I furbetti delle caste hanno messo le mani anche sui vaccini

Più che sul lavoro, la Repubblica italiana è fondata sul privilegio,  su un sistema di piccole e grandi caste i cui adepti hanno sempre una corsia preferenziale.

Che sia un concorso pubblico, una candidatura o una semplice visita medica, i bramini italici riescono sempre a sfangarla prima e meglio degli altri.

Ciò che per i comuni mortali è maledettamente difficile, per loro è semplice, quasi banale.

Non fa eccezione neppure il vaccino anti Covid, per il quale la gran parte degli italiani dovrà aspettare un turno che nessuno sa quando arriverà.

Quelli che Prezzolini chiamava i furbi, sono invece riusciti, ancora una volta, a trovare la scorciatoia per arrivare prima degli altri.

E’ il caso, ad esempio, del personale universitario che, nonostante gli atenei chiusi e l’anno accademico in dirittura d’arrivo, ha già ricevuto la propria dose di vaccino.

Con buona pace di categorie meno influenti e politicamente più deboli – come addetti alla grande distribuzione, postini e corrieri - rimaste in prima linea anche durante le fasi più virulente della pandemia.

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