Sorpreso a rubare si scaglia contro i carabinieri, arrestato un 23enne

Un cittadino extracomunitario, Mohamed Jabbie, di 23 anni, è stato arrestato dai carabinieri, a Rosarno. Il giovane, che vive nella tendopoli di San Ferdinando, è accusato di resistenza a pubblico ufficiale e furto. Il 23enne, già noto alle forze dell'ordine, ha cercato di opporsi all'arresto dopo essere stato sorpreso dai militari a compiere un furto in una tabaccheria. Prima di tentare la fuga, per cercare di evitare la perquisizione ed il controllo, l'extracomunitario si sarebbe scagliato contro i carabinieri cercando di colpirli con calci e pugni.

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Ragazzo dimorante in tendopoli ruba 700 euro in una casa: arrestato

I carabinieri hanno tratto in arresto un 21enne, nato in Mauritania e residente a Regalbuto, di fatto domiciliato presso la tendopoli di San Ferdinando, per il reato di furto in abitazione poiché aveva asportato presso una locale abitazione l’importo di 700 euro in banconote di vario taglio. 

La tragedia di Rosarno e le ipocrisie del politicamente corretto

Superfluo precisare, iniziando, che sto con tutto il cuore a fianco del carabiniere, il quale ha usato per un giusto fine l’arma che lo Stato gli assegna. Attenzione, non sto pietosamente piangendo che il militare “si è difeso”, ripeto che doveva usare la pistola. L’episodio, che la tv ha per forza ripreso, ci mostra ancora l’assurda realtà di Rosarno, dove migliaia di stranieri sono accampati in condizioni ignobili anche per degli animali; e in cambio di due soldi lavorano senza alcuna tutela e garanzia. Non regge il paragone con gli schiavi romani e con quelli dell’Alabama, che, detto in generale, erano trattati molto più umanamente. Sorgono alcune domande:

Quanti sono?

Chi sono? Hanno un nome, dei dati personali? 

A che titolo lavorano?

Il loro compenso è adeguato? 

Ricevono assistenza sanitaria?

La popolazione di Rosarno e dei Comuni vicini è a sua volta garantita da malattie infettive?

Chi gestisce l’ordine in quell’accampamento?

E quant’altro. La domanda finale è retorica, cioè con ovvia risposta: questa sarebbe l’accoglienza dei “disperati che fuggono dalla guerra e dalla fame… ”?

O servono braccia sottopagate; e gente che, finite le arance di Rosarno, viene abbandonata fino ai prossimi agrumi?

Insomma, Rosarno è una gigantesca illegalità a cielo aperto e sotto gli occhi della Calabria e dell’Italia; e in una Calabria in cui almeno un terzo vende libri o gira film o attua progetti o comunque campa con la “cultura della legalità”, mi pare una gran bella e buffa contraddizione. Buffa, fin quando non diventa tragica.

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Tendopoli San Ferdinando, M5S: “Fermiamo le tensioni sociali prima che sia troppo tardi”

“Sgomento per il ferimento di un carabiniere e l'uccisione di un migrante – dichiarano Laura Ferrara, deputata del M5S al Parlamento europeo, Paolo Parentela e Massimiliano Bernini, deputati del M5S alla Camera - avvenuta in un luogo dove esseri umani vivono ai margini della società civile, in veri e propri ghetti e condizioni abitative che costituiscono un’offesa alla dignità umana”. “Siamo ancora in attesa – puntualizzano i pentastellati - di una risposta alla lettera inviata a gennaio ai Ministri Alfano, Poletti e Martina, a seguito di una nostra visita alla tendopoli-baraccopoli di San Ferdinando, in cui avevamo denunciato come quella situazione rappresentasse una latente fonte di tensioni sociali. Ad oggi nulla è cambiato. A farne le spese maggiori sono le comunità locali, i lavoratori immigrati e le forze dell'ordine chiamate ad operare in un territorio dove alta è l’infiltrazione delle organizzazioni criminali. Una tragedia che poteva essere evitata, probabilmente, se vi fosse stato un intervento tempestivo delle autorità regionali e nazionali, prevedendo anche l'utilizzo per tempo dei fondi disponibili per la tendopoli-baraccopoli. A quanto pare, invece, anche a causa del commissariamento subito da alcuni dei Comuni interessati, tutto è rimasto bloccato e non è stato realizzato un piano di risanamento degno di questo nome. Ci auguriamo - concludono i parlamentari del M5S - che vengano intrapresi interventi risolutivi che impediscano il ripetersi di altre tragedie ed episodi come quelli avvenuti”.

Fatti di San Ferdinando, Fratelli d’Italia: “Vergognosa assenza delle Istituzioni”

"Esprimo, a nome mio e dell’intero Coordinamento regionale per la Cultura e Identità della Calabria, la massima solidarietà al carabiniere ferito durante una lite fra immigrati nella tendopoli di San Ferdinando e i sentimenti di pena e frustrazione per la morte accidentale di un giovane africano”. È quanto afferma Nino Spirlì, esponente di Fratelli d’Italia – An. “Il militare, costretto ad una lecita legittima difesa – spiega l’esponente di destra - ha dimostrato sprezzo del pericolo e alto senso della Legge. Purtroppo, la bestiale promiscuità di quei luoghi senza controllo e senza sicurezza mostra sempre di più la necessità di un intervento severo e definitivo da parte dello Stato che, a San Ferdinando, a Rosarno e nella Piana, continua a passeggiare solo per tagliare nastri e appoggiare candidati alle elezioni. I cittadini di questa grande fetta di Città Metropolitana si vergognano dell’assenza delle Istituzioni e dell’inappropriata presenza di certa malapolitica avvezza più al malaffare che alla difesa della legalità e dei diritti della propria gente. A farne le spese, oggi come sempre, restano i più deboli: giovani stranieri vittime del bisogno e della ferocia delle mafie e leali servitori dello Stato, sempre in prima linea. Fratelli d’Italia - AN farà la propria parte – conclude Spirlì- ma spera che anche il resto della presenza politica sul territorio dica un definitivo No alle camarille e ai bizantinismi di Palazzo e scenda in strada a fianco del popolo calabrese stanco e sfiduciato”.

Accoltellato dall’extracomunitario, carabiniere spara e lo uccide

Nella mattinata odierna alle ore 09.30 circa, presso la tendopoli di San Ferdinando, all’interno di una tenda, secondo una prima ricostruzione ancora in corso di approfondimento, si è verificata un’aggressione ad opera di un cittadino maliano nei confronti di due altri extracomunitari. Nel dettaglio l’aggressore – un maliano di 27 anni, armato di un coltello da cucina con lama seghettata – ha aggredito improvvisamente, per futili motivi ancora poco chiari, forse connessi con la richiesta di una sigaretta, un cittadino del Burkina Faso, ferendolo con un fendente all’avanbraccio destro, e successivamente ha aggredito l’altro, di nazionalità ghanese, tentando di rapinarlo del borsello contenente circa 250 euro. A questo punto le vittime sono fuggite dalla tenda, mentre altri extracomunitari, intimoriti dal trambusto, avevano già provveduto ad allertare i Carabinieri. La pattuglia, sopraggiunta poco dopo, ha tentato di parlare con il cittadino maliano, rassicurandolo e cercando di riportarlo alla calma; questi tuttavia, in evidente stato alterazione psicofisica, ha continuato a brandire il coltello, colpendo con dei fendenti ripetutamente le pareti della tenda, e, con fare deciso e minaccioso, ha cercato di attingere chiunque gli si avvicinasse. Nel frattempo è sopraggiunta in supporto un’altra pattuglia dei Carabinieri ed una della Polizia di Stato che si sono uniti ai molteplici e prolungati tentativi di ricondurre la persona alla calma, intimandogli di posare il coltello a terra. Ogni tentativo è risultato però vano tanto che il soggetto, dopo aver lanciato pietre ed altri oggetti contro gli operanti, si è avventato nuovamente contro gli stessi colpendo con un fendente al volto, all’altezza dell’occhio destro, uno dei militari intervenuti. Anche nel frangente il maliano è stato nuovamente allontanato, ma nonostante questo ennesimo tentativo di evitare lo scontro fisico, questi si è scagliato ancora una volta contro il militare precedentemente ferito al viso che ha reagito all’aggressione con un colpo della pistola d’ordinanza, che nella concitazione degli eventi ha attinto l’extracomunitario all’addome. I cinque operatori delle FF.PP. hanno riportato lesioni varie mentre l’aggressore, prontamente soccorso e ricoverato presso l’ospedale di Polistena, purtroppo è deceduto nella tarda mattinata a seguito della ferita riportata. Sono in corso gli approfondimenti di polizia giudiziaria e medico legali per una più dettagliata ricostruzione dei fatti sopra descritti.

Tendopoli San Ferdinando, Oliverio: “Situazione non degna del vivere civile”

Il presidente della Regione Mario Oliverio si è recato questo pomeriggio presso la tendopoli di San Ferdinando che raccoglie più di un migliaio di immigrati e nel vicino stabile dismesso in cui ci sono altre 300 persone, limitrofi ad un altro campo nel quale c’è la presenza di altri 500 immigrati. Oliverio, accompagnato dal responsabile della Protezione Civile della Regione Carlo Tansi, da Giovanni Manoccio, delegato del presidente all'Immigrazione, dal vicepresidente del Consiglio regionale Francesco D'Agostino, dal capogruppo Pd in Consiglio regionale Sebi Romeo, dal capogruppo Sel in Consiglio regionale Giovanni Nucera, si è a lungo intrattenuto con alcuni degli immigrati presenti, raccogliendone voci e testimonianze. Ad affiancare il presidente nelle visite sono stati Bartolo Mercuri, presidente del centro di aggregazione sociale, casa di accoglienza "Il Cenacolo" che gestisce la tendopoli e don Roberto Meduri della parrocchia "Bosco" di Rosarno che hanno riferito delle difficili condizioni all'interno degli spazi ed i numerosi problemi che presentano. "È una situazione assurda - ha detto il governatore - non degna del vivere civile. Migliaia di uomini, di donne, di bambini, vivono in una condizione disumana. È necessario un intervento urgente per garantire le condizioni minime ed i servizi essenziali quali acqua, energia, servizi igienici, ma contemporaneamente bisogna lavorare per cancellare realtà come quella di Rosarno, attraverso un progetto di accoglienza degno di questo nome. Con il prefetto di Reggio Calabria, dottor Sammartino, abbiamo concordato un percorso per fronteggiare l'emergenza ed attivare un intervento umanitario. Pur non avendo competenze come Regione - ha proseguito - se non per la parte relativa al servizio sanitario, è nostra intenzione assumere l'attenzione necessaria rispetto a situazioni come questa che non ammettono indifferenza e tanto meno atteggiamenti pilateschi”. “Ho chiesto direttamente al prefetto Morcone, responsabile nazionale del fenomeno dell'immigrazione presso il Ministero dell'Interno – ha aggiunto Oliverio - di assumere una iniziativa specifica sulla realtà di Rosarno al fine di fronteggiare le emergenze attraverso la fornitura di strutture come tende, container ecc., idonee al ricovero di tanti uomini, donne e bambini e la attivazione delle misure necessarie a garantire elementari condizioni di vita civile. È chiaro che le misure per fronteggiare l'emergenza devono essere collocate in un programma che deve realizzare l'obiettivo di cancellare la vergognosa realtà degli attuali campi lager attraverso la realizzazione di una accoglienza civile e diffusa sul territorio. Tutto ciò deve accompagnarsi all'affermazione di una condizione di legalità e di regolarità per quanto riguarda il mercato del lavoro. Le aggressioni violente verificatesi in queste settimane - ha spiegato Oliverio - impongono di alzare l'attenzione ad ogni livello affinché mai più si verifichi quanto è avvenuto qualche anno fa a Rosarno. La nostra è una regione civile e nel Dna del popolo ha il valore dell'accoglienza”. “Noi vogliamo e dobbiamo essere aiutati a fare dell'accoglienza una pratica diffusa - ha sottolineato infine il presidente della Regione - nel rispetto dei valori umani e della dignità di tanti uomini, donne e bambini che hanno il solo torto di essere stati costretti ad abbandonare la loro terra”. Il presidente Oliverio, al termine della visita, ha annunciato per domani, venerdì 8 gennaio, alle ore 11, presso la sede della Regione, un vertice per sollecitare Sorical, Enel, Asi ad assumere iniziative adeguate.

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