A3, Procura nomina amministratore giudiziario del cantiere del tratto sequestrato

La Procura di Vibo Valentia ha nominato il Capo Compartimento Anas della Salerno-Reggio Calabria, ingegner Vincenzo Marzi, amministratore giudiziario del tratto della A3 sequestrato questa mattina, compreso tra gli svincoli di Mileto e Rosarno, per assicurare "il corretto ripristino dello stato dei luoghi e la loro messa in sicurezza”, nonché "la corretta e trasparente gestione con supervisione della ultimazione dei lavori appaltati" e "per garantire il ripristino delle condizioni di legalità". L’ingegner Marzi ha ritenuto opportuno accettare le dimissioni del direttore dei lavori Francesco Caruso e del responsabile del procedimento Consolato Cutrupi. Il tratto autostradale, che era stato aperto al traffico nel luglio 2014, resta transitabile. Infatti la stessa Procura ha dichiarato nel provvedimento di sequestro, così come anche Anas ritiene, che per il tratto in questione non sussiste allo stato “alcun pericolo intrinseco di cedimento/crollo/caduta/instabilità". Anas collaborerà con il consulente tecnico nominato dalla Procura per eseguire tutte le verifiche necessarie e concordare gli interventi di inalveazione per la messa in sicurezza del fiume Mesima, che erano ancora in corso di esecuzione. Nel frattempo Anas ha già attivato autonomamente i controlli su tutte le attività svolte dall’appaltatrice Impresa Cavalleri Ottavio S.p.A., per accertare e quantificare difformità e inadempienze. Anas, che ha già altri contenziosi in essere con la medesima impresa di costruzione, a valle delle verifiche si riserva di adottare nei suoi confronti tutti i provvedimenti che riterrà opportuni anche in considerazione della gravità dei fatti emersi nel corso della indagine. In tema di smaltimento dei rifiuti, Anas precisa che già nel febbraio 2016, a seguito di segnalazione della Guardia di Finanza, aveva provveduto a trattenere all’appaltatore l’importo di oltre 404 mila euro.

 

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Sequestro tratto A3 tra Mileto e Rosarno: i dettagli dell'indagine

I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, stamattina hanno proceduto al sequestro preventivo del Tronco 3 – Tratto II, Lotto III dell’autostrada A/3 (Salerno/Reggio Calabria) tra gli svincoli di Mileto, in provincia di Vibo Valentia e Rosarno, nel Reggino, per un tratto di circa 8 chilometri e mezzo (dal Km 369+800 al Km 378+500) della strada Provinciale SP 58, in corrispondenza del viadotto Mesima 4 (per una estensione di 200 metri) di una strada interpoderale asservita ad un cantiere, sottostante al tratto autostradale, estesa dal Viadotto del Mesima 1 al Viadotto Mesima 3, nonché di tutti i tratti stradali posti in corrispondenza dei viadotti autostradali Mesima 1, 2, 3 e 4. Il sequestro rappresenta un primo sviluppo di un’indagine eseguita in ordine alla progettazione ed esecuzione dei lavori per l’ammodernamento del Tronco 3 della Salerno Reggio Calabria, al confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, che allo stato vede 21 persone tra funzionari Anas, professionisti ed imprenditori indagate, a vario titolo, per i reati di disastro doloso, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, frode in pubbliche forniture, sub – appalto non autorizzato, falso materiale ed ideologico e abuso d’ufficio. Le indagini sinora svolte avrebbero, infatti, evidenziato che tecnici e funzionari responsabili della progettazione hanno omesso di sottoporre il progetto relativo alla realizzazione dei Viadotti sul fiume Mesima, corredato da uno specifico ed aggiornato studio idraulico (essendo gli elaborati progettuali risalenti al 1999) redatto secondo le Norme di attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico, al parere dell’Autorità di Bacino della Calabria, in considerazione dell’interferenza del nuovo tracciato autostradale con il Fiume Mesima tra gli svincoli di Serra e Rosarno, dichiarando valido e cantierabile il Progetto Esecutivo dei lavori, nonostante i dati in possesso documentassero l’esistenza, sulla zona di interesse, del massimo grado di rischio idrogeologico (R4). La mancata acquisizione dei pareri previsti in caso di lavori in aree a rischio idrogeologico avrebbe portato alla realizzazione di strutture inadeguate all’attuale situazione idrica/idraulica del fiume Mesima e, soprattutto, alla mancata predisposizione di opere di difesa contro lo scalzamento dei viadotti autostradali. I lavori eseguiti hanno, inoltre, determinato le condizioni per il verificarsi di fenomeni di esondazione del Fiume Mesima, con derivata inondazione delle strade attigue, a fronte di fenomeni atmosferici importanti (come già avvenuto nelle date del 23 e 24 marzo 2016). Il provvedimento di sequestro è stato adottato, in via d’urgenza, dalla Procura della Repubblica in considerazione del fatto che appare evidente la necessità di intervenire sia per la risoluzione delle gravi problematiche emerse e così eliminare il pericolo concreto e attuale di esondazione del fiume Mesima, sia per evitare l’aggravarsi delle stesse. Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria non prevede, allo stato, la chiusura del traffico autostradale

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