Riceviamo e pubblichiamo
"Premetto che ho grande rispetto delle istituzioni, e, che, pertanto, ritengo legittimo e perfino ovvio che i rappresentanti della massima assise legislativa regionale si occupino di temi e argomenti che riguardano la Calabria, anzi sarebbe ora, ma questo è altro argomento!!
Ciò che mi spinge alla denuncia non è la ricerca del merito che, a prescindere da come si chiuderà la vicenda, e di come la pensi Mirabello, rimarrà integro.
Semmai il tentativo di alzare il livello di guardia su un territorio che continuamente subisce traslochi di strutture regionali e trasferimenti di economie con la piena consapevolezza e l’approvazione di chi, come Mirabello, è stato eletto per tutelarlo.
Tuttavia non posso fare a meno di evidenziare che lo sgarbo istituzionale consumato in tale circostanza, con tali modalità, non solo nei miei, ma anche nei confronti dei colleghi consiglieri di maggioranza e di opposizione della passata legislatura, che quella legge l’hanno approvata all’unanimità, è una novità fin troppo evidente.
Il lavoro altrui non può essere banalizzato per pura propaganda o per appagare gli istinti narcisisti di consiglieri regionali che non brillano per originalità, specialmente quando di mezzo c’è l’interesse dei calabresi.
Si chieda Mirabello cosa accadrebbe se ad ogni nuova legislatura i consiglieri regionali si comportassero come lui, Oliverio e Greco.
Nel merito mi permetto di dissentire con Mirabello, che evidentemente non ha letto il testo, il quale ritiene che la nuova legge sia più completa della precedente,
La legge 45/2013 non era affatto superata, né a termine, come falsamente si tenta di dimostrare quasi per giustificarsi dell’errore.
Era stata approvata appena 4 anni fa, e, superato il vaglio del governo, aveva trovato la data di applicazione a partire dal 01.01.2015, quindi a farla abortire è stato Oliverio.
Se proprio era necessario intervenire con qualche modifica, o integrazione non c’era bisogno di cancellarla non si sarebbe perso tempo e avremmo avuto uno strumento già attivo, ma evidentemente il fine non era quello di normare...
Nel merito spiace constatare intanto che, eccetto qualcuno, non ci si è accorti che la nuova proposta approdata in consiglio è un copia incolla di un trattato medicina.
La Dieta Mediterranea è oramai conosciuta e riconosciuta nel mondo scientifico, gli studi, gli effetti, le analisi, i dati e i risultati, legati al tema della prevenzione di patologie anche gravi, sono da anni su tutte le riviste scientifiche, argomenti che mi permetto di sottolineare attengono esclusivamente al mondo scientifico e alla comunità medica, non già al consiglio regionale.
L’organo politico regionale è deputato ad avanzare proposte che individuino meccanismi e strumenti di crescita che aiutino l’economica e l’occupazione, non di leggi manifesto.
La Dieta Mediterranea può essere uno strumento incredibile per rinvigorire la proposta agroalimentare, per incentivare la produzione di prodotti biologici, aiutare l’investimento e perfino la nascita di nuove imprese e aziende, senza trascurare la valorizzare il territorio e il turismo innovativo.
Non la si può ridurre a semplice invito da suggerire su una ricetta medica.
La LR 54, rispetto alla 45/2013, favorisce l’indirizzo scientifico, e non soddisfa le aspettative di quanti vorrebbero ricavare da un bene “immateriale” il maggior vantaggio possibile per il territorio regionale ed i suoi residenti.
Basta questo per affermare che, almeno in questa circostanza, la politica ha abdicato al suo ruolo.
Un esempio su tutti, si cancella la Fondazione in house, istituto snello sganciato dall’oppressione della burocrazia, quindi libera da vincoli di bilancio, titolata ad attrarre fondi comunitari, in grado di programmare azioni e iniziative mirate, e si costituisce uno strumento - l’Adimir - che non soltanto avrà funzioni consultive, tra l’altro prettamente scientifiche, ma come si può immaginare non si muoverà di un solo millimetro perché privo di autonomia decisionale essendo saldamente ancorato alle dinamiche dei dipartimenti regionali.
Rammento che l’unica provincia in Calabria priva di fondazioni in House in grado di proporre progetti finanziabili con i fondi comunitari è Vibo Valentia.
Infine, spiace dirlo ma ho l’impressione che non tutti i consiglieri regionali hanno letto il testo, sono piuttosto evidenti, infatti, trattandosi di materia concorrente, i dubbi e le violazione dei profili di potestà legislativa, che quasi certamente faranno impugnare dal governo la legge.
Ci auguriamo ovviamente che ciò non accadi, sarebbe davvero troppo.
In quel caso però il danno per la calabria, e le responsabilità sui ritardi accumulati , le occasioni perse e gli investimenti mancati, cadrebbero esclusivamente su Oliverio, Greco e Mirabello."
Alfonso Grillo - Coordinatore provinciale Nuovo centrodestra