La denuncia di Wanda Ferro (FdI): "L'unica vera task force del governo è quella per la spartizione delle poltrone"

«Chi pensa che il governo in questo momento si stia preoccupando di procurare respiratori per le terapie intensive o di salvaguardare il sistema produttivo della Nazione dalla crisi economica e delle speculazioni finanziarie si sbaglia di grosso. C’è una sola task force pienamente operativa ed è quella in cui grillini e sinistra stanno litigando per spartirsi centinaia di poltrone di enti pubblici e grandi aziende di Stato».

È quanto afferma il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, Wanda Ferro, che prosegue: «Mentre tutta l’attenzione è rivolta all’emergenza sanitaria ed economica, il governo “che non lavora con il favore delle tenebre” ha prima indebolito il ruolo di controllo del Parlamento, per poi procedere al rinnovo dei vertici di Inps e Inail e di aziende come Enel, Poste, Eni, Leonardo.  Ci vuole davvero faccia tosta ad appellarsi allo spirito di collaborazione istituzionale, per poi avventarsi in maniera famelica sulle partecipate per accaparrarsi le poltrone dei consigli di amministrazione. Noi di Fratelli d’Italia - conclude l'on. Wanda Ferro - abbiamo chiesto il temporaneo congelamento delle nuove nomine dei vertici delle partecipate pubbliche, perché riteniamo che in questo momento delicato per la Nazione vada garantita la stabilità e la continuità gestionale delle aziende, per tutelare i nostri asset strategici dalla crisi e dalle speculazioni».

Ospedale di Soverato, Wanda Ferro (FDI) chiede di garantire il funzionamento del reparto di chirurgia

«Intervenire al più presto per garantire la ripresa dell’attività chirurgica nell’ospedale di Soverato».

È quanto chiede il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, commentando le notizie, pubblicate anche dalla stampa, di un sostanziale fermo del reparto di Chirurgia per carenza di personale medico.

«Pur comprendendo il particolare momento di difficoltà legato all’emergenza coronavirus - dice Wanda Ferro - diventa urgente garantire la sostituzione del personale andato in pensione e di quello assente per gravi ragioni di salute, così da non privare l’ospedale soveratese di un importante reparto come quello della Chirurgia, in cui vengono trattate anche le urgenze. L’ospedale di Soverato è un presidio sanitario di vitale importanza per tutto il territorio del basso jonio catanzarese, e va salvaguardato anche per evitare ulteriori pressioni sui nosocomi già impegnati nel trattamento dei pazienti covid».

Carceri e coronavirus, Wanda Ferro: (FdI): "Il governo ha dato il tana liberi tutti”

«Come temevamo, con l’articolo 123 del decreto 18 il governo ha dato il “tana liberi tutti” a boss mafiosi e criminali d’ogni grado. A beneficiare del nuovo “svuota carceri” è stato il presunto boss di Melicucco, Rocco Santo FIlippone, detto “il monaco”, ritenuto uomo di fiducia dei Piromalli, sotto processo per i rapporti tra ‘ndrangheta e cosa nostra e accusato di avere coordinato il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, portato a segno nel gennaio del 1994 nei pressi dello svincolo autostradale di Scilla. Filippone è stato scarcerato per l’incompatibilità delle sue condizioni di salute con il rischio di contagio all’interno del carcere, ed è stato posto agli arresti domiciliari».

E’ quanto afferma il segretario della Commissione parlamentare antimafia Wanda Ferro (Fratelli d'Italia), che conclude: «Anziché liberarsi del problema facendo tornare a casa i boss, il governo delle mille task force dovrebbe impegnarsi a garantire l’adeguamento degli istituti penitenziari all’emergenza in corso, garantendo in carcere la salute e la sicurezza dei detenuti».

Ferro (FdI): "Inaccettabile che il governo non copra le spese sostenute dalle Regioni per l'acquisto di mascherine e apparecchiature mediche"

«Non è accettabile che il governo, dopo avere assunto impegni, si rifiuti di sostenere le spese delle Regioni per l’acquisto di dispositivi di protezione individuali e di apparecchi medicali. La gestione non può essere nazionale quando si decide di bloccare l’invio del materiale sanitario al Sud, e diventare locale quando si devono sostenere i costi dell’emergenza».

È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, appresa la notizia, diffusa dall’assessore al bilancio della Regione Lombardia, dell’intenzione della Protezione civile di non sostenere le spese effettuate dalle Regioni.

«Un disimpegno - spiega Wanda Ferro - che purtroppo smentisce, al netto delle strategie comunicative, la reale capacità del governo di supportare il Paese reale nella lotta contro il contagio. La Protezione civile sta raccogliendo le generose donazioni degli italiani proprio per l’acquisto di mascherine e respiratori, che però in molte regioni non arrivano. Le Regioni, di fronte ai provvedimenti tardivi e confusi del governo, si stanno accollando il peso della crisi economica, come ha fatto la Calabria che ha investito 150 milioni di euro sulla ripartenza del sistema produttivo. Non si può però chiedere alle Regioni di farsi anche interamente carico, con i propri bilanci, della risposta sanitaria ad una emergenza che, per quanto riguarda i territori meridionali, è in gran parte diretta conseguenza degli esodi dal Nord, favoriti dagli errori comunicativi e dalla incapacità del governo di anticipare gli effetti dei propri provvedimenti», conclude Wanda Ferro, annunciando la richiesta di chiarimenti al governo attraverso una interrogazione. 

Wanda Ferro (FdI) dice No alla scarcerazione dei boss per il rischio coronavirus

Il coronavirus non può diventare il pretesto per allargare le maglie della detenzione carceraria, soprattutto se a trarne beneficio sono potenti boss come Vincenzino Iannazzo, ritenuto capo della omonima cosca di Lamezia Terme».
 
È’ quanto afferma il segretario della Commissione parlamentare antimafia Wanda Ferro (FdI), dopo la notizia della scarcerazione di Iannazzo, decisa dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, nonostante l’opposizione del procuratore generale, dopo che gli avvocati hanno sostenuto l’incompatibilità delle sue condizioni di salute con il rischio di contagio all’interno del carcere.
 
«Pur nel rispetto delle decisioni dei giudici, ritengo che non  si possa lasciare tornare a casa un boss mafioso, consentendogli di avere facilmente contatti con l’esterno e tenere le fila dell’organizzazione. Dopo una condanna a 14 anni e mezzo di carcere, ritengo insufficiente la detenzione domiciliare, seppur con l’applicazione del braccialetto elettronico: il rischio non è tanto quello della fuga del detenuto, ma quello di ridare impulso ad una organizzazione criminale potentissima e pericolosa, al cui contrasto negli anni hanno lavorato con impegno le forze dell’ordine e la magistratura. Si dovrebbero piuttosto predisporre in carcere tutte le misure mediche e sanitarie per garantire la salvaguardia dello stato di salute del detenuto che presenta un deficit immunitario».
 
«Noi di Fratelli d’Italia, con la nostra presidente Giorgia Meloni, ci siamo opposti con forza all’introduzione dell’articolo 123 nel decreto legge 18, una vera e propria norma 'svuota carceri' che dimostra l’incapacità e l’approssimazione del governo che, non riuscendo a garantire adeguate condizioni sanitarie negli istituti di pena, preferisce mandare a casa i delinquenti, vanificando il lavoro di chi ha lavorato e rischiato per assicurarli alla giustizia, e mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini. Se pure è comprensibile incentivare la decisione di misure alternative idonee ad alleggerire la pressione delle presenze non necessarie in carcere - come rimarcato in un documento di indirizzo della Procura Generale della Cassazione - non si può consentire che ciò riguardi i delitti ricompresi nel perimetro presuntivo di pericolosità sociale, come appunto i reati di mafia, non solo per quanto riguarda l’esecuzione delle pene detentive, ma anche per l’adozione di misure cautelari. Poiché ai fini della valutazione sull'incompatibilità tra il regime detentivo e le condizioni di salute del condannato rileva anche la capacità dell’istituto di pena di assicurare mediante i propri presidi la necessaria assistenza al detenuto, il governo deve garantire l’adeguamento delle strutture all’emergenza in corso, non liberarsi del problema con un pericolosissimo 'tutti a casa!'».

Mascherine non idonee all'uso sanitario distribuite dalla Prociv, interrogazione di Wanda Ferro (FdI)

Centinaia di migliaia di mascherine con la dicitura “Ffp2 equivalenti” destinate dalla Protezione civile agli operatori sanitari non sono adatte all'uso sanitario e per questo sono state ritirate. Sulla vicenda, riportata dagli organi di stampa, ha chiesto chiarimenti al governo, il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che ha rivolto una interrogazione al presidente del Consiglio Conte e al ministro della Salute Speranza.

Wanda Ferro ha citato il contenuto di una circolare che il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli, ha inviato agli Ordini dei medici dei capoluoghi di Regione invitando a "sospendere immediatamente la distribuzione e l'utilizzo di quanto ricevuto, informando eventuali medici o strutture che ne fossero già in possesso".

In particolare, si legge nella circolare, “Il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri mi ha appena informato che le mascherine contenute in involucri che riportavano la dizione maschere Ffp2 equivalenti, inviati dalla Protezione civile in data odierna agli Ordini dei medici dei capoluoghi di Regione, non sono dispositivi autorizzati per l'uso sanitario dalla Protezione civile”. 

Le rappresentanze di medici e personale ospedaliero stanno chiedendo chiarimenti sulla possibilità che altri lotti della stessa fornitura siano stati consegnati al personale al lavoro negli ospedali. 

Come confermato dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, l’Italia non ha una produzione nazionale di mascherine e dpi perché in passato è stata considerata a basso margine per gli operatori economici e ora ne paghiamo le conseguenze. È compito del commissario Arcuri razionalizzare le strutture che possono essere riconvertite per la produzione.

Nonostante molte aziende abbiano convertito la loro normale produzione in fornitura di Dpi, le amministrazioni pubbliche, come ospedali, forze armate e forze dell'ordine, che si approvvigionano attraverso il mercato elettronico, potranno continuare ad acquistare tali dispositivi soltanto se certificati, con conseguente aggravio burocratico, certamente inconciliabile con la corsa contro il tempo per sconfiggere questo male invisibile, ma letale.

L'on. Wanda Ferro ha chiesto quindi ai rappresentanti del governo «come sia stato possibile l’invio di mascherine non autorizzate per l’uso sanitario e quale sia la modalità di approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e, in particolare, delle mascherine» e se anche le amministrazioni pubbliche potranno avvalersi delle deroghe previste dal decreto legge 18 del 17 marzo al fine di snellire le procedure burocratiche per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale. 

 

La solidarietà di Wanda Ferro (FdI) ai vigili ed ai poliziotti feriti a Reggio Calabria

“Esprimo la vicinanza mia e di Fratelli d’Italia ai quattro vigili del fuoco e ai sei agenti della polizia di Stato rimasti feriti per l'esplosione di una bombola di gas, durante l'intervento di spegnimento di un incendio in una macelleria a Reggio Calabria. Auguro loro una pronta guarigione”.(Per leggere la notizia clicca qui)

È quanto afferma il deputato di FdI Wanda Ferro, componente della commissione Difesa, che prosegue: “Per fortuna stavolta è stata evitata una più grave tragedia, ma l’episodio conferma quali gravi rischi affrontano ogni giorno le donne e gli uomini che prestano il proprio servizio nel comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Operatori che non esitano a mettere a rischio la propria vita per difendere ed aiutare i loro concittadini, e che spesso sono costretti ad operare con mezzi scarsi ed inadeguati, con turni massacranti a causa delle carenze di organico, senza condizioni adeguate a garantire la dignità e la sicurezza del lavoro. Credo che, oltre alle dichiarazioni di circostanza e ai buoni propositi, sia necessaria la giusta attenzione da parte del governo verso chi indossa la divisa, e ciò significa investire sul personale e sulle dotazioni, e soprattutto assicurare la massima tutela a chi con grandi sacrifici e assumendosi rischi enormi lavora ogni giorno per garantire la sicurezza dei cittadini”.

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Wanda Ferro (FdI): "Evitare il collasso finanziario dei comuni, primo avamposto dello Stato"

“Evitare il collasso definitivo dei Comuni, che rappresentano il primo avamposto dello Stato, soprattutto al Sud”.

È quanto chiede il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, che insieme ad altri deputati del gruppo ha rivolto una interrogazione al Presidente del Consiglio e ai ministri per gli Affari regionali, dell'Economia e dell'Interno. In tutta Italia, infatti, stando alla banca dati sugli enti in difficoltà finanziaria messa a punto dal Ministero dell’Interno e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, sono 592 le amministrazioni locali che hanno dichiarato il "dissesto finanziario", ovvero sono state definite "incapaci di assolvere alle funzioni e ai servizi indispensabili" o non sono riusciti a far fronte ai creditori "con il ripristino dell’equilibrio di bilancio". In particolare, circoscrivendo l’analisi al quinquennio 2014-2018, sono 97 gli enti che hanno approvato una delibera di dissesto "con una crescita molto preoccupante del ricorso alla procedura nell’ultimo biennio" e il 75% di questi Comuni è collocato in tre regioni: Campania, Calabria e Sicilia.  

"Ancora una volta – si legge nell’interrogazione - il record negativo spetta alla Calabria dove, su un totale di 409 Comuni ben 41 avevano dichiarato il dissesto (dati 2018), mentre altri 54 avevano richiesto la procedura di riequilibrio finanziario, per un totale quindi di 95 municipi coinvolti". Tale situazione è stata aggravata dalla recente sentenza n. 18/2019 della Corte costituzionale che ha bocciato la possibilità di spalmare su trent’anni i disavanzi generati dal riaccertamento straordinario dei residui. Secondo la magistratura contabile l’extra deficit va ripianato in dieci anni. Le timide misure messe in atto dai Governi degli ultimi anni - come la possibilità di rinegoziazione dei mutui accesi con Cassa depositi e prestiti prima del 2003 e poi passati al Ministero dell’Economia o la creazione di un tavolo tecnico-politico fra Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero dell’interno e amministratori locali con il compito di «formulare proposte per la ristrutturazione del debito locale»  - si sono dimostrate del tutto inadeguate: nel primo caso, il decreto attuativo, atteso entro il 28 febbraio, non è ancora arrivato; mentre nel secondo caso, l’istituzione del tavolo, che avrebbe dovuto vedere la luce «entro dieci giorni», ad oggi non sembra essere stato attivato. Per questo i deputati di Fratelli d’Italia hanno chiesto ai rappresentanti del governo quali urgenti iniziative intendano adottare per evitare il collasso dei comuni in difficoltà economiche, anche in occasione della prossima legge di bilancio. 

L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai deputati di Fratelli d’Italia Bucalo, Butti, Rampelli, Lucaselli, Galantino, Delmastro Delle Vedove, De Carlo, Foti, Varchi, Mantovani, Frassinetti, Bellucci, Trancassini e Silvestroni. 

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