Serra, dura replica di Figliucci a Tassone: «Sì, sono un sindaco inventato dai serresi»

«Qualcuno, ieri, nel corso della trasmissione “On the news”, ha cercato in maniera goffa di screditarmi, ritenendomi un sindaco inventato. Etimologicamente, il termine “inventato” sta a significare l’ideazione di qualcosa che prima non esisteva. Direi che è stata una scoperta ingegnosa. È proprio così: io e la mia squadra siamo la vera scoperta».

Il candidato sindaco della lista numero 1 “Per Serra Insieme” alle amministrative del 20 e 21 settembre, Biagio Figliucci, replica così al consigliere regionale Luigi Tassone e aggiunge: «Ascoltando a fondo l’intervista - e, come me, i cittadini serresi - abbiamo ancora una volta assistito, in totale spregio all’intelligenza di ognuno di noi, all’ennesima esaltazione di presunti risultati di cui nessun cittadino si è accorto ma, cosa ancor più grave, al tentativo di portare la campagna elettorale a un “incontro di pugilato”, nella speranza, forse, di evitare di spiegare alla gente una “conciliazione-alleanza elettorale” che rimarrà negli annali della politica serrese come un momento torbido. A questo modo di fare politica, appartenente ai peggiori momenti che hanno portato la nostra cittadina nel baratro, io e la mia squadra diciamo no. I serresi sono dotati di cultura, educazione, rispetto ma, soprattutto, di un’intelligenza sopraffina che, maledettamente, cozza con le estenuanti bugie che ci vengono propinate a ogni campagna elettorale. La lista “Per Serra Insieme” rappresenta per tutti i cittadini il futuro: futuro inteso come programmazione; futuro inteso come coesione; futuro inteso come professionalità, lealtà e rispetto».

Figliucci, in conclusione, invita gli elettori a «votare il vero futuro per Serra San Bruno. Votate la lista numero 1 “Per Serra Insieme”, con Biagio Figliucci sindaco».

Comunali a Satriano, Pietro Curatola si presenta: “Impegno, creatività e programmazione”

Impegno, partecipazione, creatività, competenza. Pietro Curatola vede così il futuro di Satriano. La cittadina è chiamata al voto nel prossimo mese di settembre. Candidato a sindaco per la lista “Orizzonte 2030”, il giovane e affermato professionista delinea, in questa intervista, una sintesi della sua visione politica.
Prima di tutto, com'è nata questa candidatura a sindaco?  
Ho risposto con entusiasmo e determinazione alla richiesta di tanti amici e professionisti di contribuire alla causa di “Orizzonte 2030 per Satriano”. Impegnarsi in prima persona per la crescita economica e culturale del territorio in cui viviamo, penso sia ancora una delle più alte e belle forme di partecipazione.
Sappiamo che, nella sua vita professionale, si occupa prevalentemente di Europa. Proprio a Satriano lei ha creato un polo formativo che, ogni anno, ospita centinaia di docenti che arrivano da tutto il continente per imparare, qui in Calabria, le nuove metodologie didattiche...
Sin dal 2011 lavoro nel campo della progettazione europea. Il quartiere della Cittadella di Satriano, dove sono cresciuto, è diventato il luogo in cui centinaia di docenti internazionali continuano a venire, grazie a una progettualità costante e all’utilizzo dei fondi messi a disposizione dall’Ue; educatori di tutta Europa arrivano a Satriano per potenziare competenze spendibili nelle scuole e per scoprire un territorio unico come il nostro.
Quali priorità per un territorio articolato come quello di Satriano: mare, centro storico, montagna? 

Dovremo riuscire a collegare le tre realtà territoriali, con interventi mirati a creare una “unità reale”, capace di rispondere ai bisogni di uno sviluppo integrato su scala comprensoriale. La marina, da Turriti al mare, deve consolidare un’identità comune in grado di sentire “appartenenza” e “condivisione”. Al contempo dovrà essere motore principale dell’economia turistica e commerciale. Il bellissimo centro storico deve rigenerarsi in storia e cultura moderna, piena di vita in grado di attrarre interessi e promuovere sviluppo sociale, economico e culturale. La montagna, con una pineta bellissima, dovrà essere riproposta all’interesse turistico con interventi che, rigenerando le strutture esistenti, promuoveranno ricchezza sostenibile ed economia nel piano rispetto dell’ambiente naturale. Cosi Satriano tornerà ad essere protagonista nelle vicende dello sviluppo dell’intera fascia del Basso Jonio catanzarese.
Su quali basi programmatiche andrete a proporvi alla cittadinanza?
Semplici parole chiave declineranno il documento programmatico di “Orizzonte 2030 per Satriano”: Socialità&Armonia, TRasparenza; Internazionalizzazione; Ambiente&Natura; Orientamento. Non sfuggirà che le iniziali di queste parole formano la parola SATRIANO; questo faciliterà la comunicazione delle intenzioni politiche del nuovo progetto per Satriano e manderà un messaggio chiaro e innovativo ai concittadini circa l’importanza della “creatività” in politica.
Un piccolo comune come può trarre vantaggio dalla sua collocazione europea?
L’Europa mette a disposizione risorse importanti per lo sviluppo del territorio. I nostri enti locali continuano, spesso, a sottostimare i benefici socio-economici derivanti da un buon utilizzo dei fondi europei. Certo, l’Ue non è un bancomat, ogni risposta alle “chiamate” della Commissione Europea e ai tanti bandi regionali richiede conoscenza profonda delle tematiche europee, dei tecnicismi necessari per la progettazione e capacità di costruire partenariati strategici e internazionali. Per ricevere i fondi è necessario che gli obiettivi del nostro progetto contribuiscano al raggiungimento di quelli che l’Ue fissa nelle strategie di lungo periodo. Spesso il progettista deve saper adattare le proprie idee a quello che l’Europa vuole sentirsi proporre. Come l’Ancinalesca rinforza e arricchisce l’Ancinale nel suo corso d’acqua principale così l’Europa chiede ai nostri Enti Locali di formulare proposte progettuali che confluiscano nel grande fiume dei trattati fondanti e dei documenti strategici dell’Unione Europea. 

 

Nardodipace, elezioni: tutti i dubbi di Romano Loielo

Riceviamo e pubblichiamo

"A campagna elettorale conclusa e ad elezioni fatte, reputo opportuno porre una pertinente domanda all'attenzione del sig. Ministro dell'interno, del sig. Prefetto di Vibo Valentia, delle Forze di Polizia della provincia di Vibo Valentia e di ogni ulteriore soggetto interessato alla questione, ivi compresa la Procura della Repubblica competente. Come è oramai arcinoto, l'Amministrazione Comunale di Nardodipace da me guidata è stata perseguitata per dieci anni, sin dal 2007, da commissioni d'accesso e poi scioglimenti per infiltrazioni mafiose, basando tale attività  sostanzialmente sulla teoria che la frazione Cassari di Nardodipace sarebbe sede della locale di ndrangheta capeggiata dal padre del mio ex vice sindaco, Romolo Tassone, e che quindi l'azione delle mie Amministrazioni, elette proprio grazie a quel supporto, era volta a favorire gli interessi  delle organizzazioni criminali. 

Inutile ogni dimostrazione in senso contrario documentalmente attestata da parte nostra in ogni sede: il consiglio comunale di Nardodipace per ben due volte è stato implacabilmente sciolto!

Abbiamo gridato ai quattro venti e vanamente che mai alcun atto è stato posto in essere su spinte esterne e per motivi illeciti, nonché che mai alcun aiuto della criminalità c'è stato per far vincere per ben due volte la nostra squadra. Che solo l'attività politica da ognuno di noi condotta giorno per giorno da sempre tra la gente ha portato quei risultati, ma nessuno ci ha mai creduto. Compresa la stampa! Anzi, tutti hanno fatto a gara per colpirci più duramente possibile, con un'azione unilaterale senza possibilità di difesa alcuna da parte nostra, né un minimo margine per eventuali chiarimenti! Siamo stati subito etichettati ed additati come i peggiori delinquenti.

Ora però credo siamo arrivati finalmente alla resa dei conti.

La recente elezione comunale di Nardodipace del 5 novembre scorso è stata attenzionata anche dalla Commissione Nazionale Antimafia che ha passato in rassegna le tre liste presentate per verificare eventuali aderenze con ambienti controindicati.

Immagino quindi che a questo punto non sia sfuggita la composizione delle tre liste, i loro sostenitori e gli ambiti in cui ognuna di esse è nata.

Ancor di più, non sarà sfuggito il risultato finale che ognuna ha riportato.

Noi, infatti, da buoni "mafiosi" sinora sempre sostenuti dalle cosche, determinanti per ottenere la vittoria (secondo quanto sin qui affermato da chi ci ha sempre accusato), abbiamo clamorosamente perso le elezioni!

E con quale risultato?

118 voti in più da parte del vincitore, Antonio Demasi! Ma il dato più interessante degno di massima attenzione è quello della frazione Cassari: 207 voti ottenuti dalla lista di Antonio Demasi e 82 dalla nostra! 125 voti in più, quindi, per Antonio Demasi solo a Cassari!!! Mentre, seppur di poco, la nostra lista ha vinto nel seggio 1 Ciano e nel seggio 2 San Todaro. Praticamente, Antonio Demasi ha vinto solo nella frazione Cassari ed il risultato di quel seggio è stato determinante per la sua vittoria. In sostanza, i voti che la lista di Antonio Demasi ha preso a Cassari in più superano lo scarto complessivo pari a 118 voti con cui egli ha vinto le elezioni!

Ed ecco la domanda allora:

Ecc.me Autorità, come si spiega il fatto che proprio nella frazione Cassari, in cui la mia lista asseritamente vinceva prima perché ritenuta sede della locale di 'ndrangheta da sempre nostra sostenitrice, oggi vince la lista di Antonio Demasi? Perché oggi la nostra lista ha perso le elezioni a Nardodipace e le ha perso praticamente proprio per il risultato di Cassari? Ecc.me Autorità, se era davvero la 'ndrangheta a gestire le elezioni in quella frazione, cosa sarà mai successo stavolta? Se quella teoria valeva quando vincevamo Noi, vale anche ora che vince Antonio Demasi?

Perché vedete, Ecc.me Autorità, noi siamo stati massacrati politicamente e umanamente da Voi proprio per tali ragioni, ed oggi pretendiamo una risposta chiara ed esaustiva sulla questione! Oggi vogliamo sapere se quella teoria è sempre valida, in quanto la questione è semplice da risolvere: se vale sempre tale assunto, e se cioè a Cassari esisterebbe davvero una locale di 'ndrangheta che avrebbe poteri decisori su chi debba vincere le elezioni, allora noi saremmo stati sostenuti dalla 'ndrangheta per ben due volte, così come oggi sarebbe stato sostenuto chi ha vinto le elezioni. Ma se tale teoria non è invece valida, allora la locale di 'ndrangheta non esiste a Cassari, o se esiste non si interessa di politica, e Noi, contrariamente alle accuse mosse nei nostri confronti proprio da codeste Ecc.me Autorità sinora, non siamo mai stati sostenuti dalla ndrangheta né da essa guidati e quindi siamo stati ingiustamente mandati a casa! Ed anche chi ha vinto oggi, in quest'ultimo caso, lo ha fatto senza sostegni controindicati e per libera scelta degli elettori!

Credo, sig. Ministro, sig. Prefetto ed Autorità varie, che non sia una domanda tanto difficile cui rispondere, ma credo altrettanto fermamente che a tale domanda debba pervenire una tempestiva risposta, soprattutto per rispetto dei cittadini che si sono visti depredare del proprio voto per ben due volte, e presumibilmente anche ingiustamente!

Un'ultima questione: nell'ambito dei due scioglimenti del consiglio comunale di Nardodipace sono stati passati in rassegna i rapporti parentali, le frequentazioni e le appartenenze praticamente di tutti coloro che si sono occupati sinora di politica e di tantissimi cittadini. Credo che si abbiano già concreti ed esaustivi elementi su ogni candidato almeno delle due liste principali, e sono persuaso che quanto ritenuto in passato da chi ha svolto gli accertamenti non possa essere oggi smentito. Dunque, traiamo ogni indispensabile conclusione alla luce di questi pochissimi punti: i componenti delle liste, i sostenitori e raccoglitori attivi di voti, i risultati ottenuti dai singoli candidati e complessivamente dalle liste. Ogni ulteriore considerazione appare inutile. 

Certo che la mia riflessione non sia affatto infondata, rimango rispettosamente e pazientemente in attesa di riscontro alla presente, confidando nel sereno e oggettivo lavoro di tutte le Autorità competenti".

Romano Loielo

 

 

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Brognaturo, Amministrative: si rinnova la sfida Papa - Tassone

Niente di nuovo sotto il sole. Le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale brognaturese sembrano un vero e proprio déjà vu. A disputarsi la poltrona di sindaco ci saranno, infatti, l’immarcescibile Cosmo Tassone e l’”oppositore” di lungo corso Bruno Papa.

Dopo il passo indietro di cinque anni fa, che sembrava presagire l’addio alla politica attiva, Cosmo Tassone ritorna, quindi, nell’agone a capo della lista “Servire il popolo”.

Dall’altra parte della barricata, ci sarà, invece, Bruno Papa che, alla guida della lista civica “Rinnovamento e crescita”, punta a conquistare quella che, negli ultimi decenni, è stata l’inespugnabile roccaforte di Tassone. Una roccaforte sulla quale, l’incedere del tempo, potrebbe  aver aperto pericolose crepe.

Di seguito le due liste:

“Servire il popolo”

Cosmo Tassone candidato a Sindaco

1)Luca Circosta
2) Consolatina De Stefano 
3) Cosimo Nicola Papa 
4) Emanuele Rizzo
5) Bruno Tassone 
6) Giuseppe Salvatore Tassone
7) Ilario Cosimo Tripodi

“Rinnovamento e crescita”

Bruno Papa candidato a sindaco

1) Cosmo Bertucci
2) Rita Federico
3)Cosmo Garcea
4) Giuseppe Antonio Iennarella
5) Maria Carmela Mangiardi
6) Mario Miletta
7) Anna Maria Petrolo
8) Giuseppantonio Salvatore Pupo
9) Francesco Romano
10) Caterina Tedeschi

 

Spadola, Amministrative: sfida a due tra Parise e Piromalli (Le liste)

Sfida a due per la poltrona di primo cittadino del borgo della Minerva.

A contendersi la fascia di sindaco saranno, infatti, Giuseppe Parise e Cosimo Damiano Piromalli.

Il primo è alla testa della compagine “SiAmo Spadola”. Il secondo guida, invece, la lista civica “Insieme per Spadola.

A dispetto dei rumors dei giorni scorsi, che accreditavano la presenza di tre formazioni, è arrivato, il fatidico colpo di teatro che ha portato alla candidatura unitaria di Piromalli.

Dopo quasi un lustro passato sui banchi dell’opposizione, il rappresentante di “Insieme per Spadola” è riuscito a chiudere il cerchio con il gruppo espressione dell’ex sindaco Giuseppe Barbara.

Un colpo di teatro, che secondo i bene informati, sarebbe stato scritto a Serra, nello studio del deputato Pd Bruno Censore

Di seguito le due liste:

 “SiAmo Spadola”
Giuseppe Parise Candidato a sindaco
1. Ludovico Arena
2. Maurizio Arena
3. Giuseppina Borello
4. Francesco Cozzetto
5. Biagio Domenico Antonio Figliuzzi
6. Cosmo Vittorio Pisani
7. Maria Stella Sodaro
8. Salvatore Tassone
9. Nicola Zaffino

 “Insieme per Spadola”

Cosimo Damiano Piromalli Candidato a sindaco
1. Raffaele Barbara
2. Nicola Contabile
3. Bruno Gallè (Corsaro)
4. Bruno Gallè (Ingegnere)
5. Gessica Garcea
6. Maurizio Marchese
7. Nicola a Antonio Procopio
8. Nicola Cosimo Tassone
9. Gerardo Vavalà
10. Angelo Versace

Serra verso le comunali, tra rinnovamento e ritorno al passato

«Rinnovamento». E’ questa la parola d’ordine con la quale, il deputato del Partito democratico, Bruno Censore, indica la strada maestra per la riconquista di palazzo Tucci. E nonostante ammetta che «l’esperienza della lista “La Serra” è morta e sepolta» annuncia la rinascita del centrosinistra serresse anche con il contributo di big quali l’ex consigliere provinciale Pino Raffele e l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono. I due fratelli coltelli, nonostante i veti incrociati dell’uno sull’altro, hanno dato il via libera alla resurrezione. Il mantra, dunque, è «rinnovamento» e la lista che il centrosinistra starebbe mettendo a punto dovrebbe comprendere giovani alla prima esperienza. Bruno Censore, Raffaele Lo Iacono e Pino Raffele, non dovrebbero ricandidarsi. Mentre un passo indietro lo farebbero anche Vincenzo Damiani che aveva avanzato la propria candidatura a sindaco in termini perentori e l’ex assessore provinciale Domenico Dominelli, sponsorizzato dalla sinistra interna del Pd. Il principale nodo da sciogliere rimane quello della candidatura a primo cittadino e del metodo per la sua individuazione. Una cosa è certa, nelle intenzioni di Censore, deve trattarsi di un candidato Pd. Lo stesso deputato si era detto favorevole alle primarie: «abbiamo più aspiranti a sindaco che candidati» per questo «siamo favorevoli alle primarie». Ma ora che gli aspiranti a sindaco sono diminuiti le primarie potrebbero sfumare. Se dovessimo prendere alla lettera il termine «rinnovamento», esso potrebbe essere incarnato da due persone: dal consigliere comunale di minoranza Pd, Rosanna Federico, o dal segretario del circolo cittadino, Paolo Reitano. A meno che Censore non abbia già identificato un candidato diverso e lo proponga subito dopo l’estate. Sul versante opposto, cioè quello del centrodestra, anzi Forza Italia, le cose non vanno bene, anzi vanno piuttosto male. Cosi male che nessuno ne fa più mistero. Il sindaco, Bruno Rosi, non è riuscito nemmeno per Pasqua a dare le deleghe ai nuovi assessori che in questo modo rimangono privi di ambiti di competenza ma in compenso pieni d’incomprensione. Quello che non comprendono è il motivo di questa inerzia. Il primo cittadino vuole essere ricandidato e lega questa legittima aspirazione alla soluzione del problema dell’acqua potabile e dello sblocco del taglio dei lotti boschivi sospesi dalla Regione, ma manca un anno alle elezioni e le possibilità di sciogliere questi nodi si affievoliscono sempre di più. Il sindaco, Bruno Rosi, ha ribadito, tra le altre cose, che non esiste nessun attrito con il consigliere regionale Nazzareno Salerno. «Sosterrò chi mi ha sostenuto» ha detto e comunque vadano le cose, rispetto alla propria candidatura, «farò sempre parte della coalizione di Forza Italia». 

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