Diffonde un video su presunto caso di coronavirus a Crotone, individuato dalla Digos

Nella giornata di ieri, i poliziotti della Questura di Crotone hanno individuato un 27enne che, giovedì scorso (5 marzo), avrebbe diffuso, tramite Whatsapp, il video di  un’ambulanza che entrava nell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, scortata da due macchine della polizia.

L'autore del video, nel riprendere la scena, ha commento le immagini ipotizzando la possibilità che potesse trattarsi del primo caso di coronavirus a Crotone.

La notizia, assolutamente falsa ed infondata, è stata condivisa su un gruppo privato di Whatsapp e nel giro di poche ore è diventata virale.

La posizione dell'uomo è ora al vaglio delle autorità competenti.

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Coronavirus, la Calabria si prepara a fronteggiare l'emergenza

“La Regione Calabria ha predisposto il piano operativo per l’emergenza coronavirus, che sarà presentato lunedì pomeriggio alle aziende sanitarie ed ospedaliere.

Il piano operativo di emergenza prevede, fra l’altro, l’attivazione di ulteriori 50 posti letto in Terapia Intensiva e 140 posti tra Malattie Infettive e Pneuomologia, sempre da attivare in tempi stretti.

È prevista, inoltre, l’attivazione – in una seconda fase - di un ospedale COVID per ciascuna area/azienda sanitaria provinciale, per accogliere eventuali pazienti positivi, sintomatici e che hanno necessità di assistenza sanitaria da parte di specialisti e di ausili.

Vengono individuate, infine, per ciascuna area/azienda sanitaria provinciale gli ospedali, attualmente dismessi, da destinare ad eventuali quarantene generalizzate.

Il documento contiene indicazioni per i Dipartimenti di Prevenzione, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, i medici di continuità assistenziale ovvero le ex guardie mediche e poi, ancora, i Distretti Sanitari, gli operatori del 118.

Le disposizioni messe a punto dalla task force, istituita presso la Regione Calabria, riguardano anche i Pronto Soccorso Ospedalieri, ai quali viene chiesto di valutare la possibilità di limitare, per quanto possibile, gli ingressi alle strutture e di prendere misure precauzionali per le persone con febbre o sintomatologie respiratorie. Scaglionare gli accessi ed evitare affollamenti sono tra le misure indicate dalla Regione. 

I 4 laboratori di microbiologia degli Ospedali hub di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e dell’AOU Mater Domini, già individuati a livello regionale per l’esecuzione delle analisi sui tamponi, proseguiranno le attività garantendo la trasmissione delle informazioni sugli esiti dei test nelle modalità stabilite insieme all’ente regionale.

A proposito di comunicazione, nel documento regionale, è contenuto anche un invito alla collaborazione rivolta alle strutture che trattano i casi. L’obiettivo è sempre quello di non creare allarmismo e di veicolare esclusivamente notizie ufficiali tramite i canali istituzionale della Regione Calabria, già impegnata in tal senso. 

Abbiamo chiesto, inoltre, che nel territorio di ogni Azienda Sanitaria Provinciale, l’eventuale istituzione di Unità di Crisi Locali garantisca la partecipazione l’indispensabile raccordo con i sindaci e le Forze dell’Ordine. 

Sempre al fine di assicurare il contenimento della diffusione del virus COVID-19 stiamo valutando misure volte ad una rimodulazione delle attività ospedaliere, sia nelle aziende pubbliche che private, con particolare riferimento alle attività ambulatoriali (ad eccezione, ovviamente di quelle urgenti ed indifferibili: dialisi, chemioterapia, etc…) ed all’attività di ricovero in elezione.

Questo provvedimento si aggiunge alla richiesta inoltrata al Ministro Speranza circa l’assunzione di medici, paramedici e Oss per rispondere al meglio ad eventuali emergenze che potrebbero presentarsi. Quello che vogliamo, lo ribadiamo, è gestire al meglio la situazione attuale e non arrivare impreparati qualora ci trovassimo ad affrontare circostanze più gravi”.

Lo rende noto Jole Santelli, presidente Regione Calabria

Il coronavirus sta mutando, gli scienziati identificano un secondo ceppo

Il coronavirus sta mutando quando gli scienziati hanno identificato un secondo ceppo, che è più aggressivo e contagioso. Mentre i funzionari sanitari lottano per frenare lo scoppio del coronavirus, un team di ricercatori cinesi afferma che un nuovo studio mostra che Covid-19 sta mutando, con almeno due tipi di virus che circolano oggi nei paesi. La varietà più aggressiva ha infettato circa il 70 per cento delle persone testate, mentre la varietà meno aggressiva è legata al resto dei casi. I ricercatori hanno chiamato la varietà aggressiva "tipo L" e il tipo meno aggressivo "tipo S".

Il tipo L è stato visto più spesso nei pazienti di Wuhan, in Cina, dove il virus è emerso per la prima volta alla fine di dicembre 2019. D'altra parte, il tipo S è quello attualmente diffuso in altri paesi.

La varietà di tipo L da allora è diminuita costantemente da gennaio.

"Questi risultati supportano fortemente la necessità urgente di ulteriori studi immediati e completi che combinano dati genomici, dati epidemiologici e record grafici dei sintomi clinici dei pazienti con malattia di coronavirus 2019 (Covid-19)", hanno scritto nel documento pubblicato nel National Science Review , il giornale dell'Accademia cinese delle scienze. Nello studio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i ricercatori hanno identificato 149 mutazioni nelle 103 sequenze del genoma del nuovo coronavirus. Gli esperti sanitari hanno ritenuto che queste mutazioni si siano verificate di recente, mentre 83 delle mutazioni sono non sinonime, il che significa che può influenzare e alterare la sequenza aminoacidica di una proteina, determinando un cambiamento biologico nell'organismo.

"I nostri risultati suggeriscono che lo sviluppo di nuove variazioni nei siti funzionali nel dominio legante il recettore (RBD) del picco osservato in Sars-CoV-2 e virus da Sars-CoV di pangolina sono probabilmente causati da mutazioni e selezione naturale oltre alla ricombinazione, "i ricercatori hanno scritto nello studio. Sono necessari ulteriori studi: il team della School of Life Sciences dell'Università di Pechino e l'Institut Pasteur di Shanghai, parte dell'Accademia cinese delle scienze, ha aggiunto che l'intervento umano potrebbe aver esercitato una pressione selettiva più grave sul tipo L del virus, che può diventare più aggressivo e diffondersi rapidamente. Nel frattempo, l'altro tipo potrebbe essere aumentato in frequenza relativa a causa di una pressione selettiva più debole. In sintesi, le nostre analisi di 103 genomi SARS-CoV-2 sequenziati suggeriscono che il tipo L è più aggressivo del tipo S e che l'interferenza umana potrebbe aver spostato l'abbondanza relativa di tipo L e S subito dopo l'epidemia di Sars-CoV-2 .

Gli scienziati hanno avvertito che la base di dati dello studio è minima. Come notato in precedenza, i dati esaminati in questo studio sono ancora molto limitati e sono necessarie analisi di follow-up di una serie più ampia di dati per comprendere meglio l'evoluzione e l'epidemiologia della Sars-CoV-2.

Vi è una urgente necessità di studi immediati e completi che combinino dati genomici, registri delle carte e informazioni epidemiologiche sui sintomi clinici dei pazienti infetti dal coronavirus.I casi di coronavirus sono aumentati nel corso delle ultime settimane, con la Corea del Sud, l'Italia e l'Iran che hanno guadagnato i riflettori sulla rapida diffusione del virus. Il virus si è diffuso in oltre 60 paesi, infettando quasi 98.000 persone e uccidendo 3.348 persone, la maggior parte delle quali originarie della città di Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina.

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riferisce una fornitura in calo di dispositivi di protezione individuale (DPI) per gli operatori sanitari. Esorta i fornitori e i produttori ad approvvigionare di fischi per aiutare i medici e gli infermieri che stanno lavorando in prima linea nella crisi sanitaria. Italia e Iran hanno riportato un'improvvisa ondata di decessi correlati a Covid-19.

L'Italia ha 4636 casi e 197 morti, mentre l'Iran ha l'incredibile cifra di 3.513 casi e 107 morti. La Corea del Sud ha il maggior numero di casi al di fuori della Cina continentale con oltre 7.041 casi confermati e 44 decessi.

Altri paesi europei hanno segnalato i loro primi casi di coronavirus, suggerendo una vasta diffusione del virus. L'OMS non ha ancora dichiarato l'epidemia di coronavirus una pandemia, sebbene abbia affermato che l'aumento della trasmissione e delle infezioni è allarmante.

Nuovo caso di coronavirus in Calabria

Il presidente della Regione Jole Santelli comunica che "sono stati effettuati i tamponi su tutte le persone in stretto contatto con il paziente di 67 anni risultato positivo al coronavirus all'ospedale Pugliese di Catanzaro. 

Al primo test è risultata positiva solo la moglie posta sin da subito in quarantena.

Come previsto dal protocollo, il campione per il test di conferma è stato inviato all'Istituto superiore di sanità e si è ora in attesa della conferma anche del risultato del marito.

Esiti negativi ai test sia per il medico di medicina generale, che aveva visitato il sessantasettenne sabato mattina, sia per il fratello pediatra e per gli altri operatori sanitari del reparto del nosocomio Catanzarese".

Coronavirus, nuovo caso in Calabria

"Un uomo di 67 residente a Catanzaro è risultato positivo al test coronavirus effettuato oggi presso l'ospedale Pugliese di Catanzaro dove si trova ricoverato nel reparto di Malattie infettive dalla sera del 2 marzo.

Il paziente era stato, negli ultimi 10 giorni, in una località turistica del Nord, prossima  alla cosiddetta "zona rossa".

Come previsto dal protocollo, il campione per il test di conferma è stato inviato all'Istituto Superiore di Sanità e si è ora in attesa della conferma".

Così Jole Santelli, presidente della Regione Calabria.

Intanto, in Italia, sono 2.706 i malati per coronavirus, con 443 persone in più rispetto a ieri. I morti invece sono 107, con un incremento di 28 unità. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile.

Coronavirus, cancellati voli Calabria-Roma: interrogazione di Wanda Ferro (FdI)

La cancellazione di alcuni voli dagli aeroporti calabresi a causa dell’emergenza coronavirus è al centro di una interrogazione che il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, insieme ai colleghi Foti, Bellucci, Deidda, Trancassini, Varchi e Lucarelli, ha rivolto al presidente del Consiglio e al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

Alcune compagnie aeree, infatti, hanno deciso di cancellare o diminuire i voli da e per le maggiori città italiane, con la motivazione dichiarata di contenere la diffusione del coronavirus o della sensibile riduzione delle prenotazioni.

Secondo quanto reso noto dalla Sacal, la società aeroportuale calabrese, anche gli aeroporti calabresi saranno interessati dalla cancellazione di alcuni voli.

In particolare, la compagnia aerea Alitalia ha comunicato la cancellazione di alcuni collegamenti dagli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria.

“Le Regioni Calabria e Lazio – spiega Wanda Ferro - non sono tra quelle maggiormente colpite dalla contingenza sanitaria, né sono state interessate dai provvedimenti restrittivi adottati dalle Regioni focolaio o dal Governo con il decreto-legge approvato pochi giorni fa dalla Camera dei Deputati. La scelta della compagnia aerea di bandiera sembrerebbe dettata più da logiche economiche, che dalla necessità, condivisibile, di contenere la diffusione del virus, non garantendo, di fatto, un servizio pubblico che, invece, è tenuta ad assicurare”.

Oltre ai conseguenti disagi arrecati ai passeggeri, molti dei quali si recano nella Capitale anche per motivi di lavoro, tale decisione comprime la possibilità per i parlamentari provenienti dalla Calabria di partecipare ai lavori di Camera e Senato, non perché `isolati´ in territori sottoposti a restrizioni adottate per far fronte all’emergenza coronavirus, ma a causa delle scellerate decisioni della compagnia aerea Alitalia.

Per questo i deputati di Fratelli d’Italia hanno chiesto ai rappresentanti del Governo “quali urgenti provvedimenti di competenza intenda adottare per garantire il ripristino dei voli aerei che collegano la Calabria con Roma”.

Positivo al coronavirus scappa dall’ospedale e torna a casa in taxi

Una storia inverosimile, ma che invece è successa davvero che è accaduta ieri a Como.

Un uomo di 71 anni, che si trovava ricoverato all'ospedale Sant'Anna perché positivo al coronavirus, ha deciso di chiamare un taxi e di lasciare la struttura sanitaria.

Tornando nella sua casa in provincia di Bergamo come se nulla fosse.

L'uomo era probabilmente stufo di rimanere rinchiuso nel reparto Malattie infettive del nosocomio di San Fermo.

Così ha deciso di evadere, contattando il servizio taxi e aspettando l'arrivo dell'auto all'esterno della struttura sanitaria.

Allertati dopo la scoperta della sua assenza, i carabinieri lo hanno però rapidamente rintracciato nella sua abitazione di Casnigo.

Oltre ai guai legati al suo stato di salute, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per il 71enne si prospettano ora pure delle grane con la giustizia.

L'uomo, infatti, è stato inoltre denunciato per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità.

Mentre l'ignaro tassista di Cernobbio, è stato posto in quarantena.

Coronavirus, italiani improvvisamente bloccati a New York

L’innalzamento al livello massimo dell’allarme per i viaggi nelle zone più colpite dal coronavirus compiuto dal governo americano sortisce il primo risultato: American Airlines ha sospeso fino al 24 aprile tutti i voli da e per Milano.

Nelle maglie di questa decisione è rimasto impigliato un gruppo di italiani che ieri sera all’aeroporto JFK di New York si stavano imbarcando su un volo per Milano.

L’equipaggio si è rifiutato di salire a bordo per paura del contagio, e a nulla sono valse le rimostranze dei passeggeri che sono stati letteralmente bloccati in fase di imbarco.

A raccontarlo all’Ansa è un italiano, che stava rientrando in Italia assieme a un gruppo di connazionali. Il loro volo AA198 era in programma alle 18.05 (ora locale) con destinazione Milano Malpensa. Ad imbarco aperto, il personale di bordo ha fatto sapere che considerava rischioso compiere quel viaggio, trovando immediato appiglio nelle decisioni prese una manciata di minuti prima dalle autorità americane.

A chi chiedeva informazioni, il personale ha spiegato a voce dei timori dell’equipaggio, senza però fornire soluzioni.

American Airlines, inizialmente, ha opposto qualche resistenza ad ammettere che l’aereo non avrebbe mai toccato il suolo di Malpensa, ma dopo un’ora ha ufficialmente cancellato il volo. Non molto più tardi ha pubblicato una nota che avvisava della sospensione di tutti i voli da e per Milano fino al 24 aprile.

Dopo una notte in albergo, alle 20.45 di oggi (ora locale), il gruppo passerà di nuovo i controlli di sicurezza dello scalo americano.

Stavolta con la certezza di riuscire ad arrivare a destinazione: ad attendere in pista ci sarà un aereo di Alitalia.

Finora, l'Italia, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha registrato oltre mille casi di coronavirus, che rappresenta il numero più alto di persone infette in Europa.

Il bilancio delle vittime nel paese è stato di 29. Nel frattempo, su scala globale, ad oggi, la malattia di coronavirus ha infettato oltre 85 mila persone, di cui 2.900 sono morte e quasi 40 mila si sono riprese.

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