilismo e inerzia, particolarmente ora che si paventa finanche un provvedimento di chiusura degli ospedali e la sospensione delle attività, con tutto ciò che di negativo ne deriverebbe per i cittadini, che verrebbero gettati in un nuovo baratro senza possibilità di risalita. Un aspetto, questo, che ci preoccupa moltissimo, insieme alle tante altre problematicità esistenti che ci sono state elencate nel corso dell’interlocuzione con il Dg Caligiuri, dalla quale, di contro, ci saremmo aspettati risposte più consistenti sul piano delle azioni messe in campo per superare tutte le difficoltà che oggi si segnalano come i servizi territoriali e l’integrazione socio-sanitaria, la prevenzione, la rete ospedaliera e la questione della mobilità passiva e degli organici insufficienti. Come Cgil, Cisl Uil, non siamo minimamente disposti a rimanere a guardare, difronte all’ennesima sventura pronta a colpire questa provincia. Consideriamo, dunque, partito da oggi un nuovo percorso, da cui prende corpo l’idea e la volontà - e dal quale non si potrà assolutamente tornare in dietro – di lavorare sulle proposte rilanciate unitariamente dai nostri sindacati, per superare in tempi brevi e certi la situazione drammatica che sta vivendo il sistema socio-sanitario. Per tanto, ci aspettiamo anche che il sindaco Luigi Tassone tenga fede alla sua promessa, e convochi ad horas la Conferenza dei sindaci, aperta alla partecipazione dei sindacati, per meglio definire la strategia comune di azione.  Dal canto nostro, provvederemo anche noi a convocare a stretto giro di posta un attivo unitario dei quadri e delegati, proprio a Vibo Valentia, per valutare anche le decisioni che assumerà il Consiglio dei Ministri in merito al famoso “decreto Calabria” e per renderci ancora più operativi sia nelle nostre azioni che nei nostri obiettivi: salvaguardare il territorio e dare risposte concrete e tangibili ai cittadini ed ai lavoratori".

R. Mammoliti Cgil - F. Mingrone Cisl- P. Barbalaco Uil

Sanità vibonese: le proposte unitarie di Cgil, Cisl e Uil

Riceviamo e pubblichiamo

" Con l’obiettivo dichiarato di rimuovere le criticità esistenti nella Sanità, in modo da garantire l’accesso in tempi certi ai servizi e prestazioni di qualità, stabiliti nei LEA favorendo lo sviluppo delle reti socio-sanitarie territoriali che dovrà prevedere un’effettiva integrazione dell’attività ospedaliera con l’attività territoriale, questo pomeriggio, le tre sigle sindacali confederali di Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle tre categorie di competenza, si sono riunite per affrontare tale situazione e decidere il da farsi, e soprattutto elaborare una serie di proposte praticabili. La nostra espressa volontà è quella di riportare al centro dell’attenzione la situazione della sanità sostenendo che il diritto alla salute e alle cure deve essere garantito, su livelli adeguati, in ogni territorio. Siamo ben consci, come sindacati che i problemi sono tanti e soprattutto urgenti, e che riguardano particolarmente i tempi di attesa, i Pronto soccorso e la rete dell’emergenza-urgenza. Ma non solo: ci sono anche i servizi territoriali e l’integrazione socio-sanitaria e la prevenzione. E poi, ancora la rete ospedaliera e la questione della mobilità passiva e degli organici insufficienti. Servono dunque risposte adeguate. La situazione socio-sanitaria del Vibonese non lascia spazi a immobilismo e inerzia da parte di chi possiede le responsabilità di governo, ruoli istituzionali e competenze. Come Cgil, Cisl Uil, dunque, unitamente alle categorie della sanità e dei pensionati, metteremo in campo delle azioni mirate per evitare che la situazione precipiti ad un livello di non ritorno, con gravissime conseguenze sugli operatori e sui cittadini Vibonesi. Partendo dalla richiesta di un incontro al Commissario dell’Asp di Vibo e sollecitando l’immediata convocazione della Conferenza dei Sindaci. Il tutto sarà puntualmente monitorato in piena sintonia con i livelli regionali di categoria e Confederali, al fine di concentrare una forte azione rivendicativa unitaria, al fine di poter ottenere risultati concreti in termini di miglioramento della qualità dei servizi, di un piano straordinario di assunzioni e di una effettiva integrazione tra ospedali e medicina del territorio. Nel corso della riunione, poi, si è convenuto inoltre di attivare una verifica, con gli organi competenti, sullo stato di avanzamento dei lavori per favorire la costruzione del nuovo ospedale in tempi accettabili. E nel frattempo che ciò avvenga, trovare e utilizzare tutte le risorse disponibili, nonché avviare tutti gli interventi straordinari per rendere agibili strutture e presidi esistenti. Come sindacati, non esiteremo a mettere in campo tutte le azioni ed eventuali mobilitazioni necessarie per rilanciare quello che, a nostro avviso, deve costituire ed essere definito come un nuovo Patto per la Salute".

CGIL-CISL-UIL R. Mammoliti-F. Mingrone-P. Barbalaco

Contratto integrativo per oltre 400 lavoratori Arsac

“Oltre 400 dipendenti dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura in Calabria (Arsac) da oggi avranno maggiori tutele. È frutto di quanto contenuto nel contratto integrativo aziendale siglato nella sede regionale di Cosenza tra i vertici dell’Arsac e le tre sigle sindacali”.

A renderlo noto le segretarie regionali generali della Fai Cisl Calabria, della Flai Cgil Calabria, e della Uila Uil Calabria.

“È il primo contratto integrativo aziendale – spiegano le tre sigle sindacali - frutto di un lungo lavoro di confronto tra le organizzazione sindacali di categoria e la dirigenza dell'Arsac. Ed arriva dopo la condivisione di un accordo su produttività e welfare aziendale siglato nello scorso mese di luglio”. La firma del contratto integrativo aziendale, per Fai Cisl Calabria, Flai Cgil Calabria e Uila Uil Calabria, “rappresenta un importante risultato perché finalmente garantirà una maggiore uniformità di trattamento tra i lavoratori con contratti di natura privatistica differente”. All’interno dell’Arsac, infatti, le posizioni del personale dipendente sono regolate da vari contratti collettivi che vanno dal contratto collettivo di categoria per gli operai agricoli e florovivaisti  quello per i quadri  e gli impiegati agricoli passando per quello  per  lavoratori da aziende cooperative di trasformazione di prodotti agricoli e  zootecnici e lavorazione prodotti alimentari. Da qui la necessità di intervenire. Ma non solo. “Grazie al contratto integrativo aziendale – evidenziano – sono stati centrati molti importanti risultati”. Ad esempio ai lavoratori e lavoratrici, in caso di malattia o infortunio continua di durata non inferiore a 10 giorni, l’Arsac corrisponderà il pagamento del 50% della retribuzione per i primi tre giorni, da erogare nella mensilità di competenza.
Così come nel caso di applicazione della cassa integrazione Cisoa, agli operai che beneficeranno di tale trattamento, l’Arsac erogherà la differenza tra quanto erogato dall’Inps e quanto necessario per raggiungere il 100% della retribuzione lorda.
Inoltre sono contenuti riferimenti normativi che riguardano fondi sanitari previsti dalla contrattazione nazionale e enti bilaterali territoriali come anche per quanto attengono i premi di risultato. A questo proposito il contratto integrativo prevede l’introduzione di premi di risultato valido per il triennio 2018-2020 per migliorare il clima lavorativo, il benessere dei lavoratori e le performance dell’Azienda regionale nel raggiungimento degli obiettivi istituzionali con un plafond di 200mila euro annui. Previsti, nel contratto integrativo, anche nuovi e ulteriori permessi straordinari per motivi di salute e per conciliare tempo tra famiglia e lavoro. Infine previste anche nuove norme sui diritti sindacali, formazione, flessibilità, e riqualificazione.
“Questo contratto – sottolineano le tre sigle sindacali – permetterà di rafforzare il ruolo istituzionale dell’Arsac nel comparto primario calabrese e rappresenta un esempio virtuoso di concertazione”. Il tessuto agricolo calabrese, ricordano, è ancora caratterizzato da un’accentuata polverizzazione: 137.790 aziende agricole, con una dimensione Sau media di 4 Ha, pari alla metà di quella nazionale.  “Siamo convinti che in tale contesto – concludono -  l’Azienda regionale deve ritagliarsi il proprio ruolo, orientandosi prioritariamente verso l’Assistenza tecnica e il trasferimento di processi produttivi ed organizzativi innovativi e favorire l’aggregazione; in parallelo, dovrà provvedere, per norma regionale, alla messa in liquidazione del vasto patrimonio dell’ex Arssa”.

 

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Porto di Gioia Tauro, "situazione gravissima". I vertici regionali Cgil scrivono a Conte

Quello che segue è il testo della lettera inviata da Angelo Sposato e Nino Costantino, rispettivamente segretario generale Cgil Calabria e segretario generale Filt-Cgil Calabria, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

"Illustre Presidente del Consiglio,

la situazione del porto di Gioia Tauro è gravissima. I containers movimentati sono diminuiti del 6% nel 2018 e del 11% nel 2017. Nel corso del 2016 per frenare questa drammatica situazione si era convenuto col Ministro dei Trasporti di portare la vertenza sul tavolo della Presidenza del Consiglio per dare più forza alle soluzioni e più autorevolezza nel confronto con armatore e terminalista. Alcuni risultati quel tavolo li aveva raggiunti: finanziamento e tempi di realizzazione del gateway e del bacino di carenaggio seguiti, dal punto di vista tecnico, dall'Autorità portuale e dal Commissario Agostinelli e la costituzione dell'Agenzia di lavoro portuale che riguardava anche il porto di Taranto e di Cagliari. Sul bacino di carenaggio ci sono ancora ritardi. Ma soprattutto, e chiediamo scusa per la sottolineatura, la proposta sostenuta con forza dalla nostra Organizzazione di costituzione di una Zona Economica Speciale che sostenesse adeguatamente il necessario processo di crescita industriale senza il quale non si avrà per il futuro né sviluppo né nuova occupazione. Notiamo, però, adesso, con crescente preoccupazione, una situazione di confusione e incertezza nell'azione del Governo che potrebbe portare al tracollo il porto di Gioia. Il 18 dicembre c'è stata in Autorità portuale la visita del Ministro Toninelli che ha incontrato anche le Organizzazioni sindacali che hanno rappresentato preoccupazione e avanzato proposte. Non sappiamo, però, se il Governo ha avviato una discussione con MSC e con Aponte per capire i motivi per cui ancora non sono stati concretizzati gli impegni assunti di aumentare i volumi fino a 40 mila teus. E non sappiamo ancora se il Ministro ha discusso con il terminalista dei motivi che hanno portato a non mantenere gli impegni sugli investimenti sulla banchina e sulle gru. Ma evidenziamo, però, che proprio negli ultimi mesi del 2018 si sono movimentati solo 28 mila containers a settimana che è un dato assolutamente inferiore a un anno e mezzo fa, quando, alla fine di sei anni di cassa integrazione, si era dichiarata la crisi del porto. Tutto ciò nel mentre il gruppo Eurogate sposta investimenti consistenti a Cipro e i cinesi fanno altrettanto in Grecia. E' necessario, quindi, che Gioia sia considerata dal Governo vertenza nazionale e ritorni autorevolmente al tavolo della Presidenza del Consiglio, anche perchè lo scontro fra terminalista e Msc, entrambi proprietari al 50% di MCT, si ripercuote non solo sui traffici ma evidentemente sul futuro dell'infrastruttura proprio nel momento in cui si è dato vita alla ZES".

 

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Vertenza Lsu-lpu, Pititto (Cgil): "Governo e Parlamento sordi di fronte alla legittima richiesta dei lavoratori di essere stabilizzati"

"I dipendenti Lsu e Lpu della Calabria sono allo stremo. Il governo e il Parlamento si stanno dimostrando sordi di fronte alla loro legittima richiesta di essere stabilizzati presso gli Enti utilizzatori, dopo oltre vent'anni di precariato, ed innanzi alla necessità di garantire attraverso la loro preziosa presenza l'erogazione di servizi di primaria importanza nell'ambito dei Comuni.
Le azioni che stanno ponendo in essere, presidiando gli invasi e la stazione ferroviaria di Villa San Giovanni, alla presenza di un folto gruppo di rappresentanti istituzionali e del senatore Mario Siclari, testimoniano il livello di disperazione e rabbia, che evidentemente non riescono più a contenere.
È incredibile che il Governo, disposto ad investire 9 miliardi di euro contro la povertà, non abbia la volontà politica di presentare emendamenti che consentano a livello normativo la sottoscrizione di contratti di lavoro a tempo indeterminato e di stanziare 50 milioni di euro per garantire un lavoro stabile a 4.500 calabresi; posti di lavoro che ovviamente in Calabria rappresenterebbero un risultato enorme sotto il punto di vista sociale ed ecomico.
Non si può consentire che i lavoratori siano le vittime, fra l'altro, delle contraddizioni tutte interne alla compagine di governo. È sconcertante il comportamento della sottosegretaria all'Economia Castelli che ieri ha rifiutato un confronto telefonico col governatore Mario Oliverio, a fronte di azioni concrete da parte della Giunta regionale per tutelare questi lavoratori. Altrettanto dicasi per la deputazione di maggioranza calabrese, completamente latitante rispetto a questa situazione. Al momento i deputati e senatori di maggioranza dovrebbero semplicemente rassegnare le proprie dimissioni a causa della incapacità di rappresentare e difendere le istanze dei cittadini del territorio che li ha eletti.
Per tutte queste ragioni, chiedo alla Prefettura di Reggio Calabria (ma naturalmente a tutti gli Uffici territoriali del Governo della Calabria ) di farsi immediatamente portavoce a Roma della delicata questione dalle molteplici implicazioni e sfaccettature a livello sociale ed economico, ma anche rispetto ai danni in termini di efficacia ed efficienza che subirebbe la burocrazia degli enti locali interessati senza la stabilizzazione dei dipendenti Lsu e Lpu".

È quanto si legge in una nota del segretario generale della Cgil di Reggio Calabria – Locri, Gregorio Pititto 

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