Sanzionati perché sorpresi a raccogliere radicchio senza green pass

I poliziotti della Questura di Crotone, con la collaborazione di personale dell’Ispettorato del lavoro, hanno effettuato un controllo in un campo di Rocca di Neto dove era in corso la raccolta di radicchio.

Durante l’attività sono stati identificati 12 dipendenti dell’azienda agricola, sei dei quali, non in regola con il “green pass”, sono stati sanzionati per aver fatto accesso ai luoghi di lavoro senza la necessaria certificazione verde.

Inoltre, a carico di tre cittadini extracomunitari sono stato emessi i biglietti d’invito finalizzati a regolarizzare la loro posizione sul territorio nazionale.

 

Sanzionato anche il titolare dell’azienda agricola, reso di aver omesso di verificare e predisporre la verifica del green pass ai lavoratori.

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Positivo al Covid se ne andava in giro in auto, denunciato

Nell’ambito dei controlli finalizzati a verificare il rispetto delle disposizioni relative al possesso della “certificazione verde”, i carabinieri di Gioia Tauro hanno effettuato, da inizio anno, una serie di verifiche in bar, ristoranti, palestre e stazioni degli autobus.

Complessivamente, delle oltre duemila persone sottoposte a controllo, undici sono state sanzionate per mancato possesso del green pass e sei per la mancanza della mascherina nei locali.

Dei 180 esercizi pubblici controllati, invece, solo in due sono state riscontrate violazioni alle normative anti - Covid 19.

Infine, nel corso delle attività, gli uomini dell'Arma hanno denunciato una persona trovata al volante della sua auto, nonostante fosse in quarantena perché positiva al Coronavirus.  

 

Green pass falsi, violati i sistemi sanitari di 6 Regioni

Sono 120 i green pass falsi scoperti dalla polizia di Stato in diverse regioni italiane.

Nel corso dell’operazione, coordinata dalla Procura di Napoli, i poliziotti hanno eseguito 40 perquisizioni e 67 sequestri preventivi.

Per gli investigatori, dietro la creazione dei falsi green pass ci sarebbe un’organizzazione capace di violare i sistemi informatici delle autorità sanitarie di Campania, Lazio, Puglia, Lombardia, Calabria e Veneto.

Dalle indagini, infatti, è emerso che per generare il certificato vaccinale, il sodalizio avrebbe utilizzato i canali d’accesso messi a disposizione delle farmacie. In particolare, attraverso una e-mail del tutto simile a quelle inviate dal sistema sanitario, i criminali sarebbero riusciti ad accedere alle postazioni informatiche delle farmacie e a carpire i codici d’accesso mediante il collegamento a un falso sito web del sistema sanitario.

In altri casi, i falsi green pass sarebbero stati generati usando servizi di chiamata VoIP internazionali, capaci di camuffare il vero numero di telefono del chiamante e simulare quello del sistema sanitario regionale. In tali casi, i malfattori si sarebbero spacciati per operatori del supporto tecnico della Regione, inducendo il farmacista ad installare nel proprio sistema un software di assistenza a distanza, che consentiva di assumere il controllo da remoto del computer e rubare così le credenziali di accesso ai sistemi informativi regionali.

Dopo aver smascherato i presunti componenti del sodalizio, gli agenti sono riusciti a risalire all’identità di 120 utilizzatori dei falsi green pass sparsi nelle  province di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, Bolzano, Como, Grosseto, Messina, Milano, Monza-Brianza, Reggio Calabria, Roma e Trento.

Tuttavia, nelle prossime ore il numero potrebbe lievitare considerevolmente, dal momento che sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati a fare luce sull’intero vicenda.

Allo stato, le perquisizioni della Polizia postale e delle comunicazioni hanno interessato 15 persone già sottoposte ad indagini quali ipotetiche appartenenti all'associazione criminale e 67 loro clienti.

Nel frattempo, con la collaborazione del Ministero della Salute, i falsi green pass individuati sono stati disabilitati, in modo da impedirne ogni ulteriore utilizzo.

Green pass: controlli nel Reggino 16 sanzioni

Lo scorso fine settimana, i Carabinieri di Reggio Calabria hanno effettuato una serie di controlli finalizzati alla verifica del rispetto delle disposizioni relative al green pass.

Durante l’attività - cui hanno preso parte anche gli uomini del Nas - i militari hanno verificato la posizione di 400 persone, contestando 16 sanzioni per un totale di 6 mila euro.

I controlli hanno preso di mira anche i locali dedicati alla movida e le sale da ballo.

In particolare, durante la verifica in un circolo privato nel quartiere Catona della città dello Stretto, i militari hanno controllato 50 persone, riscontrando la presenza di un avventore senza green pass rafforzato e di un altro senza mascherina. Nell’occasione è stato sanzionato anche il titolare dell’esercizio, reo di aver omesso di effettuare i dovuti controlli.

A Reggio Calabria – Pentimele, invece, gli uomini dell’Arma hanno sospeso una “serata danzante” in corso di svolgimento in un locale, in quanto tra le 300 persone identificate - tra avventori e dipendenti – ne sono state trovate 12 prive di mascherina o green pass rafforzato.

Inoltre, il gestore del locale è stato sanzionato per aver allestito la serata senza titoli autorizzativi e misure di sicurezza.

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Green pass: nel Vibonese chiusi 28 locali, sanzionate 35 persone

Arrivano anche nel Vibonese le prime sanzioni per il mancato rispetto delle norme legate al green pass.

In particolare, in seguito al Piano di controllo della certificazione verde Covid-19 varato dal Prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli, le forze dell’ordine hanno sottoposto a verifica 1989 persone, 35 delle quali sono state sanzionate perché sprovviste della certificazione richiesta per l’accesso ai servizi presi in considerazione dai decreti legge n. 52 e 172 del 2021.

I controlli hanno interessato anche 370 esercizi commerciali, 28 dei quali sono stati sottoposti a chiusura provvisoria per un periodo che va da uno a dieci giorni, mentre altri sette sono stati multati per mancato rispetto dell’obbligo di verifica del possesso del green pass da parte degli avventori.

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Riconquistare l'Italia contro il green pass: "Misura autoritaria che rischia di creare un precedente aberrante"

“Schierarsi contro il green pass significa schierarsi contro una misura autoritaria che rischia di creare un precedente aberrante”.

E’ quanto si legge in una nota  di “Riconquistare l'Italia”.

Il movimento - che si definisce “antieuropeista e neosocialista” –  ribadisce “la propria convinta opposizione al green pass”, ritenuto uno “strumento guidato da logiche sanitarie trascurabili e foriero invece di discriminazione, polarizzazione e tensioni sociali”.
“Non può essere accettato – scrivono gli estensori della nota  - per due questioni sostanziali: la vaccinazione anti-Covid non è concepita contro la trasmissibilità del virus verso soggetti terzi e presenta profili di rischio via via crescenti verso fasce di età inferiori, per le quali invece i benefici risultano risibili”.
“Infine – si legge nel comunicato - non può essere accettato per una questione di metodo: il ricatto sul lavoro, sul diritto allo studio e su tanti altri diritti non può essere utilizzato per spingere a un trattamento sanitario, non obbligatorio per legge”.

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Vaccino Covid, Mancini ‘Cambiamo’: “La scienza unica arma contro la pandemia”

«Sono felice di essermi vaccinato per la libertà mia e degli altri, per sconfiggere il virus, per tornare a una vita normale. Questa è la risposta migliore a chi oggi continua a negare la scienza che per fortuna ci ha dato un’arma per combattere il Covid: usiamola tutti».

Queste le parole pronunciate nei giorni scorsi dal presidente Giovanni Toti, uno dei fondatori di Coraggio Italia, vittima di insulti social per la sua posizione pro vaccini e Green Pass.

«La scienza - afferma Raffaele Mancini, Coordinatore Provinciale di “Cambiamo” Catanzaro - oggi fornisce risposte chiare e univoche su come prevenire il Covid.

Partendo da questo siamo sostenitori della campagna di vaccinazione, che ci auguriamo abbia un forte incremento legato al Green pass.

Riteniamo che la strategia del presidente Draghi rappresenti la strada maestra per la ripartenza non solo della Calabria ma di tutta l'Italia».

Mancini conclude: «Al Presidente Toti, in questi giorni bersaglio di minacce ed insulti inqualificabili, la nostra massima solidarietà come gruppo dirigente calabrese.

La pandemia costituisce ancora una minaccia e non si può prescindere dalla scienza per avviare ogni qualsiasi riflessione che preluda ad una decisione.

Lo sostengo non solo da politico ma, soprattutto, da medico che agisce per il bene e nell’interesse della collettività».

Covid: zona bianca e green pass, due nuove ordinanze in Calabria

Il presidente della Regione, Nino Spirlì, ai fini del contenimento della diffusione del Covid-19, ha firmato due ordinanze (numero 43 e 42) con cui, rispettivamente, si applicano in Calabria le misure previste per la “zona bianca” (ordinanza ministro Salute del 18 giugno 2021) e si prende atto delle disposizioni (previste nel Dpcm del 17 giugno) che definiscono le modalità di rilascio delle Certificazioni verdi digitali.

Dal 21 giugno, «cessa la limitazione oraria degli spostamenti ed è prevista l’anticipazione delle date di riapertura» – rispetto a quelle fissate dai decreti legge 52 e 65 – per queste attività: parchi tematici e di divertimento; piscine e centri natatori in impianti coperti; centri benessere e termali; feste private anche conseguenti le cerimonie civili e/o religiose all’aperto e al chiuso; fiere, grandi manifestazioni fieristiche, congressi e convegni; eventi sportivi aperti al pubblico, diversi da quelli di cui all’articolo 5 del decreto legge 52, che si svolgono al chiuso; sale giochi e scommesse, sale bingo e casinò; centri culturali, centri sociali e centri ricreativi; corsi di formazione. In relazione alle sale da ballo e alle discoteche, si applicano le previsioni di cui all’articolo 5 del decreto legge 52, «fermo restando che le attività di ristorazione e bar sono equiparate a quelle già autorizzate dalla normativa vigente».

Le feste conseguenti alle cerimonie civili e religiose «si svolgono nel rispetto dei protocolli e delle linee guida adottati ai sensi dell’articolo 1, comma 14, del decreto legge 33 del 2020, con la prescrizione che i partecipanti siano muniti di una delle certificazioni verdi Covid-19».

Con la firma del Dpcm del 17 giugno si sono realizzate le condizioni per l’operatività del Regolamento Ue sul “Green Pass” che, a partire dal prossimo 1 luglio, garantirà la piena interoperabilità delle certificazioni digitali di tutti i Paesi dell’Unione. In questo modo, sarà assicurata la libertà di movimento sul territorio dell’Unione a tutti coloro in possesso di un certificato nazionale valido.

Nell’ordinanza firmata dal presidente Spirlì si ribadisce, dunque, «la necessità del quotidiano aggiornamento delle anagrafi dei soggetti sottoposti a vaccinazione anti Sars-Cov-2, a cura delle Strutture che effettuano il servizio». Si dispone, inoltre, «l’inserimento immediato nel sistema Tessera sanitaria (Certificazioni verdi - Servizi di invio dati tamponi e certificati di guarigione) ovvero, alternativamente previa acquisizione delle credenziali ove non già fornite, nella piattaforma di reportistica Covid-19 regionale “monitoring”, dell’esito dei test molecolari o antigenici eseguiti, a cure delle strutture laboratoristiche pubbliche e private autorizzate e/o accreditate, abilitate a tali prestazioni, anche in relazione all’ordinanza n. 15/2021».

Stabilito anche «l’obbligo di alimentare tempestivamente il Sistema tessera sanitaria con i dati relativi alle certificazioni di avvenuta guarigione, a cura: a) delle strutture sanitarie afferenti ai Servizi sanitari regionali; b) dei medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta; c) dei medici Usmaf (Uffici di sanità

Nel provvedimento si sottolinea che i «dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali devono mantenere pienamente aggiornata la piattaforma web di sorveglianza integrata casi di Coronavirus Covid-19 in Italia dell’Istituto Superiore di sanità, valorizzando tutti i campi delle schede sanitarie, incluso lo stato clinico».

Si dà mandato al delegato del Soggetto attuatore «di definire le ulteriori procedure operative finalizzate all’organizzazione funzionale della gestione dati, oggetto del presente provvedimento».

Viene precisato, infine, che «il possesso e la presentazione di certificazioni vaccinali, e più in generale di certificazioni verdi, non deve sostituire il rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio quali il distanziamento interpersonale, l’utilizzo della mascherina, l’igienizzazione delle mani e delle superfici, fin quando le relative indicazioni nazionali non vengano modificate».

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