Sequestrati 148 chili di cocaina purissima

Un ingente carico di cocaina purissima è stato individuato e sequestrato dagli uomini del Comando Provinciale di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro. Il quantitativo di stupefacente, pari a circa 168 chilogrammi (per rendersi conto dell’enorme quantitativo, trattasi - se tagliata in dosi - di un’unica "strisciata", senza soluzione di continuità, di circa ben 25 chilometri), è stato rinvenuto, occultato in un container carico di banane proveniente dall’Equador, in transito nel porto di Gioia Tauro, formalmente destinato alla penisola Balcanica. L’operazione è stata eseguita attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner ed unità cinofile della Guardia di Finanza. La cocaina sequestrata avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa 31 milioni di euro. L’attività delle Fiamme Gialle, in sinergia con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro, che ha già portato, recentemente, al sequestro di ulteriori 350 kg di cocaina pura.

Porto di Gioia Tauro: Caridi (FI) "incredulo" per la decisione del Governo

"Incredulo apprendo in questi giorni l’ennesimo stravolgimento della situazione riguardante il Porto di Gioia Tauro; fiore all’occhiello del Mediterraneo che avrebbe, con gli accorgimenti da parte del Governo, rilanciato a tutti gli effetti - è l'affermazione perentoria del senatore di Forza Italia, Antonio Caridi - l’interno Sud e la tanto bistrattata Calabria. È impensabile il menefreghismo e la noncuranza che caratterizza le esternazione di Renzi e dei suoi collaboratori, con chiari riferimenti a Graziano Delrio. Il rilancio del Mezzogiorno è nelle mani di Gioia Tauro, posizione strategica e quant’altro sono esclusivamente parole lasciate in balia del vento; demagogia pura attuata dal ministro che pensava di abbindolare la popolazione calabrese con false illusioni prospettiche di rilancio del meridione. Più volte ho manifestato disaccordo in merito alle proposte di Governo per quel che concerne i decreti attuativi della legge di riforma della portualità italiana che avrebbe visto cadere nel baratro il Porto di Gioia Tauro; oggi apprendiamo come sia quasi una certezza l’accorpamento delle unità portuali con un processo di fusione illogica che andrebbe a minare l’autonomia e il ruolo di transhipment del nostro porto". "Chiaramente l’Autorità portuale di Gioia Tauro - è la considerazione del vice coordinatore regionale 'azzurro' - sarà accorpata a quella di Messina provocando una paralisi delle attività del porto stesso, vanificando le potenzialità che la Calabria sarebbe in grado di esprimere. Oltre a non comprendere la posizione strategica che Gioia Tauro rappresenta, viene meno il riconoscimento della struttura e della professionalità che quotidianamente è apprezzata universalmente. La manovra del Governo che paventava l’accorpamento delle unità portuali del Porto di Gioia Tauro con quello di Messina è stata criticata in particolar modo a livello regionale anche dal Partito Democratico che ha compreso la scelta della fusione portata avanti dal Ministro Delrio non avrebbe giovato alla Calabria, provocando il definitivo tramonto di quella speranza che avrebbe voluto il Porto di Gioia Tauro il traino dell’intero meridione. Adesso il quesito da porre ai colleghi di maggioranza, al Presidente Oliverio e alla sua Giunta è uno solo: quale linea decisionale verrà portata avanti, considerando il disaccordo iniziale, nel processo d’accorpamento delle unità portuali? Le risposte potrebbero variare mettendo anche in discussione l’autenticità della maggioranza stessa nel momento in cui, inspiegabilmente, venisse sposata quest’idea abbondantemente criticata". "La riqualificazione territoriale del meridione, nell’ottica delle unità portuali, dovrebbe partire dal riconoscimento - termina Caridi - da parte del Governo delle naturali collocazioni dei porti di Gioia Tauro in terra calabra e del Porto di Messina in Sicilia".

 

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Nicolò (FI) accusa Oliverio e Delrio: "Stanno ghettizzando il porto di Gioia Tauro

"Quanto si sta preparando in Parlamento con i decreti attuativi della legge di riforma della portualità italiana significherà che il porto di Gioia Tauro finirà nel gruppo ricadente sotto la costituenda autorità  che sarà ubicata a Messina". Lo afferma in una dichiarazione  il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Alessandro Nicolò. "Il silenzio calato in queste settimane sull’impegno del ministro Delrio di indicare Gioia Tauro sede dell’autorità per tutti i porti calabresi e dell’Area dello Stretto, celava dunque una iniziativa  pericolosa per l’autonomia della portualità calabrese, nonostante le rassicurazioni della Giunta regionale e del Pd. Che i sintomi del dibattito nazionale sul futuro della grande infrastruttura fossero tutt’altro che rassicuranti – afferma Alessandro Nicolò – era anche  emerso dalle recenti prese di posizione rese pubbliche dal presidente di Assologistica, che rappresenta quasi tutti gli operatori del settore, Carlo Mearelli, secondo il quale il porto 'hub' di ingresso nel Mediterraneo delle merci provenienti da Suez dovrebbe essere Taranto, e non Gioia Tauro, già in grado, invece, di reggere il potenziale di aumento dei traffici dopo l’allargamento del Canale. Una posizione legittima, quella di Mearelli, ma anche, per certi versi, condizionante per le decisioni del Governo, che, evidentemente, si è fatta strada ed ha trovato grande ascolto nei 'palazzi romani', tant’è che il ministro Delrio avrebbe orientato i decreti attuativi per  rimettere in gioco anche Taranto. Eppure sono state impegnate risorse ingenti con l’Apq su Gioia Tauro, a partire dal gateway ferroviario, per sviluppare la intermodalità e velocizzare il trasferimento dei container su linea ferrata che in poche ore potrebbero raggiungere il nord del Paese ed il resto di Europa.  'Ghettizzare' Gioia Tauro nel transhipment – osserva ancora Nicolò – è non solo inaccettabile, ma va contro gli interessi del Paese prima ancora che per la stessa Gioia Tauro. Un lusso, il sottoutilizzo di Gioia Tauro, che va contro ogni logica di sviluppo e mortifica le speranze di crescita della Calabria e del Mezzogiorno. E’ ovvio – dice ancora Nicolò – che si tratta di scelte di politica economica, di come orientare le traiettorie di sviluppo del Paese, ed i fatti, come invece vogliono far credere la Giunta Regionale ed il Pd, sono ostinati e vanno in tutt’altra direzione. Interconnettere Gioia Tauro su ferro e gomma è fondamentale ai fini di una vera flessibilità dell’utilizzo del porto, ed è necessario, inoltre, avere dal Governo una dettagliata informazione sul progetto del rigassificatore e della piastra del freddo, che arricchirebbero l’offerta di servizi e  aprirebbero serie prospettive a tutta la filiera agroalimentare calabrese. Dicano dunque una parola chiara, il ministro Delrio ed il presidente Oliverio, e spieghino ai calabresi quali sono le scelte per fare di Gioia Tauro il principale porto di riferimento del Paese e del Mediterraneo in un contesto in cui sembrano prevalere gli interessi di lobbies agguerrite tutt’altro che attente agli interessi generali del Paese".  

 

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Infiltrazioni della 'ndrangheta: in corso verifiche al porto di Gioia Tauro

La Questura ha appena dato notizia che da stamattina, dietro preciso mandato di Claudio Sammartino, Prefetto di Reggio Calabria, si sta dando attuazione ad una serie di minuziose verifiche nell'area portuale di Gioia Tauro "al fine di verificare le eventuali ingerenze della criminalità organizzata di natura 'ndranghetista nella gestione di imprese commerciali operanti in quell'area".

Maxisequestro di complessivi 344 kg di cocaina purissima: viaggiavano fra caffè e alluminio

Gli uomini del Comando Provinciale di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, hanno individuato e sequestrato 2 ingenti carichi di cocaina purissima nell’arco dello scorso fine settimana. Un primo quantitativo di stupefacente, circa 55 kg di cocaina, è stato rinvenuto occultato in un container, che trasportava alluminio, proveniente dal Brasile e destinato in Slovenia. Altro carico più ingente è stato rinvenuto in diverso container che trasportava caffè, proveniente dal Brasile e diretto a Trieste. In particolare, all’interno di esso venivano rinvenuti 11 borsoni all’interno dei quali vi erano oltre 289 kg di cocaina. Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner ed unità cinofile della Guardia di Finanza. La cocaina sequestrata, per un ammontare complessivo di 344 kg, avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa 70 milioni di euro. L’attività delle Fiamme Gialle, in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, dall’inizio dell’anno, al complessivo sequestro di circa 932 kg di cocaina.

Sequestrati 38 chili di cocaina purissima

Individuato e sequestrato un altro ingente carico di cocaina purissima da parte degli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro. Il quantitativo di stupefacente, pari a circa 38 chilogrammi, è stato rinvenuto occultato all’interno di un container, che trasportava banane, proveniente dall’Ecuador e in transito nello scalo portuale di Gioia Tauro. L’operazione è stata eseguita attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner. La cocaina sequestrata avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, oltre 7 milioni di euro. L’attività delle Fiamme Gialle, in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, dall’inizio dell’anno, al complessivo sequestro di circa 500 chilogrammi di cocaina.

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Maxi sequestro di prodotti contraffatti

I finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, unitamente ai funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - S.V.A.D. di Gioia Tauro, hanno individuato due container, provenienti dalle aree orientali (Cina ed Emirati Arabi Uniti), contenenti prodotti contraffatti (articoli di cancelleria, ombrelli, spazzole tergicristallo e articoli sportivi delle più note marche Nike, Spiderman, Hello Kitty, Audi, Mercedes, Volkswagen, Barcellona, FIFA, Manchester, Joma, ecc.). L’operazione, condotta dalla Procura della Repubblica di Palmi, ha consentito, dopo una serie di incroci documentali e successivi meticolosi controlli eseguiti su numerosi container in transito presso il porto di Gioia Tauro, l'individuazione di due carichi imbarcati, rispettivamente nel porto cinese di Ningbo e in quello arabo di Jebel Ali. La merce, secondo la documentazione doganale esibita, era destinata formalmente in Albania ed in Moldavia e risultava costituita da "articoli di vario genere". Tuttavia i finanzieri ed i funzionari doganali, nel corso dell’ispezione, si sono ritrovati di fronte un numero considerevole di prodotti che apparivano riportare marchi non veritieri. Pertanto, si è proceduto ad accertamenti peritali, da parte dei tecnici delle società titolari dei marchi, i quali hanno confermato l’intuizione dei finanzieri e dei funzionari doganali, ossia che i prodotti erano contraffatti. Complessivamente, sono stati sottoposti a sequestro oltre 4.000 articoli, per un valore complessivo di circa 15.000,00 euro.

 

Porto Gioia Tauro, "Creazione Zona Economica Speciale non deve restare lettera morta"

"Vigileremo affinchè l’approvazione da parte del Consiglio regionale del DDL per l’istituzione di una Zona Economica Speciale nell’area del Porto di Gioia Tauro non resti lettera morta.  La creazione della Zes, che comprenderà l’area portuale, la zona franca doganale e le aree industriali,  consentendo alle imprese che vi investiranno di fruire delle agevolazioni, nei limiti delle risorse stabilite, trova la sua ragione d’essere nella presenza di un porto che non solo è perno del Mezzogiorno ma assurge a grande rilevanza internazionale".  E’ quanto afferma il capogruppo alla Regione del Nuovo Centro Destra Giovanni Arruzzolo che aggiunge: “Si aprono finalmente nuovi scenari; le potenzialità del territorio, mai concretizzate, possono trovare una risposta nel luogo di libero scambio di merci e servizi tra gli operatori dei mercati internazionali che è destinato ad essere Gioia Tauro. Una area dove competitività diventi la parola chiave per gli investitori  che potranno godere delle tanto attese agevolazioni fiscali con ricadute positive per lo sviluppo dell’intero sistema economico calabrese". 

 

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