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Cassano Ionio: "Movimento Popolare" manifesta dubbi e malcontento sulla scelta della commissione

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa da parte di Mario Guaragna, Segretario politico del "Movimento Popolare" in merito alla situazione immediatamente successiva lo scioglimento dell'amministrazione di Cassano Ionio per mafia:

"Sembra davvero cambiato tutto per non far cambiare niente anche se i commissari sono arrivati da poco. A loro deve essere dato tempo ed è presto per lamentarsi ma c’è qualcosa che non quadra in quanto viene data loro troppa libertà. Ma alcuni rinnovi messi in atto dai commissari non fanno bene alla politica. A cominciare dal segretario comunale. Fu scelto da Papasso, già politico di lungo corso, nell’ amministrazione sciolta c’erano suoi parenti prima in consiglio, poi in giunta.

Nulla di personale ma ci sembra che le scelte che faccia non siano sincere ed abbiano condizionamenti dettati dalla sua appartenenza politica .

Anche perché, come dicevamo, il suo ritorno è stato voluto dall’amministrazione passata e le sue scelte rispecchiano quanto già fatto in passato con un’altra amministrazione in carica.

Parliamo di ritorno perché, come ben ricordiamo a coloro che hanno la memoria corta, nel 2004, quando venne la prima commissione d’accesso, in una riunione di maggioranza ci fu comunicato che uno dei primi atti che ci comunicò la prefettura e che dovevamo fare con urgenza era risolvere una questione inerente a una occupazione abusiva pluriennale e, appunto, la rimozione dell’allora segretario che era sempre Antonio Fasanella. Questo a rimarcare il fatto che non ci sia nulla di personale ma ci sono degli atti amministrativi che non si può far finta che non esistano. Quindi ci chiediamo, ora cosa è cambiato?

Non volevamo intervenire politicamente per dare tempo alla triade ma alcune scelte ci hanno costretto a farlo. Anche perché in passato quando il commissario prefettizio Emanuela Greco resse le sorti del comune quando mandammo a casa l’ex sindaco, il troppo lasciar fare a dirigenti e segretario scelti dalla passata amministrazione ha portato problemi evidenziati anche nella relazione della commissione che ha disposto poi allo scioglimento per infiltrazione mafiosa.

Siamo a disposizione della commissione per ogni chiarimento anche perché in campagna elettorale facemmo delle denunce pubbliche evidenziate più volte e che in parte sono state riprese nella stessa relazione del ministro."

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La Calabria è la regione più soggetta ad infiltrazioni mafiose: i numeri

È uno studio del Corriere della Sera, che prende in considerazione gli ultimi 5 anni, ad offrire un quadro della situazione sui Comuni commissariati per il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata: 33 sono gli Enti locali che sono stati oggetto di apposito provvedimento di bonifica (14 in Sicilia, 12 in Campania, 2 in Piemonte, 1 in Puglia, 1 in Lombardia e 1 in Liguria). Non c’è univocità di colore politico per quanto riguarda le  amministrazioni coinvolte. La provincia di Reggio Calabria, insieme a quella di Napoli, guida la “classifica” per Enti commissariati ed è la stessa Città in riva allo Stretto ad essere il primo grande centro toccato da questa speciale misura. Taurianova risulta essere il primo Comune sciolto (1991). Sempre nella Punta dello Stivale si trovano due Comuni finiti spesso all’attenzione dei media nazionali: San Luca e Platì. Nel Vibonese, un caso che ha aperto discussioni in materia di commissariamento e possibilità di ricandidatura degli amministratori è quello di Nardodipace.

"La Giunta Oliverio è complice della politica sanitaria del commissario Scura"

"Sulla sanità calabrese gestita dall’Ufficio del commissario al Piano di rientro e dal dipartimento regionale guidato dal dg, Fatarella, continua la clamorosa pantomima messa in scena da due istituzioni dello Stato in lotta continua per il potere e per il controllo politico della sanità". E' Giuseppe Mazzuca, capogruppo del PSE al Consiglio Comunale di Cosenza a mettere il dito nella piaga del commissariamento della Sanità in Calabria, caratterizzato da un imbarazzante balletto di responsabilità in cui ad avere la peggio è un'utenza sempre più smarrita. "L’illegittimità della proroga del commissariamento, è stata definita e confermata ufficialmente anche dal sottosegretario alla Salute del governo nazionale, Vito De Filippo, che in risposta ad una interrogazione parlamentare ha spiegato - rimarca il rappresentante del PSE - come la mancata presentazione di un nuovo Piano di rientro, ha, di fatto, consentito che quello precedentemente in vigore venisse tacitamente prorogato in spregio di ogni norma di legge e senza peraltro un atto formale di proroga. I sei anni di commissariamento che ne sono scaturiti hanno finito per stangare i cittadini con disservizi e tagli lineari e indiscriminati che hanno fallito l’obiettivo del risanamento economico aumentando sprechi, clientele e sacche di privilegio. In questo scenario di vera e propria desertificazione sanitaria, non si capisce come mai né il presidente Oliverio né gli uffici regionali hanno chiesto che le competenze in materia sanitaria fossero restituite alla Regione con criteri chiari e trasparenti". "In sostanza, in Calabria continua a vigere un commissariamento illegittimo e dannoso mantenuto in vita - accusa Mazzuca - con la complicità dell’attuale governatore Oliverio che, dopo essersi intestardito a diventare ad ogni costo lui stesso il commissario, oggi, dopo non esserci riuscito, ha chiesto strumentalmente la fine del commissariamento dimenticandosi, però, di esercitare le prerogative previste dal suo ruolo e dalle normative vigenti. Fino a prova contraria, Oliverio e il governo regionale sono da considerarsi complici della politica sanitaria attuata e rivendicata dall’Ufficio del commissario contro la quale c’è una opposizione di facciata e compiacente finalizzata al solo controllo della sanità ed alla gestione di clientele e privilegi".

 

'Ndrangheta: Comune di Ricadi commissariato per altri 6 mesi

Un decreto emesso dal Presidente della Repubblica sancisce che il Comune di Ricadi, nel Vibonese, sarà gestito dalla Commissione Straordinaria per un ulteriore semestre. Il provvedimento di scioglimento dell'Ente fu adottato nel febbraio dello scorso anno in seguito ai condizionamenti esercitati dalla criminalità organizzata sulle attività amministrative e politiche. Un quadro fosco che emerse, a parere degli inquirenti, grazie agli esiti investigativi prodotti dall'inchiesta "Black Money", che colpì gli interessi criminali del clan Mancuso. Il provvedimento che certifica la necessità del commissariamento per altri sei mesi al fine di liberare il Municipio dagli effetti perversi generati dalle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta, è stato assunto in quanto "la tutela degli interessi primari richiedono un ulteriore intervento dello Stato, che assicuri il ripristino dei principi democratici e di legalità e restituisca efficienza e trasparenza all’azione amministrativa dell’ente".

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